Milano dicembre 2019, Gallerie d'Italia, sono qui emozionata davanti a delle opere meravigliose....
La mostra Canova e Thorvaldsen, è stata allestita e realizzata grazie alla collaborazione con il Museo Thorvaldsen di Copenaghen, con il Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, grazie ai prestiti concessi dai tanti musei del mondo e dalle concessioni di collezionisti privati, italiani e stranieri per consentire alle Gallerie d'Italia di Piazza della scala a Milano di organizzare una mostra molto molto bella, ben fatta, dove non c'è altro che bellezza.
Dal mondo sono giunte a Milano 160 opere che ci hanno permesso di confrontare, i due artisti, seguendoli nel loro percorso di vita sia personale ed artistica.
Canova giungeva a Roma da Venezia, viveva da 18 anni nella capitale, quando vi giunse il giovane Thorvaldsen, nel 1797, da Copenhagen.

Bertel Thorvaldsen
La città che ospita i due protagonisti, è Roma, ricca e grande, la città del mondo, dove molti artisti hanno avuto la possibilità di esprimersi, e in questo specifico caso, hanno avuto modo di confrontarsi.
A Roma in quel periodo si incontravano i maggiori protagonisti dell’arte neoclassica.
E proprio a Roma, che i due maestri aprirono le loro botteghe, veri e propri ateliers con molti collaboratori e allievi; fu proprio lì che Canova sviluppò le innovazioni tecniche che vennero poi utilizzate anche dal rivale; era una vera e propria gara fra loro, volevano arrivare alla perfezione ideale del mondo classico volevano superare gli antichi.
Scolpirono opere immortali, ammirate e desiderate, marmi, bozzetti, disegni, opere famosissime.
Ognuno di loro, dava la propria interpretazione su figure dell’antica mitologia, come le Grazie,
Venere,
Ebe.
Rappresentavano nell'immaginazione pubblica il ritorno dei grandi temi della vita e della morte, il percorso troppo breve della giovinezza, l’incanto della bellezza, le seduzioni e le delusioni dell’amore, rappresentazioni più gentili e sensuali quella del Canova, molto più caste e austere quelle di Thorvaldsen.
In questa mostra sono state radunate, le statue più belle dei due artisti, il marmo a confronto ci racconta la storia e l'evoluzione dei due artisti.
I due maestri, a quei tempi erano considerati, delle vere star internazionali, si fecero molti autoritratti, ma vennero ritratti da molti altri artisti del tempo, anche le loro botteghe divennero il soggetto di quadri, così come le loro sculture, che oggi sono le testimoni della loro fama;
Dai ritratti che loro eseguirono a sovrani, artisti, letterati, l’immagine di Napoleone I
che erano i più grandi collezionisti, delle loro opere, quindi prediletti da entrambi, le fortunatissime, statue di Venere, Cupido, Amore e Psiche, Ebe, Ganimede e il «pastore errante»,
oltre bassorilievi Rezzonico, dominati dalle figure di Omero e Socrate.
Antonio Canova, nasce l'1 novembre 1757 a Possagno, vicino Treviso, rimane orfano a soli quattro anni e verrà cresciuto dal nonno paterno Pasino Canova, tagliapietre e scultore locale di discreta fama.
Nel 1779 Antonio Canova si sposta a Roma per frequentare le lezioni di nudo dell'Accademia di Francia e del Museo Capitolino; qui studia la scultura antica ed entra in contatto con artisti ed intellettuali che credevano in un nuovo ritorno al classico.
La prima opera scultorea realizzata a Roma è il Teseo sul Minotauro, dove Teseo è raffigurato seduto sul Minotauro dopo la lotta, per rappresentare vittoria della ragione sull'irrazionale.
Tra il 1783 ed il 1810 Antonio Canova realizza molte sculture in marmo, sempre eleganti e classiche nelle forme, levigate al punto di avere un aspetto liscio e traslucido; da ricordare la Venere Italica, dalla bellezza perfetta idealizzata dell'artista, Amore e Psiche che oggi si trova a Parigi al Museo del Louvre, Ebe, Venere e Adone, le eleganti e sensuali Tre Grazie.
Quando i Francesi occuparono Roma, nel 1798, ritornò a Possagno dove si dedicò alla pittura: in due anni, dipinse molte delle tele e quasi tutte le tempere che oggi sono custodite nella sua Casa natale di Possagno.
A Roma realizza diversi monumenti funebri, quelli dei Papi Clemente XIII e Clemente XIV e la stele funebre del Volpedo, nel 1798 riceve la commissione per il Monumento funebre di Maria Cristina d'Austria a Vienna, mentre a Firenze realizza il Monumento funebre di Vittorio Alfieri.
Antonio Canova è tanto conosciuto, che viene incaricato da Napoleone Bonaparte di scolpirlo nella eroica nudità di Marte Pacificatore, che non venne però apprezzato, mentre Paolina Borghese venne raffigurata come Venere Vincitrice le parti scoperte vennero rivestite di cera rosata per dare un aspetto umano, anche se la composizione precisa, emana una freddezza tipicamente neoclassica.
Antonio Canova trascorre gli ultimi anni della sua vita nel suo paese natale lavorando al disegno di un cattedrale che in seguito diventerà la chiesa parrocchiale,
le spese del materiale per la costruzione furono messe a disposizione dallo stesso Canova, mentre la manovalanza era tutta di cittadini che volontariamente lavoravano alla costruzione, la chiesa verrà finita dieci anni dopo la sua morte avvenuta a Venezia, in casa di un amico, il 13 ottobre 1822.
Bertel Thorvaldsen nacque nel 1770 a Copenaghen da una famiglia di poveri artigiani. Abile nel disegno, a 11 anni entrò all'Accademia di Belle Arti per diventare scultore. Lasciata la Danimarca, si stabilì a Roma, dove divenne famoso e ci rimase per circa 40 anni.
Conosciuto in tutto il mondo ritornò in Danimarca, per assumere un ruolo importante, nella vita culturale dell'epoca, realizzò lavori su commissione per il Papa,
e per numerose famiglie reali europee.
Thorvaldsen morì nel 1844; la sua tomba
si trova nel cortile centrale del museo a lui dedicato nella sua città: Copenaghen.