il filo dei ricordi-racconti

domenica 21 luglio 2019

Berthe Morisot

    Berthe Morisot

Berthe Morisot, è forse la più  conosciuta pittrice che faceva parte del gruppo degli impressionisti, proprio in questo periodo, allo storico museo d'Orsay, a Parigi,  si sta svolgendo una retrospettiva su di lei: Berthe Morisot (1841-1895).




Sia la critica che il pubblico, sono concordi nel dare apprezzamento a questa mostra, (quanto mi piacerebbe poterla vedere), ma Parigi è lontana e non sempre si può fare quello che si vorrebbe.
Da quanto ho appreso, contiene una grande quantità di opere, un totale di 75 quadri di cui 32 che provengono da collezionisti privati, fino al 22 settembre 2019  è possibile visitarla. 
Quando si parla di impressionismo, i nomi prevalenti che si susseguono sono, Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Federico Zandomeneghi, Camille Pissarro, Jean-Frédéric Bazille e Gustave Caillebott, tutti artisti di sesso maschile, dimenticando le artiste donne, come Mary Cassat, Marie Bracquemond, Eva Gonzalès e Berthe Morisot, che hanno contribuito tanto quanto i colleghi maschi, alla fondazione del movimento impressionista, cogliendo particolari di vita quotidiana,  trasmettendoli sulle tele, attenzioni che forse, gli autori maschi,  non coglievano.
Berthe Morisot nasce il 14 gennaio 1841 a Bourges, figlia di un importante funzionario statale. Dopo un’infanzia passata in provincia, dal 1855 si trasferisce con la famiglia a Passy, nei pressi di Parigi,  questa città in quel momento era veramente un grande centro artistico dove  nell'aria si respirava cultura, arte e  lusso, era  un ambiente quasi unico in Europa, che sicuramente influenzò la giovane Berthe, sviluppando un grande interesse per la pittura.
I genitori, in particolare il padre, le insegnano a disegnare e la incoraggiano a seguire gli studi artistici, rispettando i cerimoniali borghesi aprono la propria casa parigina ad artisti, intellettuali e amici di famiglia, facendo crescere così le proprie figlie  in un ambiente colto e stimolante.



Nel 1857, con le due sorelle Yves ed Edmé, segue i primi corsi di disegno nell’atelier del pittore Chocarne, il talento di Berthe è notevole, ma all'Ecole des Beaux-Arts, le donne non venivano accettate, è costretta a studiare privatamente nello studio del pittore accademico Joseph Guichard, che incoraggia Berthe e sua sorella Edmé a copiare i capolavori del Louvre, come faceva quotidianamente Mary Cassat.
Il pensiero borghese, di quel tempo però, considerava la pittura per le donne come un piacere amatoriale, non veniva accettata l'idea che una donna  dedicasse la propria esistenza alla pittura, che aspirasse a diventare pittrice professionista, sacrificando magari la famiglia e la maternità.
Berthe era però stanca di dipingere in ambienti chiusi, stanca  di seguire i dettami accademici, cercava un cambiamento, per questo venne presentata a Camille Corot e le due sorelle iniziarono a dipingere a contatto con la natura, Corot era un insegnante esigente e le affida all'insegnamento di Achille Oudinot, che, a sua volta, le introduce nell'atelier di Charles Daubigny.
Berthe espone per la prima volta al Salon del 1864, in quell'anno  le due sorelle incontrano Léon Riesener di cui Berthe appezza i consigli.
Nel 1865, nel giardino della casa, viene costruito un atelier destinato alle opere delle due figlie, dove Berthe poté sperimentare  le proprie ricerche sulla luce e sui colori. Proprio in quell’anno, durante il Salon, un critico segnala nei dipinti di Berthe "un senso delicato del colore e della luce".



