il filo dei ricordi-racconti

domenica 23 agosto 2015

IL DELTA DEL PO' AGRICOLO

In un'estate dove il caldo soffocante l'ha fatta da padrone, non vedevamo l'ora di andare pochi giorni al mare, per staccare un po' la spina, convinti che ci saremmo crogiolati al sole e rinfrescati con delle belle nuotate, per chi sa nuotare, per me passeggiate in acqua che fanno tanto bene.....
Ho la netta sensazione di essere un po' come il mitico Fantozzi che viene raffigurato con una nuvola sopra la testa.



Il primo giorno poco sole e poco mare, decidiamo di recarci a Chioggia, prendiamo accordi telefonici con una amica che ci fa da guida in questa splendida cittadina, rientriamo in serata. Il giorno successivo lo passiamo in spiaggia, sole e mare, ma come sempre accade la sera stessa riprendono le perturbazioni, un temporale abbastanza sostenuto, il mare in burrasca.
Non possiamo davvero recarci al mare in questa giornata, così ci facciamo un giro, dovevamo andare al parco botanico di Porto Caleri, ma abbiamo sbagliato strada ci siamo trovati nel delta del Po, in mezzo a tanti campi coltivati, i miei ricordi scolastici affiorano, mi torna alla mente che questa zona, fino alla Romagna era definita uno dei granai di Italia.




La pianura padano – veneta è un territorio costruito nei secoli tramite un incessante lavoro di bonifica idraulica. Lo dimostrano le testimonianze di un lavoro che nei secoli si sono tramandati i centurioni romani, i frati benedettini con le prime bonifiche, ele opere di sistemazione idraulica operate dalla Repubblica di Venezia per regolare il deflusso delle acque verso il mare
I detriti trasportati dai fiumi deviavano i corsi di acqua, ostacolavano il deflusso delle acque nel territorio causando frequentemente allagamenti e ristagni delle acque nelle campagne.


L'acqua si imputridiva arrecando gravi danni alla salute degli abitanti. Verso la metà del 1800, si iniziarono a prosciugare e bonificare ampie zone, ampliando i campi di intervento, la bonifica che vuol dire "Fare del buono" non è più una situazione straordinaria ma è ordinaria manutenzione.
I fondi agrari, che noi abbiamo visto, non sono di antica concezione, sono stati infatti concepiti tra la fine del 1800 e il 1900, utilizzando interramenti in parte naturali, creati dai detriti dei fiumi, bonificando sacche paludose innalzando poderosi argini per proteggere il territorio con opere di bonifica meccanica.




Dal Web:
Le grandi estensioni di pascoli umidi sono stati così sostituiti, negli ultimi due secoli, da aree agricole. L'agricoltura, è oggi la principale attività produttiva condotta nelle aree circostanti le zone umide.





Le coltivazioni più importanti sono grano, mais, barbabietole da zucchero, 



girasole,




 soia,


 erba medica, 


sorgo



 e riso



Nei terreni sabbiosi si ritrovano, poi, colture specializzate come pioppeti, frutteti e vigneti.











L’orticoltura è un altro settore molto attivo che si è sviluppato principalmente nella zona di Rosolina, dove circa il 75% delle aziende si dedica alla produzione di colture orticole. Queste zone risultano infatti particolarmente fertili grazie alla forte componente di sabbia dei loro terreni, dovuta ai depositi del fiume Adige, che impedisce al suolo di impregnarsi di salsedine. Non a caso proprio a Rosolina è stato creato nel 1965 il Mercato Ortofrutticolo, un importante punto di riferimento per le aziende del settore per la commercializzazione dei loro prodotti.





Una delle coltivazioni più diffuse nella zona è quella delradicchio rosso, tanto che ogni anno il primo di maggio si tiene la Fiera di San Giuseppe con una mostra-concorso per la miglior qualità di radicchio rosso. Altri prodotti di qualità sono: l’aglio bianco polesano, 



le carote, le cipolle bianche, le patate, i pomodori da conserva e i meloni
.


