il filo dei ricordi-racconti

lunedì 4 febbraio 2019

il falsario dei nazisti



  
                                               IL FALSARIO DEI NAZISTI

Molto spesso sono i critici, e i maestri  che determinano il successo e  il futuro di un pittore.

In Olanda, nella città di Deventer, il 10 ottobre 1889 , nasce  Han van Meegeren, che  fin da ragazzo si appassiona all'arte. Malgrado  gli studi, la  passione,  e le sue capacità tecniche però, veniva spesso criticato e considerato come un artista fallito, tanto  da essere giudicato  poco dotato. 




I  giudizi  negativi spinsero Han a studiare sempre di più, non abbandonò l'arte,  ma  imparò da Theo Van Wijngaarden, restauratore e falsario operante ad Amestardam, l’arte e la tecnica della falsificazione,  si appassionò alla pittura olandese del Seicento, si esercitò tanto, in particolare sulle opere di Vermeer,  studiando  la tecnica del grande pittore olandese, riuscendo a raggiungere un livello molto alto, entrando letteralmente, nello spirito,che Vermeer trasferiva sulle tele.


Vermeer


Fino a metà dell'ottocento,Vermeer non era un pittore conosciuto, si conoscevano dipinti di genere e un solo dipinto religioso, molti esperti e  studiosi, erano sempre  alla ricerca di opere del maestro olandese,


arte della Pittura Vermeer


 Han van Meegren, sfruttò questa ansia di successo dei critici, a proprio favore  divenne un falsario, forse per vendetta, spinto da un desiderio di rivalsa, per non essere  stato valorizzato dalla critica, ma non copiò mai le  opere di Vermeer già esistenti, creò dipinti nuovi, creò sei  falsi dipinti  a soggetto religioso, i risultati furono sorprendenti tanto che i falsi risultavano meglio degli originali.
Riuscì  ad ingannare, critici di successo, ed esperti d'arte compreso lo stesso De Vild. Aveva studiato in modo completo il trattato che  De Vild  aveva scritto su Vermeer, dove si spiegavano  le tecniche e i materiali che aveva utilizzato.


Veermer

Aveva sperimentato una tecnica, tutto ciò che utilizzava, i  pennelli, le tele, erano il frutto di una ricerca attenta, che riportava a 300 anni prima. 
Si procurava vecchie tele del seicento, di poco  valore artistico ed  economico, ne raschiava in modo attento i colori, tutto era curato nei minimi particolari, con attenzione mirata, una volta terminato il nuovo dipinto, riusciva a riprodurre sulla tela, ogni dettaglio  del tempo che passava , spesso inserendo della polvere per riprodurre le tipiche minuscole  crepe spontanee che si creano quando  il colore ad olio invecchia. Riuscì così a riprodurre in modo esatto gli stessi colori usati dal maestro olandese, anche  il rarissimo blu oltremare composto da olio di lillà e polvere dei preziosi lapislazzuli che Vermeer utilizzava anche quando era praticamente sul lastrico.

Vermeer


Con i suoi falsi si arricchì, e forse non sarebbe mai stato scoperto se, gli alleati  non avessero  scoperto nel deposito segreto di Unterstein nel Sud Tirolo,  circa 1800 opere  d’arte rapinate in giro per l’Europa dal maresciallo Hermann Göring, che  accumulava dipinti, un’avvoltoio sempre pronto ad approfittare delle disgrazie dei collezionisti ebrei e delle raccolte pubbliche dei paesi che aveva occupato con l'esercito tedesco.


Meegeren


Han van Meegeren  aveva venduto al capo delle SS, Heinrich Himmler, dipinti falsi per un valore di cinque milioni e mezzo di fiorini e un quadro raffigurante Cristo e l’adultera, al maresciallo Hermann Göring, il prezzo pagato  era di 1.650.000 fiorini, i tedeschi volevano a ogni costo acquistare quel capolavoro olandese.


Cristo e l'adultera  Meegren

La vendita assunse i toni di un affare di Stato. Il Terzo Reich pagò l’acquisto del Vermeer, restituendo all'Olanda  200 tele antiche, che erano state rubate dai nazisti,  durante le loro invasioni  il cui valore globale superava  il prezzo richiesto per il quadro di Vermeer.
Lo Stato olandese, dopo aver recuperato le duecento tele d’autore, pagò in moneta corrente, un banchiere bavarese in rapporti con Göring, e attraverso un intermediario di fiducia  venne versato a Van Meegeren più della metà del ricavato.
Dopo la guerra, alla fine del maggio del 1945, alcuni inquirenti chiesero  chiarimenti sulla vendita del “Cristo e l’adultera” ma ottennero solo il silenzio, venne arrestato  con l’accusa di spionaggio e collaborazionismo con la Germania nazista.
Meegren, era un truffatore, un alcolizzato,  dipendente dalla morfina, ma non aveva mai venduto un tesoro nazionale ai fascisti.
Per riuscire ad evitare l'ergastolo ammette  di essere un falsario. 



 A patto di poter lavorare nel suo studio, e  che la polizia gli fornisse il materiale necessario, morfina compresa, di cui era dipendente, avrebbe ricreato  un nuovo Vermeer nello stile che si era imposto.
In casa sua, sotto la sorveglianza permanente degli agenti, Van Meegeren cominciò il suo ultimo Veermer.  Un “Cristo tra i dottori”.

 Alla fine di settembre 1945 l'opera era terminata, lasciando a bocca aperta sia i giudici che gli esperti giunti per l’occasione.


donna che beve Meegren


La  condanna, fu di un  solo anno di reclusione.
Un 'altro suo falso la "Cena di Emmaus" ispirato ad un dipinto di Caravaggio,  venne acquistato per una cifra imponente dal museo Boymansdi Rotterdam


cena di emmanus Meegren

un altro critico famoso Abraham Bredius, preso letteralmente in giro da Meegren.



Questa vicenda  testimonia quanto possa essere decisivo nel futuro di un artista, il ruolo della critica nel mondo dell'arte. Spesso i critici di successo    trasformano opere belle e  riconosciutein un nulla,  come se fossero  spazzatura.
Meegren divenne  l’uomo più famoso d’Olanda, proprio  mentre la regina d'Olanda  stava preparando la grazia per lui, morì in  carcere, la sua salute  era già  stata compromessa  da un abuso di alcol e droghe. 
Il dubbio che rimane ancora oggi e che lascia i critici col fiato sospeso, è che alcuni dei dipinti attribuiti a Vermeer siano in realtà dei suoi perfetti falsi.