il filo dei ricordi-racconti

domenica 21 agosto 2016

Possagno e il Canova

Possagno e il Canova

Non è una città,  è un piccolo paese in provincia di Treviso, incastonato tra le montagne. 
Le montagne a Nord sono ricche di vegetazione mentre a sud, sembra che il lavoro di coltello affilato le abbia affettate, in realtà alle pendici di questi monti si estrae la creta.
A Possagno nel lontano 1757, nacque uno dei più grandi scultori di tutti i tempi, ....Antonio Canova...



Allevato,  educato dal nonno Pasino Canova, tagliapietre e scultore, che fin da giovanissimo,  lo mandò a lavorare in una cava di marmo.
 Antonio,  dimostrò una particolare inclinazione alla scultura, tanto che in pochissimo tempo,   intorno ai dieci anni, già scolpiva delle piccole figure, che poi regalava al figlio del nobile, senatore patrizio Giovanni Falier.
Ad Asolo, nella villa Falier, dove il nonno aveva mansioni di muratore e giardiniere, in occasione di una importante festa, Antonio Canova modellò con del burro, un grande leone ad ali spiegate, simbolo della Serenissima, ne derivò un successo tale che il nobile Falier, decise di mandare il giovane Antonio, presso un vero e proprio laboratorio di arte, da Giuseppe Bernardi detto il Torretti, a Pagnano d'Asolo.
 A Venezia, frequentò la Scuola di Nudo dell'Accademia di Belle Arti, studiò disegno, e trasse spunto dai calchi in gesso della collezione di Filippo Farsetti.
Dopo la morte del Torretti,  aprì una bottega in proprio e eseguì le prime opere Orfeo ed Euridice (1776),


ed il gruppo Dedalo e Icaro che presentò alla fiera dell' Ascensione del 1779, ricevette moltissimi consensi, dando un senso a tre anni di lavoro.


Grazie ai primi guadagni, nel settembre dello stesso anno, compì il suo primo viaggio a Roma, veniva influenzato dalle correnti del classicismo rinascente e accantonò lo stile barocco che lo aveva accompagnato dall'inizio.
Antonio Canova a Roma, produsse le sue sculture più importanti:
Le Grazie, 


Amore e Psiche,



lavorò per sovrani, principi, e imperatori, di tutto il mondo, i soggetti erano spesso mitologici, come Venere e Marte, 
Perseo vincitore della Medusa, 


Ettore e Aiaice, Teseo e il minotauro




o la storia di Socrate, che ho visto in occasione della visita guidata alle Gallerie d'Italia di Milano 



Fece monumenti funebri per i Papi, ClementeXIII, e XIV, 
il monumento funebre di Maria Cristina d'Austria.


La sua fama lo precedeva in Italia e all'estero ricevette nuove ed impegnative commissioni da ogni parte d' Europa.
In seguito all'occupazione francese ritornò a Possagno, dove si dedicò alla pittura, quasi tutte tele a tempera.
Ritornò a Roma nel 1800, accompagnato dal fratellastro Giovanni Battista Sartori, che gli è rimasto vicino per tutta la vita.
Con l'arrivo di Napoleone, iniziò un'altro periodo importante per la produzione artistica del Canova, dal Napoleone di Apsley, 


 



ai busti Napoleonidi,


 dal marmo di Letizia Ramolino, alla famosissima Paolina di Villa Borghese.


Dopo la disfatta di Waterloo, Canova e il fratello Sartori si recarono a Parigi e con una grande capacità di mediazione riportarono in Italia, numerose e preziose opere d'arte, che Napoleone aveva trafugato allo Stato Pontificio
L'interessamento, in difesa delle arti Italiane, gli consentì di accedere al titolo di Marchese d'Ischia, con un vitalizio, che egli volle trasferire alle accademie di Arte.
Nel 1819 ritornò a Possagno, tra i suoi monti, volle costruire e donare alla sua comunità, una chiesa parrocchiale. 
La spesa della costruzione del tempio, venne sostenuta quasi per intero dallo scultore, mentre la cittadinanza fornì alcuni materiali e lavoro volontario, posò la prima pietra, nel luglio del 1819, morì il 13 ottobre 1822,  non riuscì a vedere la fine dell'opera, nel suo testamento affidò al fratello, il compito di portare a termine l'impresa.
Il tempio fu completato 10 anni dopo la sua morte, e il suo corpo fu traslato per volere del fratello all'interno del tempio nel 1832.
Non si tratta di una semplice chiesa, ma di un edificio maestoso , 





 di stile neoclassico, progettato e voluto dal Canova, ogni parte dell'edificio ha un simbolo, si possono distinguere tre elementi architettonici, viene per prima rapresentata la civiltà greca, il colonnato dorico che richiama al Partenone di Atene, mentre il corpo centrale, molto simile al Pantheon di Roma, con una grande cupola semisferica,  che  consente alla luce di scendere dall'alto, decorata all'interno con 224 lacunari,
che contengono ciascuno un rosone di legno dorato, vuole rappresentare la cultura latina,la luce è il simbolo del dono della fede.




Mentre l'abside dell'altare maggiore,  elevato di sei gradini rispetto agli altri due elementi, è il simbolo della grandezza cristiana.




La profonda religiosità del Canova, si racconta attraverso le sue opere.
Ogni singolo uomo, può trovare il significato profondo e ultimo nel mistero della Trinità, a cui la chiesa è dedicata, nella pala, sopra l'altare maggiore, si trova "il compianto di Cristo", opera dello stesso Canova, in cui viene rappresentato, il Grande Mistero della Salvezza, dentro una Luce splendida di particolare bianco, risaltano il Volto del Padre, la Colomba, simbolo dello Spirito Santo, ed il corpo Sacrificato di Gesù, tutti i presenti piangono, tranne la Madonna, che  con un gesto offre il figlio al Padre, il quale  lo accoglie rappresentando la salvezza del mondo.


Sopra le porte di ingresso, sono collocate due mètope canoviane



 in gesso, con soggetti dell'antico testamento, mentre partendo dall'altare maggiore sia sul lato est che sul lato ovest nelle nicchie si trovano gli affreschi degli apostoli.




11 commenti:

  1. HO LETTO TUTTO MOLTO VOLENTIERI E CON IMMENSO PIACERE GRAZIE ENRICA.
    LA TUA ESPOSIZIONE VA BEN OLTRE LE NOZIONI ENCICLOPEDICHE, SI SENTE
    CHE C'É DENTRO LA TUA PASSIONE E IL TUO STILE INCONFONDIBILE.
    CHE POSSO AGGIUNGERE?... SOLO UNA PAROLA: "BRAVA!"

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  2. Il consueto pezzo di bravura, inimitabile. Da conservare con estrema cura. Grazie.

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  3. seiveramente brava enrica ti leggo sempreun abraccio cara amica

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  4. seiveramente brava enrica ti leggo sempreun abraccio cara amica

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  5. Complimenti Enrica per la bellissima visitazione e la spiegazione che hai dato sulle statue .Angelica

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  6. La tua bravura nel esposizione dei fatti ,mi lascia sempre senza parole,in ogni scritto ci metti oltre al tuo sapere,il cuore e l'anima. Tu Enrica, sei una fonte di acqua viva,,,,un grande abbraccio piccola dolce monella,,t.v.b.,,,elisabetta,,,,

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  7. Molto interessante! C'è solo un errore nella data di nascita.

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