Quante cose non si conoscono, e quanto ancora di bello c'è da scoprire, da vedere....
A Milano, in una piccola galleria d'arte vengono messe in mostra opere di pittori , molto spesso, quasi dimenticati, eppure questi artisti erano conosciuti e pluripremiati.
Sono le opere di Italico Brass, il suo è un linguaggio artistico in cui prevale la dolcezza, la grazia e l'armonia.
dal web:
"Le trincee di Brass sono tranquille, non si sente l’odore della morte", ebbe modo di ricordare Mario Rigoni Stern commentando le immagini, le scene e i soggetti dei "racconti pittorici" di Brass.
IL tema della mostra è LA GRANDE GUERRA una trentina di dipinti di ITALICO BRASS che, allo scoppio della Grande Guerra ottenne dal Comando Supremo e dalla Regia Marina il permesso di seguire i soldati lungo la linea del fronte, per eseguire schizzi e studi, soprattutto nella zona compresa tra Sdraussina, il monte San Michele e San Martino del Carso, negli anni 1915-1916.
Le opere provengono dalla collezione degli eredi Brass, che insieme ad una serie di fotografie ci raccontano episodi del nostro passato.
In quel periodo la cittadina era sotto il dominio austriaco, una terra non ancora liberata, le aspirazioni della famiglia erano di poter far parte dell'Unità Territoriale italiana, per completare l' identità politica e storica e culturale, questo spiega il suo nome.." Italico".
Il Padre commerciava in vini, e avrebbe voluto che Italico continuasse le sorti dell'azienda famigliare, ma si arrese davanti alla passione per la pittura che il figlio aveva.
Gli permise quindi, di studiare a Monaco per tre anni, sotto la guida del pittore paesista Karl Raupp. successivamente grazie agli aiuti economici di suo fratello Riccardo si trasferì a Parigi, studiò alla scuola di A. W. Bouguerau e J. P. Laurens per quattro anni, accanto agli Impressionisti, e in quel periodo conobbe la propria moglie, Lina Rebecca, che sposò nel 1895.
Nel 1893 debuttava al Salon di Parigi con l'opera Chioggiotti alla briscola, partecipò anche alle mostre della Societè des artistes français nel 1894, guadagnando una medaglia di bronzo, nel 1895 e 1896.
La stessa opera, esposta nel 1895 alla prima Mostra internazionale di Venezia, fu acquistata dal Museo di Udine.
Di ritorno dalla Francia, si trasferì a Venezia, nel 1985, si dedicò allo studio del paesaggio, lo perfezionò, sviluppò a Venezia la propria attività, si spostava spesso, a volte con lunghe permanenze, nel Bellunese e nel Friuli Venezia Giulia.
Nel corso di questi anni, a Venezia, all'interno della Scuola vecchia di Santa Maria della Misericordia, allestì una delle più importanti collezioni d'arte del tempo, tra i quadri più illustri figuravano opere del Tintoretto, di Tiziano e Veronese, ma la seconda guerra mondiale era in corso, per evitare che le opere cadessero in mano ai tedeschi, le aveva portate da persone fidatissime al fine di salvarle. Le sue migliori opere, riconosciute dai critici sono il Ritratto della moglie,
Ogni aspetto di Venezia è stato catturato e impresso nelle tele, dove si ravvede ancor oggi il grande amore per questa città...
Nel 1942 collabora alla realizzazione delle scene per il film Canal Grande.
Partecipò a quasi tutte le Biennali, dove allestì anche due personali una 1910 l'altra nel 1935. Fu presente a mostre in Italia Torino, Milano, Roma, Trieste… e all’estero Parigi, Vienna, Budapest, Varsavia, Hensilki, Riga…, in cui fu ripetutamente premiato.
Inoltre per la sua buona conoscenza di arte antica,venne selezionato a partecipare alle commissioni tecniche per le grandi mostre di Tiziano nel 1935, Tintoretto nel 1937 e del Veronese 1939.
Morì improvvisamente a Venezia nel 1943.
Nel 1948 venne allestita una sua personale postuma
Il regista Tinto Brass è suo nipote