A partire dal 1867, il suo stile pittorico si perfeziona facendo risaltare i colori chiari, catturando la luce  con un senso molto personale.
 Fu nel 1868,  che Berthe e la sorella conobbero Manet, durante una seduta di copia al Louvre.
Qualche tempo dopo, Manet commentò: "Le signorine Morisot sono incantevoli, peccato che non siano uomini".
Edouard Manet
Berthe aveva un rapporto molto unito con la sorella Edma, soffrì molto quando Edma si sposò con un ufficiale della Marina. 
«Sono molto triste, mi stanno abbandonando tutti, mi sento delusa, sola e vecchia»: 
Berthe era bella e giovane, Manet rimase affascinato dal suo sguardo e dal suo aspetto, era una ragazza riservata e che parlava a voce bassa, sottile come un giunco, occhi neri e profondi, che amava vestirsi di nero e all'ultima moda e leggere romanzi in voga, 
Mentre Berthe confidò alle sorelle: "Trovo in lui una personalità affascinante che mi piace infinitamente», divenne la sua modella, quella che ha più raffigurato, ben 11 volte come figura di rilievo nei suoi quadri nel corso degli anni,  alcune delle opere:
Il balcone,



 Berthe Morisot con il ventaglio e Berthe Morisot con un mazzo di violette.



Malgrado la grande ammirazione per la sua pittura di Manet,  Berthe non sarà mai sua allieva.
Quando nel 1870 scoppia la guerra Franco -Prussiana che ha richiamato alle armi anche Manet, Degas, Bazille e Renoir, berthe che inizialmente rifiuta di lasciare la città in seguito si trasferisce con la famiglia  Saint-Germain-en-laye ma l'inattività le pesa e raggiunge così la sorella a Cherbourg.
Qui si dedica con passione alla pittura con l'acquarello, e i suoi colori sulla tela schiariscono.
Nel 1873, la giuria del Salon accetta solo un’opera di Berthe Morisot e molti lavori di altri artisti vengono respinti. 
Artisti, come Monet, Pissarro, Sisley, Degas, Renoir, creano  una «Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori, ecc».
Berthe si associò al nuovo movimento, dal 15 aprile al 15 maggio del 1874,  negli ateliers del fotografo Nadar, vennero esposte le loro opere, Berthe fu l'unica donna a partecipare con ben nove opere, tra acquarelli, pastelli e quadri a olio.







il porto a Lorient



Partecipando a quella rassegna, dimostra la propria indipendenza: il suo vecchio professore Guichard è inorridito, le sue opere ottengono buoni giudizi, distinguendosi per la dolcezza, quasi una poesia sulla tela, ma viene anche derisa, diversi giudizi sono negativi non tanto per le opere in se stesse, ma per il suo  ruolo di donna.
Nel 1874, Berthe sposerà Eugene Manet, fratello di Edouard, da cui avrà una figlia, nel 1878, il loro sarà un matrimonio felice. Berthe continuò a dipingere anche da sposata, mantenendo come firma il suo nome da nubile, il marito fu un compagno accondiscendente Berthe, inoltre  non provò mai le difficoltà della mancanza di denaro.
Nel 1875 raggiunsero l'isola di Wight, sperando di fare fortuna, Berthe passò a maggior parte del tempo dipingendo, una delle opere fu il ritratto del marito "In Inghilterra Edouard Manet sull'isola di Wigth",



 un quadro dove la luce si sposta dall'esterno all'interno, sui colori armoniosi e dalla trasparenza delle tende.   Tornarono a Parigi, delusi dal posto e dalla mancata possibilità di fare affari.  
Berthe, continuerà a essere presente a tutte le edizioni successive delle esposizioni, tranne a quella del 1879, in seguito alla nascita della figlia, che diventerà uno dei suoi modelli preferiti, 



nell' anno 1880 raggiunge un'autonomia e una maturità pittorica tanto da essere considerata una delle  figure di spicco del movimento impressionista, amava confrontarsi con altri artisti e sperimentare, uscire dalle regole convenzionali, nel 1886 parteciperà e finanzierà l'ultima edizione, ed essendo una pittrice profonda cominciò ad eseguire sulle sue opere un rigoroso controllo sugli effetti di luce, lo si può notare sul ritratto di madame Sernicoli.



