Sorge
spontanea la domanda... Come mai Torino è la sede del secondo Museo
Egizio al mondo?
In
che modo abbiamo raggiunto questa eccellenza?
Mi
correggo, non è il secondo Museo egizio al mondo, è la seconda
collezione più importante del mondo dopo quella del Cairo.
Tutto
è cominciato con una tavola d'altare di bronzo in stile egittizzante
acquistata da Carlo Emanuele I di Savoia nel 1630.
La
tavola venne poi chiamata Mensa Isiaca, ma non si conosceva il
significato dei suoi geroglifici.
Il filo conduttore che dall'Egitto
giunge fino ai nostri giorni si è dipanato nel corso dei secoli.
Vittorio
Amedeo II di Savoia, nel 1712 ordinò la costruzione della nuova
sede del palazzo della Regia università, in contrada di via Po,
rinnovò l'ordinamento universitario, avendo come obbiettivo
primario, la preparazione ad alto livello, di un futuro corpo di
diplomatici, che rappresentassero e consolidassero il potere dello
stato e della famiglia Savoia, e sempre per dare lustro allo Stato e
alla famiglia venne altresì fondato nel 1724, all'interno dello
stesso palazzo, il Museo della Regia Università, Vittorio Amedeo
donò una prima collezione di antichità provenienti da tutto il
Piemonte.
Un'altro
discendente della famiglia Savoia, Carlo Emanuele III, nel 1757,
per arricchire il museo, incarica il professore di botanica,
Vitaliano Donati, di acquistare in Egitto oggetti antichi, mummie e
manoscritti che potessero aiutare a decifrare il significato della
Mensa Isiaca che dal 1755 si trovava già al museo.
Nel
1759 giungono a Torino e vengono esposti i tanti oggetti raccolti
tra cui tre grandi statue.
Ma
fu Carlo Felice di Savoia che fondò il museo delle antichità
egizie....acquistando
una notevole collezione da Bernardino Drovetti.
Bernardino
Drovetti piemontese di origine, subì il fascino della politica di
Napoleone e ne divenne un uomo di fiducia, tanto che nel 1803 venne
mandato ad Alessandria d'Egitto come diplomatico per lo stato
francese.
Riuscì
a tessere rapporti, politici, diplomatici e personali di vera
amicizia con il Vicerè d'Egitto.
La
sua posizione privilegiata è anche un punto di riferimento per i
viaggiatori che dall'Europa vogliono visitare l'Egitto e l'Oriente.
Esonerato
dai suoi impegni diplomatici con la caduta di Napoleone, dedica più
di 10 anni alla ricerca e alla raccolta di reperti.
La
sua fama lo ha preceduto alla corte dei Savoia, essendo piemontese di
origine, al proprio Re non poteva dire di no. Dopo lunghe trattative
viene raggiunto un accordo il 23 gennaio 1824, dove Re Carlo Felice
firma un contratto e paga la collezione ben 400.000 lire.
La
Collezione conteneva 5268 oggetti, statue, papiri, mummie bronzi
amuleti, vari capolavori dell'età imperiale statue di RamesseII, ma
anche statue reali della XIII dinastia.
Nello
stesso periodo, arriva a Torino Jean Francois Champollion, che ha
scoperto studiando la Pietra di Rosetta la chiave di lettura dei
geroglifici.
Con
l'aiuto dell'Accademia di scienze di Torino e la grande collezione di
reperti, si iniziò a catalogare, gli oggetti e a decifrarne il
significato...
La
prima tavoletta, la famosa Mensa Isiaca che ha dato le basi al museo,
si era rivelata un falso, Champollion disse che i geroglifici non
avevano alcun significato, era probabilmente stata realizzata da
artigiani che sapevano utilizzare più metalli, oro,argento,
rame,testimoniando un livello alto di preparazione metallurgica, era
stata concepita e dedicata al culto di Iside, probabilmente nei
dintorni di Roma.
Con
la collezione Drovetti, il Museo delle antichità Egizie di Torino inizialmente
comprendeva tre settori: statuari, papiri e oggetti di uso
quotidiano.
Ora
dopo il recente restauro ci sono cinque piani da visitare. Ho fatto
una visita guidata, con me avevo il mio nipotino ed un'altro suo
coetaneo, era uno spettacolo vedere l'interesse di questi ragazzini
per le mummie,
per i sarcofagi.
Sono
altresì convinta che, per approfondire al meglio, meriterebbe una
visita guidata solamente la sala dei sarcofagi, e dei loro contenuti
come corredo funerario....
Sono
esposti circa 3300 oggetti ma tanti altri sono nei magazzini
sottoposti a restauro o a studi approfonditi,
Molto
belli sono gli affreschi della tomba della famiglia Iti e Nefereu,
che vollero dipinte nella loro cappella funeraria tutto il bello che
i loro occhi avevano visto nella vita quotidiana terrena,
La
tomba di Kha , come la tomba di Iti, rinvenuta da Schiapparelli, nel
1917, è stata trovata perfettamente integra, e conteneva 3
sarcofagi, Kha era uno stimato professionista, un architetto, ma non
viveva alla corte del faraone, gli abiti di kha, tuniche in lino, ne
sono esposte due una pesante per l'inverno e una leggera per
l'estate la tomba conteneva una quantità incredibile di oggetti,
pettini, rasoi, gli attrezzi da lavoro...
kha aveva una moglie
bellissima, Merit, il beautycase di Merit che conteneva ,oli, e
unguenti trucco e profumi, una parrucca di capelli veri,
perfettamente conservata che usava nelle occasioni importanti.
La
Papiroteca, in questa sede sono esposti i papiri, sembrano talmente
fragili, poi i reperti della cappella di Maya, la ballerina dipinta
sul coccio "Ostracon della danzatrice"
sono
capolavori che ci raccontano secoli di vita passata.
Il
tempio di Ellesjia,
per salvare il tempio che minacciava di essere sommerso dalla diga di
Assuan il governo italiano e alcuni privati investirono e
finanziarono una costosa opera di salvataggio, nel 1970 in grave
stato di deterioramento venne
donato dalla Repubblica Araba d'Egitto al museo di Torino, che
negli anni 90 inizio il restauro, la galleria dei Re ci invita
all'uscita, dopo aver ammirato l'imponenza di queste statue.
Stanchi
ma felici usciamo da questo nuovo gioiello che merita di essere
visitato