il filo dei ricordi-racconti

lunedì 1 agosto 2016

Sarnico

SARNICO


Oggi avrei dovuto essere da un'altra parte, ma lo sciopero dei treni mi ha costretta a scegliere un'altra meta....
Sono a Sarnico, una ridente cittadina sul lago d'Iseo, la passeggiata a lago è molto bella e molto ben tenuta, diverse gelaterie, bar pasticcerie invitano a fermarsi per ristorarsi appagando lo sguardo sul lago.



 E' luogo di villeggiatura, tante auto con targa straniera, tante famiglie con bambini piccoli passeggiano cercando un po' di frescura.
Svoltando alla mia destra, trovo il centro storico, che conserva ancora oggi la struttura medioevale a semicerchio, tenedo conto delle antiche mura difensive la città si svolge verso il monte e per gli amanti dello shopping è un susseguirsi di negozi dove le migliori marche di tendenza sono esposte.




 Questa zona della città viene denominata Contrada, ma è attraverso i vari vicoli che circondano il centro che si ritrovano le testimonianze dell'antico passato, le viuzze si alternano con portali e passaggi sotto delle arcate, mentre alcune case hanno mura in pietra.
Scalinate rivestite in sanpietrino, portano in alto vicino alla chiesa parrocchiale, dedicata a san Martino de Tours, in stile barocco la facciata  è arricchita da statue dedicate a San Martino, San Carloe S:Maria Assunta, il campanile costruito in pietra risale al XV secolo 


l'interno a navata centrale,  è riccamente decorato, presenta lesene e capitelli corinti.



contiene opere risalenti al 1500, in una cappella, una madonna col bambino, ed il pregevole quadro che rappresenta San Martino e l'Imperatore Valentiniano,


un'altra cappella contiene opere preziose dell'importante Bottega Fantoni di Rovetta, così come l'altare maggiore, da cornice a questo bellissimo altare si trovano due vele che si ispirano ai lavori delicati del Tiepolo e sono opere di pregevole fattura di Francesco Monti, da visitare anche la chiesetta adiacente dedicata a San Rocco affinchè proteggesse, la popolazione dalla peste.
Un'altra via ci porta in una piazzetta racchiusa, ci accoglie la torre dell'orologio,



 sopraelevata sulla base di una torre del castello preesistente, è sormontata da un campanile a due livelli, il primo livello contiene la cella delle campane, il secondo livello si trova l'orologio, risulta leggermente laterale rispetto alla chiesa di San Paolo, anch'essa  costruita sui ruderi del castello, 


al proprio interno,  proprio dietro all'altare si possono vedere le antiche feritoie del castello, mentre gli affreschi risalgono al XV secolo, poco distante si possono notare i resti di un'altra torre medioevale.
Sono le dieci,  è possibile visitare la Pinacoteca Gianni Bellini, collocata nella parte più antica del palazzo Gervasoni,



uno stabile risalente al XV secolo, che è stato sede di un restauro recente, che non ha modificato i segni dell'antica collocazione, era infatti un convento di suore, raccoglie una collezione di opere di 150 quadri e complementi di arredo che variano dal 1500 fino al 1700, un dono fatto alla comunità da Gianni Bellini, le opere risalgono ai periodi dell'epoca, sono perlopiù copie di opere famose, o lavori eseguiti da pittori che lavoravano a botteghe di illustri maestri.


Allegoria del tempo

Riprendo il mio giro tra viuzze e gradinate, salgo, scendo, vedo l'asilo in stile liberty,   




opera dell' architetto Giuseppe Sommaruga, diverse sono le ville, non visitabili, presenti nella cittadina con questo stile.




Per vedere meglio Sarnico, ci si deve recare sulla riva opposta del Sebino, oltre il ponte che separa Sarnico in provincia di Bergamo , da Paratico in provincia di Brescia, si possono vedere le belle case colorate, le colline che sembrano essere state scorticate da una accetta, la pietra arenaria di colore grigio, si specchia nel lago.



Come ogni lago che si rispetti ha una leggenda, quando a Sarnico giunge la "Sarneghera", un vento fortissimo, improvviso e violento, sono i lamenti e le lacrime di due amanti infelici e separati che rivivono il dolore della divisione.



