il filo dei ricordi-racconti

mercoledì 21 maggio 2014

LA DOMENICA POMERIGGIO NEI MONTI DIETRO CASA



La domenica pomeriggio sui monti dietro casa.

E domenica mattina, il telefonino squilla io sono in piedi ma non sono ancora completamente sveglia.
"pronto"!
- "Ciao sono io, se il tempo tiene, oggi pomeriggio ci troviamo alle due e andiamo a fare un giro..."
Rispondo:
"l'importante è che non si debbano spendere soldi, sono tirata come una corda di violino "
-"Non ti preoccupare"- risponde
Così prima delle quattordici, passa a prendermi e ci avviamo.
Zaino in spalla e scarpe da ginnastica  ci avviamo  a piedi sopra i monti dei nostri paesi.
Mentre arranco per la salita, ogni tanto mi devo fermare, mi manca il respiro, chiacchieriamo di tante cose, siamo tre persone diverse in tutto e per tutto.
Ognuno espone i propri pensieri e raccontiamo aneddoti.
Incontriamo gente che sale e che scende da questo percorso, siamo sui sentieri segnalati dal " Parco Spina Verde di Como.


  
Io continuo ad arrancare...
ogni tanto mi devo proprio fermare, un sasso, un tronco d'albero diventano la mia sedia momentanea.


Le viole selvatiche, crescono spontanee sulle rive in mezzo all'erba, in un punto troviamo anche le fragoline di bosco, e poi finalmente un po di ombra, entriamo veramente nel bosco, e continuiamo a salire, piante di mughetto,




ormai sfioriti fanno bella mostra, piante segnate di rosso probabilmente la forestale le ha contrassegnate, e le piante di mirtilli, si sentono diversi suoni e versi di uccelli.
Dobbiamo raggiungere il Monte Sasso.


                              panorama su Cavallasca 
Dal web
Il Monte Sasso(detto anche Sasso di Cavallasca), è una collina situata nei pressi del confine italo-svizzero. Si trova sopra Cavallasca, un paesino a pochi chilometri da Como e, con la misura di 618 m s.l.m., è la cima più alta fra quelle appartenenti al Parco della Spina Verde. Il monte è ricco di natura, arte e storia e, dalla sua sommità, si godono sempre spettacolari panorami.


                           Panorama sul lago di Como

Una delle maggiori attrazioni del Sasso di Cavallasca sono le trincee. Infatti l'area è ricca di fortificazioni costruite nell'ambito della Frontiera Nord, il sistema difensivo popolarmente noto come Linea Cadorna, realizzato per difendere il territorio della Pianura Padana nel caso di un’invasione da parte degli imperi centrali (Austria e Germania) attraverso la neutrale Svizzera.

trincea interrata 

Dopo la fine della guerra, il sistema difensivo venne abbandonato.
I resti delle trincee sono ai giorni nostri visitabili e sono una delle mete preferite, dai visitatori per la presenza numerosa e interessante delle strutture, si possono vedere trincee scoperte, gallerie ricoveri e depositi in caverna per materiali e viveri,



 stanze, cunicoli scavati nella roccia, postazioni di avvistamento targhe del genio militare, abbeveratoi,



 e postazioni per fucilieri e mitragliatrici.




Non abbiamo pensato di portare con noi una pila, e non abbiamo potuto visitare queste gallerie,



 lo faremo sicuramente un'altra volta, Questi sentieri erano percorsi dai contrabbandieri e dai finanzieri essendo questa una zona di confine. 

Quando io ero una ragazzina, su questo monte,si faceva una festa.

LA FESTA DEL PIN UMBRELA, (la festa del pino ad ombrello) che altri non è che un pino marittimo, facevano tanti giochi, corsa nei sacchi, tiro alla pentolaccia, tiro alla fune, ma io non ho mai potuto partecipare, il mio papà categoricamente lo proibiva....