Il delta del Po è interessantissimo dal punto di vista naturalistico, un triangolo che comprende due Regioni d'Italia, e tre provincie. In Veneto la provincia di Rovigo, definito "delta attivo" per la maggiore portata di acqua che sfocia nel mare, mentre le provincie di Ferrara e Ravenna sono definite "delta storico", perchè prima che il fiume cambiasse il proprio corso, sorgevano su due grandi rami del Po. Sospeso tra terra, acqua, e cielo, è l'unico delta nazionale italiano, un delta enorme considerato una delle zone umide più importanti d'Europa, tanto che, i ministri dei 5 continenti, hanno firmato un trattato dovesi impegnavano a tutelare le zone, gli uccelli migratori, che sono un patrimonio sopranazionale, salvaguardando la fauna di tutti.
Qui la terra si incontra con l'acqua di fiume, di canale, di valle, di mare, acqua che rimane, e acqua che se ne va, portata via da un lavoro instancabile, di uomini e donne che con ostinazione hanno tanto lavorato per poter vivere in salute, ed avere i frutti della terra.


Con il clima estivo , la temperatura nel Delta del Po, è molto alta, sono sorti così molti centri attrezzati sulle spiagge di Rosolina mare, dove noi siamo, Boccasette e Porto barricata.



il filo dei ricordi-racconti: Sargent

il filo dei ricordi-racconti: Sargent:                          Jonn SingerSargent Ho visitato due mostre, la prima a Vicenza, a Verona la seconda . D urante le v...

venerdì 14 agosto 2015

EMILE MUNIER

Il padre di Emile Murnier, faceva il tappezziere, fece frequentare inizialmente le scuole pubbliche ai propri figli, che come Emile, avevano il dono di saper disegnare. Insieme, i fratelli vennero iscritti a corsi di pittura, anatomia, prospettiva, chimica (per la tintura della lana), il fine ultimo era, per la famiglia, quello di diventare artista tappezziere, e contribuire così all'attività famigliare.


Nel 1854, realizzò a pastello uno splendido autoritratto, seppure fosse solamente un adolescente.
Proprio durante un corso di disegno, con il maestro Abel Lucas. Emile si innamorò della figlia, Henriette.
Emile, e la ragazza, si sposarono nel 1861 ed ebbero due figli,


 continuò a lavorare nella bottega del suocero, migliorando le proprie capacità, studiando pittura accademica, per raggiungere competenze specifiche. Traeva ispirazione, proprio osservando i propri figli, trasmettendo sulla tela, il mondo dei bambini, che non è facile rappresentare i movimenti rapidi ed imprevedibili, le espressioni di raccapriccio, di felicità e anche di malizia, gli atteggiamenti particolari di cui molto spesso i bambini, sono autori e soggetto. 


 Emile Munier, li rappresenta in modo preciso, la spontaneità dei bambini, viene rappresentata con bravura impeccabile.


Si riesce a notare la differenza tra il suo stile e quello del rinascimento, dove i bambini sembravano piccole statue messe in posa.




Riusciva con eleganza e abilità a trasmettere la vitalità e la delicatezza degli atteggiamenti dei bambini, mantenendo vivo lo spirito che ogni bambino trasmette a tutti noi.


Ha rifiutato la pittura in "plein air", che gli impressionisti cominciavano a divulgare, per rimanere ancorato allo studio della pittura accademico, con una grandissima sapienza compositiva e tecnica,tanto da creare opere splendide.


Munier, era un appassionato estimatore e studiava le opere di Boucher, e di William Bouguereau. L'assidua frequentazione di Munier con Bouguereau nel tempo, divenne amicizia, il maestro ne divenne il mentore, tanto che.....nel 1860, al giovane Munier, vennero riconosciuti meriti artistici e venne premiato con tre medaglie mentre nel 1869, ottenne un successo di pubblico e di critica esponendo le proprie opere al Salon de Beaux-Arts, ma nel 1871 decise di dedicarsi alla pittura e all'insegnamento della pittura
La frequentazione fra Munier e Bouguereau, continuò assiduamente, il loro rapporto divenne confidenziale e di fiducia , Bouguereau, chiamava l'amico con un soprannome .."Le Sage Munier" ( il saggio Munier), canzonandolo bonariamente in quanto era notoriamente una persona molto seria.