Ma le leggende sono molte e ho trovato questa, che a me sembra molto particolare:
Dal Web
Circa cinque secoli fa, un singolare frate, Teofilo Folengo, scrisse un poema comico, nel quale le muse ispiratrici della sua arte vivevano fra monti di formaggio, fiumi di brodo, laghi di zuppa, mari di guazzetto, e così via… Questo frate soggiornò a lungo presso il santuario di S. Maria del Giogo, in una località panoramica sui monti sovrastanti Sulzano.
Non ci è dato di sapere se il goloso fra’ Teofilo, osservando dall’alto il lago d’Iseo, abbia fantasticato sulle sue prelibatezze gastronomiche.


sardine e polenta 


casoncelli






formaggi nostrani 



salame di Monte Isola 




olio di oliva 






domenica 26 giugno 2016

LA BELLEZZA RITROVATA

LA BELLEZZA RITROVATA
Alle Gallerie D'Italia di Milano


Il patrimonio artistico italiano, è talmente vasto, corposo e di grande valore,che seguirne la manutenzione, e sostenere gli oneri di intervento, diventa veramente difficoltoso, per questo con un grande lavoro di ricerca, ogni due anni, il Gruppo intesa San Paolo, consente a diverse opere di riprendere una nuova vita, attraverso il restauro.



Il progetto si chiama "Restituzioni, un'iniziativa avviata nel 1989, che inizialmente riguardava la Regione Veneto, ed una decina di opere, ma che nel corso degli anni si è poi ampliata in tutta Italia,
Le opere che versano in condizioni precarie, vengono segnalate attraverso  gli enti pubblici di sovraintendenza.
Vengono poi selezionate, e valutate le priorità di intervento,  avvalendosi della consulenza scientifica di operatori qualificati del settore. 


Le opere appartengono a musei pubblici, privati, chiese e musei ecclesiali di tutta la nostra bella Italia.
Un incontro, dove il pubblico, il privato e il religioso, collaborano e si affidano a mani sapienti, per consentire il ritorno al proprio originario o quasi, splendore.


Dal 1 aprile al 17 luglio 2016, per la prima volta a Milano, alle Gallerie d'Italia, vengono esposte 145 singole opere, che fanno parte di 54 nuclei, appartenenti ai territori di Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, e Veneto.
Un viaggio tra le regioni, lungo i secoli, nella storia dell'arte, dove le diverse tecniche, il genio dell'artista, o la maestria di un artigiano ci raccontano, il modo di vivere, di vedere, di sentire e di credere, partendo dalle popolazioni più antiche, fino al 900.


Si passa dalla lavorazione delle pietre, alle sculture tombali,


 a bauli, sculture lignee, alla lavorazione del marmo, del bronzo, ai mosaici pavimentali, al piatto di portata con inserti in avorio, e corna di cervo.  Un bellissimo Pastorale di PioV, 





( bastone da cerimonia papale in avorio e oro),  i lavori di artisti famosissimi, veri e propri capolavori dell'arte,  che si pensavano ormai perduti, fino a completare la varietà di questo percorso con costumi teatrali,  


o paramenti usati per i culti religiosi.


Molto, molto bella,  un'armatura giapponese, dimenticata  nei magazzini dell'Armeria Reale di Torino.


Il  restauro, è la scienza, la paziente maestria, lo studio ricercato e minuzioso delle diverse metodologie, l'impegno di 60 studiosi, coadiuvati da 62 restauratori, ridona nuova vita al passato.
Per la prima volta, sono stati restaurati, ed esposti beni provenienti, da nazioni estere, dove hanno sede le banche che fanno parte del Gruppo Intesa.
Il primo Paese a essere coinvolto è la Repubblica Slovacca con tre rilievi lignei del 1744-1751 provenienti dal Monte Calvario di Banská Štiavnica e dedicati alla vita di Gesù.




Attraverso i filmati o le fotografie esposte, è possibile vedere lo stato di danneggiamento prima del restauro, e il ritrovato splendore, sono presenti anche opere  anonime, ma di grande pregio artistico-artigianale.
In ventisette anni, "Restituzioni" ha riportato in vita per tutti noi, circa un migliaio di opere, testimonianze di vite e realtà che si disperdono nel tempo.


In questa edizione di "Restituzioni" il pubblico può anche assistere direttamente a come si svolge un restauro.
Presso l’officina di Restituzioni all’interno delle Gallerie di Piazza Scala, è attivo il cantiere di restauro degli affreschi del XII secolo della chiesa di San Pietro all’Olmo (Milano), nel quale la restauratrice ricompone, come in un immenso puzzle di cui non si conosce l’immagine, gli oltre 10 mila frammenti ritrovati nel sottosuolo della Chiesa.
Ho ammirato:
Caravaggio, con il Ritratto del Cavaliere di Malta,


Raffaello e la Fornarina,


Lorenzo Lotto è presente con una bellissima Adorazione del Bambino,


il Perugino con la Crocefissione tra la Vergine e San Girolamo.