Berthe aveva una casa  di campagna a Bougival dove lavorò tra il 1881 e il 1884
una delle sue opere più belle di quegli anni "Eugène Manet e sua figlia nei giardini di Bougival"



 rappresenta una scena privata ambientata proprio nel suo giardino.
Il marito seduto su di una panchina, guarda attentamente Julie, di appena tre anni, che gioca con delle costruzione sopra le ginocchia del padre; alle loro spalle si intravede un grande roseto.
I toni chiari e iridescenti rivelano una felicità domestica che non è scontata.
I giardini,  sono il motivo amato dalla Morisot, rappresentavano la  libertà ed l 'indipendenza di una donna che si esprimeva in libertà, 





ribaltando i luoghi comuni, non era un pittore uomo a rappresentare una famiglia felice ma una donna pittrice indipendente e  innamorata che  rappresentava  la propria famiglia.  
La morte del marito nel 1892, lascia un segno su Berthe, che invecchia nel fisico precocemente,


autoritratto con la figlia 

 la propria casa divenuta di colpo vuota,  diviene  un luogo di ritrovo per musicisti, pittori e letterati, frequentato anche da Stéphane Mallarmé, Émile Zola e Pierre-Auguste Renoir. Con gli anni a seguire, il gruppo degli impressionisti si divise.
Nel gennaio del 1895, Julie si ammalò di una brutta influenza, Berthe, la cui salute era già peggiorata dopo la morte del marito, curando la figlia venne contagiata, riuscì ad affidare la figlia Julie, a Mallarmé, regalò i suoi lavori agli amici più cari e morì di colpo il due marzo dello stesso anno.
Renoir quando seppe della sua morte, lasciò cadere i suoi pennelli e corse a Parigi, dove  venne a conoscenza che le era stata affidata la giovane insieme a Mallarmè.
Fu sepolta nella tomba della famiglia Manet, nel cimitero di Passy. La sua lapide reca una sola scritta, «Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet», senza alcun accenno alla sua feconda carriera di artista; del resto, anche il suo certificato di morte reca la dicitura «senza professione»
Berthe Morisot è stata una artista fantasiosa e vivace del movimento impressionista, insieme a Mary Cassatt, 


                                                                                                                                            

 Mary Cassat

                                                                                               
Berthe Morisot

                                                                                         

è stata una delle pochissime pittrici impressioniste. Solo con un talento artistico notevole, con una  grande sensibilità, e una forte personalità che le  hanno permesso di emergere in un ambiente così ostile, lasciando il segno di quanto si faticasse ad accettare l'emancipazione femminile.

12 commenti:

  1. Racconto interessante... brava Enrica.......al prossimo racconto.... ciao

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  2. Un bel racconto che fa venire voglia di andare a Parigi

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  3. Concordo con te Enrica anche io vorrei andare a Parigi.Anna B.

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  4. Anche questa storia ci ricorda come è stato difficile per le donne farsi strada nonostante possedessero vero talento. Azzeccato come al solito il racconto di Enrica

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  5. Ma come.....la scrittrice delle gite, non viaggia più? Ha finito di fare gite e gitarelle? La scrittrice!!!!si ve beh.....

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  6. Sarebbe onesto firmare i commenti....l'ultimo commento è penoso......firmalo .....

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  7. Sempre a riguardo dell'ultimo commento anonimo con i suoi sarcasmi prova te a scrivere meglio di Enrica.Nei commenti metti la faccia e scrivi chi sei.....

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  8. Grazie Maurizio,ma penso di sapere chi può aver scritto. Onestamente io non penso di essere una scrittrice, ne chiedo di entrare a leggere, o di commentare, giusto per la cronaca faccio gite, e se posso anche qualche viaggio

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  9. Bello Enrica, una ricca documentazione esaustiva e così coinvolgente!! Complimenti!!

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  10. Ancora una pagina di cultura. É sempre un piacere leggere i tuoi scritti Enrica, molto scorrevoli e di grande interesse. Grazie, sto creando un'Antologia dei tuoi lavori. Ciao.

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