il filo dei ricordi-racconti

venerdì 30 maggio 2014

Emozioni....

E' una domenica come tante, non ricordo precisamente ne il mese, ne il giorno, ricordo solo che fa caldo, e nel tardo pomeriggio, mia figlia con il suo attuale compagno sono passati da casa mia.
Dal giardino mi chiamava:
_"mamma, mamma"!
Rispondo: "Eccomi "
Guardando dalla finestra vedo che sorridono e poi entrano in casa Il suo compagno mi dice:_" il 17 maggio deve fare qualcosa?"
Lo guardo dicendo -" maggio è passato, deve aver sbagliato mese,"



-"Non ho sbagliato nulla, il 17 maggio 2014 noi ci sposiamo...
Sono spiazzata, e non so cosa dire, avevo dato per scontato che avrebbero, forse, convissuto come stavano facendo già da un bel periodo di tempo.


Io e mia figlia, siamo completamente diverse, spesso la nostra diversità, non ci permette di esprimere a pieno quel che vorremmo, o almeno, dovrei dire quel che vorrei.


Non so dire, ne dimostrare quel che provo, mi capiva di osservarla, quando è impegnata nel fare le tante cose che fa, è creativa, svelta, e ai miei occhi è bella, vorrei dirle tante cose ma non riesco.





Nei mesi successivi, l'ho vista, preparare le tante cose, che ha fatto con le sue mani, in previsione di questo evento, le partecipazioni, i segna posto, è bravissima, con le mani fa dei lavori, davvero particolari, e in questo assomiglia al suo papà, che sapeva fare di tutto.


Mi ritorna alla mente, lo scricciolo che era, quegli occhioni, mi sembra ieri, i capricci che faceva, le calze colorate rosse, rosa, da signorina,( le calze di ailon così le chiamava ), l'asilo, la scuola, la palla a volo, invece è passato qualche annetto.




La vedo con il suo bambino, voluto con tutta la sua determinazione, severa molto spesso, ma attiva come mamma.
Spesso, con Federico fa torte, o insieme fanno puzzle tridimensionali, poi ci sono i momenti di rigidità, in cui prende a pieno il ruolo di madre.




La vedo ridere con il suo compagno, si prendono spesso in giro.
Il giorno precedente al matrimonio, in seguito ad una mia collaborazione, ho ricevuto un messaggio,
"Grazie mamma, per tutto quello che fai ", è stato per me come vincere alla lotteria.



Ho sempre paura di non essere all'altezza, di far sfigurare i miei figli, e avere un riconoscimento così, per me è qualcosa di speciale.
Sono andata a farmi restaurare un po' da un'estetista che mi ha fatto sopratutto le mani, ultimamente le mie sono abbastanza trascurate.



Mio figlio Giovanni, è sempre stato un monello, una simpatica canaglia, nel vero senso della parola, ma era emozionato anche lui, all'idea di dover accompagnare sua sorella.



La prima difficoltà è stata proprio per lui, che doveva fare il nodo alla cravatta, essendo rimasto senza papà troppo presto, nessuno gli aveva mai fatto vedere, io non sapevo da che parte iniziare, in quest'occasione è stato Riccardo, ad insegnargli come fare.



Siamo andati a casa della sposa e c'erano tutte le sue amiche con i rispettivi compagni, le foto in gran quantità e il sorriso di mia figlia, un sorriso sicuro.




-"L'ultimo bottone del vestito lo deve allacciare la mamma!", dice la signorina fotografo. Si deve rispettare la tradizione ...



Tocca a Federico, gli deve allacciare la scarpa, una sensazione di felicità , di tenerezza e di continuità, mi ha assalita, in questa giornata, avevo davanti ai miei occhi, tutti insieme i miei affetti.





L'abito della sposa, il trucco, sono sicuramente le scelte che mia figlia ha ricercato, ma è il bouquet che è davvero particolare, la scelta della tonalità verde, ha fatto si che il bouquet sia fatto di tanti tipi di verdure: rosmarino, asparagi, puntarelle, erba salvia.


Federico dopo aver fatto le foto, uscendo sulla terrazza, dice:
-"Zio, ma la mamma nel bouquet ha anche la mariuana?"
Ne è sorta una risata generale, Chicco è un misto di ingenuità, condita con un po' di crescita maliziosa.




Dobbiamo avviarci lo sposo attende.....