Ora la festa non la fanno più, è rimasto solamente il pino, o meglio uno pino nuovo a sostituito quello vecchio, e il panorama bellissimo su Como.

Le foto di rito dal balcone panoramico e poi riscendiamo, l'altare degli alpini in mezzo a tante rose selvatiche, 



uno spiazzo pulito, probabilmente qualche alpino viene a fare manutenzione. C'è anche la "scala del Paradiso" che merita una particolare attenzione, è il cammino di ronda della Guardie di finanza, costruito agli inizi del secolo, un percorso che seguendo la rete di confine, va da Ponte Chiasso fin quasi in vetta, per agevolarne il controllo, sono quasi 1000 gradini. 



Ogni sentiero, ad ogni bivio è ben indicato e facilmente percorribile,sia a piedi che a cavallo, e sopratutto in bicicletta.




Mentre scendiamo mi rendo conto che c'è più gente nel bosco che nella piazza del paese.
Chi fa sport in bicicletta, chi a piedi, chi una passeggiata col cane, diverse coppiette, tante famiglie con bambini piccoli, e noi ...




Sarà la voglia di fuggire dal traffico, sarà la voglia di stare nella natura, sarà che la crisi ci costringe ad accontentarci, ma nei nostri boschi ci sono diverse persone.
Abbiamo camminato per circa tre ore, torniamo  ognuno alla propria dimora.
Un'altra domenica, diversa forse di crisi, ma comunque bella....
ho finalmente visto il famoso "pin umbrela"  dopo 53 anni.





giovedì 15 maggio 2014

vienna

VIENNA 

Mentre passeggiavo con il mio nipotino, sul lungo lago a Como, ho notato un volantino,  fuori da un'agenzia viaggi, Tour di Vienna.
Qualche giorno dopo mi iscrivevo, con mia sorella e alcune sue amiche, per il ponte del 25 aprile successivo partivamo.
Mentre la nostra accompagnatrice, ci spiegava come si sarebbero svolte le nostre giornate cominciavamo a conoscere gli altri partecipanti al viaggio. Giunti a Vienna le giornate erano davvero piene, ma con un'organizzazione di tutto rispetto.


Vienna è la capitale dell'Austria, una delle città più famose del mondo. E' al centro di una efficiente rete di comunicazione, una città commerciale,industriale e con un crescendo finanziario che la rende molto importante per l'economia austriaca.
Ha un ruolo importante ai giorni nostri, ma per cinque secoli il suo ruolo fu importantissimo nella storia d'Europa.
Fu assediata molte volte, dagli eserciti dell'impero turco-ottomano, e dai nemici dell'impero degli Asburgo, ma non ha mai ceduto.
Situata sulla riva destra del Danubio, ai piedi delle colline del Wienerwald, i monumenti, e palazzi ci raccontano il suo passato di capitale imperiale , ma è stata anche uno dei centri più importanti dove arte e cultura, si svilupparono.


Nacque come campo fortificato romano, crebbe nei e secoli e divenne la capitale di uno dei più importanti imperi europei.
Ebbe un calo con il crollo dell'impero-austroungarico e della Germania hitleriana dopo la seconda guerra mondiale.
Del periodo di maggior splendore, tra il XVII e il XIX secolo rimane la testimonianza di un'architettura barocca.
Considerata anche la capitale della musica, Mozart suonò per l'imperatrice a soli sei anni, ma a Vienna risiedettero e lavorarono Strauss, Brahms, Schubert, e Beethoven.

                           
Molti i monumenti, La cattedrale di Santo Stefano, è l'edificio gotico più importante d'Austria, contiene una serie di tesori artistici ma il tempo a disposizione per la vista è veramente breve,

Le fondamenta dell'edificio risalgono all'inizio del XII secolo d.C., ma lo stile gotico della cattedrale è il risultato di molteplici ampliamenti e rifacimenti effettuati tra il XIV e il XVI secolo. 
L'interno e in stile barocco.


