il filo dei ricordi-racconti

venerdì 6 maggio 2022

 

La Pinacoteca Ambrosiana di Milano





Lunedì di Pasqua 2022, le idee sono tante, Milano offre veramente molto, decido però di vistare un museo permanente,  da tempo dicevo di volerci andare ma per un motivo od un’ altro poi non  riuscivo.
Collocato a pochi passi dal Duomo, la Pinacoteca Ambrosiana è, a mio avviso, il più bel museo tra i musei pubblici di Milano. La prenotazione on line, è stata agevole giunti alla reception un addetto mi accoglieva e gentilmente mi forniva anche un tablet ( il prezzo è escluso dal biglietto) e mi ritirava lo zaino.
Essendo un museo permanente, poco pubblicizzato, si tende a dare per scontato questo luogo, pensando: “Tanto c’è sempre”.
La Pinacoteca Ambrosiana è il frutto delle iniziative volute dal Cardinale Federico Borromeo.
Nella Pinacoteca Ambrosiana è possibile ammirare dipinti del periodo rinascimentale , del 17 ° secolo e 18 ° secolo, come Giadomenico Tiepolo e Francesco Londonio e dipinti del 19 ° e 20 ° secolo, come Francesco Hayez.
Fondata nel 1618, quando il cardinale Federico Borromeo donò la sua collezione di dipinti, statue, disegni alla Biblioteca Ambrosiana, vicino alla Pinacoteca, e al suo interno si possono trovare 24 camere che ospitano molti capolavori importanti di artisti famosi come Leonardo Da Vinci, Caravaggio, Raffaello, Botticelli e molti altri
Il Cardinale Federico Borromeo,




 subì fin dalla tenera età l’influenza del cugino Cardinale Carlo Borromeo, che era la sua guida spirituale, iniziò i propri studi proprio a Milano, successivamente si trasferì a Bologna dove continuò gli Studi Umanistici presso l’università, venne poi indirizzato presso gli Studi Clericali Diocesani. Indossato l’abito clericale, si trasferì all’Università Pavia per completare gli studi teologici, nel 1582 fondò l’Accademia degli accurati dove venne fatto principe, nel 1585 ottenne la laurea in teologia e venne inviato a Roma, dove continuò i propri studi classici, interessandosi in modo particolare sulle antichità romane, venendo così in contatto con esponenti dalla cultura elevata e preparati in più discipline della storia antica e artistica. Come era prevedibile ebbe una carriera ecclesiastica importante, a soli 23 anni nel 1587 divenne cardinale, nel periodo romano portò a termine con notevoli meriti ruoli e incarichi importanti partecipò a più conclavi per l’elezione dei papi, e a soli 31 anni divenne arcivescovo di Milano…
Giunto nella città, seguì l’esempio del cugino Carlo Borromeo che aveva notevolmente disciplinato il clero, costruendo chiese scuole, collegi, ospedali a proprie spese.



Federico Borromeo indirizzò le proprie risorse agli studi, ad una istituzione culturale a livello artistico, letterario e scientifico di notevole importanza, ma soprattutto gratuito. Iniziò a dare vita alla nuova biblioteca Ambrosiana, nel 1603 iniziarono i lavori per edificare la struttura nel frattempo mandò emissari in tutta Europa affinché portassero a Milano, manoscritti, libri, e cimeli  importanti. Nel 1607 inaugurò la Veneranda Biblioteca, nel 1611 aggiunse due saloni per ospitare l’Accademia di belle arti e le opere d’arte in gran parte da lui collezionate, nel 1617 venne inaugurato l’intero stabile.
L’8 dicembre 1609 la biblioteca ambrosiana apriva i battenti al pubblico, conteneva 30.000 stampati e 8000 manoscritti acquistati in ogni parte del mondo, da terre lontane come Cina, Russia e Arabia, Giappone e India, una delle biblioteche più preziose della cultura, della storia e delle scienze da oriente ad occidente.;
Nel corso dei secoli, la Pinacoteca Ambrosiana, ha subito le spogliazioni da parte della dominazione Napoleonica, i francesi volevano a tutti i costi riempire il Musée Napoleon, oggi conosciuto come il Louvre, avevano una venerazione per Leonardo da Vinci, venuti a conoscenza che la pinacoteca custodiva la testa della vergine la prelevarono e la spedirono verso Parigi ma fu persa durane il tragitto.
Furono diverse opere trafugate dai francesi, in particolare vi erano delle opere fiamminghe di notevole e raffinata fattura che lo stesso cardinale aveva commissionato a Jan Bruegel il vecchio, denominate “L’aria e la Terra” che si trovano tutt’ora al Louvre, insieme alla Vergine di Pieter Paul Rubens, e alla Vergine e i tre santi di Lucas van Leiden.
Altre opere sottratte non raggiunsero mai la Francia, vennero perse o distrutte durante il viaggio. Poche opere furono restituite grazie all’intervento di Antonio Canova.
Nel 1618 Federico donò all’Ambrosiana la sua raccolta di opere e disegni, dando il via al primo nucleo di opere di importante valore della Pinacoteca, Caravaggio, Raffaello, Leonardo Tiziano, il mio tanto amato Bernardino Luini, fondando così nel 1620 anche l’Accademia di disegno scultura e pittura che iniziò con nove studenti, oggi l’Accademia conta 24 sale e ci consente di ammirare 300 opere dei massimi artisti:
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Ho iniziato così la mia visita, e con mio grande grandissimo stupore nella prima sala, mi sono trovata subito davanti la sacra famiglia con Sant’Anna e san Giovanni di Bernardino Luini,



