il filo dei ricordi-racconti

venerdì 25 gennaio 2019

il Carnevale

  IL CARNEVALE 


Il carnevale, è quel periodo che sta in mezzo....In mezzo alla fine dell'inverno e agli inizi della primavera,  tra la fine del periodo freddo e l'inizio del risveglio della natura, è il periodo che  sta nel mezzo tra le feste natalizie  e   anticipa la quaresima. 
Il carnevale, ha origini antichissime, che lo legano ai grandi riti pagani:
LE DIONISIACHE GRECHE, erano nell'antica Grecia, celebrazioni  pagane dedicate al dio Dioniso, nel corso delle quali venivano messe in scena rappresentazioni teatrali tragiche e comiche.
Mentre nell'antica Roma, si festeggiavano SATURNALI:
Alcuni giorni di  festa dedicati al Dio Saturno, il dio dell'età dell'oro, quando gli uomini vivevano felici, nell'abbondanza di tutte le cose e in perfetta uguaglianza; durante i Saturnali  si festeggiava con convitti e banchetti, la ricchezza che la terra donava, per pochi giorni venivano sostituite le gerarchie sociali:  in pratica era un mondo alla rovescia, gli schiavi potevano considerarsi temporaneamente degli uomini liberi, e potevano comportarsi di conseguenza; veniva eletto un rappresentante, potevano bere e mangiare senza ritegno, disordinatamente;  era consentito abbandonarsi ai vizi, non mancavano le orgie e il gioco dei dadi, si festeggiava  anche con  ironia molto spesso in modo scherzoso. La festa si è diffusa in tutto l'impero romano fino al cristianesimo, è giunta fino a noi attraverso le tradizioni popolari, proprio perchè era cara a tutte le persone di qualsiasi condizione sociale.



Oggi il Carnevale è  associato  all' allegria, e il divertimento spesso è associato, a carri allegorici con imponenti sfilate, a moltissime maschere  che comunque da sempre rappresentano l'ambiguità....
il Carnevale, è da sempre il simbolo  della libertà di poter dire o fare  per pochi giorni quello che si pensa e che si vuole, perchè il viso di chiunque è coperto da una maschera allegorica... 
E' un evento che unisce il sacro al profano, prettamente simbolico, che è stato rappresentato nell'arte  da numerosi pittori dal Rinascimento fino ad oggi. 
Pieter Bruegel nel 1559,  ha rappresentato "la lotta tra il Carnevale e la Quaresima", nel giorno del martedì grasso, una lotta simbolica    un bellissimo quadro.


Sulla piazza di un paese del Nord, in una scena ricca di personaggi,  Bruegel il vecchio divide la scena a metà. A sinistra per noi che lo osserviamo, c’è il Carnevale, rappresentato da un uomo grasso, a cavalcioni di un barile, con in mano uno spiedo con polli infilzati

                                               


che  viene spinto da due altri uomini mascherati,




 diritto contro una figura femminile magra, smunta, che fronteggia lo spiedo del rivale con una pala, tenuta  come una  lancia, sulla quale sono due aringhe.





È la Quaresima, su un carro trainato da un frate e da una monaca. 
A sinistra si vede un’osteria, a destra una chiesa.
 I seguaci del Carnevale mangiano, recitano, suonano giocano ai dadi, gioco solitamente proibito :










quelli della Quaresima sono tristi, vestiti di scuro, votati al sacrificio, soffrono. 





Al centro della scena un buffone guida una coppia di spalle: lei porta legata in vita una lanterna spenta. 




In tutto il quadro sono sparsi poveri mendicanti, nell’indifferenza generale. E sono forse le figure più vere. 




In basso a destra una madre riceve l’elemosina da un uomo uscito di chiesa: è vestito di rosso e di azzurro. Quell’abito simboleggia il peccato di chi compie ipocritamente un atto di carità, davanti a tutti, per sentirsi a posto.




Il messaggio  è simbolico, è la gioia sfrenata,  dove il piacere raggiunge il livello massimo e ogni città lo ha rappresentato in modo personale,  dove gli abiti sfarzosi, le maschere elaborate ed eleganti hanno dato identità diverse e fantasiose,  ma ovunque si raggiungeva il limite massimo della gioia e del piacere nel martedì grasso, cedendo il passo alla Quaresima, dove  il re del Carnevale veniva ucciso, il suo carro  trionfale diventava il carro dei defunti, finivano le feste, iniziava il digiuno la penitenza e la riflessione per quaranta giorni tutto diventava impegno religioso.
La donna al centro della scena,  porta legata in vita una lanterna spenta, perchè  in quel periodo la religione era divisa tra Luteralismo rappresentato dal Carnevale e Cattolicesimo,  la donna sta in mezzo,  non prende parte ne alla  la festa  ne alla religione, 
la lampada rappresenta il popolo, sia nel divertimento che nella preghiera, noi sappiamo  che nella  vita, c'è posto per il riso e per il pianto, per la gioia e per ammettere i peccati commessi, sempre con  sincerità e riconoscenza per la vita, e allora  la lampada prenderà di nuovo luce.   
Abbiamo bisogno di tutto, riso e pianto, dolore e prove , di sesso e  amore, fiducia e attenzione, tutto questo scandito dalle tradizioni e spiegato in un quadro....
ringrazio un professore dell'università della terza età che mi ha così spiegato la rappresentazione  del Carnevale in questo quadro.



















6 commenti:

  1. Una bella ed interessante riflessione sul significato del carnevale. Come sempre un buon lavoro, per cui non posso che fare i complimenti all'autrice. Giuseppe

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  2. Bravissima Enrica! Davvero interessante. Grazie e un abbraccio

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  3. Enrica come sempre sei stata chiarissima nel tuo racconto i miei complimenti continua sempre così...la tua cultura nell'arte e le tue spiegazioni mi lasciano sempre entusiasta....ciao Maurizio G

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  4. Pino Pau ha detto...

    Non ti smentisci mai Enrica, grazie! Una bella iniezione di cultura della quale si ha sempre bisogno e non dobbiamo mai abbandonare perché c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare.
    Pino Pau

    26 gennaio 2019 08:48

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  5. ciao Enrica ben tornata bellissimo!!!

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