Il teatro reale dell'Opera, uno dei più prestigiosi palazzi e simbolo della tradizione Austriaca nei confronti della musica.


La residenza reale, ora chiamata palazzo Hofburg, era la residenza della corte austriaca, prima del XVIII secolo,era la residenza dei sovrani del Sacro Romano Impero, è un insieme di edifici, molti dei quali sono stati trasformati in musei, altre in sale da concerto.



Il castello del Belvedere, è uno dei maggiori capolavori europei di architettura barocca.
Fu edificato alla fine del XVII secolo,famoso per i suoi giardini "francesi" impreziositi da fontane e  giochi d'acqua, oggi ospita
una galleria di arte moderna.



Il Municipio, è un palazzo neogotico costruito tra il 1872 e il 1883, sovrastato da una torre centrale alta 103 metri. Fu progettato dall'architetto tedesco Friedrich Schmidt e fa parte degli edifici costruiti lungo la Ringstraße, un anello di viali lungo 4 km che circonda il centro di Vienna.



Il Museo di Storia dell'arte è uno dei più grandi e antichi d'Europa. Conserva opere di Raffaello, Durer, Velazquez, Brughel il Vecchio, Vermeer e molti altri.
Sono riuscita a visitarlo, facendo più di due ore di fila, tanti erano i turisti che si affollavano.



la Biblioteca Nazionale ricca di manoscritti e spartiti di opere musicali.



la città è ricca di parchi dove i Viennesi vanno a riposare oppure a fare footing durante la pausa pranzo dal lavoro.


Il Prater è un parco di divertimenti attrattiva e caratteristica della città.




Nei momenti liberi che ci permettevano per qualche ora di uscire dal percorso stabilito, mia sorella ha visitato il museo di Sissi, io ho visitato la scuola di addestramento dei cavalli Lipizani.



dal web:
Scuola Invernale di Equitazione della Hofburg (Winterreitschule der Hofburg), nel maneggio che un tempo era ad uso esclusivo della famiglia imperiale, si svolge l'addestramento dei celebri cavalli spagnoli. Durante la sessione mattutina si tengono le sedute di allenamento con i "preparatori" per una perfetta esecuzione nel corso dell'esibizione serale. Un tempo questi cavalli erano i destrieri di gala di tutte le case regnanti, protagonisti di parate, tornei ed esercitazioni militari a corte. Tuttavia, solo a Vienna la forma di equitazione dei cavalli Lipizzani è sopravvissuta fino ai giorni nostri.
Devo dire che non mi sono pentita della scelta, ma ho perso una parte museale che riguardava gli appartamenti imperiali,




 dagli arredi fedeli agli originali, il Museo delle argenterie di corte.



Si tornava in albergo stanchi ma con gli occhi pieni di immagini
Una sera, abbiamo cenato in un ristorante che gira e ci ha fatto vedere Vienna dall'alto illuminata, piccolo particolare proprio nell'ultimo viaggio l' ascensore si è bloccato, e io ero dentro....



Nel parco del Danubio, a 10 minuti dal centro di Vienna (la fermata della metropolitana più vicina è Alte Donau), si erge una strana torre che così a prima vista può far pensare a una stazione radio, ed in effetti alla sommità si trova una stazione radio privata, e la sede di diversi servizi di radiotrasmissione.



Ma la Torre sul Danubio è questo e molto, molto altro...



