Oggi nel 2020, in un clima di incertezze future, di ogni tipo, lavorativo, economico, di buona salute, di civiltà, anche se sembra impossibile, che mentre si gira per le strade delle nostre città, si possano vedere persone, essere umani come noi, seduti agli angoli delle vie, che chiedono la carità....
Sotto i porticati, si vedono coperte sporche e cartoni che fungono da materassi, per persone che dormono all'addiaccio, si stima che in Italia ci siano 5 milioni di persone che vivono in condizione di povertà assoluta, mentre i poveri aumentano, i miliardari sono sempre più ricchi, e da indagini sulla rete in Italia sono 342.....
La giustizia sociale, il tema di cui i nostri rappresentanti si riempiono la bocca è sempre attuale, oggi come nel corso dei secoli, la povertà è sempre stata una costante, oggi con internet, attraverso gli smartphone, i giornali, viene quotidianamente presentata, mentre nei secoli scorsi attraverso la pittura è stata rappresentata da diversi artisti.
La storia ci racconta di pellegrini, e vagabondi, di zingari, di prostitute, o cortigiane, e poi di banditi.
E' nel 1600, che i poveri vengono più rappresentati nella pittura, la pittura di genere, quotidiana, quella che ci racconta il modo di vivere di quei tempi.
Si deve però fare una distinzione tra poveri e miserabili, tra i poveri di città e i poveri delle aree rurali.
Il povero in condizioni normali, era una persona che lavorava viveva grazie al frutto del proprio lavoro, aveva una casa dove tornare, ma non aveva scorte, bastava una disgrazia, una calamità esterna, per cadere al di sotto del livello minimo e in un attimo si ritrovava ad essere un miserabile, senza casa, senza lavoro, costretti a vivere di espedienti.
Gli uomini rubavano, le donne si prostituivano, vendevano se stesse, le tariffe erano chiamate lumi, perché secondo la prestazioni utilizzavano delle candele che misuravano il tempo, vendevano i capelli, i denti, mentre le più furbe o fortunate diventavano cortigiane.
La povertà veniva così rappresentata:
Bartolomé Esteban Murillo, nato a Siviglia, 1º gennaio 1618 morì a Cadice, 3 aprile 1682), un esponente importante del barocco spagnolo famoso per la realizzazione di soggetti religiosi ma conosciuto anche per i suoi dipinti riguardanti fanciulle e ragazzi: dal candore delle Ragazze con i fiori
Giacomo Ceruti detto il pitocchetto, Milano, 13 ottobre 1698 – Milano, 28 agosto 1767 un pittore in controtendenza, molti artisti di quel tempo preferivano le committenze aristocratiche, le cui opere erano proprio la narrazione dei riti e dei preziosi orpelli del mondo aristocratico.
Il Ceruti s’interessa invece al mondo degli umili,
dei contadini,
dei ragazzi di strada,
alle lavandaie,
dai mendicanti agli straccioni,
ai mestieri per lo più umili
ecco perchè il soprannome di Pitocchetto, in dialetto lombardo, gli umili venivano definiti i “pitocchi”, li rappresentava a grandezza reale in tele di grande formato, cogliendo in ogni personaggio l' individualità, una verità umana, una storia personale non svuotata ma ricca di dignità .
Jacques Callot:
nato a Nancy nel 1592 e morto nello stesso luogo nel 1635, è un disegnatore e scrittore francese, conosciuto per una serie di diciotto incisioni intitolata “Le grandi miserie della guerra”,
è considerato un maestro della incisione.
Disegnò e incise vagabondi laceri e figure di nani,
gobbi,
e mendicanti
Gian Battista Carlone: nacque a Genova nel 1603, dipinse la compagnia dei mendicanti, o dei baroni oltre ad altri temi religiosi,
Harmensz van Rijn Rembrandt:
considerato uno dei più grandi pittori della storia dell'arte europea e il più importante di quella olandese. Il suo periodo di attività coincide con quello che gli storici definiscono l'età dell'oro olandese, anche lui dipinse i mendicanti