IL FALSARIO DEI NAZISTI
Molto spesso sono i critici, e i maestri che determinano il successo e il futuro di un pittore.
In Olanda, nella città di Deventer, il 10 ottobre 1889 , nasce Han van Meegeren, che fin da ragazzo si appassiona all'arte. Malgrado gli studi, la passione, e le sue capacità tecniche però, veniva spesso criticato e considerato come un artista fallito, tanto da essere giudicato poco dotato.
I giudizi negativi spinsero Han a studiare sempre di più, non abbandonò l'arte, ma imparò da Theo Van Wijngaarden, restauratore e falsario operante ad Amestardam, l’arte e la tecnica della falsificazione, si appassionò alla pittura olandese del Seicento, si esercitò tanto, in particolare sulle opere di Vermeer, studiando la tecnica del grande pittore olandese, riuscendo a raggiungere un livello molto alto, entrando letteralmente, nello spirito,che Vermeer trasferiva sulle tele.
Vermeer
Fino a metà dell'ottocento,Vermeer non era un pittore conosciuto, si conoscevano dipinti di genere e un solo dipinto religioso, molti esperti e studiosi, erano sempre alla ricerca di opere del maestro olandese,
Riuscì ad ingannare, critici di successo, ed esperti d'arte compreso lo stesso De Vild. Aveva studiato in modo completo il trattato che De Vild aveva scritto su Vermeer, dove si spiegavano le tecniche e i materiali che aveva utilizzato.
Aveva sperimentato una tecnica, tutto ciò che utilizzava, i pennelli, le tele, erano il frutto di una ricerca attenta, che riportava a 300 anni prima.
Si procurava vecchie tele del seicento, di poco valore artistico ed economico, ne raschiava in modo attento i colori, tutto era curato nei minimi particolari, con attenzione mirata, una volta terminato il nuovo dipinto, riusciva a riprodurre sulla tela, ogni dettaglio del tempo che passava , spesso inserendo della polvere per riprodurre le tipiche minuscole crepe spontanee che si creano quando il colore ad olio invecchia. Riuscì così a riprodurre in modo esatto gli stessi colori usati dal maestro olandese, anche il rarissimo blu oltremare composto da olio di lillà e polvere dei preziosi lapislazzuli che Vermeer utilizzava anche quando era praticamente sul lastrico.
Con i suoi falsi si arricchì, e forse non sarebbe mai stato scoperto se, gli alleati non avessero scoperto nel deposito segreto di Unterstein nel Sud Tirolo, circa 1800 opere d’arte rapinate in giro per l’Europa dal maresciallo Hermann Göring, che accumulava dipinti, un’avvoltoio sempre pronto ad approfittare delle disgrazie dei collezionisti ebrei e delle raccolte pubbliche dei paesi che aveva occupato con l'esercito tedesco.
Han van Meegeren aveva venduto al capo delle SS, Heinrich Himmler, dipinti falsi per un valore di cinque milioni e mezzo di fiorini e un quadro raffigurante Cristo e l’adultera, al maresciallo Hermann Göring, il prezzo pagato era di 1.650.000 fiorini, i tedeschi volevano a ogni costo acquistare quel capolavoro olandese.
La vendita assunse i toni di un affare di Stato. Il Terzo Reich pagò l’acquisto del Vermeer, restituendo all'Olanda 200 tele antiche, che erano state rubate dai nazisti, durante le loro invasioni il cui valore globale superava il prezzo richiesto per il quadro di Vermeer.
Lo Stato olandese, dopo aver recuperato le duecento tele d’autore, pagò in moneta corrente, un banchiere bavarese in rapporti con Göring, e attraverso un intermediario di fiducia venne versato a Van Meegeren più della metà del ricavato.
Dopo la guerra, alla fine del maggio del 1945, alcuni inquirenti chiesero chiarimenti sulla vendita del “Cristo e l’adultera” ma ottennero solo il silenzio, venne arrestato con l’accusa di spionaggio e collaborazionismo con la Germania nazista.
Meegren, era un truffatore, un alcolizzato, dipendente dalla morfina, ma non aveva mai venduto un tesoro nazionale ai fascisti.
Per riuscire ad evitare l'ergastolo ammette di essere un falsario.
In casa sua, sotto la sorveglianza permanente degli agenti, Van Meegeren cominciò il suo ultimo Veermer. Un “Cristo tra i dottori”.
Alla fine di settembre 1945 l'opera era terminata, lasciando a bocca aperta sia i giudici che gli esperti giunti per l’occasione.
La condanna, fu di un solo anno di reclusione.
Un 'altro suo falso la "Cena di Emmaus" ispirato ad un dipinto di Caravaggio, venne acquistato per una cifra imponente dal museo Boymansdi Rotterdamun altro critico famoso Abraham Bredius, preso letteralmente in giro da Meegren.
Questa vicenda testimonia quanto possa essere decisivo nel futuro di un artista, il ruolo della critica nel mondo dell'arte. Spesso i critici di successo trasformano opere belle e riconosciutein un nulla, come se fossero spazzatura.
Meegren divenne l’uomo più famoso d’Olanda, proprio mentre la regina d'Olanda stava preparando la grazia per lui, morì in carcere, la sua salute era già stata compromessa da un abuso di alcol e droghe.
Il dubbio che rimane ancora oggi e che lascia i critici col fiato sospeso, è che alcuni dei dipinti attribuiti a Vermeer siano in realtà dei suoi perfetti falsi.
Sinceramente non conoscevo Meegeren, Enrica hai raccontato la vita di questo artista veramente bene...mi appassionano sempre i tuoi racconti...continua sempre così...sei proprio brava...ciao... Maurizio G.
RispondiEliminaBrava Enrica, molto interessante e ben costruito
RispondiEliminaWolfram Aschenbach
RispondiEliminaGentile signora/Enrica,ho letto or ora il suo bellissimo reportage "Il falsario dei nazisti" veramente straordinario e stupefacente.Conoscevo qualcosa di questa vicenda,ma non i dettagli che Lei ha cosi' ben ricostruito.Dobbiamo dedurre che forse molti dei Vermeer conservati gelosamente nei musei sono dei falsi? Non ne sarei sorpreso. I nazisti hanno falsificato magnificamente dollari e sterline e qui hanno ricevuto pan per focaccia..Una storia avvincente che un bravo giallista,potrebbero trasformare in un thriller di successo! Grazie !
Un'altra grande lezione d'Arte, grazie Enrica, sei inesauribile e io riesco ad apprendere anche cose che apparentemente non mi appartengono ma che in realtà sono di tutti. Un caro saluto.
RispondiEliminaSe posso dire il mio parere, a parte la tua bravura oramai unanimenente riconosciuta, l'unica cosa che cambierei è il titolo.
RispondiEliminaVan Meegerén, non fu il falsario dei nazisti, ma il falsario che truffò i nazisti. Scusa se mi sono permesso.