E' un punto panoramico e ristorante girevole, è uno degli edifici più alti della città, ha un'altezza di 252 metri per giungere alla torre mentre la piattaforma panoramica, è posta a metri 150 mt con due ascensori che accompagnano i turisti in alto in soli 35 secondi, (quando non si bloccano), la stessa piattaforma d'estate viene usata per fare Bungee jumping
i ristoranti girevoli sono due uno a metri 160 e l'altro a 170 metri la vista della città è impagabile, e non ci si rende conto di girare è veramente piacevole mangiare e vedere ogni angolo della città.
Situata a un passo dalla Città ONU (il complesso di edifici delle Nazioni Unite) proprio all'interno del Donaupark istituito nel 1964 , è circondata da numerosi percorsi ciclabili, piste di pattinaggio, caffè e altre attrezzature.
I giorni passavano velocemente ma siamo stati anche a Baden Baden , che era il centro termale preferito dell'imperatore





dal web:
Nel 1480 Baden fu eretta al grado di città.
Sotto l'imperatore Francesco II, che per decenni vi passò l'estate, insieme con personalità della politica e dell'industria, Baden si sviluppò rapidamente, in modo da attingere sotto Francesco Giuseppe fama europea. Durante la guerra mondiale vi risiedette lo stato maggiore austriaco con l'imperatore Carlo I.
Già i romani conoscevano infatti gli effetti benefici delle calde acque sorgive e il primo bagno termale venne realizzato nel 69 d.C. Le dodici sorgenti di acqua termale stupiscono ancora oggi per l'elevato potere curativo: l'acqua che sgorga da una profondità di 2000 m contiene numerosi minerali, come litio, cesio, acido silicico, acido borico, manganese, magnesio e tracce di cobalto, zinco e rame. Gli ospiti curano con l'acqua disturbi cardiaci, circolatori, reumatici e delle articolazioni, ma anche metabolici e delle vie respiratorie. Già nel periodo della Belle Époque Baden-Baden era nota in tutto il mondo come principale centro di villeggiatura estivo in Europa. E ancora oggi gode di un grande favore internazionale. Le acque termali vengono utilizzate per bere, per bagni termali e terapie inalatorie.
La città è attualmente formata dalla parte antica, di origine prevalentemente agricola, a vie strette e tortuose, a sinistra del torrente Schwechat, mentre la nuova città giardino (Weikersdorf), sempre a sinistra del torrente, ha magnifici parchi, una ricca serie di ville e di giardini, sontuosi stabilimenti balneari e teatri.



Ci siamo poi recati a Mayerling, dove in un casotto di caccia, l'arciduca d'Austria Principe ereditario d'Austria, Ungheria e Boemia , figlio ed erede dell'imperatore Francesco Giuseppe e dell'imperatrice Elisabetta (detta Sissi)
Il 30 gennaio 1889, 125 anni fa, fu trovato morto con la sua amante Maria Vetsera, fu uno dei più importanti casi di cronaca, tutti i giornali d'Europa del tempo ne parlarono, ipotizzando complotti e omicidi. Ora è un convento di suore di clausura.







Per l'ultimo giorno la visita ci ha riservato la residenza estiva di 
Schönbrunn
Il castello di Schönbrunn è stato la residenza della famiglia imperiale asburgica nel XIX e XX secolo. A differenza del complesso dell'Hofburg, il castello di Schönbrunn si trova lontano dal centro di Vienna. Oggi è un museo che, con i suoi immensi giardini, attrae ogni anno milioni di turisti.





Vicenza La bomboniera


Vicenza: la bomboniera


Che Vicenza sia una bomboniera, è cosa ormai risaputa, è come aprire una scatoletta di finissima porcellana, e trovarci dentro un'infinità di cose belle.
Avere la fortuna di trovare degli amici, che ti ospitano e ti ricevono con piacere, proprio in questa città, è moltissimo per me.
Volevo visitare la mostra di Monet, ma per tutta una serie di motivi rischiavo di perderla, poi i miei amici, mi hanno invitato e fatto da cicerone, per questo scrigno che ancora mi riserva e mi riserverà delle sorprese.


Al Palazzo Chiericati, che dopo tre anni di restauro, ha riaperto la parte più prestigiosa del complesso museale, è visitabile solo un'ala, mentre continuano i lavori nelle altre ale del palazzo.