Ho visto mia figlia, con un sorriso bellissimo, veramente felice, ho visto il mio Giovanni emozionato mentre l'accompagnava.



Il mio pensiero è andato a chi non c'è più, al papà dei miei figli, a quante cose si è perso.



Sono uscita un attimo dalla sala non potevo piangere, anche perchè dopo tanti secoli, mi avevano truccato e avrei potuto fare un disastro.

La festa ha avuto inizio, con al mio fianco Riccardo e mio figlio, che ha capito quanto fossi in difficoltà.
Conoscevo poche persone, tra gli invitati, come spesso mi capita avevo paura, paura di fare qualche gaffes, o di non sapermi comportare al meglio.
Mio figlio, ha una dote innata.... la simpatia, riesce a darmi carica,
 abbiamo fatto diverse battute ridendo e scherzando,



 mi ha anche dato diversi baci e si è complimentato, quando mi sono congedata.



Mia figlia e suo marito si muovevano tra i tavoli degli invitati con il sorriso stampato sulla bocca, Chicco ogni tanto si avvicinava allo zio ridendo di gusto.



Guardando i miei figli, ho pensato che tutto ha un senso, anche le difficoltà.
Può darsi che nella vita, non abbia fatto nulla di speciale, ma ho due bei figli, un nipotino adorabile, un compagno, brontolone, e un genero che vuole molto bene a mia figlia.




Li ho visti abbracciarsi e guardarsi, prendersi per mano, e sorridere, ma tanti, tanti, tantissimi sorrisi.





Poi mentre ballavano li guardavo attraverso un vetro, il mio pensiero, va, si alza, rimbalza e torna sempre a quel punto.



Vorrei dire tante cose, ma non so da che parte cominciare,
Auguri !Auguri !Auguri, che la serenità di oggi non vi abbandoni mai.






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venerdì 23 maggio 2014

Christina Olson e i quadri di Andrew Wyeth

Andrew Wyeth, pittore nato nel 1917 in Pennsylvania, è stato definito l'erede del realismo di Hopper, ritenuto uno dei più grandi pittori degli Stati Uniti del secondo novecento, Wyeth divise la sua vita tra i prati della Pennsylvania e quelli con vista sull'Oceano Atlantico del Maine
Nei lavori di Wyeth, gli oggetti , diventando ritratti di amici, famigliari, attraverso interni domestici, paesaggi,vasi e architetture, nature morte, Wyeth da agli oggetti un significato, come se raccontassero le storie delle persone che sono dentro il quadro, trasmettendo emozioni, per noi che siamo fuori che ammiriamo.
Le sue opere hanno come soggetti favoriti il paesaggio e la gente della sua terra natale.
Le scene rurali, la quieta solitudine del paesaggio, la concentrazione sui particolari, come il tessuto sottile di una tenda che ondeggia attraverso l'aria che entra  dal vetro scostato insieme alla luce, le foglie intrappolate nel ghiaccio o la prospettiva scelta per raccontare una foresta di sempreverdi – il loro riflesso capovolto nel lago, le figure umane diventano  strumenti di un messaggio, trasformano la realtà,  e trasmettendo delle emozioni che appartengono all'interpretazione, che varia in ognuno di noi, ognuno di noi nelle sue opere vede, nostalgia, o solitudine, pace , forza e anche sofferenza.


