il filo dei ricordi-racconti

lunedì 28 ottobre 2019

Tamara de Lempicka

Tamara de Lempicka 

Tamara Rosalia Gurwik-Gorska, in arte De Lempicka, è stata una pittrice polacca,  che si ispirava alla corrente appartenente  dell'Art Déco. 
Figlia  di Boris Gurwik-Górski, un  avvocato agiato ebreo russo e di  Malvina Decler, una signora polacca è nata a Varsavia il 16   maggio 1898

In seguito alla morte prematura del padre, Tamara i suoi  fratelli con la madre si trasferirono a casa della nonna Clementine.

Nel 1910 sua madre ordina un ritratto a sua figlia, ma a Tamara  non piace il risultato, essendo convinta di saper fare meglio, costringe sua sorella Adrienne a posare per lei, il risultato è molto soddisfacente.



La scuola la annoia, e lei finge di essere malata. Riesce a ingannare tutti coloro che le sono intorno, tanto che viene ritirata dalla scuola. Questo gli permette di accompagnare sua nonna in Italia, ha la possibilità di visitare le città d'arte, e di scoprire la passione per l'arte.
 Nel 1914 Tamara prese lezioni a Losanna.
 Non approvando il secondo matrimonio di sua madre, si rifiuta di tornare a casa di sua madre durante le vacanze estive, trascorre l'estate a San Pietroburgo con sua zia Stefa.


Durante una festa conosce il giovane avvocato Tadeusz Lempicki, e se ne innamora. Decisero di sposarsi  nel 1916, poco prima dello scoppio della rivoluzione russa.


La  Rivoluzione Russa  è in atto, sono circondati dalla miseria, ma i Lempicki continuano la loro vita di lusso. Solo un anno dopo, il marito viene arrestato, era un militante controrivoluzionario, ma, grazie alle relazioni della moglie, che  ai suoi tempi, era molto conosciuta, più per la  mondanità, che per la sua pittura, viene presto liberato in seguito all'intervento del console svedese.



Successivamente, la coppia si trasferì a Copenaghen  dove già si trovavano i  famigliari di Tamara, in seguito emigrarono a Parigi, ma i cambiamenti hanno influito sul loro tenore di vita, il marito di Tamara si rifiuta di lavorare, non accetta di modificare il proprio modo di vivere, non sopporta di dover rinunciare ai privilegi. Hanno una figlia Kizette, Tamara decide di iniziare una carriera come pittore per sostenere la famiglia. Nel 1920 prese lezioni di pittura all'Académie de la Grande Chaumière, poi  prenderà lezioni da  André Lhote e Maurice Denis.



Tamara ha un proprio stile, unisce lo stile decorativo, a quello sensuale quasi scultoreo, è una grande appassionata di Pontorno, prende spunto dalle rotondità e le tonalità tipiche, della pittura di Ingres, dal post-cubismo costruttivo e sintetico


 del suo maestro Andrè Lhote, ma subisce anche l'influenza dal cubismo.  


Diventa popolare,  si costruisce un personaggio e inizia a fare scandalo.  Rivelerà la sua bisessualità, mettendo in mostra  le sue travolgenti passioni, tutto questo, solo per mantenere un posto, nello scenario attraente di quegli anni.

 La serie di pitture dedicata a “ la belle Rafaëla” è il risultato dell’amore ossessivo dell’artista per una donna. presenta un ritratto al Salon d'Automne, ottiene in poco tempo un meritato successo, consentendole un rinato stile di vita. 



Nel 1922,  presenterà un olio su tela intitolato le due amiche, dalle linee talmente dure  da far sembrare le due protagoniste come due manichini inanimati e inespressivi.
 Lo sguardo freddo e distaccato delle donne,  è il racconto di un amore  tra due donne, il tema è provocatorio e ha richiami rigidi del cubismo.

Adamo ed Eva 

Le sue tele rappresentano ricchi industriali, emigranti russi,  il bohémien parigino del suo tempo: Andre Gide,

 la donna più dipinta al mondo Suzy Solidor, 


frequenta Paul Poiret o Georges Braque.


Nel 1925 con la madre e la figlia torna in Italia, studia i classici, a Milano, conosce il conte il conte Emanuele Castelbarco, proprietario della galleria d'Arte e poesia  che le organizza una sua prima mostra personale, Gabriele D'Annunzio la corteggia e la ospita,al vittoriale  ma a Tamara interessa solamente di poterlo ritrarre cosa che non è avvenuta. 