Nei piano nobili si possono ammirare le due sale, sono in bella mostra ritratti dell'aristocrazia vicentina del 500, le famiglie Porto, Gualdo e Valmarana, e la poetessa Maddalena Campiglia.
 Nella sala della memoria antica si possono trovare placchette, monete, sculture, mentre le figure mitoligiche donate nel corso del 1800


fanno bella figura nel salone d'onore, e altre stanze che concludono il primo percorso sono dedicate alla pittura religiosa, nature morte e paesaggi. 
 Proprio nelle stanze dei sottotetti ho trovato l'ennesima donazione del marchese Giuseppe Roi, una raccolta personale d'arte che partiva dal secoloXV fino al XX.



Il marchese Roi, è mancato nel 2009, aveva una villa, ereditata dal bis-nonno, Antonio Fogazzaro,  Sul lago Ceresio, in terra Italiana, che in questo luogo scrisse il romanzo "Piccolo Mondo Antico".
Sulle sponde del lago Ceresio, sorge questa bellissima villa, che ho recentemente visitato, proprio perchè il Marchese Roi alla sua morte l'ha donata al FAI, Fondo Ambiente Italiano.
Vicenza era la sua città Natale, ma trascorreva molte estati anche a Oria Valsdolda.
 Una vita tra Vicenza e il Piccolo mondo antico, proprio come il Fogazzaro, del quale era discendente. . .


Il marchese Roi soprattutto è stato grande fautore della candidatura di Vicenza e delle ville palladiane ad essere riconosciute come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
 Vicenza, nel 1985, gli ha conferito la Medaglia d'oro per la sua costante e instancabile opera a favore della cultura e del patrimonio artistico.
Ci siamo poi diretti alla chiesa di San Lorenzo

Tempio di San Lorenzo


Il tempio di San Lorenzo venne eretto tra il 1280 e il 1300 dai frati Francescani minori a ridosso delle prime mura cittadine. Sul luogo della preesistente cappella di San Lorenzo, i Francescani eressero anche il proprio convento, soppresso dagli ordini napoleonici.


La chiesa a tre navate rappresenta, insieme a Santa Corona, uno dei più insigni monumenti del gotico sacro vicentino che raggiunge la più alta espressione nella realizzazione del portale, opera del 1344 di Andriolo de Santi.


 Nella lunetta del portale sono rappresentati la Madonna col Bambino, san Francesco, san Lorenzo e il committente Pietro da Marano.
All'interno trovano dimora i numerosi monumenti funebri di illustri personaggi vicentini.
Nel transetto destro spicca l'altare della nobile famiglia dei Pojana.
Si possono ammirare affreschi di Benedetto Montagna, opere di Francesco Pittoni, di Giovanni Antonio Fumiani e di Giulio Carpioni e un gruppo scultoreo di Antonino da Venezia raffigurante la Vergine tra i santi Pietro e Paolo.
Una tela di Alessandro Maganza, "La comunione di san Bonaventura", e lo splendido polittico "Dormitio Virginis" di Paolo Veneziano (1333) ora sono conservati presso la Pinacoteca di palazzo Chiericati.
L'attiguo chiostro rinascimentale ha parti riferibili ad una costruzione più antica e una vera a pozzo del XIV secolo.


Ancor oggi la chiesa presenta, addossati alle pareti laterali, i confessionali dove i Padri Conventuali accolgono quotidianamente i fedeli che si accostano al sacramento.
Purtroppo il tempo è poco favorevole non smette di piovere, ma noi continuiamo la nostra visita,
Nel frattempo ci troviamo in Pazza Duomo, la Cattedrale, è un edificio imponente dall'esterno, ricostruito varie volte e recentemente durante i lavori di restauro sono state trovate le fondamenta di edifici sacri preesistenti, la facciata in marmo,


 la cupola progettata dal Palladio, seppur contiene parecchie opere importanti, l'impatto entrando, l'impressione è di semplicità, (questo è quel che ho sentito io).