Nel 1963 ricevette la Medaglia presidenziale della libertà dal Presidente Kennedy, primo pittore a ricevere questo prestigioso riconoscimento e onoreficienza.
Viveva Chadds Ford Township in Pennsylvania, e d'estate si trasferiva nel Maine.
Christina Olson, era la vicina di casa di Andrew e Betsy Wyeth, a Cushing nel Maine. Abitava con il fratello Alvaro in una modesta fattoria: soffriva di una disabilità motoria, ma per tutta la vita rifiutò l’uso della sedia a rotelle. Quando la paralisi delle gambe fu totale, Christina iniziò a trascinarsi per la casa, portandosi dietro il peso del corpo.
Christina Olson, nata nel 1893, fin da piccola aveva problemi di deambulazione, cadeva molto spesso, tanto che la madre le aveva cucito delle ginocchiere da indossare. Già all'età di 26 anni non riusciva a mantenersi eretta e faticava sempre più a camminare.
L'unico viaggio che fece nella sua vita, fu quello che la condusse al City Hospital di Boston dove la diagnosi fu terribile: poliomielite.
Rimase colpito dalla storia di questa donna e della sua fattoria.
Christina raccontava a Wyeth del suo viaggio, di come prese il treno, delle persone che aveva incontrato. 
Delle speranze che aveva mentre si avviava all'ospedale, confidando che i medici, dopo averla visitata, potessero darle la possibilità di camminare e correre nella brughiera, piena di vento che dalla sua fattoria andava verso l'oceano.
Raccontava con tanta precisione fin nei minimi particolari, era piena di speranza ma consapevole che non avrebbe mai potuto essere come tutti gli altri.
Ma la diagnosi era tremenda, non sarebbe guarita era troppo grave la sua malattia, poliomielite spinale, nel tempo sarebbe solamente peggiorata.
Nel viaggio di ritorno però aveva preso una decisione, non sarebbe mai salita sulla sedia a rotelle, non voleva sentire il distacco dalla sua terra e avrebbe strisciato come gli insetti e con la fantasia si sarebbe spostata nel mondo, il suo mondo di erba alta quando tutto è illuminato dalla luce che viene spostata dal vento.
Per stare vicino a Cristina il fratello aveva lasciato il lavoro di pescatore, per dedicarsi all'agricoltura, la loro fattoria ormai trascurata, Alvaro dava l'impressione di essere una grande quercia dove ci si ripara in giornate di sole cocente.Ascoltava Christina che gli leggeva libri sul mare, ognuno di loro sognava per evadere dalla realtà.

Cristina amava leggere, con la poesia si esercitava a parlare con il mondo.
Rimaneva estasiata guardando il mare, diceva che riusciva a toccare l'orizzonte essendo sdraiata, guardava il mondo da un'altra altezza.
In momenti un po' più cupi ripeteva la parola "malinconia, raccontava che in quella sua solitudine, la bellezza di trovarsi all'aperto sul prato quando la luce si posa sull'erba e il vento trasporta il profumo di mare, di erba, di menta, mentre raccontava tutto questo come se parlasse a se stessa e non al pittore, con lo sguardo che andava lontano, perdendosi nell'infinito, il suo sguardo era tutto rivolto al mare lei che seduta davanti alla sua porta , sognava di essere un gabbiano, oppure immaginando di camminare nel suo modo strano, trascinandosi a forza di braccia, su quella spiaggia illuminata dalla luna.
Il quadro più famoso di Wyeth, ritrae Christina che dopo aver raccolto degli ortaggi nell'orto, si trascina nell'erba, in una leggera salita fino a casa, lasciando la sua scia, sembrava felice mentre lo faceva ,col sorriso sulla labbra rivolto a se stessa e a nessun altro.


Persona di grande cultura, leggeva molto amante del poeta Robert Frost, aveva con Wyeth un rapporto di amicizia che continuava anche quando erano distanti attraverso delle bellissime lettere, dove raccontava infiniti particolari al cambio delle stagioni, un esempio su tutti: quando d'inverno apriva le finestre al piano terreno e il vento faceva sbattere le tende trasparenti, come una bandiera, portando dentro casa la neve che era nell'aria.
Il pittore continuava ad immaginare la vecchia e malandata fattoria, e Christina, che alla fine aveva dovuto accettare l'uso di una sedia perchè le sue braccia non le consentivano più di trascinarsi a terra, ecco perchè in uno degli ultimi ritratti bastava la luce che proveniva da una finestra , il viso andava bene come era, la sua pelle, sembrava alabastro, le braccia ossute e i lunghi capelli
che il vento muoveva in un leggero disordine



Alvaro morì in autunno, un parente per non lasciarla sola la prese con se prima di uscire dalla casa Christina sembrava portare con se tutte le immagini che avrebbe portato con se, i suoi amati gerani.

Christina morì il gennaio successivo, la cerimonia venne fatta nella veranda della sua casa, aveva nevicato, tutto era di un candore irreale e da una finestra aperta dal vento volava una tenda, questo è l'ultimo dipinto dedicato a Cristina Olson.


Altri quadri di Andrew Wyeth:













IL castello di Schönbrunn

L'intero complesso di  Schönbrunn formato dal castello, con tutti gli edifici annessi e il parco con i vari elementi architettonici, le fontane, le statue, nonchè il giardino zoologico, il più antico del mondo che si sia conservato, è ritenuto uno dei maggiori monumenti austriaci.