Rimane vedovo molto presto, si risposa poco dopo con Sargine Augrand, conosciuta presso l'atelier di pittura del suocero.
Inizia per Emile Munier un periodo particolarmente felice, trasferitosi al n° 8 di Rue des Beaux Arts, in un palazzo abitato esclusivamente da pittori, fra cui Corot, e Fantin-Latour .
Nel 1874 nasce la terza figlia, a cui dedica la sua opera migliore:
Gattini


Con la famiglia trascorrevano le vacanze estive sulla costa della Normandia,  qui Emile fu molto prolifico, molti sono i disegni e gli acquerelli, raffiguranti scene marine, di barche e pescatori.



 Scoprì nel 1879, l'Ecole de Nancy, in occasione di un viaggio estivo alle Ardenne, conobbe Emile Gallé, iniziò una prolifica collaborazione.



La fonte principale di ispirazione furono i figli, fin dalla loro nascita, continuò a dipingere quadri di genere, fino alla fine della propria vita, mettendo sulla tela l'eleganza e il sentimento
Nel 1882, dipinse la bimba e la bambola,


mentre nel 1885, al Salon de Beaux Arts, espose tre amici, il dipinto rappresenta una bambina mentre gioca sul letto con due cuccioli.





 L'opera ottenne un grande successo divenne il simbolodi manifesti pubblicitari per il sapone Soap Pears.
Con questo lavoro Munier, ottenne riconoscimenti come miglior pittore contemporaneo dell'infanzia e degli animali domestici.
Un collezionista americano acquistò l'opera e Munier divenne famoso anche oltreoceano. 


Tanto che i cogniugi Chapman ne divennero grandi collezionisti delle sue opere che ora si trovano per lo più esposte al museo dell' arte di New Orleans. Non ritrasse solamente bambini, ma anche giovani donne, soggetti religiosi, e mitologici



Nel 1893 espose al al salone di Parigi "Lo Spirito della Cascata, una ninfa nuda (che è molto simile alla Nascita di Venere di Bouguereau), partecipando e ottenendo una medaglia d'oro all'esposizione internazionale di Chicago.
Morì due anni dopo nel 1895, lasciando come eredità, il fascino dell'innocenza dei bambini, trasmessa su di una tela, rimandando immagini senza tempo dove molti di noi si sono identificati




domenica 9 agosto 2015

Sofonisba Anguissola

Guardare un quadro, è una cosa normale lo si fa quotidianamente, perdersi nell'immagine è una cosa ben diversa.. e quello che mi capita, non avendo io una preparazione specifica.
Andar per mostre, molto spesso a tema, dove mi è capitato di trovarmi davanti ad un quadro che non avevo mai visto, del quale non conoscevo l'autore, eppure mi rapisce, mi perdo col pensiero.

SOFONISBA ANGUISSOLA

Sofonisba Anguissola è una delle più mature e prolifiche esponenti della pittura europea del 500.
La pittura rinascimentale, veniva riservata per lo più ad artisti maschili, i pregiudizi morali del periodo, non consentivano per esempio, ad una donna di assistere a lezioni di nudo, per questo motivo, poche sono state le presenze femminili, che sono riuscite a superare diverse limitazioni e ad imporsi nel panorama artistico dell'epoca, raggiungendo una discreta notorietà anche all'estero.


