IL
QUADRILATERO DEL SILENZIO
Milano
Dopo
una settimana, in cui il tempo è stato veramente inclemente, le
previsioni accennavano ad un miglioramento.
Con
nostra grande sorpresa, ci
ha donato una domenica di cielo limpido, con una temperatura
abbastanza gradevole, tipica di fine autunno.
Di
prima mattina, siamo già in viaggio, la stazione del treno e via
.... Milano ci aspetta.
L'incontro
con la guida, in Corso Venezia che, dal fin dal 1770, è considerata
una delle vie più eleganti della città.
Un
tempo si chiamava
Porta Orientale, e collegava il centro della città con Bergamo e
Monza.
Sotto
il dominio austriaco, l'imperatrice
Maria Teresa d'Austria, con
l'arrivo in città, del suo giovane figlio Ferdinando, incaricò
l'architetto Piermarini, di rinnovare il Regio Ducal palazzo, odierno
Palazzo Reale, vicino al Duomo, e
di costruire una
residenza di campagna, che
poi divenne Villa Reale
di Monza, di abbellire i bastioni della città e costruire i giardini
pubblici, oggi conosciuti come i giardini di porta Venezia.
La
nobiltà milanese, iniziò a costruire lungo il Corso Venezia, un
gran numero di ville e di
palazzi di grande
pregio architettonico, era anche
il luogo delle
passeggiate, dei ritrovi della nobiltà, ogni
manifestazione importante, avrebbe fatto la sua entrata in città
attraverso questo viale.
Corso
Venezia era la culla dei movimenti culturali nelle
epoche
che si susseguirono.
Cesare
Beccaria lavorò
con Maria Teresa D'Austria, amava la vita e
gli
agi che gli abitanti del corso si potevano permettere,
Stendhal
assiduo sostenitore di Napoleone Bonaparte, rimase affascinato da
questa zona ricca di sfarzo e frenesia,
Alessandro
Manzoni cita Corso Venezia ne i "Promessi Sposi.
Il
Quadrilatero del Silenzio, divenne
il
cuore dello stile liberty,
nel
periodo che andava
dai
primi del novecento fino agli anni del primo conflitto mondiale.
Un
arco imponente ci accoglie, la
volta dell’arco riporta quello che è il simbolo delle opere di
Portaluppi, la sua firma, la classica losangatura anni Trenta, che si
ripresenta spesso negli interni ed esterni, da lui progettati tra
il 1926 e il 1930, è il palazzo
della società Buonarroti -Carpaccio -Giotto .
Il
nostro percorso, si snoda partendo dal Palazzo Saporiti, di stile
neoclassico, venne
commissionato da Gaetano Belloni, un biscattiere, che gestiva il
gioco d'azzardo,
all'interno
del
Teatro della
Scala, con la caduta di Napoleone e l'avvento di Mariateresa
d'Austria, cadde in rovina, dovette vendere il palazzo ai marchesi
Rocca Saporiti di Genova.
Quello
che colpisce del palazzo, è la grande loggia a tribuna da cui la
famiglia,
e
i propri ospiti, assistevano
ai cortei e alle varie feste,
perchè Porta
Venezia, era l'ingresso
principale, dalla quale tutti i vari governatori, capi
di stato,
che si sono succeduti nel corso dei secoli accedevano alla città di
Milano, venivano accolti gli ospiti d'onore.
Personaggi
come Giuseppe Parini, Alessandro Manzoni, Cesare Beccaria e Stendhal
rimasero per lungo tempo affascinati da queste zone ricche di
frenesia e sfarzo. In questa zona, visse, tra gli altri, anche
Filippo Tommaso Marinetti.
Tutte
intorno, palazzine Liberty dall’elegante imponenza impreziosite da
motivi floreali, forme flessuose e sinuose.
Palazzo
Berri Meregalli, è
un palazzo
angolare che non ti permette di staccargli gli occhi di dosso, ogni
dettaglio è unico, originale,
realizzato
dall’architetto piacentino Giulio Ulisse Arata, vede in se
convivere diversi stili: dall’architettura neogotica, nello
sviluppo verticale, all’architettura bizantina degli interni in
mosaico, sino ai temi del liberty nei ferri battuti e nelle statue
animali delle decorazioni esterne.
Nell'
androne è possibile vedere non solo i soffitti a mosaico di
Angiolo D’Andrea, ma anche la Vittoria Alata di Adolfo Wildt,
un'altra
opera dello scultore è in Via Serbelloni, il citofono a forma di
orecchio, oggi surclassato dai moderni citofoni, ma in tempi non
molto lontani sarebbe bastato sussurrare qualcosa all'orecchio, il
custode avrebbe prontamento risposto o riferito il messaggio. I
milanesi la chiamano la "Ca' dell'uregiat"
Le
espressioni colorite in milanese non hanno risparmiato nemmeno il
palazzo Castiglioni, considerato una delle migliori espressioni del
liberty lombardo, uno dei gioielli del Sommaruga, che viene ricordato
oggi proprio per un particolare mancante....
Al
momento dell'inaugurazione, avvenuta nel 1904 il portone era
abbellito da una coppia di statue, una rappresentava l'allegoria
della pace, l'altra quella dell'industria, la rapresentazione di due
donne procaci e seminude che mostravano ai benpensanti il lato
posteriore....Sappiamo molto bene che il sarcarmo meneghino non ha
sviolinature e rinominò il palazzo con la "Ca di Ciap" in
poche parole la casa delle natiche. Il proprietario Ermengildo
Castiglioni decise di cedere e togliere le statue che vennero
spostate in una entrata laterale di un'altra villa.
Palazzo
Fidia, è l'incrocio tra un castello e una navicella spaziale, opera
dell'architetto Andreani, le zone verdi che ci sono dietro i
cancelli, ci fanno dimenticare che siamo a Milano, la via dei
capuccini, e a pochi passi Villa Necchi Campiglio
, rappresenta la classica abitazione dell'alta borghesia industriale, la villa è in stile déco, di fronte all'entrata principale, si trova la prima piscina privata e riscaldata costruita a Milano, fa da cornice a questo splendore un grande parco, oggi è visitabile grazie al Fai a cui è stata donata.
, rappresenta la classica abitazione dell'alta borghesia industriale, la villa è in stile déco, di fronte all'entrata principale, si trova la prima piscina privata e riscaldata costruita a Milano, fa da cornice a questo splendore un grande parco, oggi è visitabile grazie al Fai a cui è stata donata.
Sbirciando tra le siepi, di un'altra villa
rimaniamo pressochè stupiti.
Nel parco di Villa Invernizzi, proprio la Villa dei famosi formaggini Susanna, cosa
troviamo?
Incredibile ma vero una colonia di fenicotteri rosa...
Incredibile ma vero una colonia di fenicotteri rosa...
Milan
l'è un gran Milan