il filo dei ricordi-racconti

domenica 20 novembre 2016

Pavia e la Certosa

Pavia e la Certosa


Quando ero una ragazzina, che frequentava le scuole dell'obbligo, son capitate più occasioni, in cui con i professori, ci invitavano a partecipare a gite scolastiche.
Io non ho mai potuto partecipare, purtroppo nella mia famiglia, alcuni eventi, gite o vacanze, erano considerati un vero e proprio lusso.
Per cui quando Margherita di Culturaintour, mi ha informato dell'uscita alla Certosa, ho partecipato molto volentieri.
Nel mio immaginario di bambina, la Certosa era una delle eccellenze che avevamo in Lombardia.


La Certosa di Pavia, o Certosa delle grazie, fu una delle costruzioni promosse da Gian Galeazzo Visconti, per esaudire il voto della seconda moglie e cugina Caterina, venne eretta nel 1396.
In realtà, sembra che Gian Galeazzo, non fosse né tenero, né devoto, e non pienamente mosso dalla carità cristiana, ma bensì dalla grande ambizione, voleva diventare uno degli esponenti di spicco nell'ambiente e nelle vicende politiche del tempo. Per raggiungere tali obbiettivi , non si faceva scrupoli di tipo morale.
Voleva lasciare ai posteri, qualcosa che consacrasse la gloria e la potenza della sua famiglia, emulando e superando i segni importanti lasciati da suo padre, che già aveva consentito alla costruzione il castello Visconteo e l'università di Pavia.
Grazie alla sua politica senza scrupoli, Gian Galeazzo Viscont, nei primi decenni del XV secolo, poteva considerarsi uno degli uomini più potenti Italia, e in virtù di questa forza, aveva disposto in opera parecchi lavori, il Duomo di Milano, la Certosa di Pavia.
I lavori per la costruzione del Duomo, procedevano spediti mentre per la costruzione dell' abbazia dopo ben cinque anni, non progredivano affatto.
Il 7 ottobre del 1401, Gian Galeazzo: affidava al priore del monastero, il Certosino Padre Bartolomeo da Ravenna, la direzione, l'amministrazione, e la sorveglianza dei lavori, revocando ogni autorità agli architetti, assistenti e salariati addetti al cantiere, i quali tutti, dovevano a partire da quel giorno, riconosce, nel priore l'amministratore generale della fabbrica.
Questa disposizione mirava ad assicurare l'unità di direzione ed il regolare sviluppo della vasta costruzione, evitando sprechi di tempo e di denaro, che consentisse di realizzare il mausoleo della sua famiglia.
Il 3 settembre 1403, Gian Galeazzo moriva di peste nel suo castello di Melegnano. I lavori, in seguito al suo decesso,subirono uno stato di fermo.
Nel 1450 i lavori ripresero grazie al rinnovato interese da parte di Francesco Sforza, (1401- 1466) eletto da pochi mesi Duca, a lui succederà poi il fratello Ludovico, detto il Moro, che come Gian Galeazzo, sogna per la Certosa un fututro maestoso, si impegna quindi a realizzare e a terminare i lavori sia esterni che interni. Vennero completate le decorazioni pittoriche interne, le più vaste in Lombardia, , per quel periodo storico, la caratteristica principale era rivolta alla sacralità dell'edificio, il risultato complessivo fu di una netta differenza tra le opere pittoriche e le opere architettoniche.



Con la dominazione francese, che subentrò a Ludovico il Moro, vennero disperse le maestranze e gli artisti che si tramandavano di generazione in generazione, le arti e i lavori che servivano per mantenere in modo adeguato la struttura.
In Lombardia si sono susseguiti tantissimi eventi militari e i lavori subivano frequenti arresti, molto spesso la Certosa veniva saccheggiata, e nei momenti di relativa calma, i lavori riprendevano con committenze diverse, , venivano commissionati dai diversi signori che si sono sussegiti.



La certosa di Pavia venne completata dal XVI al XVIII secolo, il pensiero monastico che nel XV secolo, aveva impedito la creazione di tante opere d'arte, venne superato con immagini e decori lussuosi, l'iniziale di religiosità, veniva eclissata dal lusso e dall'arte.
Il monastero fu ultimato nel 1452 e la chiesa nel 1473. La facciata fu eretta successivamente: nell'ordine inferiore si trovano i lavori di Antonio Amadeo, e dei fratelli Mantegazza, nella parte superiore i lavori di Cristoforo Lombardo.
Nel 1581 Michele Montaigne, vistando la Certosa, trova un lusso straordinario, non solo nelle decorazioni ma anche nel numero di servitori, artigiani, manovali, un numero imponente di cavalli, cocchieri, definenedo la Certosa "la residenza di un potente principe e non un luogo religioso".

Il Palazzo Ducale, venne costruito nel 1620, in stile barocco, così chiamato, in onore della residenza estiva della famiglia Visconti e Sforza, oggi contiene la gipsoteca, al suo interno, troviamo le riproduzioni in gesso di diverse opere scultoree e conserva altri elementi di assoluto valore storico, come il pugnale, la spada senza impugnatura e gli speroni di Gian Galeazzo Visconti ed uno stemma in ceramica in cui e visibile il biscione Visconteo.

Nel corso dei secoli successivi, ancora guerre, pestilenze e devastazioni, hanno attraversato la storia della Certosa, ma i danni irreparabili ancora oggi visibili, sono stati inferti dalla dominazione Napoleonica.
Nella nostra visita, non ci è stato consentito ne di entrare in chiesa, nemmeno ci hanno concesso una visita guidata attraverso le sale adiacenti alla chiesa, penso al refettorio o ai vari chiostri così tanto decantati da chi ha avuto la fortuna di poterli ammirare. La gestione di tutta la struttura è dei monanci cistercensi, che oltre a svolgere vita monastica, hanno la discrezione di approvare, oppure no, ai visitatori la possibilità di una visita guidata interna.


La Certosa ha superato guerre, nel corso di ogni secolo, fino ai giorni nostri, dove, una sorta di notevole trascuratezza, ha accompagnato non solo me ma anche altre persone che oggi la hanno visitata..
Ci siamo ripresi, con un buonissimo pranzo, presso un agriturismo della zona, dove io personalmente ho molto apprezzato il risotto alle ortiche ...
un grazie particolare a Margherita di Cultura in tour che ci ha poi consentito di visitare il Castello di Belgioioso.


Nel 1591 

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