autoritratto

Una delle più importanti fu certamente Sofonisba Anguissola, primogenita di una importante famiglia dell'aristocrazia lombarda.
Grazie alla posizione benestante della sua famiglia, rivevette una educazione di stile umanistico. Il padre, amante dell'arte concesse a Sofonisba, e alle altre figlie, anch'esse ricche di talento, la possibilità di studiare, letteraura, pittura e musica, non furono però contemplati lo studio della matematica, della prospettiva e della tecnica dell'affresco che rimanevano ancora prerogativa di pittori di sesso maschile....
Nata a Cremona nel 1532, la data non è certa, fu inviata dal padre, come apprendista presso il celebre pittore della città Bernardino Ciampi, Sofonisba continuò poi i propri studi, con Bernardino Gatti detto il Sojaro, la prima opera della ragazza fu infatti un ritratto del maestro che era intento a dipingerla nel suo studio, un gioco di specchi tra soggetti, dipinti ed esecutori
Il padre fece molto di più, per consentire alle figlie di ricevere la notorietà che meritavano, contattò i più conosciuti esponenti della pittura di quel tempo, lo testimoniano le lettere indirizzate al grande Michelangelo che sono conservate nella Biblioteca Laurenziana di Firenze.

ritratto di una suora 


Tanto che nel 1554 , Sofonisba, fece un viaggio a Roma, conobbe Michelangelo, il quale si mostrò veramente disponibile nei confronti della giovane apprendista, tanto da consentirgli di studiare i suoi lavori più importanti, e dispensò validissimi consigli sulle tecniche pittoriche.
Sofonisba lo ringraziò regalandogli un piccolo disegno raffigurante un bambino morso da un granchio.


 L'occhio esperto del grande maestro fu favorevolmente impressionato.
Sofonisba si specializza per lo più nei ritratti della propria famiglia, 

autoritratto alla spinetta

introducendo delle novità, elementi che trasformavano il ritratto, in pittura di genere, ritrae con naturalità le sorelle, con i colori vivi, con volti straordinariamente somiglianti, dipingendo con minuzia i particolari alcuni oggetti, un libro aperto,un guanto un gioiello, che raccontano anche la storia del soggetto raffigurato.

ritratto di famiglia 

Nel ritratto "La partita a Scacchi" ritrae le sorelle Lucia , Europa e Minerva,  intente ad un amichevole gioco in giardino, fa trasparire la tenerezza e la vitalità della sua famiglia.


Le prime due, Europa e Lucia, esercitarono la professione artistica per qualche tempo, mentre Minerva divenne un’apprezzata latinista, un ulteriore apprezzamento della mentalità aperta del padre Amilcare.

ritratto di dama la madre   (Bianca Ponzoni Anguissola), 1557. Berlino, 

meriti sui lavori di Sofonisba son documentati:
Annibal Caro in una lettera del 14 luglio 1556 scrisse
«le cose sue son da principi» .
Nel 1566 il Vasari in persona, (il miglio critico del periodo, dopo aver visto i ritratti della famiglia in casa Anguissola decretò che fossero:
«tanto ben fatti che pare che spirino e siano vivissimi»
fonte web

la sorella Lucia 


Dopo aver acquisito notorietà nel Cremonese, si trasferisce a Milano, grazie alle raccomandazioni del padre, e alle sue capacità,
viene riconosciuta e apprezzata dalle più grandi corte europee.

arciduchessa Johanna von Austria 

Riuscì ad entrare nel prestigioso circolo artistico, del Duca d'Alba, il quale la raccomandò al re spagnolo Filippo II, che la invitò alla sua corte come dama di compagnia della moglie, Elisabetta di Valois.

Isabella de Valois

Tra le due donne si instaurò un rapporto talmente buono, che la regina, anch'essa pittrice dilettante, decise di farsi impartire delle lezioni.
Sofonisba, oltre a dama di corte, divenne anche la ritrattista di corte, realizzando moltissimi ritratti per la corte spagnola, inclusi quelli della principessa Juana e dell'infante Don Carlos,


 aveva il dono di catturare, e mettere sulla tela le caratteristiche fisiche e psicologiche di ogni personaggio, con vivacità, raggiungendo livelli di tecnica altissimi, gli sfarzosi guardaroba regali, venivano riprodotti con dettami elaborati e finissimi.


