il filo dei ricordi-racconti

mercoledì 18 novembre 2020

Fede Galizia

  FEDE GALIZIA




Fede Galizia, è stata una pittrice, un artista poco conosciuta, eppure una delle poche artiste donne, che nel periodo barocco si è distinta. Come tutte le pittrici dell’epoca, si è formata nella bottega paterna, erano donne e non potevano accedere a nessuna Accademia o scuola d’arte.

Il padre Nunzio Galizia, giunto a Milano da Trento, pittore, incisore, miniaturista, era noto anche in molti altri rami delle arti, era un’abile costumista, e un commerciante di ventagli e di cartografia, fece una delle vedute più precise e dettagliate della città di Milano dell’anno 1578, anno in cui nacque Fede, anche se la data non è certa.

Intorno ai 12 anni, Fede già lavorava nella bottega del padre ed era considerata un’artista formata, aveva acquisito abilità e precisione nelle incisioni e nelle miniature. Le donne pittrici, non hanno mai avuto vita facile, avevano pochissima possibilità di movimento, la loro reputazione era più importante rispetto alle loro capacità, sottostavano al controllo del padre e dei fratelli, e nel caso di committenze murali, ossia in cantiere, ad esse era vietato partecipare.

Nel 1592 incide il ritratto di Gherardo Borgogni, mentre nel 1593 incise alcune raccolte di rime.

Ha vissuto gran parte della propria vita a Milano, dove ha lavorato, ha eseguito ritratti per il padre, la madre, e per due nobildonne milanesi, che sono andati tutti perduti.


Alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, è conservato il ritratto di Paolo Morigia, seduto al suo scrittoio.


Fede Galizia dimostra di avere non solo qualità e abilità pittoriche, ma di essere a conoscenza della storia della ritrattistica lombarda ed emiliana, riesce a sottolineare il ruolo che il soggetto dell’opera svolge nella vita realeun intellettuale colto di sorpresa, interrotto da qualcuno in un momento quotidiano, così come sono veri i lineamenti e le espressioni del viso, e i particolari degli oggetti rappresentati sul tavolo, mentre nelle lenti circolari degli occhiali, che lo storico tiene in una mano si rispecchiano le finestre della stanza.

Nel 1596 dipinse Giuditta con la testa di Oloferneessendo una perfezionista nei particolari, prestò più attenzione ai dettagli delle vesti, che alla forza emotiva e tragica della scena, con quest’ora, firmata e datata, documenta con certezza, di essere stata la prima donna pittrice ad aver dipinto soggetti religiosi, seguita poi da Lavinia Fontana e da Artemisia Gentileschi.



In quest’ora fede presta il proprio volto a Giuditta, l’autoritratto diventava una consuetudine, per auto promuoversi e reclamare la propria autonomia, in un mondo maschile, mise il proprio nome anche sulla spada che Giuditta impugna, un messaggio rivolto anche Fede nel Signore.




Fece tre versioni, con questo soggetto, tutte autografate, conservate che dimostrano quanto fosse affermata, una si trova in Florida al museo delle arti “ Ringling” di Sarasota,
una seconda a Roma, alla Galleria Borghese datata 1601


e una terza a Milano datata 1620.

Le sue Giuditte, negli abiti e capigliature ricche di particolari, ricordano come Fede abbia iniziato da miniaturista e creatrice di gioielli e abiti, nella bottega del padre.

Oltre ai ritratti, e alle scene di soggetto religioso,


 è conosciuta ai più, (pochi per la verità), per le sue Nature morte.



Più giovane di Caravaggio di 5 anni, per alcuni studiosi probabilmente venne influenzata dall’opera di Caravaggio la Canestra “


che il Cardinale Borromeo donò alla Pinacoteca Ambrosiana nel 1607, altri studiosi invece indicano che già nel 1602 Fede  si dedicava a questa rivoluzione artistica e culturale 

Resta comunque il fatto che il Cardinale Borromeo collezionava con passione opere e dipinti fiamminghi e le nature morte.

E' molto probabile che Fede Galizia abbia visitato l’Ambrosiana che sia stata molto colpita dalla Canestra, ma anche da qualche dipinto fiammingo, infatti natura morta con ciliegie, riprende anche le farfalle molto rappresentate dai pittori fiamminghi.


Nel suo catalogo generale su 63 opere 44 sono nature morte. 


In questi ultimi anni le nature morte di Fede Galizia hanno riottenuto il credito internazionale che aveva conquistato quando era in vita recentemente ad un asta  newyorkese la quotazione di una sua opera ha raggiunto quasi i due milioni di euro.

Era una donna schiva e riservata, ottenne commissioni di norma affidate solo agli uomini, ebbe un grande successo, non solo in Italia, molte delle sue opere prima del 1593 raggiunsero la corte imperiale di Rodolfo Id’Asburgo, fu autrice anche di pale d’altare, a Milano “Noli me tangere” presso la chiesa di Santo Stefano oggi conservata alla Pinacoteca di Brera, ma anche a Napoli.

Preferì dedicarsi all’arte, anziché sposarsi, morì nel 1630, in seguito all’epidemia di peste Grande, dichiarò le proprie volontà il 21 giugno 1630 e si ritiene che morì pochi giorni dopo.

Era stata allestita una mostra a Lei dedicata presso la quadreria del castello del Buon Consiglio di Trento, ma in seguito alla Pandemia da COVID 19 è rimandata al prossimo 2021. 









10 commenti:

  1. Enrica, ancora una volta riconosco la tua capacità di saper mettere in evidenza una Donna Artista, forse poco conosciuta ai più, ma soprattutto, fai emergere le difficoltà con le quali dovevano confrontarsi e lottare le Artiste dell’epoca, in quanto Donne. Ancora complimenti e un saluto, ciao.

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  2. Un post molto ben scritto.Brava questa pittrice.Buona domenica Enrica!

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  3. Brava Enrica, vedo che i tuoi scritti spesso drscrivano storie di donne artiste che pur essendo dotate di vera arte, non raggiungono quasi mai il successo che meriterebbero. Ho molo apprezzato l'accostamento alle opere del Caravaggio. Ancora una volta un Grazie di cuore. G

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  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  5. Grazie... Leggo sempre con piacere questi testi molto interessanti e ben scritti Patrizia Vitalucci

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  6. Leggo sempre volentieri i tuoi racconti....imparo così molte cose che non conoscevo...brava Enrica alla prossima ciao Maurizio G.

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  7. ringrazio e mi complimento per l'interessante esposizione chiara e semplice di questa artista sconosciuta ai più artista italiana Stefano

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  8. Ancora un bel argomento, ben approfondito. Brava

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