Pavia e la Certosa
Quando
ero una ragazzina, che frequentava le scuole dell'obbligo, son
capitate più occasioni, in cui con i professori, ci invitavano a
partecipare a gite scolastiche.
Io
non ho mai potuto partecipare, purtroppo nella mia famiglia, alcuni
eventi, gite o vacanze, erano considerati un vero e proprio lusso.
Per
cui quando Margherita di Culturaintour, mi ha informato dell'uscita
alla Certosa, ho partecipato molto volentieri.
Nel
mio immaginario di bambina, la Certosa era una delle eccellenze che
avevamo in Lombardia.
La
Certosa di Pavia, o
Certosa delle grazie, fu una delle costruzioni promosse da Gian
Galeazzo Visconti, per esaudire il voto della seconda moglie e
cugina Caterina, venne
eretta nel 1396.
In
realtà, sembra che Gian Galeazzo, non fosse né
tenero, né
devoto, e non pienamente mosso dalla carità cristiana, ma bensì
dalla grande ambizione, voleva
diventare uno degli esponenti di spicco nell'ambiente e nelle vicende
politiche del tempo. Per
raggiungere tali obbiettivi , non si faceva scrupoli di tipo morale.
Voleva
lasciare ai posteri, qualcosa che consacrasse la gloria e la potenza
della sua famiglia, emulando e superando i segni importanti lasciati
da suo padre, che già aveva consentito alla costruzione il castello
Visconteo e l'università di Pavia.
Grazie
alla sua politica senza scrupoli, Gian Galeazzo Viscont, nei
primi decenni del XV secolo, poteva
considerarsi uno degli uomini più potenti Italia, e in virtù di
questa forza, aveva disposto in opera parecchi lavori, il Duomo di
Milano, la Certosa di Pavia.
I
lavori per la costruzione del Duomo, procedevano spediti mentre per
la costruzione dell' abbazia dopo ben cinque anni, non progredivano
affatto.
Il
7 ottobre del 1401, Gian Galeazzo: affidava al priore del monastero,
il Certosino Padre Bartolomeo da Ravenna, la direzione,
l'amministrazione, e la sorveglianza dei lavori, revocando ogni
autorità agli architetti, assistenti e salariati addetti al
cantiere, i quali tutti, dovevano a partire da quel giorno,
riconosce, nel priore l'amministratore generale della fabbrica.
Questa
disposizione mirava ad assicurare l'unità di direzione ed il
regolare sviluppo della vasta costruzione, evitando
sprechi di tempo e di denaro, che
consentisse di realizzare il mausoleo della sua famiglia.
Il
3 settembre 1403, Gian Galeazzo moriva di peste nel suo castello di
Melegnano. I lavori, in seguito al suo decesso,subirono uno stato di
fermo.
Nel
1450 i lavori ripresero
grazie al rinnovato
interese da parte di Francesco Sforza, (1401-
1466) eletto da pochi
mesi Duca, a lui
succederà poi il fratello Ludovico, detto il Moro,
che come Gian Galeazzo, sogna per la Certosa un fututro maestoso,
si impegna
quindi a realizzare e a
terminare i lavori sia esterni che interni. Vennero
completate le decorazioni pittoriche interne, le più vaste in
Lombardia, , per quel periodo storico, la caratteristica principale
era rivolta alla sacralità dell'edificio, il risultato complessivo
fu di una netta differenza tra le opere pittoriche e le opere
architettoniche.
Con
la dominazione francese, che subentrò a Ludovico il Moro, vennero
disperse le maestranze e gli artisti che si tramandavano di
generazione in generazione, le arti e i lavori che
servivano per mantenere
in modo adeguato
la struttura.
In
Lombardia si sono susseguiti tantissimi eventi militari e i lavori
subivano frequenti arresti, molto spesso la Certosa veniva
saccheggiata, e nei momenti di relativa calma, i lavori riprendevano
con committenze diverse, ,
venivano commissionati
dai diversi signori che si sono sussegiti.
La
certosa di Pavia venne completata dal XVI al XVIII secolo, il
pensiero monastico che nel XV secolo, aveva impedito la creazione di
tante opere d'arte, venne superato con immagini e decori lussuosi,
l'iniziale
di religiosità, veniva
eclissata dal lusso e dall'arte.
Il
monastero fu ultimato nel 1452 e la chiesa nel 1473. La
facciata fu eretta successivamente: nell'ordine inferiore si trovano
i lavori di Antonio Amadeo, e dei fratelli Mantegazza, nella parte
superiore i lavori di Cristoforo Lombardo.
Nel
1581 Michele Montaigne, vistando la Certosa, trova un lusso
straordinario, non solo nelle decorazioni ma anche nel numero di
servitori, artigiani, manovali, un numero imponente di cavalli,
cocchieri, definenedo la Certosa "la residenza di un potente
principe e non un luogo religioso".
Il
Palazzo Ducale, venne costruito nel 1620, in stile barocco, così
chiamato, in onore della residenza estiva della famiglia Visconti e
Sforza, oggi contiene la gipsoteca,
al suo interno, troviamo
le riproduzioni in gesso di diverse opere scultoree
e conserva altri elementi
di assoluto valore storico, come il
pugnale, la spada senza impugnatura e gli speroni di Gian Galeazzo
Visconti ed uno stemma in ceramica in cui e visibile il biscione
Visconteo.
Nel
corso dei secoli successivi, ancora guerre, pestilenze e
devastazioni, hanno attraversato la storia della Certosa, ma i danni
irreparabili ancora oggi visibili, sono stati inferti dalla
dominazione Napoleonica.
Nella
nostra visita, non ci è stato consentito ne di entrare in chiesa,
nemmeno ci hanno concesso una visita guidata attraverso le sale
adiacenti alla chiesa, penso al refettorio o ai vari chiostri così
tanto decantati da chi ha avuto la fortuna di poterli ammirare.
La gestione di tutta la struttura è dei monanci cistercensi, che
oltre a svolgere vita monastica, hanno la discrezione di approvare,
oppure no, ai visitatori la possibilità di una visita guidata
interna.
La
Certosa ha superato guerre, nel corso di ogni secolo, fino ai giorni
nostri, dove, una sorta
di notevole trascuratezza, ha accompagnato non solo me ma anche
altre persone che oggi la
hanno visitata..
Ci
siamo ripresi, con un buonissimo pranzo, presso un agriturismo della
zona, dove io personalmente ho molto apprezzato il risotto alle
ortiche ...
un
grazie particolare a Margherita di Cultura in tour che ci ha poi
consentito di visitare il Castello di Belgioioso.
Nel
1591
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