 E' stato dichiarato monumento nazionale e Patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1996. La storia di questo immobile risale al medioevo, sin dal 300 apparteneva al dominio di nobili feudali del convento di klosterneuburg, nei secoli seguenti passò da vari affittuari. Il borgomastro di Vienna Hermann Bayer, nel 1548 la fece ampliare trasformandola in una dimora signorile. Pochi anni dopo sia la tenuta che la residenza divennero proprietà degli Asburgo. Massimiliano II acquistò una stalla, un mulino, un edificio, un parco e un frutteto, veniva così posta la prima pietra per la residenza estiva di rappresentanza e del giardino zoologico, alla morte di Massimiliano, i suoi successori, hanno, stanziato i fondi per la manutenzione e usato la tenuta come riserva di caccia, Eleonora Gonzaga, alla morte del marito la scelse come residenza vedovile, amante dell'arte e della caccia, fece costruire un castelletto chiamandolo Schönbrunn , e Vi condusse un'animata vita di società.
Nel 1600 ha subito diverse incursioni da parte dei Turchi, l'imperatore verso la fine del secolo incaricò un architetto, che si era formato a Roma. Nella primavera del 1701 i lavori di una prima ala era terminati, ma in seguito alle guerre spagnole di successione si fermarono i lavori, con la morte improvvisa di Giuseppe primo si bloccarono definitivamente. Nel 1728 l'imperatore Carlo vi la donò alla figlia Maria Teresa.
Con Maria Teresa, ebbe il periodo di maggior splendore, Maria Teresa particolarmente interessata, incaricò l'architetto Nicolaus Pacassi che lo modificò completamente assunse l'aspetto quasi attuale l'imperatrice sovraintendeva ai lavori e insieme crearono le stupende sale rococò, ricche di dorature, stucchi, arazzi , specchi e lampadari dell'epoca .
Per l'approvvigionamento della corte, venivano contate circa 1000 persone per questo motivo vennero costruiti fabbricati destinati ad ospitare la servitù.
Alla morte dell'imperatore Francesco, Maria Teresa allestì in parecchie stanze dell'ala orientale, un memoriale del marito non badando alle spese, decorò anche le stanze del pianterreno con pitture paesaggistiche esotiche dette Bergl.


Affidò ad un architetto la trasformazione del parco, arricchendolo con costruzioni come la Gloriette, l'obelisco e la fontana di Nettuno, oltre ai viali, le fontane e le varie sculture.





Fin dai tempi di Maria Teresa, quando era ancora in vita, il parco le sale cerimoniali erano aperte al pubblico, sempre che la corte non fosse presente. Ora visitiamo le sale cerimoniali e il piano nobile del castello

Attraversando la grande sala dei pilastri del vestibolo si trova lo scalone azzurro che conduce agli appartamenti imperiali.

ALA OCCIDENTALE

Lo Scalone azzurro prende questo nome, dal colore della tinteggiatura delle pareti.








E' la Stanza del biliardo che apre il percorso, delle sale di udienza e delle camere private dell'imperatore
Il biliardo era un gioco molto apprezzato in quel tempo e risale al 1837


La Stanza di noce, era la sala delle udienze, qui Francesco Giuseppe, teneva le riunioni con i suoi ministri, capi di stato,funzionari di corte e capi di governo.
Il lunedì e il giovedì Francesco Giuseppe riceveva anche i sudditi che ne facevano richiesta, per questo motivo divenne un eccezionale fisionomista.




Lo Studio di Francesco Giuseppe, di stile sobrio e tradizionale contrasta con lo sfarzo della sala precedente. Instancabile lavoratore iniziava la giornata lavorativa alle cinque del mattino e ogni pratica vedeva l'imperatore impegnato fino alla pedanteria, tanto amasse la precisione.


studio dell'imperatore

Sulla porta sul retro dello studio si trovava la camera del servitore personale dell'imperatore, responsabile della sua salute personale gli serviva la colazione e pasti frugali nel suo studio




La camera da letto e camera mortuaria e di Francesco Giuseppe:
la camera rimase identica per cinquant'anni, la arricchiscono dei quadretti portati dai pellegrinaggi e donati all'imperatore dall'amica del cuore Katarina Schratt, gli arredi poco imperiali dimostrano la sobrietà e la parsimonia dell'imperatore che si definiva il primo funzionario del suo Stato.