Diversi palazzi circondano la piazza del Duomo, Il vescovado e il museo Diocesiano, altri monumenti e palazzi che non abbiamo visto circondano questa piazza.
Si è fatta ormai ora di Pranzo, mentre il cielo sfoga tutta la sua rabbia e non smette di piovere un solo secondo.
Siamo andati pranzo, verso le 14 alla mostra allestita alla Basilica Palladiana, terminata la nostra visita guidata, ci siamo recati nella chiesa di Santa Corona, di stile romanico-ogivale

Dal Web :
La Chiesa di S. Corona:
La chiesa, di fondazione domenicana, fu iniziata nel 1261 per accogliervi la reliquia della Sacra Spina, donata da Luigi IX, re di Francia, al vescovo di Vicenza, Beato Bartolomeo da Breganze.


L’interno gotico, con presbiterio realizzato da Lorenzo da Bologna nella seconda metà del XV secolo, ospita numerose e importanti opere pittoriche e scultoree.


Tra queste, il capolavoro di Giovanni Bellini “Il Battesimo di Cristo”, collocato sull’altare Garzadori, opera attribuita a Rocco da Vicenza e l’”Adorazione dei Magi” di Paolo Veronese.


 Inoltre  la “Madonna delle stelle” di Lorenzo Veneziano e Marcello Fogolino, la grande pala della "Maddalena e Santi" di Bartolomeo Montagna, la “Madonna con Bambino e Santi” di Giambattista Pittoni.
 Nell’abside della chiesa, il notevole coro ligneo, intagliato e intarsiato, opera di Pier Antonio dell’Abate.


 Tra le decorazioni più antiche, gli affreschi di Michelino da Besozzo della Cappella Thiene,


dei primi anni del Quattrocento, importante testimonianza del più aggiornato gotico internazionale.
Siamo ritornati nel cuore della città, abbiamo visitato il Palazzo Vescovile, abitazione del vescovo e sede del museo Diocesiano, un palazzo antico a pochi metri dal Duomo


Il Palazzo Vescovile è un grande e storico palazzo che nel corso dei secoli ha subito tantissime variazioni, con la seconda guerra Mondiale, in seguito ai bombardamenti angloamericani, ha subito parecchi danni, le parti di questo palazzo raccontano tanti stili che si sono succeduti nelle varie ristrutturazioni e rifacimenti nel corso dei secoli ha diversi stemmi che ricordano i vescovi che si sono succeduti, nella facciata, troviamo lo stemma di Giuseppe Maria Peruzzi, vescovo di Vicenza ai primi dell'ottocento, sul lato meridionale, questa è la zona più colpita dai bombardamenti,ma fu ricostruita dal 1947 al 1952, venne aggiunta la costruzione dell'attico che contiene lo stemma di un'altro vescovo: Carlo Zinato.


Di interesse storico è il lato quattrocentesco del palazzo costeggia il primo tratto di contrà vescovado, lo stemma del Vescovo Zeno è inserito tra la quarta e la quinta finestra del primo piano, le finestre di questa parte sono diverse tra loro, due sono in stile gotico, altre rispecchiano lo stile vicentino del quattrocento mentre altre due sono del seicento.

 Il vescovo Zeno fece costruire anche la loggia colpita gravemente dai bombardamenti, in seguito molto ben restaurata, ha il tipico gusto lombardo del quattrocento ed è attribuita a Bernardino da Como.

Il cortile ben sistemato ha un pozzo risalente al 400.
Il museo Diocesiano contiene molte opere di importante fattura, preziose e che documentano il percorso della storia, nella cultura della Chiesa vicentina, ma ospita anche il gioiello della città, nel 2010 grazie alle donazioni dei cittadini di Vicenza sono stati raccolti 65 Kg di argento, indetto un concorso per la riproduzione del gioiello, partendo dall'immagine della Pianta angelica.