Ho riempito i miei occhi davanti ad un Cristo Risorto di Rubens.













lunedì 20 giugno 2016

I bastoni da Passeggio

I BASTONI DA PASSEGGIO

E' il mese di giugno, dell'anno 2016, ma sembra novembre, fa freddo, il cielo carico di pioggia che ininterrottamente continua a scendere....
Che fare in questa domenica di tempo instabile? Si rimane in casa, si trova sempre qualcosa da fare, ma non si vive solo di lavoro, sistemare pulire, che barba! 
La tristezza mi assale, è domenica siamo nel mese forse più bello dell'anno,  e siamo rinchiusi fra quattro mura.


Dopo un temporale fortissimo verso le 14, il cielo si schiarisce, non posso andare lontano ma .....vicino a casa si , ed allora chiamo una persona.
Ci siamo recate a Rancate, vicino a casa, in una Pinacoteca che sta facendo emergere la ricchezza del panorama artistico, Ticinese e Lombardo, allestendo in collaborazione con i collezionisti privati, diverse mostre :
le collezioni di Riccardo molo (2009)
la collezione di Luigi Bellasi, (2013) e le ceramiche d'autore (2014)
Quest'anno presentano la mostra sui bastoni da passeggio, collezionati da Luciano Cattaneo,  la  raccolta esclusiva di un appassionato, che mette a disposizione di tutti noi, le tante opere raccolte nel corso del tempo.


Non pensavo di rimanere così colpita, l'allestimento della mostra accompagna il visitatore, documentando il percorso con fotografie e abiti, riviste e dipinti, di Giovanni Boldini, Ferraguti Visconti, e Bernardino Pasta, ho passeggiato, così tra ottocento e novecento, seguendo il gusto della moda dell'epoca.




Sono stata affascinata, dalla grande maestria della lavorazione di questo accessorio, incuriosita, da quanta storia ci fosse dietro ad un bastone, che all'epoca, diventava un elemento costante dell'immagine pubblica, un corredo da passeggio, che rispecchiava, la personalità e il ceto sociale, che si desiderava comunicare alla società.


I bastoni fin dall'antichità rappresentano il potere, si pensi ai capi tribù, agli imperatori, ai Papi,



diventava anche un segno per distinguere il potere politico, culturale e religioso.


Dal settecento, lasciando un segno notevole nell'ottocento, fino ai primi decenni del novecento, il bastone ebbe una larghissima diffusione, era diffuso in ogni ceto sociale, diventando un accessorio, del quale non si poteva fare a meno, la moda femminile lo sostituiva con ombrellini, la produzione, si diversificò e divenne sempre più fantasiosa.






Il bastone non aveva più la funzione primaria di sostegno e all'occorrenza da difesa, divenne uno status di riferimento sociale, per la loro produzione venivano utilizzati forme e materiali vari, diversi tipi di legno, venivano utilizzati per il fusto, mentre l'impugnatura poteva essere di avorio (di elefante, di ippopotamo, tricheco, o balena) metallo,


cuoio, vetro, con lavorazioni pregiate e di grande valore artistico, divenne anche uno strumento professionale, concepiti in base alle esigenze personali del committente, potevano contenere accessori vari, e più impensabili, o addirittura armi da sparo o da taglio......



divenne sotto le finte spoglie un sostituto della spada e del pugnale, ed una vera occasione per gli artigiani, che dimostravano la loro abilità, fantasia e inventiva nella creazione di oggetti, che avevano più funzioni, definiti "bastoni a sistema", perchè attraverso meccanismi apribili, al proprio interno contenevano il necessario per le diverse attività , il bastone del notaio, conteneva penna e calamaio e tampone,


il bastore del pittore conteneva pennelli e tempere,


per il giocatore d'azzardo conteneva i dadi,



oppure come ho già detto materiale da difesa, armi da fuoco o da taglio.


Non mancano quelle con riferimento a riferimenti erotici, come ad esempio mostra un bastone, che reca due lenti microscopiche che, osservate in controluce, svelano fotografie di giovani donne svestite in pose esplicite.




Se ad esempio vi era l’effigie di una civetta, questa poteva avere la funzione, per prostitute e omosessuali che frequentavano i porti, di segnalare la propria presenza e disponibilità ai marinai.



La produzione si diversificò tanto che divenne un accessorio di eleganza, sia maschile che femminile da esibire in società......


Dopo la seconda guerra mondiale con l'avvento dell'industrializzazione la moda del bastone iniziò a declinare.



Consiglio a chi ne ha la possibilità di visitare la Pincoteca Zust e i gioielli che mette in mostra.