LA
ZIA ARMIDA E PANE E TALEGGIO
Armida,
era una signorina molto carina con due occhi azzurri, un nasino
delicato e i capelli castano chiaro, era una bella donna, dai modi
delicati, pur avendo già più di trent'anni, non aveva mai avuto un
fidanzato.
Viveva
con i genitori, e i fratelli le loro rispettive famiglie, che
davano per scontato che sarebbe rimasta "zitella".
Ma
un fatto anomalo e alquanto strano, ha cambiato la sua vita, proprio
la sera del venerdì Santo, mentre era in processione, si è sentito
un trambusto nel bosco dietro il casale dove lei abitava.
Le
processioni si sa vanno a passo d'uomo, e da una riva che accedeva
al bosco è sceso un giovinotto che rivoltando la propria giacca e si
affiancava a lei prendendola sotto braccio:
"Non
mi tradire, ho la finanza alle calcagna, la mia bricolla ( sacco
pieno di sigarette) è nel fienile di casa tua".
Non
conosceva personalmente il giovanotto, ma sapeva bene che faceva il
muratore di giorno, e come tutti, nella nostra zona a quei tempi, il
contrabbandiere di sigarette di notte.
Era
alto, molto alto con occhi azzurri e un sorriso da simpatica
canaglia.
Non
sapendo bene cosa fare, anche perchè avrebbero rischiato anche i
suoi famigliari, se la finanza avesse scovato il malfatto nel
fienile, fece buon viso a cattivo gioco.
La
mattina si recò al lavoro senza dire nulla, ma la suo rientro la
sera, trovò in casa il giovane contrabbandiere che si scusava con i
suoi famigliari e con lei.....
I
soldi del contrabbando gli servivano perchè voleva acquistare due
piccoli locali in una corte per la madre, che lo aveva cresciuto da
sola.
Raggiunto
il suo obbiettivo però, aveva pensato di raggranellare ancora
qualche cosa.
Finchè
venne preso mentre correva con il sacco in spalla. I cani che
supportavano le guardie di confine lo hanno morso ad una gamba venne
portato nel carcere di San Donnino a Como, la madre lo andava a
trovare, e mentre stava dentro, iniziò a pensare ad Armida a farsi un
futuro diverso.
Si
fece fare un tatuaggio sull'avambraccio con il nome di Armida, uscito
dal carcere promise che non avrebbe mai più toccato un sacco di
contrabbando, divenne capomastro, per una grande ditta di Como
mentre nei momenti liberi faceva manutenzione in diversi condomini
della città.
Tanto
che gli proposero di prendere il posto come portiere....
Fu
così che si sposarono, con grande stupore di tutti, nessuno aveva
capito le intenzioni di queste due anime; Armida faceva portierato e
le pulizie dello stabile, Mario continuava a fare il muratore.
Solo
Licia piangeva, la sua amata zia, se ne andava a Como, lontano dal
paese.
Gli anni passavano e figli non ne arrivavano, e allora la zia
ogni tanto, andava a prendere la nipote la portava a Como nella sua
casa.
Licia
era convinta di andare in vacanza, non doveva uscire in cortile per
utilizzare il bagno, bastava uscire sul ballatoio, aveva l'acqua in
casa e anche la luce...si era proprio in vacanza....
Aiutava
la zia nelle faccende di casa, spesso si rendeva utile con i Signori
che abitavano in quel palazzo.
La
domestica dell'avvocato le disse: "
se
mi aiuti a portare fino al quarto piano le borse della spesa, poi ti
do pane e Taleggio".
Non
sapeva cosa fosse il Taleggio, non lo aveva mai visto.
Dopo
aver portato di sopra parecchie borse, si era trovata in mano mezzo
filoncino di pane con delle fettine di formaggio e una banana, scese
di corsa le scale, chiedendo alla zia:
Posso
mangiarlo?
La
zia la guardò le carezzò la testa e le disse:" mangia cara,
mangia, lo hai guadagnato.
era
il mese di maggio del 1940.........le storie infinite di nonna Licia
I tuoi racconti,Enrica,sembrano molto semplici,ma sono racconti di vita vissuta,ed hanno un significato molto profondo.Pachino.
RispondiEliminaBrava come sempre Enrica sono semplici ma molto veri. Storie di vita che ha lasciato un segno.
RispondiEliminaEnrica,i tuoi scritti,sono pezzi di storia vera.La tua descrizione limpida,li esalta riportandoli a noi ,nella sua naturale bellezza.Grazie,elisabetta,,,,,,,,,,
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