Amò però anche ritrarre se stessa, come nel celebre "Autoritratto" del 1929 in cui si rappresentò, bella, seducente, ricca e annoiata, a bordo di una lussuosa Bugatti verde, rappresentando così la modernità, il lusso e la velocità il perfetto stile dei  ruggenti anni venti,  il ritratto è stato utilizzato per la  copertina di luglio della celebre rivista tedesca “Die Dame”. Diventa il manifesto di un’intera epoca, con lo sguardo altero, si rivolge allo spettatore dando  l'immagine  della donna emancipata e indipendente, mentre il viso dalle linee delicate, contrasta con l'immagine geometrica del foulards



Kizette al balcone è un quadro del 1927, sua figlia che  le fa da modella, rappresenta una bambina al balcone seduta su uno sgabello, la posa della bambina è sicuramente simile ad un ritratto del Bronzino che fece a Bia de Medici, mentre nello sfondo il paesaggio risulta appiattito e le tonalità tenui  risaltano il candore e la purezza della bambina  tonalità.



Nel 1928  divorzia dal marito e nel 1933 si risposa col barone  Raoul Kuffnerper. Con il matrimonio raggiungerà una  nuova posizione sociale, ottiene la fama e la ricchezza a lungo desiderata, non  avrà più bisogno di dipingere per vivere e trascurerà il mondo artistico perdendo di vista le sempre continue evoluzioni dell' arte. Intorno al 1930 lo stile art-deco passa di moda,  quello stile era il modo con cui identificarsi .




Nell'estate del 1939, per sfuggire alla guerra, i coniugi Kuffner partono per New York, dove Tamara organizza una personale alla galleria di Paul Reinhardt.

In seguito ad una crisi interiore decide di dedicarsi a numerosi impegni umanitari, continua però  ad allestire mostre a New York, Los Angeles e San Francisco.
St Moritz

Dopo la guerra, ebbe un periodo di silenzio,  in questi anni realizzò  una serie di composizioni astratte,  seguiti da dipinti a spatola che non ottengono buoni pareri  dalla critica. fino al  1957, quando presenterà  le sue nuove opere a Roma alla Galleria Sagittarius.




Era solita dire: Sono stata la prima donna a dipingere in maniera chiara e pulita: questo è il segreto del mio successo. Un mio quadro può essere subito riconosciuto tra altri cento…Il mio stile attirava subito l’attenzione: era chiaro, era perfetto.
Avevo un principio non copiare mai. Creare un nuovo stile, colori chiari luminosi, scoprire l'eleganza nascosta nei tuoi modelli  



Tamara de Lempicka ha voluto lasciare l'immagine di una donna trasgressiva ed egocentrica, anticonformista, non voleva regole ma ne fissava di nuove e le imponeva in modo disinvolto, ma quello che non sapevamo e che da recenti ricerche è stato appurato  che Tamara de Limpicka aveva prodotto una collezione molto più intima, personale  a soggetto religioso, sulla base di dipinti di Michelangelo e del Bernini,




 quindi se in pubblico amava stupire, in privato aveva una forma di credo religioso? oppure con opere così importanti voleva mettere alla prova, la propria abilità come artista?




Una cosa certa è stata appurata,  Tamara De Lempicka, dopo il divorzio dal primo marito ha sofferto di un profondo stato di depressione  che si manifestava  in seguito a fasi alterne, tanto che il secondo marito nel 1936 si rivolse ad uno psichiatra affinchè la  aiutasse....



Lontano dai riflettori sotto i quali aveva pianificato un'immagine e un copione da recitare, mentre nel privato la fragilità che è  nell'essere umano la rendevano una donna comune .... anche se ha sempre ricercato, rinnovato, dando ai soggetti tradizionali, una forma espressiva particolare





   



domenica 20 ottobre 2019

Rosalba Carriera

                                                                          Rosalba Carriera


Una signora che ho avuto il piacere di conoscere mi ha parlato di questa pittrice di cui  io, non avevo mai sentito parlare

Una delle donne che ha avuto un ruolo importante, nella storia dell'arte  nell' Europa del 1700, è stata Rosalba Carriera.


Nata a Venezia nel 1645, da genitori benestanti, il padre era un impiegato presso il podestà della Repubblica di Venezia,  la madre era una merlettaia.
 Rosalba  iniziò il suo cammino artistico realizzando modelli di pizzo per la madre, che lavorava in questo mercato.
Educata in famiglia a coltivare le arti, Rosalba e le due sorelle studiarono musica, letteratura, pittura, ricamo e lingue straniere.
I genitori, e in particolar modo la madre, si erano accorti della sensibilità artistica delle figlie, tutte tre erano pittrici, le incoraggiarono e  permisero loro di studiare con  i più bravi maestri dell’epoca.
I primi studi nella pittura, Rosalba li fece sotto l'insegnamento di Giannantonio Vucovichio Lazzari, maestro in pittura sacra, e in ritratti pastellati, purtroppo, per il lavoro  del padre, molto spesso la famiglia, era costretta a cambiare residenza, presso le cancellerie sulla  terraferma. 
Malgrado l'assenza del maestro, Rosalba approfondì gli studi ottenendo rapidi progressi, progredendo  nell’arte del dipingere, ma non trascurò lo studio sulle lingue, lettere e  la musica. Ritornata con il padre a Venezia in modo stabile, potè perfezionarsi nei suoi studi prediletti, specialmente nella miniatura, nella quale riuscì in modo eccelso. 