 “ Gesù bambino e l’agnello”, "La madonna del latte "
sempre del Luini"




 mi ha colpito molto la Maddalena di Tiziano Vecellio,



 L’Adorazione dei magi  sempre di Tiziano Vecellio,




 la Canestra di frutta del Caravaggio, tanto bella da sembrare vera, le foglie dell’uva che si accartocciano, la frutta fresca vicino a quella che si sta bacando danno un senso reale della vita e del tempo che passa.



 Il tablet mi evidenzia i particolari di alcune opere, è di grandissimo aiuto nella descrizione evidenziando i particolari più importanti, riclicco ancora, e riascolto arrivo davanti alla Madonna delle Torri del Bramantino, è troppo bella, non ricordo la datazione del quadro, probabilmente intorno al 1500, ma ricordo molto bene che oltre alla madonna seduta sul trono con in braccio il bambino ci sono al suo fianco Sant’Ambrogio che ha sconfitto il proprio nemico Ario con le fattezze di uomo, dall’altro lato San Michele Arcangelo che ha sconfitto un demone con le gambe a forma di rospo..



Simboleggiano la vittoria sul male, in questo tempo di guerra, ci vorrebbe qualche Santo, martire o meno, che avesse la forza di sconfiggere il male fermando questa guerra maledetta…
La sala della Vetrata dantesca dalle cui finestre si può vedere la sottostante biblioteca
Il cartone preparatorio della scuola di Atene di Raffaello,



 la ciocca di capelli biondi di Lucrezia Borgia, i guanti di Napoleone, solo per citarne qualcuno.
Il vaso di fiori e di conchiglie di Jan Bruegel il vecchio, un’opera notevole e raffinata, molto bella anche l’allegoria del fuoco.




Nella Sala dell’Esedra, con un mosaico di grandi dimensioni,


 viene rappresentata esattamente la miniatura che Petrarca commissionò a Francesco Martini, come tavola di apertura dei manoscritti di Virgilio, per il Petrarca il manoscritto aveva un valore inestimabile e fungeva anche da diario personale, tanto che aveva annotato nella prima pagina l’evento tragico della morte di Laura. Il mosaico venne fatto eseguire nel 1930/31 in occasione del bimillenario della morte di Virgilio, per consentire ai visitatori di poterla conoscere. Il manoscritto di Virgilio alla Biblioteca Ambrosiana è uno dei cimeli più importanti. Ora sono davanti all’opera di Fede Galizia con il ritratto di Paolo Morigia, 


poi Giuditta e Oloferne di Giuseppe Vermiglio
Giungo alla sala dove il busto di Antonio Canova osserva quello di Bertel Thorvaldsen,… Mentre Francesco Hayez è presente con quattro ritratti della famiglia Vincenzo Negroni Prati Morosini, c’è poi un bellissimo acquarello, che rappresenta una riproduzione del bacio, molto fedele all’opera originale, e firmato dallo stesso Hayez, solamente lo sfondo è stato modificato, è sicuramente un dono che l’artista ha voluto fare ad un’amica cara, nel caso specifico la Signora Giuseppina Negroni Prati.



In questa stessa sala troviamo tante monete, in oro, argento, che fanno parte della collezione numismatica. L’Ambrosiana, possiede una pregevole collezione di medaglie e di monete, antiche e moderne: oltre ventimila unità, con coni che vanno dalla Magna Grecia all’età romana repubblicana e imperiale, dal medioevo all’epoca barocca , con un’ampia documentazione delle zecche lombarde, fino ai nostri giorni con le collezioni uniche di Giuseppe Vismara e Lodovico Pogliaghi. Mi piacciono molto anche le opere di Mosè Bianchi che sono accostate a quelle di Emilio Longoni,


scendendo un bellissimo scalone si giunge all’Aula Leonardi, ed è un vero piacere ammirare il Musico di Leonardo da Vinci, altri dipinti di scuola leonardesca e diverse copie di opere di Leonardo da Vinci. Merita l’affresco dell’incoronazione di spine eseguito da Bernardino Luini…. 



E poi
il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, costituito da 1.119 fogli risalenti a un periodo che va dal 1478 al 1519 di soggetti diversi, schizzi, disegni preparatori per dipinti, ricerche in matematica, ottica e astronomia, ricette e meditazioni filosofiche, anche diversi progetti curiosi di macchine da guerra, pompe idrauliche e paracadute. Nel 1796 la collezione fu spostata a Parigi come conseguenza della conquista di Milano da parte di Napoleone e fu trasferita al museo del Louvre, dove rimase per 17 anni.
Con il Congresso di Vienna si decise che la collezione dovesse tornare nel luogo originale. All’interno della Biblioteca Ambrosiana si trovano più di un milione di libri antichi