il filo dei ricordi-racconti

mercoledì 2 giugno 2021


Gaudenzio Ferrari
Nato in provincia di Vercelli, a Valduggia, la data di nascita non è certa, fra 1475 e il 1480.
Le  notizie su Gaudenzio Ferrari sono molto poche , non si sa  dove, e in quale bottega, abbia fatto l’apprendistato.
 Gaudenzio Ferrari, pittore e scultore, destinato a diventare uno degli esponenti che hanno reso importante la storia dell’arte il sedicesimo secolo. 
Intorno alla fine del 1400, gli studiosi lo collocano a Milano, dove lavora per come allievo presso la Fabbrica del Duomo. Nelle sue opere si trovano influenze leonardesche, che più si notano, ma non è certamente indifferente alle influenze del Perugino o di Raffaello, e non solo, grazie agli studi sulle incisioni si avvicina anche alla scuola danubiana, uno dei fondatori di tale movimento fu Albrecht Durer. 
Era dunque un giovane artista che dimostrava di assimilare e integrare diverse discipline. 
Tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500 Gaudenzio Ferrari, ottiene il titolo di Magister, “Maestro delle arti”, intorno al 1507 realizza gli affreschi della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Varallo, sono considerati a tutt’oggi dei capolavori della pittura rinascimentale tra Piemonte e Lombardia, raccontano la Vita e la Passione di Cristo,


venti riquadri,  che hanno la funzione di Bibbia dei poveri, dall’Annunciazione alla Resurrezione di Cristo, 
un racconto pieno di umanità che sarà proprio il metodo con il quale si distinguerà Gaudenzio Ferrari, nella rappresentazione sacra.
Un altro progetto di quel periodo, con cui sarà legato indissolubilmente è il Sacro Monte, a Varallo, sono sue le statue lignee nella Cappella dell’annunciazione,


e nella Cappella di Gesù che sale la scala del Pretorio, in particolare le figure di Cristo e del Manigoldo.



 E’ importante però sapere che prima di effettuare tali opere, Gaudenzio Ferrari, insieme ad Eusebio Ferrari, e forse anche al Bramantino, intraprese un viaggio, nell’Italia centrale, per ammirare le opere del rinascimento, dove rimase affascinato dalla poetica nelle opere del Perugino.
 Gaudenzio Ferrari ha la capacità di far incontrare la pittura con la scultura.
L’opera del Sacro Mote di Varallo è considerata Patrimonio mondiale dell’umanità. Ha realizzato statue dipinte a grandezza naturale riproducendo “il pellegrinaggio in Palestina, o nuova Gerusalemme",


 
La pittura e  le statue nelle sue opere sono un'unione che vive, nei  volti, viene rappresentata l’umanità e il riconoscimento dei personaggi, Gaudenzio Ferrari in questo, ha subito l’influenza di Leonardo.
A Novara ha lavorato ad un polittico nella  Cappella della Natività nella chiesa di San Gaudenzio



 Anche nella chiesa di San Cristoforo a Vercelli, possiamo trovare molte sue opere:
 La Madonna degli aranci.


La Cappella della Maddalena



La Crocefissione



La Cappella della Beata Vergine con
L’Assunzione della Vergine


 e la volta a Grottesche.


 
A Saronno firma il contratto per svolgere  dei lavori nella cupola di Santa Maria dei miracoli, inizia i lavori nel 1535 3  che terminò l'anno successivo, continuò la sua collaborazione, anche negli anni successivi, lavorò principalmente sulle sculture lignee di Dio Padre, della Vergine Assunta, dei profeti e delle sibille. Iniziò anche i tondi sotto la cupola ma non riuscì a terminarli, lavori che  terminò il suo allievo Bernardino Ladino.
Come nel Sacro Monte di Varallo, a Saronno Gaudenzio  Ferrari opera sia come pittore che come scultore;
Se al Sacro Monte di Varallo ha operato più come scultore, a Saronno ha prevalso come pittore, la tecnica dell'affresco gli era assolutamente congeniale, e nel restauro più recente sono state scoperte nei panni degli angeli delle finiture in stucco rivestite di oro zecchino.