Il gioiello della città originale fu rubato da Napoleone e perduto ora la città ha una fedele riproduzione consegnata nel 2013.
Sempre nell'anno 2010 si è composto il comitato della Rua, che ha fatto ripartire un'altra antica tradizione.
 Dal Web:

La Rua

Storia della rua

La Rua era la giostra che per sei secoli, dal 1444, ha simboleggiato la città di Vicenza in occasione della festività del Corpus Domini, tradizionalmente considerata come l'appuntamento popolare che ha infervorato gli animi dei cittadini, i quali hanno riconosciuto in essa un simbolo di unità. Nel 1928, sotto una pioggia battente, la Rua compì il suo ultimo giro, di cui rimane un annebbiato filmato dell'Istituto Luce.
Con i bombardamenti della seconda guerra mondiale si perdette anche il macchinario. Foto, locandine, ricordi e soprattutto le pubblicazioni di Walter e Antonio Stefani conservarono però la memoria di questo grande simbolo.


Nel corso dei secoli la connotazione religiosa della torre, il cui nome fa riferimento alla ruota per i bambini montata al centro e simbolo dell'antico ordine dei notai, è divenuto un elemento di riconoscibilità civica, che ha accompagnato i momenti storici più salienti e le personalità più illustri di passaggio a Vicenza.
Oltre alla Rua, Vicenza aveva un suo palio, come Siena o Asti, che accompagnava il Giro con una partecipazione davvero straordinaria di persone e mezzi.


Nel mese di settembre viene rievocata questa antica tradizione sfilando per il centro di Vicenza.
Si, è fatta sera, piove ancora, con i miei amici ritorniamo all'auto. Ma la nostra giornata non è terminata i nostri amici ci hanno offerto la cena in un tipico ristorante vicentino, qui ci hanno raggiunto altri amici, dove abbiamo mangiato la specialità della casa, "il baccalà alla vicentina" con la polenta.


Che giornata!!!! Arte, cultura e buona cucina, domani ci aspetta il santuario del Monte Berico.



Ci siamo alzati con un po' di stanchezza, ieri abbiamo camminato veramente tanto, il tempo oggi è clemente.
Il santuario della Madonna di Monte Berico, è una chiesa imponente situata in un luogo suggestivo, la vista su Vicenza è spettacolare, l'interno del Santuario è ricco di storia e tradizione,
lo svolgimento della funzione religiosa del mattino non ci ha concesso di visitare come avrei voluto, resta comunque un luogo che per i credenti è simbolo di devozione, contiene opere importanti del Palladio importante del Veronese.



Le origini del Santuario di Monte Berico sono legate alle due apparizioni della Madonna a Vincenza Pasini, una donna che portava cibo al marito che lavorava sul colle: la prima del 7 marzo del 1426, la seconda del 1 agosto 1428.



 La Madonna prometteva la fine della peste e chiedeva che in quel luogo le fosse dedicata una chiesa. Così nel 1428, in pochi mesi, sorse la prima chiesetta tardogotica e un piccolo cenobio per ospitare una comunità religiosa dedita all'accoglienza dei pellegrini.
Il progettista della prima chiesa è sconosciuto, lo stile gotico nei secoli si incorpora con il barocco che è stato adottato nei successivi ampliamenti.
Per favorire la salita "a monte", dal centro della città si snodano settecento metri di portici, con 150 archi, uno per ogni ave Maria, inoltre, ogni 10 archi è stato inserito un ripiano, per un totale di quindici ripiani, sulle cui pareti si trovano affreschi a seconda dei misteri del rosario che si sta contemplando.



La strada più antica per raggiungere il santuario, è la salita delle scalette, un arco trionfale introduce a questa gradinata che ancora una volta ci ricorda che questa è la città di Andrea Palladio
 Abbiamo visitato il museo della resistenza, dopo aver
 pranzato in compagnia,   torniamo verso  casa, ringrazio ancora i miei cari amici, per l'ospitalità, la generosità e la disponibilità a farmi vedere quante belle cose ci sono in questa città.