IL MOSAICO DI PANTALEONE
In ogni piazza, si affaccia una chiesa, può essere una Cattedrale, o una chiesa di paese, molto spesso, sono gli scrigni di tesori inestimabili.
La piazza non molto grande, è di forma irregolare, vi si accede, dopo aver percorso una piccola salita, completa il borgo antico di Otranto, dove la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, attende quasi timidamente di stupire i visitatori.
La facciata, semplice e pulita, è il risultato di tanti rimaneggiamenti, il portale barocco, e un'elegante rosone a 16 raggi, invitano ad entrare.
Questa chiesa, ha una storia antica, costruita intorno all'anno mille, è stata ricostruita più volte, proprio a causa dei tanti assalti subiti. Il più emblematico episodio, fu durante l’invasione turca del 1480, all’ interno della cattedrale furono massacrati 800 uomini, fedeli e rappresentanti della chiesa, che vi avevano cercato rifugio e non avevano rifiutato la propria fede cristiana. Divenne una moschea, e i tesori artistici contenuti, andarono distrutti, tranne le immagini della madonna, fino a quando la chiesa e la città venne liberata dagli Aragonesi.
Una cappella raccoglie le ossa dei fedeli.
Appena entrati, l'occhio si deve adattare alla penombra interna, la cattedrale è disposta a tre navate, delimitate da file di cinque colonne corinzie, che si collegano tra loro con ampie arcate.
La luce che entra dal rosone centrale, ci invita ad ammirare il soffitto a cassettoni con decorazioni dorate, della navata centrale e del presbiterio,
poi lo sguardo scende sul pavimento, e si rimane meravigliati, sorpresi e un po' a disagio, perchè si calpesta un gioiello che dura da diversi secoli, sotto i nostri piedi si snoda l'albero della vita.
La nostra guida, ci invita a scendere fino alla cupola, perchè è da questo punto, che si deve partire per leggere i simboli che vengono rappresentati.
Per i cattolici, questo è lo schema che porta al Paradiso, dove nulla è casuale, tanto che ogni raffigurazione del mosaico diventa una narrazione.
Dal WEB:
Il mosaico pavimentale della Cattedrale ha delle dimensioni considerevoli, estendendosi per tutta la lunghezza della navata principale, ed essendo costituito da circa 600.000 tessere policrome di composizione calcarea locale. Esso raffigura l’Albero della Vita, fu commissionato dal vescovo Gionata nel lontano 1163 e realizzato dal monaco Pantaleone dell’Abbazia di S. Nicola di Casale in Otranto, che terminò il capolavoro nel 1165.
Una prima particolarità del mosaico è proprio il fatto di avere inciso su di esso il nome del proprio autore, in corrispondenza dell’entrata principale, fatto quantomeno inconsueto per l’epoca e dovuto probabilmente al privilegio di voler rendere merito all’artista come ringraziamento per la splendida riuscita del lavoro. fonte Web
Molti esperti hanno espresso pareri diversi, e controversi, riguardo le raffigurazioni di questo mosaico.
Anche per questo viene visitato, proprio i diversi pareri suscitano molte curiosità. Si alternano, narrazioni bibliche, come la cacciata dal paradiso terrestre, di Adamo ed Eva,
la costruzione dell'Arca di Noè, la Torre di Babele, Salomome e la Regina di saba ….
Troviamo anche personaggi e miti pagani, Sansone, Diana, eroi come Rè Artù e Carlo magno.
Vengono rappresentati i dodici mesi dell’anno, con i lavori che si svolgevano nelle diverse stagioni, cioè la vita terrena e quotidiana. la vita nell’aldilà, l’Inferno e il Paradiso.
In altri sedici medaglioni, sono rappresentate bestie medievali con significati simbolici, difficili da decifrare, insieme ad animali domestici, feroci, esotici, mostri bizzarri.
Nel percorso, le domande si moltiplicano.
Perché le radici dell’Albero della Vita non affondano nella terra ma sono sollevate da due elefanti ?
Come mai Rè Artù è in groppa ad un caprone
o ci sono altri messaggi nascosti di origine religiosa, o forse un intreccio tra la religione e il potere ?
E' un mistero di arte e religione, di credenze popolari, per i credenti è fede, per gli studiosi è un racconto intricato di misteri, per gli appassionati è un'opera d'arte.
E' il più grande mosaico d' Europa, quasi integro, che si lascia calpestare, ma non sopraffare, ci accoglie, si fa vedere ma non si concede, ci lascia solo il dubbio di aver inteso.
Così come lascia a me il dubbio di essere stata in grado di descrivere.
Ancora una volta riesci a stupirmi,nn sono mai stato a Otranto,e nn conoscevo questa chiesa,ma il tuo modo descrittivo e' talmente completo,talmente reale che leggendo ti pare di essere sul posto,cosa dire se non brava Enrica. Paki.
RispondiEliminaCome sempre sei stata grandiosa.Questo è un racconto difficile per molti ,ma non per te che hai spiegato tutto perfettamente .Tu mi stai dando veramente tanto,si tanto sapere ,riesci a coinvolgermi nella storia in modo straordinario.Grazie Enrica come sempre,elisabetta,,,,,,,,,,,,,,
RispondiEliminabellissima descrizione sempre di essere li, grazie Enrica
RispondiEliminagrazie Pachi mi fa piacere ti sia piaciuto
RispondiEliminaElisabetta mi fai troppi complimenti ....grazie
RispondiEliminaBruno ci siamo stati insieme ciao
RispondiEliminaBruno ci siamo stati insieme ciao
RispondiEliminaE' bellissimo vedere e partecipare con te. Un caro abbraccio.
RispondiElimina