Escher
Maurits
Cornelis Escher (1898-1972) è stato un
incisore olandese, le sue opere hanno come per
oggetto immagini
e prospettive
incredibili.
Animali,
che si rincorrono e inseguono fuori e dentro al foglio, mani che si
disegnano da sole, geometrie
impossibili,
quadrati
che diventano pesci, che diventano uccelli, che diventano uomini che
tornano quadrati.
I
soggetti che
si rincorrono nei
disegni di Escher, anche
a distanza di anni, abbiamo ammirato uno straordinario
artista, che ha fatto della capacità di stupirsi in
prima persona, la
base della sua creatività, affinchè
potesse realizzare le opere, che hanno stupito tutti noi che le
abbiamo ammirate.
Nato
a Leeuwarden, in Olanda, il 17 giugno1898.
Era un bambino timido, chiuso, non
era uno studente modello, in
una
sola materia era
molto bravo,
il disegno.
Una
passione per il puzzle, che si sarebbe rivelata,
incisiva nella
sua produzione artistica.
Importante
nella sua preparazione, è stato l'incontro con il grafico Samuel
Jessurun de Mesquita, che lo aiutò nel suo svillppo artistico, tanto
che per tutta la vita, Escher, lo considerò un affetto costante.
Raggiungeva
obbiettivi, attraverso due tecniche: la litografia che prevedeva
l'incisione delle immagini a rovescio su delle pietre e la xilografia
che prevede l'incisione su delle tavolette di legno che poi venivano
inchiostrate.
In
entrambe le tecniche , i disegni venivano realizzati al contrario.
occorreva una tecnica e abilità straordinaria, tanto più che Escher
lavorava esclusivamente
col bianco e nero. Un esempio riconosciuto straordinario sono gli
scarabei del 1935.
L’Italia
ha un peso rilevante nella vita di Escher.
La
prima visita che fece con i genitori nel 1921, non lo aveva
entusiasmato, ma poi si ricredette. Nel
1922 ritornò in Italia, recandosi a Firenze, San Gimignano,
Volterra, Siena, Ravello, spingendosi fino a Madrid,Toledo, e
Granada.
Lo
avevano colpito la campagna italiana, e l'Alhambra di Granada,
bellissimo palazzo moresco del trecento, i particolari motivi
grafici, che adornavano gli interni del complesso residenziale
spagnolo, hanno lasciato un'impronta nella mente fantastica di
Escher, che rielaborerà nelle sue opere.
Escher,
viaggiò in continuazione in Italia, anche negli anni seguenti, con
particolare predilezione per l'Italia centro-meridionale: fu qui, a
Ravello,
che incontrò per la prima volta Jetta Umiker, la giovane svizzera
che sposò a Viareggionel 1924. Si
trasferirono poi nel Lazio
a
Frascati prima e Roma poi - dove ebbero
tre figli: Giorgio Arnaldo, Arthur e Jan.
Definirà
questo periodo come «gli
anni migliori della mia vita» fece
infatti,
ulteriori viaggi in altre località italiane, quali Viterbo
(1926),
l'Abruzzo
(1927
e 1929), la Calabria
(1930),
la Costiera Amalfitana (1931
e 1934) e la Sicilia
(1932
e 1935).
Attratto
dai piccoli villaggi in Calabria, per
esempio
Pentedattilo sopra,
mentre
della
Sicilia, amava la composizione dei centri urbani
che
si fondevano
col paesaggio.
In
Abruzzo, a Castrovalva, e Scanno....
Lascia
l’Italia, nel
1935,
per andare in Svizzera, non
sopportava la mancanza di libertà, inflitta dal
clima politico
fascista,
la causa scatenante fu vedere il figlio Giorgio vestito da balilla.
Nell’inverno
del 1944, il suo grande maestro e amico Samuel Jessurun de Mosquita,
muore con la moglie e il figlio nel campo di concentramento di
Theresienstadt, in Rep. Ceca.
Negli
anni Quaranta, Escher si trasferisce in Belgio e poi in Olanda.
Abbandonerà
la riproduzione della realtà, giustificherà
questa
scelta,spiegando che nei paesaggi di Belgio e in
Olanda
non ha trovato nulla di così bello da ispirarlo, come
in Italia.
Inizia
così, per lui, la rappresentazione dell'infinito, dei paradossi
geometrici, dei
luoghi che spingono a movimenti infiniti,
il
genio della fantasia, dell'irreale, della precisione.
Poco
amato dagli artisti, suoi contemporanei, divenne molto polare, molte sue
opere divennero scatole da regalo, copertine di album musicali,
biglietti di auguri, decorazioni per t-shirt. Anche
dopo la sua morte nel 1972, molte sue opere sono state spunto
per
cartoni animati: Mikey Mouse, i Simpson,
per
il cinema, da Harry Potter al film "Labyrint"con David
Bowie. Sono
entrata in un quadro senza nemmeno rendermene conto, entravo e
uscivo con la mente,
ho visto con gli occhi della mente, uccelli per
poi concentrarmi e con il senso della vista, vedere
anche altre cose,
sono
entrata realmente in un mondo irreale e mi è piaciuto tantissimo. Il
genio, guardare oltre quello che vediamo con la logica, l'irreale
diventa un mondo fantastico,
dove tutti volendo possiamo accedere,
molto bello, e non ho sognato, avevo gli occhi aperti, vedendo quello
che nella realtà è irrealizzabile.
Con Margherita ed Ester di Culturaintour e le altre persone che hanno partecipato, abbiamo condiviso un'altra esperienza ed allora? .. . Ci vediamo alla prossima
Bel racconto,molto coinvolgente.
RispondiEliminaSono stato sempre un grande "tifoso" di Escher. E tu, come sempre, hai fatto un ottimo lavoro. Grazie.
RispondiEliminaBellissimo Enrica!
RispondiEliminaBELLO VERAMENTE AI FATTO UN OTTIMO LAVORO BRAVA ENRICA CIAO AMICA CARA
RispondiEliminabrava come sempre, complimenti ciaoooo
RispondiEliminaOttimo lavoro Enrica, pieno di particolari.
RispondiEliminaBello veramente Anna B.
grazie di esistere
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