Lo studio delle miniature, era una tecnica difficile e abbandonata, la perfezionò, fu la prima pittrice a portare nelle miniature il tratto veloce della pittura veneziana, scegliendo volutamente  di non seguire  le regole accademiche, che volevano tratti e puntini brevi.
Con la diffusione del tabacco da fiuto, un'usanza molto in voga anche fra le signore, iniziò a dipingere miniature per i coperchi delle scatole da tabacco, figure di damine graziose che  divennero la sua fortuna, fu la prima  artista  a dipingere sull'avorio e sull'osso, da alcune annotazioni trovate nella corripondenza che riceveva e inviava, di cui ne faceva sempre una copia, si hanno notizie certe che nel 1700,  Rosalba Carriera dipingeva su scatoline da tabacco da fiuto che rivendeva ai turisti.


Sfruttando l'amicizia del suo amico inglese Christian Cole, venne ammessa alla Accademia nazionale di San Luca a Roma, con l'opera  "Fanciulla con colomba".


Rosalba oltre alle miniature, si  perfezionò nei ritratti a pastello, i suoi primi lavori con la tecnica a pastello, si collocano nel periodo in cui frequentò la bottega del uno dei suoi  maestri, Giuseppe Diamantini e quella di Antonio Balestra. La scelta di far rinascere la  pittura a pastello, ormai decaduta da molto tempo e  quasi  dimenticata, fu supportata dall'amicizia  con Anton Maia Zanetti detto il vecchio,

Anton Maria Zanetti 




 conosciuto dai collezionisti  a livello internazionale. 

ragazza con la maschera 

Proprio in questi anni nasce un nuovo stile, il rococò, il quale predilige la rappresentazione di scene spensierate, in cui delicatezza, eleganza e gioiosità la fanno da padrona.
Rosalba va affermando sempre di più la sua arte e non ha nulla in comune con l'immagine della donna frivola  che hanno le sue coetanee.
Con la sorella  ha  creato una sorta di circolo letterario-culturale a cui appartengono  personaggi di spicco nell'ambiente artistico letterario veneziano, tra cui altre due pittrici, Felicita Sartori

Felicita Sartori


 e Marianna Carlevarijs,



 la contralto Faustina Bordoni Hasse, 


la poeta Luisa Bergalli, la ballerina Barbara Campanini, la contessa Caterina Sagredo Barbarigo,

caterina sagredo Barbarigo


donne emancipate e progressiste si sono conquistate le libertà negate alle donne di quei tempi.
Rosalba e sua sorella, decisero di dedicarsi totalmente all'arte, non si sposarono e rimasero sempre insieme.
In breve tempo, riuscì a farsi conoscere dapprima a Venezia e poi  in tutta Europa per i raffinati ritratti, trattati con un tocco leggero e con tonalità delicate, che conferivano  ai modelli grazia ed eleganza. 
Viaggiatori stranieri in visita a Venezia, figli di nobili e diplomatici, principi e principesse, le commissionavano ritratti e si recavano presso il suo modesto studio per ammirarne i suoi capolavori.
A Venezia fece il ritratto di Federico III di Danimarca, di Federico Augusto III,

augusto III

 del duca Carlo di Baviera, del principe di Mecklemburgo.
Un anno dopo la morte del padre,  nel 1720, fu invitata  come  ospite dal mecenate Pierre Croizat a Parigi, rimase  per un anno con tutta la sua famiglia, la mamma, le sorelle e il cognato  Antonio Pellegrini, conobbe così Antoine Watteau,

Antoine Watteau

noto conoscitore di quadri, che divenne suo amico.
La pittura di  Rosalba, seppur lontana dalle regole accademiche, riuscirà ad influenzare profondamente il modo di ritrarre nella Francia  nel 1700.
A Parigi fece ritratti  a tutta la famiglia reale,  giungendo a ritrarre perfino il re di Francia Luigi XV, 

 nel suo diario, in data 1 agosto 1720 si legge: “Ebbi ordine da parte del Re di fare in piccolo il ritratto della Duchessa Vantadour: ed in questo giorno ne cominciai uno piccolo dello stesso Re”.
A Parigi, venne ammessa con  una votazione  all’ unanimità all’ Académie royale de peinture et de sculpture.... entro'  così  a far parte dell'accademia reale.

