In Val di Cembra, sulle montagne del Trentino, troviamo un gioiello della natura unico nel suo genere.
Sto parlando delle piramidi di terra di Segonzano, formazioni che arrivano ad un'altezza di venti metri, e che spesso presentano una pietra che funge da cappello, generalmente , raggruppate a “canne d'organo”.
Sono i cosiddetti "omeni di Segonzano", piramidi e colonne di terra formate dall'erosione delle acque.
Troviamo il parcheggio e il centro visitatori, con la biglietteria.
Da qui parte il sentiero segnalato che permette di visitare i vari gruppi delle piramidi di terra situati sul versante della montagna.
Il primo gruppo è abbastanza vicino, circa 20 minuti, poi ci si immerge nel bosco, bisogna armarsi di pazienza ci aspetta una scarpinata in salita.
Numerosi sono i cartelli descrittivi lungo il sentiero.
Nel corso dei millenni, i movimenti del ghiaccio, hanno causato il decadimento delle creste e la decadenza sui fianchi della montagna, mentre a valle l’azione erosiva dell’acqua ha poi dato origine alla formazione di incisioni profonde e vallette parallele.
Le gocce di pioggia, cadendo sul terreno, smuovono le diverse particelle, che esercitano l'erosione che aumenta con la pendenza.
Ma la natura, ha mille risorse, e grazie alla copertura vegetale, il terreno non viene asportato, modera l'erosione dell'acqua, con le radici, il muschio, le foglie, che riescono a trattenere la terra in modo efficace.
La forma classica è quella di un tronco a cono sormontato da un masso, definito Cappello..
Ha una grande importanza sulle piramidi, la presenza del "Cappello", perchè protegge la piramide, la forma più adeguata del "Cappello" è quella di un lastrone squadrato inclinato verso la valle, come un tetto che le preserva.
La perdita del masso, lascia la piramide con una forma appuntita, queste, sono in genere, di minore altezza, senza alcuna protezione dagli agenti atmosferici, che nel corso del tempo ne determinano, il disfacimento.
Nel 1976 con il violento terremoto del Friuli, che è stato avvertito anche a Segonzano, molte piramidi persero il loro cappello, mentre altre, più alte e più snelle resistettero, vacillando, ma non accusarono danni...
Anche l'uomo ha contribuito a danneggiare, quello che la natura ha creato, si narra che durante la Grande Guerra, una batteria di cannoni si esercitasse ai tiri, sparando a molti blocchi di copertura, causandone così nel tempo l'estinzione.
Una piramide, situata nel II gruppo ha un cappello veramente notevole del peso valutato in circa 100 quintali.
E' possibile fermarsi per un po' e godere del paesaggio, sulle panchine che si trovano durante il percorso.
Nel 1959 si fotografò la zona, che vennero confrontti con documenti fotografici risalenti probabilmente alla fin del 1900, in poco più di 60 anni molte piramidi sono scomparse la più antica documentazione è quella del pittore Albrecht Durer.
Il pittore, forse a causa di una piena del fiume Adige, dovette deviare il suo percorso per raggiungere Venezia, e raggiunse così Faver, il Castello di Segonzano e le piramidi.
Dedica così alla Valle di Cembra tre opere:
Paesaggio alpino con al centro il Dosso di Segonzano: in alto a destra le piramidi, a sinistra le pendici dei Monti di Sover,e sullo sfondo le montagne di Fiemme
"Castello alpino " ...un'immagine del Castello di Segonzano a fine 400
ma paradossalmete il più conosciuto acquarello rimane :
" Castello in rovina sulla rupe"
Non si conosce un' altro luogo in Europa, che possa vantare ben sette acquerelli così antichi e sicuramente ambientati sul posto come quelli dipinti da Dürer in Trentino, e tre di questi sono dedicati alla valle di Cembra.