I ritratti che eseguì della regina Isabella di Valois prima e dell’imperatore Filippo II poi, oggi sono entrambi al Prado di Madrid;

Il sovrano fu così impressionato, dalla somiglianza di entrambi i ritratti, da premiare la pittrice con una rendita annua di 200 scudi. Col tempo però Sofonisba seppe farsi apprezzare non solo per il talento artistico, ma anche per le doti umane, quelle doti che la spinsero a restare alla corte, anche dopo la morte della regina Isabella, per prendersi cura delle due figlie di lei.


Elisabetta di Spagna 

Lavorò a stretto contatto con Alonzo Sanchez Coello, esponente importante del Rinascimento Spagnolo, tanto che generare alcune confusioni, sull'attribuzione di alcune opere, Un caso su tutti, il ritratto di Filippo II esposto al museo del Prado era stato considerato un'opera del Coello, mentre gli studi recenti hanno smontato questa tesi attribuendo l'opera ad Sofonisba Anguissola.
Con il benestare della corte, contrasse matrimonio con il nobile Francisco de Moncada, figlio del principe di Paternò, e vicerè di Sicilia , la coppia visse felicemente tra la Spagna e la Sicilia , frequentando anche il movimentato ambiente culturale siciliano, il matrimonio durò solo cinque anni, a causa della tragica ed improvvisa morte di Fabrizio, in onore del marito, Sofonisba dipinse, come attesta un atto notarile del 1579, una pala d’altare per la chiesa dell’Annunziata di Paternò, raffigurante la Madonna dell’Itria, cui il casato dei Moncada era molto devoto, con la Vergine col Bambino sopra una grande bara.
Rimasta vedova si trasferisce di nuovo a Cremona, durante il viaggio conosce Orazio Lomellino, e contro il parere dei suoi famigliari, si sposò a Pisa, nel 1580, si trasferirono nella città natale del marito, Genova, dove creò una scuola di pittura continuò la sua opera di ritrattistica per le famiglie più facoltose e conosciute ricevendo i numerosi artisti da tutta Europa.

Ritornò a Palermo intorno al 1620, pur avendo un'età avanzata, la lucidità mentale le ha consentito di continuare a dipingere, fino a che i problemi alla vista la resero cieca.
Antony Van Dick, la andò a trovare, il fiammingo la ritrasse in parecchi ritratti personali


ritratto di Sofonisba fatto da Van Dick

 oltre ad una numerosa serie di schizzi, di lei disse:
«ho ricevuto maggiori lumi da una donna cieca che dallo studiare le opere dei più insigni maestri».
Fonte web

Morì pochi anni dopo e nel centenario della sua nascita il marito appose sulla lapide della tomba una iscrizione lodandone la personalità brillante e i meriti artistici.
Fu sepolta a Palermo nella chiesa di S. Giorgio.
Sofonisba non fu mai pagata in contanti, a differenza dei suoi colleghi maschi, ma solo con doni o rendite, mentre sono documentati i pagamenti che per lei ricevettero prima il padre Amilcare e poi il fratello Asdrubale.
Oggi i ritratti di Sofonisba Anguissola, sono esposti nei maggiori musei del Mondo:



dal Prado di Madrid, agli Uffizi di Firenzecon il suo stile, ha influenzato parecchi esponenti del mondo dell'arte,   le sue opere furono studiate attentamente, anche da Peter Paul Rubens , che ne copiò le particolarità cromatiche e formali. Ebbe un ruolo di rompighiaccio, per le donne  in un ambiente difficile come quello delle arti figurative, il suo impegno è importante e fu rilevante, per portare alla ribalta  in periodi diversi, eccellenti pittrici come Lavinia FontanaFede Galizia, e Barbara Longhi, spianando la strada ad un’ulteriore partecipazione femminile nel mondo dell’arte.