Melchior de Polignac 

Scriveva nel diario il 26 ottobre  - Mi fu data la lettera dell’Accademia, e la nuova di essere stata ricevuta a piene voci senza essere stata ballottata”.Ed ancora “9 novembre - Andata la prima volta all’Accademia dove M.r Coypel ( primo pittore del Re) fece un breve ringraziamento agli Accademici, li quali mi accolsero colla maggior cortesia”.

horace Walpole 

A Parigi tiene un Diario dove annota con grande precisione tutti i fatti avvenuti durante il suo soggiorno.
Riconosciuta e stimata da  grandi mecenati che apprezzavano la sue  opere:  Federico IV, re di Norvegia e Danimarca, Massimiliano II di Baviera, Augusto III, re di Polonia... viaggiò molto fu accolta dalle corti di tutta Europa, riscosse meriti e riconoscimenti
Ritornata in Italia per 4 mesi soggiornò presso la corte del ducato di Modena,  ritraendo a pastello tutta la famiglia.

ragazza col pappagallo


Nel 1735, si trasferì a Vienna alla corte degli Asburgo, dove lavorò alacremente.
Rientrata in Italia, continuò con la pittura.

primavera 

estate
flora 

autunno

Della sua pittura colpiva, il modo unico di rappresentare, la cura attenta, quasi eccessiva,  che riusciva  a trasmettere sulla tela,  gli aspetti profondamente  reali  dei   volti , le espressioni,  delle persone che ritraeva,  una pittura reale  senza ipocrisia come nel  "Ritratto di signora anziana" in cui dipinge in modo evidente il porro della signora, ritratta in modo  dolce. 



Nei suoi ritratti femminili le pose sono delicate, era molto sensibile nel riprodurre le pieghe degli abiti, la morbidezza dei tessuti, le perle,  le trine e i merletti.
Le opere di Rosalba che suscitarono più curiosità furono i suoi autoritratti perché sono un racconto interiore, personale psicologico, si è ritratta dalla giovinezza spensierata, nel quadro del 1709, che è conservato agli Uffizi, dove rappresenta se stessa mentre dipinge la sorella,

 

  fino a quello del 1746 dove traspare  il proprio malessere, fisico e interiore, il volto invecchiato e rigido, duro e gli occhi tristi, indossa una corona di alloro, in quest'opera ci racconta il suo dolore e la delusione, dopo un intervento alle cornee non riuscito in cui le complicazioni aggravarono la sua cecità... 


 

 Alcuni di questi autoritratti sono conservati a Venezia al museo del settecento a Ca' Rezzonico, mentre altri fanno parte di collezioni sparse nei musei d'Europa.
la collezione reale di Windsor;

lady with-a -Parrot

Rosalba iniziò a fare la doppia riproduzione dei suoi quadri: il Re di Francia Luigi XV fu il primo, poi seguirono il figlio di Law  e Filippo II d’ Orleans.

Col passare del  tempo coi suoi duplicati,  aveva formato una piccola galleria, oltre alle copie, c'erano parecchi medaglioni  di figure storiche che il re di Polonia Augusto III,  volle acquistare,  che sono custoditi ancora oggi  alla Pinacoteca di Dresda 'Alte Meister'..che non ha eguali in tutto  il mondo: Qui si trova  il bellissimo ritratto di Barbara Campanini, 


  la giovane donna appare, in tutto il suo splendore: leggermente posta di tre quarti, con grazia sorregge un lembo dell ' abito, quasi per far intuire l 'accenno a un primo passo di danza. 
Intorno al   1746 iniziò  manifestarsi  una malattia agli occhi, Rosalba  si sottopose ad un intervento alle cornee che  ebbe un esito negativo, tanto da aumentarne le complicazioni, fino a portarla alla totale cecità , da tale momento dovette rinunciare alla sua arte, subentrarono disturbi emotivi importanti tanto da  raggiungere uno squilibrio mentale.
I suoi ultimi anni furono molto tristi,  morì nella parrocchia di San Vio, il 15 aprile 1757  (Santi Vito e Modesto) a Venezia.
Presso L’accademia delle belle arti di Venezia ci sono due dei suoi dipinti per dono generoso di Girolamo Ascanio Molin 
Nel 1838, il critico d’arte, Tommaso Locatelli, lesse un “Elogio” nei riguardi di Rosalba, all’ Accademia delle Belle Arti di Venezia: “Questa maniera di dipingere, fra gli altri suoi pregi, ha singolarmente quella della morbidezza nella carnagione in modo che i nudi così dipinti riescono appunto a chi li vede come se fossero  carne vera, e vive forme impastate dalla mano stessa della natura. Lavoro in vero difficilissimo, ma condotto dalle maestre dita della valente Rosalba al sommo grado di perfezione.



Un recente studio su questa donna eccezionale, ha prodotto un interessante romanzo storico della scrittrice Valentina Casarotto dal titolo
 Il segreto nello sguardo