Il Gabinetto occidentale della terrazza: conduce all'appartamento dell'imperatrice Elisabetta vi è un dipinto che ritrae le figlie minori di Maria Teresa d'Austria , Maria Antonietta futura regina di Francia e Maria Giuseppina.
Francesco Giuseppe, figlio di Maria Teresa d'Austria, era sposato con Elisabetta, detta Sissi, trascorsero la prima notte proprio a  Schönbrunn.



Elisabetta soggiornava frequentemente in questa reggia aveva un suo studio, "il Gabinetto della scala",



qui oltre a svolgere la corrispondenza , scriveva i suoi diari e componeva delle liriche, attraverso una scala a chiocciola che ora non esiste più, raggiungeva i suoi appartamenti al pian terreno, dai quali poteva uscire liberamente dal castello, non amava il rigido cerimoniale di corte, ma la libertà ..
Per conservare al meglio il suo fisico , l'imperatrice, che era ritenuta una delle più belle donne del mondo,
nella "Camera della toeletta" ,









le ricette speciali di bellezza, la ginnastica quotidiana, e le diete che contribuivano a mantenere la linea che veniva accentuata dagli abiti attillati. I suoi lunghi capelli che le arrivavano ai piedi avevano bisogno di cure accurate e la sua parrucchiera divenne la sua confidente e la sua controfigura, che la sostituiva in diverse occasioni.
Infatti Sissi non amava il contatto col pubblico. Dopo i 30 anni decise di non farsi più ritrarre e in pubblico aveva sempre il ventaglio davanti al viso. 


La Camera da letto comune di Elisabetta e Francesco Giuseppe, arredata con mobili in palissandro e rivestita di tessuti bianchi e blu, fu utilizzata solo nei primi anni di matrimonio, ben presto all'imperatore ne venne negato l'accesso.


 Nonostante Elisabetta opponesse rifiuti,e respingesse il proprio marito, Francesco Giuseppe, adorava la moglie che accontentava in ogni capriccio, le concesse addirittura di condurre una vita autonoma, di dedicarsi a lunghi viaggi mentre l'imperatore divenne sempre più solitario. Continuò ad adorare Elisabetta anche dopo la morte,   quando venne assassinata.
La stanza di Maria Antonietta prende il nome da un arazzo che ritraeva l'imperatrice di Francia Maria Antonietta con i suoi tre figli, nipoti di Maria Teresa d'Austria, nella sala durante il periodo in cui Elisabetta era imperatrice fungeva da Sala da pranzo della
famiglia e vi si trova la camera apparecchiata secondo il modello originario delle abitudini di mensa a corte, l'orologio è stato posto davanti allo specchio,ha la particolarità del quadrante con le lancette montate a rovescio, che sono montate sul nero così da consentire di vedere l'ora anche dallo specchio.






                                      
Nel salotto dell'imperatrice dominano il bianco e l'oro, le tappezzerie di seta e gli arredi in stile rococò importanti sono i dipinti che adornano il salone dove vengono ritratti i figli di Maria Teresa, l'Erede al trono con le sue sorelle.


Il Gabinetto della prima colazione:
Per intere generazioni gli asburgo amavano e invogliavano i loro figli nello svolgere attività artistiche e avessero una formazione artigiana, questa stanza è uno degli esempi i medaglioni floreali sono stati ricamati dalla mamma di Maria Teresa d'Austria.


 Abbiamo visitato 44 stanze, raccontarle tutte è veramente difficile Salone Giallo:con i ritratti di fanciulli della borghesia che contrastano con i ritratti dei figli dell'imperatrice.


La Stanza del balcone


La Stanza degli specchi : una magnifica decorazione bianco dorata e gli specchi di cristallo, le pareti e il soffittto sono adornati da rocaille dorate.


L'ALA CENTRALE

Le tre stanze di Rosa: Il pittore Joseph Rosa incaricato da Maria Teresa eseguì 15 paesaggi di grande formato montati in pannelli rurali, per ricordare la dinastia e le conquiste della famiglia asburgica, i paesaggi fluviali e le zone rurali con figure di contadini e di greggi di capre e pecore. Per tornare poi alle arti della famiglia, nella grande Stanza troviamo strumenti musicali incastonati veniva usata come sala di musica.in una di queste stanze Mozart si esibì a soli 6 anni.


