il filo dei ricordi-racconti

lunedì 20 gennaio 2020

LA ROSA BIANCA
STORIA DI SOPHIE E HANS SCHOLL 
DUE FRATELLI CHE SI OPPOSERO A HITLER

La Rosa Bianca è stato un movimento di opposizione al nazismo,  fondato da dei ragazzi molto giovani.  In realtà la storia  ci viene raccontata dalla  Signora Inge  School sorella sopravvissuta alla guerra, dagli amici e testimoni che ci raccontano le loro ultime ore.
E stato scritto un libro molto bello,





pubblicato la prima volta nel 1959. e in seguito ne è stato fatto anche un film.
Molto spesso, quando si parla della seconda guerra mondiale, si dice il popolo tedesco, i tedeschi, sono stati i nostri nemici,  ma come sempre generalizzare non rende giustizia, perché contro le imposizioni del nazismo, malgrado le difficoltà, anche alcune frange della popolazione tedesca cercarono di porre fine all'invadente violenza del nazismo.
 Hans Scholl, fin da ragazzino, all'età di 15 anni, fa parte della Gioventù Hitleriana, se pur molto giovane  riteneva che le idee naziste fossero molto pericolose, decise così di uscirne e di entrare nel "Movimento Giovanile Tedesco", ritenuto illegale e ostile al regime, venne più volte arrestato.
In seguito studiò medicina  all'Università Ludwig Maximilian di Monaco. 


Nella primavera del 1941, viene arruolato nel servizio militare, impiegato come "ausiliario medico" tra le truppe della Wermacht, sul fronte russo, con lui c'è  l’amico Christoph, 


e lì, con i loro occhi, si rendono conto della ferocia usata ai danni degli ebrei e dei polacchi, che oltre alla morte, (sapevano che sarebbero stati uccisi), dovevano subire le spietate  punizioni.

Il terzo Reich seminava un futuro solo di odio e distruzione.
Rientrato in Germania, Hans continua a studiare alla facoltà di medicina, non trova  pace, il pensiero di studiare senza fare nulla, mentre il  regime nazista che sconvolge il suo paese.
Dal Web:
“Non è assurdo continuare a studiare, aspettando che un giorno la guerra finisca e che tutti i popoli ci additino dicendo che abbiamo sopportato un simile governo senza opporre resistenza?”.

Il ragazzo insieme all'amico  Christoph Probst e ad altri studenti di medicina, fonda  un movimento antinazista di ispirazione cattolica.
Anche Sophie, sua sorella, la più giovane del gruppo con i suoi appena 21 anni, vuole farne parte .


Sophie fa  la maestra, studia filosofia e medicina, ama la pittura, i libri, l’arte. Lo studio, il  confronto  con artisti e intellettuali,  i racconti del fratello e di Christoph,  la consapevolezza che è necessario provare a fermare il Reich. Ha già avuto il coraggio di scrivere “Libertà” sui cancelli dell’ateneo, ma col fratello decidono di fare di più


 


I ragazzi de " La Rosa Bianca", con una sola macchina di recupero per ciclostilare, stampano e distribuiscono volantini contro il regime,  li spediscono a intellettuali e professori, li lasciano in locali pubblici, li lanciano dai tram di notte.


“Ogni parola di Hitler è una bugia” scrivono, cercano di risvegliare gli animi, la coscienza e il rifiuto, chiedendo di fermare la macchina della guerra.