Il grande coro angelico che c'è all'interno della cupola è il concerto di angeli più affollato di cui si abbia conoscenza,


 sono presenti strumenti musicali provenienti dal nuovo mondo (America e isole , ma anche strumenti inventati che secondo qualche esperto potrebbero anche suonare, era infatti diffusa tra le arti quella di saper suonare uno strumento.







Quello che distingue Gaudenzio Ferrari è la chiarezza con cui narra la vita di Cristo e tutte  le storie sacre, che sapeva raccontare ai pellegrini con semplicità. 

Anna e Gioacchino conservato a            Brera 
Il suo non è solo un modo di dipingere, è un modo di raccontare sensibile, ha quindi la particolarità di saper accostare tanti tipi di insegnamenti  studiati dai grandi maestri, Leonardo, Raffaello Durer, Perugino e Lorenzo Lotto, senza mettere mai in dubbio la propria indole pittorica. 
Nella chiesa di Santa Maria della passione ha eseguito l'Ultima Cena 
Il genio artistico di Gaudenzio Ferrari si allontana dal modello di rappresentazione classica. E' diversa dall'Ultima Cena di  Leonardo,  un modo inedito, quasi  un gioco, sfruttando uno scorcio prospettico, nel quale lo spettatore si immerge direttamente in  un insieme dinamico ed elegante ,verso il centro dell’opera,
 

dove  è posto Gesù, che ha vicino Giovanni evangelista addormentato sulla sua spalla.
 Attorno a queste due figure, gli altri apostoli si accalcano, con agitazione, Gesù ha appena annunciato che uno di loro lo tradirà, sulla tavola imbandita è posto il pane che verrà benedetto, spezzato, e distribuito agli apostoli, la forma è del pane tipico milanese, "la michetta".

Il vino è bianco e versato in calici, nel 1478 un viticultore di Saluzzo riuscì a vinificare l'uva rossa in vino bianco, da allora Papa Sisto IV, iniziò a  diffondere l'uso del vino bianco nella liturgia, anche per evitare sgradevoli macchie sui paramenti sacri. 
La finestra posta dietro le spalle di Gesù offre una veduta architettonica dando ancor più senso alla prospettiva, e non solo, l'edificio che è dipinto proprio sopra la testa di Gesù  manda un messaggio  religioso, rappresenta la chiesa, inteso  come simbolo di comunità e continuità nel nome di Dio, per i fedeli.  L'inquietudine degli apostoli, è palpabile  mentre i servitori, sono affaccendati nel servire le pietanze. 
I colori smaglianti delle vesti rendono viva l'opera.



13 commenti:

  1. Maria Villa G Enrica che dirti complimenti sei proprio brava

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  2. Bellissimo Enrica, Grazie mille!!! Annamaria

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  3. Bravissima Enrica, Giovanni d'Avanzo

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  4. Hai una gran bella passione Enrica, complimenti

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  5. Sempre brava nei tuoi racconti.... grazie a te imparo tante cose.... Ciao alla prossima Maurizio G.

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  6. Grazie per avermi fatto conoscere questo pitore.Complimenti

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  7. Complimenti Enrica sei il Vasari dei giorni nostri, anzi meglio, dai tuoi racconti emerge tutta la tua bravura e la tua passione. Ottimo lavoro

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  8. Ciao Enrica.. Ho letto con attenzione la tua descrizione sul Ferrari.. Vero che ha avuto dei grandi maestri ma è altrettanto vero che ha lasciato la sua indelebile traccia sulle tante opere che ha realizzato. Ha dato un volto e un'anima alle bellissime statue e io al più presto andrò a scoprire quelle anime.
    Complimenti e ancora grazie per la condivisione Stefano

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  9. Buonasera Enrica i suoi "racconti sono sempre molto interessanti e piacevolmente istruttivi Buona serata Gabriella

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  10. Un giovedì di cultura grazie Enrica Antonino

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  11. Patrizia Vitalucci: Interessante come sempre, grazie Enrica

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  12. I tuoi racconti contornati dalle foto dei dipinti ci raccontano ulteriormente la storia che in modo esaustivo ci hai espresso Roby

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  13. Enrica sai che ammiro la tua genuinità nello scrivere, spontanea ma precisa, sempre ben documentata, non lasci mai niente al caso, perciò i miei complimenti sinceri... e anche questi spontanei, ciao.

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