il filo dei ricordi-racconti

domenica 14 gennaio 2018

Tiziano a Milano e la Sacra Conversazione


                  TIZIANO E LA SACRA CONVERSAZIONE 

Sin dai tempi più antichi,  il miglior ambasciatore al mondo, è l'arte.....
Rappresentava il ministro degli esteri, di ogni stato, il ministro della  cultura, perchè attraverso l'arte, le potenze economiche commissionavano le opere, per manifestare agli amici e ai nemici, la loro capacità imprenditoriale, economica e strategica, e la loro forza.
Ai nostri giorni, grazie a degli scambi culturali, anche noi possiamo ammirare, senza girare tutti i musei del mondo,  delle bellissime opere.
Ci sono anche dei comuni importanti, in regioni diverse della nostra lunga, bella, ma anche dilaniata Italia, che collaborando e sostenendosi,  ci consentono di poter ammirare delle opere particolari. 
Il comune di Milano,  per il decimo anno, ci regala  sotto le feste natalizie la possibilità di ammirare gratuitamente delle opere importanti. Quest'anno, testimonia la propria vicinanza, alla regione Marche, che è stata  dilaniata, e sta subendo ancora, gli effetti del terremoto, svolgendo un ruolo importante, sia  come centro di raccolta, ma anche  di riparo per moltissimi capolavori. 
Grazie al  comune di Milano, Intesa San Paolo, la Rinascente, e la coordinazione di Palazzo Reale, con  alla collaborazione, della città di Ancona, e  precisamente con la "Pinacoteca Civica Francesco Podesti", noi, cittadini lombardi, e non solo,  abbiamo potuto ammirare, presso la sala Alessi di Palazzo Marino, un 'opera di importanza storico-artistica, culturale. 



 La " Sacra Conversazione" del 1520, detta anche (Pala Gozzi)...
Luigi Gozzi, di Ragusa in Croazia (ora Dubrovnik), un influente mercante, che aveva scambi commerciali in tutto l'Adriatico, ebbe modo di incaricare al  giovane Tiziano, una pala, destinata all'altare della famiglia,  precisamente nella chiesa di San Francesco ad Alto...... La  maestosa opera, che  è stata prodotta su  delle alte  tavole di legno, 


 grazie ad un allestimento particolare,  si può ammirare sia sul lato dipinto che sul  retro, dove sono presenti schizzi a matita, fatti probabilmente da Tiziano o dai suoi allievi... 




Sono  raffigurate  diverse teste,  una delle quali potrebbe essere il bozzetto per il viso del bambino ..


La tavola è una  rivoluzione pittorica, una nuova forma di pala d’altare, che si allontana dagli stili della prospettiva usata nel 1400.
Tiziano continua,  l'intuizione avuta da Leonardo con la Vergine delle Rocce, e con un tocco  personale  amplia l'opera dando un'apertura verso la natura.
La parte alta del dipinto, dedicata all’apparizione della Vergine con il Bambino, con angeli e putti e corone di fiori,  ha il cielo con nuvole in movimento, che  appare infuocato dalla luce del tramonto.

 Assiste alla visione  San Francesco, isolato sul lato sinistro dell'opera, vestito del tradizionale saio con il cordone a tre nodi, simbolo dei voti di povertà, castità e obbedienza, con lo sguardo rivolto al cielo, è  immerso in una luce calda,  come se fosse estasiato, mentre San Biagio, protettore della città, indica al committente inginocchiato, sulla destra dell'opera, l’apparizione celeste. 


Il paesaggio è immerso in una luce calda,  gli sguardi tra i personaggi, dove  ognuno guarda qualcuno, rendono possibile una reazione visiva,  tanto che il Bambino Gesù, rivolge il suo sguardo verso lo spettatore, che senza rendersene conto diventa parte dell'opera, mentre in lontananza è  ben visibile, il bacino di San Marco con il Palazzo Ducale e il suo campanile.


Un dipinto che unisce Venezia, Ancona e Dubrovnik, un invito  a raggiungere  un’alleanza tra i tre più importanti porti dell’Adriatico, che invece di scatenare lotte interne,  avrebbero dovuto  contrastare l'invasione e l'espansione dell'impero ottomano .




Quando l'arte non è solo tecnica,  passione, intuito e bravura pittorica,  ma anche un invito ad una politica responsabile, fin dai tempi più antichi.

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