Il castello edificato molto prima dell'avvento dell'energia elettrica aveva una sala delle lanterne, dove i servitori sostavano per illuminare la strada nell'oscurità, e in caso di necessità ai sovrani e ai cortigiani.


LA GRANDE GALLERIA:
Maria Teresa amava festeggiare, in modo particolare gli onomastici dei famigliari.
 Le cerimonie oltre ai balli, e ai ricevimenti in grande stile, spettacoli teatrali e di Danze dove si esibivano i suoi figli, nelle giornate diciamo normali invece fungeva da anticamera per i visitatori importanti ammessi ad udienza presso i reali.


In questa galleria lunga 43mt e larga quasi dieci, seguendo la tradizione continua a fungere da cornice ad importanti manifestazioni ricevimenti e concerti.


Nel 1961 in questa galleria si incontrarono J.F. Kennedy e Nikita Kruscev. 


Non sono capace di descrivere la magnificenza di questa opera d'arte, la guida dice che è uno dei più grandiosi saloni rococò nell'architettura delle regge europee.


Mentre nella PICCOLA GALLERIA, le feste erano destinate solamente alle cerchie famigliari,


si apre sul parco  verso la Gloriette, 


ai lati della piccola galleria troviamo alla destra
Il gabinetto cinese rotondo,


mentre alla sinistra il gabinetto cinese ovale, questi salottini voluti da Maria Teresa, inizialmente servivano per conferenze segrete, veniva chiamato tavolo dei cospiratori, dove nessun servitore si avvicinava o osava disturbare, poi vennero applicate delle cineserie, che manifestavano l'ammirazione dell'imperatrice verso l'oriente
La Stanza del Carosello


La sala delle Cerimonie 


si distingue per i dipinti monumentali dove vengono rappresentati eventi storico sociali, e famigliari, la maggior parte dei matrimoni, dei figli di Maria Teresa, erano combinati a scopi politici e di potere, per questo motivo il ciclo pittorico
 rappresenta il matrimonio



di uno dei suoi figli e nell'ultimo dipinto viene rappresentato anche Mozart che suonò per l'imperatrice proprio in questo castello.
 Un'altra tavola apparecchiata, ci attende, secondo il modello del 1852, era una tavola solenne per le cariche supreme di corte e per gli alti ufficiali in assenza dell'imperatore, viene chiamata la Stanza dei Cavalli 



prende il nome dai quadri esposti che rappresentano l'importanza di questi animali a quel tempo, animali eleganti allevati nelle scuderie di corte.

Nel Salone cinese azzurro, 


le tappezzerie delle pareti sono preziosi parati di carta di riso, risalenti al 1700, presentano motivi floreali su un fondo chiaro mentre i quadri di che si alternano su un campo ovale e uno rettangolare sono scene disegnate su uno sfondo azzurro dipinto con l'azzurrite i disegni in inchiostro nero e color bronzo parlano dei temi importanti per l'oriente, la produzione di seta, la coltivazione del riso e del tè,  la fabbricazione di porcellane pregiate .
L'ultimo imperatore Carlo l'11 novembre 1918 firmò la rinuncia degli affari di stato e fu proclamata la Repubblica proprio in questa stanza
La Stanza del Milione, è una stanza meravigliosa, 


è così chiamata per la particolarità dei pannelli murali, sono fatti di legno di rosa, di una qualità di rose esotiche , i pannelli di legno pregiato creano uno straordinario pregio estetico, e in aggiunta sono state incastonate miniature indo persiane
La stanza Vieux-Laque


Il salone degli arazzi,



Lo Studio dell'arciduchessa Sofia



Il salone Rosso

La Camera di Napoleone



La Camera ricca dove è esposto l'unico letto da parata, un letto sontuoso e costosissimo, non veniva usato nella vita comune, ma era oggetto di cerimoniali, ad esempio il battesimo di Giuseppe nel 1741, il letto da parata con gli arredi, la coperta, i pannelli murali, i tendaggi, il baldacchino sono conservati in un vetrina per garantirne la conservazione.


Nello studio di Francesco Carlo troviamo ancora una volta i ritratti di famiglia di Maria Teresa, rappresentata con undici dei suoi sedici figli, e altre persone molto vicine all'imperatrice.








Chiude il percorso la Stanza della caccia che ci riporta all'inizio a quando era una residenza per la caccia.gli  veniva  dato il nome schonbrunn perchè avevano trovato una fonte (Fonte Bella).


Nel castello è degna di nota la Cappella