DURER ALBRECHT
Ogni volta che vado a vedere una mostra, oltre al piacere degli occhi, imparo sempre qualcosa, e per me vuole dire molto, non sapevo infatti che....
Nella pittura medievale, i pittori erano considerati solamente gli esecutori, gli artigiani che dovevano servire Dio come tutti gli altri.
L'opera d'arte, non era il risultato del genio, della bravura del pittore, era vista solo un mezzo per aumentare la devozione a Dio.
Non essendo considerato come creatore dell'opera non la firmava, ecco perchè oggi abbiamo tante opere in cui l'artista è anonimo.
La parola artista, nel Medioevo non comprendeva i pittori, gli scultori o gli architetti, ma i dotti e gli intellettuali.
I pittori sono "artifices", coloro che producono oggetti concreti, Degli artigiani.
Nelle raffigurazioni astrologiche dei pianeti, essi compaiono tra i figli di Mercurio, divinità preposta alle persone industriose, al fianco di mercanti, orologiai, fabbricanti di strumenti musicali, osti, i sarti, i falegnami, i maniscalchi. gente che attraverso alla propria abilità produceva.
In questa mostra ho appreso che Durer, era un artista moderno, uno dei promotori della svolta della pittura Rinascimentale, e mette in evidenza i rapporti dell'artista tedesco con l'arte italiana, con le incisioni rinascimentali di Mantegna, che permisero a Durer di avvicinarsi al gusto dell’antico.
Nel percorso della mostra alle opere di Durer, vengono accostate le opere dei connazionali Cranach, Altdorfer, Baldung Grien, Burgkmair e Schongauer, testimoniando quanto il tardo Quattrocento fosse per gli artisti tedeschi un periodo di grande mobilità e confronto con i colleghi italiani come Bellini, Giorgione, Tiziano, da Vinci e Solario, presenti in mostra con opere importanti.
Con l'avvento del rinascimento, gli artisti incominciano a riconoscersi come creatori di opere uniche, irripetibili, ed ambiscono ad un ruolo nella società, dimostrando con orgoglio le proprie opere, che non rappresentano solo Dio, i santi, e le tele bibliche, ma anche se stessi, e gli oggetti che lo circondano, diventando soggetto e riflessione personale.
Nasce a Norimberga il 21 maggio 1471, da giovanissimo si rende conto di avere talento artistico, al termine degli studi scolastici, entra in bottega col padre, che era un orafo conosciuto e stimato, per continuare la tradizione artigianale della famiglia, ma è la pittura che lo coinvolge, decide di entrare a far parte, come tirocinante, dell’atelier di Michel Wolgemut, pittore ed illustratore di libri, a poca distanza da casa.
Attraverso l'insegnamento del padre, apprende, le tecniche di incisione sui metalli, che poi metterà a frutto negli anni, nei suoi lavori a bulino, e acquaforte, ma anche l'amore per le opere di artisti fiamminghi..
Durer, all'età di 13 anni esegue il suo primo autoritratto, usando la tecnica in punta d'argento, che non ammetteva correzioni, dimostra pertanto di avere una sicurezza notevole....
Eseguirà poi altri autoritratti, nel corso degli anni, rappresentava la sua evoluzione fisica, personale ed il ruolo che egli aveva nella società.
Albrecht Dürer, nelle sue opere viene influenzato dalla pittura fiamminga e da quella italiana, che subirono anch'esse il fascino della sua enorme e particolare produzione.
Riesce a superare la staticità della pittura gotica che in Germania predominava fino alla fine del '400. Inizialmente raggiunse la fama come incisore,
Albrecht Dürer è ben inserito anche nella vita di società a Norimberga, anche in livelli sociali assai elevati e culturalmente stimolanti, questo grazie al suo fascino, composto dalla bellezza arricchita, da spirito e simpatia. Si sposa a ventitré anni, il 14 luglio 1494, con Agnes Frey, figlia di un orafo, in questi anni ha la protezione del suo primo influente mecenate, Federico di Sassonia, detto il Saggio, grande elettore di Wittenberg, che gli commissiona numerose opere e ne determina sicuramente una velocissima carriera
adamo ed Eva la mamma di Durer
Nel 1495, compie il primo viaggio in Italia, per vedere le opere di Giotto, Raffaello, Leonardo.