Nell' estate del 1942, Hans Scholl, sua sorella Sophie , Willi Graf , Kurt Huber , Christoph Probst e Alexander Schmorell,  insieme  scrissero , prepararono  e stamparono,  la sesta serie di volantini di resistenza politica antinazista del Terzo Reich.
I volantini venivano  distribuiti intorno all'Università Ludwig Maximilian di Monaco, dove studiavano alcuni  membri del gruppo, e all'Università di Amburgo.  
Il 18 febbraio 1943, all'Università di Monaco mentre distribuivano  opuscoli, di fronte a molti testimoni,  Sophie, salì in cima alle scale dell’atrio dell’ateneo lanciando  dall’alto sugli studenti tutti  i volantini che non era riuscita a consegnare a mano.
Sophie Scholl viene riconosciuta da un bidello nazista che fece chiudere tutte le porte, e   chiamò  la Gestapo. Sophie Scholl  venne consegnata alla polizia insieme al fratello Hans.

monumento ai volantini 

Christoph venne arrestato  pochi giorni dopo a Innsbruck, mentre cercava di andare  a salutare la moglie malata e la seconda figlia, appena nata.


Per Hans e Sophie iniziarono 4 giorni di interrogatori e torture, in particolare sulla ragazza, ma   nessuno dei due ebbe  un cedimento.Vennero consegnati al Tribunale del Popolo per un brevissimo processo che, si chiuse  in sole cinque ore,  con questa sentenza:
“Gli accusati hanno, in tempo di guerra e per mezzo di volantini, incitato al sabotaggio dello sforzo bellico e degli armamenti, e al rovesciamento dello stile di vita nazionalsocialista del nostro popolo, hanno propagandato idee disfattiste e hanno diffamato il Führer in modo assai volgare, prestando così aiuto al nemico del Reich e indebolendo la sicurezza armata della nazione. Per questi motivi essi devono essere puniti con la morte”.
Solo 80 anni fa nel cuore dell’Europa, dei ragazzi  vennero  decapitati per aver distribuito dei volantini.
Poche ore dopo la sentenza, Hans e Sophie Scholl e Christopher Probst furono decapitati da Johann Reichhart nella prigione di Stadelheim a Monaco . L'esecuzione è stata supervisionata dal Dr. Walter Roemer, il capo dell'esecuzione del tribunale distrettuale di Monaco.
Furono proprio gli assassini a raccontare, di non aver mai visto tanto coraggio in persone mandate alla morte
 Proprio Sophie considerata a torto la più debole, salì  sul patibolo senza battere ciglio o spargere una lacrima, con compostezza, turbando persino il boia.
Christoph Probst, dopo aver scritto una lettera di saluto, un addio  ai suoi cari, amaramente, disse: “Non immaginavo fosse così facile, morire”.
 Hans  venne ucciso per ultimo, il suo ultimo urlo rieccheggiò per il palazzo 
 "Es lebe die Freiheit!" 
"Lunga vita alla libertà!"
I fratelli Scholl e Christoph Probst sono ancora  gli uni accanto all’altro, nel cimitero di Monaco.





Attraverso i racconti di amici, testimoni e sopratutto dei loro cari, veniamo a conoscenza  che non si consideravano assolutamente degli eroi, non proponevano e non avevano grandi scopi: volevano difendere i diritti e la libertà di ognuno, ognuno di noi ha diritto ad una vita libera, hanno difeso  con costanza la vita di tutti i giorni per ognuno di noi....anche oggi




5 commenti:

  1. Interessante storia che in parte conoscevo, grazie al tuo lavoro ho potuto approfondirla. Condivido molto il concetto che non bisogna mai generalizzare soprattutto nel giudicare un popolo. Sono le azioni che vanno giudicate e non la provenienza di chi li compie. G.

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  2. Racconto molto interessante..... Ciao Enrica

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  3. Dal libro "La rosa Bianca" hai saputo fare un capolavoro, una sintesi che mi sono appassionato a leggere... GRAZIE!

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  4. La rosa bianca, che è stato per me, molto informativo. Avevo solo una vaga idea di questa tristissima vicenda. Credo che anche in Germania pochi la conoscano, normalmente quando si parla di resistenza al nazismo si pensa solo a, B. Brecht o Thomas Mann, al gen. Stauffenberg o al pastore Bonhoffer. Mi dispiace che questi suoi contributi rimangano relegati alla cerchia delle conoscenze sul web, meriterebbero la pubblicazione su qualche giornale o, su una rivista specializzata . Ci ha mai pensato? W.A

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