Durante il viaggio soggiorna brevemente sul Garda e nel Trentino, dando vita ad una bellissima serie di acquarelli dedicati ai castelli alpini e fra questi lo splendido "Fenediger Klausen", la chiusa veneziana, cioè il castello di Arco.
Nel secondo viaggio che compie nel 1505, il suo stile ha una notevole maturazione, la figura viene rappresentata ricercando una perfetta armonia tra il ritratto e l'ambiente che lo circonda, non si sa seincontra anche Leonardo da Vinci con il quale aveva in comune la rappresentazione dell'uomo, come parte integrante della natura
In questa mostra, vengono messe a confronto le opere di due grandi artisti, Albrecht Durer e Leonardo da Vinci, due uomini, che lasciavano alle loro spalle il medioevo per rappresentare il rinascimento, vissuti a cavallo tra il 400 e il 500, in due zone completamente diverse, sia sotto il profilo culturale dell'Europa.
Agli inizi del '400 a Firenze nasce l'umanesimo, che si diffonde ovunque anche se con diverse interpretazioni. In Italia il recupero dei Classici greci, che ricerca la perfezione culturale, rispettando precise regole matematiche; con la ragione che prevale sul sentimento.
A nord delle Alpi invece il Gotico apre ai sentimenti, agli spazi non finiti, l'animo e le sue passioni dominano sulla ragione.
Leonardo era soprattutto scienziato, che si impegnava nella ricerca della conoscenza, il suo metodo di studio, era quello di annotare con metodicità tutte le sue osservazioni, l'uomo e la sua anatomia, gli animali, le piante, il tessuto, la natura in toto con i suoi fenomeni, il movimento, le macchine.
La pittura è il mezzo per rendere più visivo e riassumere le sue ricerche, ma anche rappresentare la conoscenza, che porta alla bellezza che troviamo nei suoi quadri.
Nella persona di Albrecht Dürer si mescolano molte sfaccettature che danno all’artista quel fascino continuamente in bilico tra genio e follia.
Durante il suo soggiorno a Venezia,
Dürer era appassionato di matematica e, come Leonardo da Vinci, era ossessionato dallo studio della quadratura del cerchio, in stretta relazione con il noto numero dalle valenze simboliche.
Una delle opere di Dürer che più rappresenta con i suoi studi ermetici ed occultistici è sicuramente la Melancolia.Trasforma in divinità il suo pensiero esoterico, e dimostra quanto sia stato influenzato dall’occultismo, rendendo questo quadro una vera opera d’arte.
Oltre che grande artista, Dürer fu anche imprenditore di se stesso. Quando si rese conto che le sue stampe incontravano il gusto del pubblico e che potevano essere riprodotte, inizio a lavorare in modo autonomo, scegliendo soggetti che potessero piacere ad un pubblico selezionato, in modo da produrre in serie opere d’arte, che diventarono pregiati complenti di arredo nelle case dei ricchi borghesi. Studiava il mercato anticipandone le richieste, ma sopratutto richiedendo all’imperatore un atto apposito che tutelasse la sua firma.
Per tutta la vita egli vivrà diviso fra il piacere di creare opere grandi dal punto di vista artistico, e la realizzazione di lavori commercialmente validi per mantenere agiatamente la famiglia.
Nel 1509, acquista una casa e si afferma come artista agiato e benestante, oltre che come uomo di notevole cultura.
Il 15 luglio 1520 parte per i Paesi Bassi, con destinazione prima Anversa, visitando Olanda e Fiandre.
In questo viaggio rafforza la sua fama e acquisisce un prestigio che dalla Germania raggiunge tutta l'Europa
Dopo il viaggio nei Paesi Bassi, Durer si ammala, e non riuscendo a riprendersi totalmente, muore improvvisamente il 6 aprile 1528, lasciando alcuni trattati incompiuti.