il filo dei ricordi-racconti

giovedì 28 novembre 2019

   NASCERE DONNA
                                              
 Le donne hanno sempre avuto  una condizione arretrata rispetto al sesso maschile, dall'antichità al medioevo, nel rinascimento, per certi aspetti sembra che la condizione sia addirittura peggiorata.
E' vero solo in parte, proprio in questo periodo, si svilupparono diversi salotti culturali nelle corti italiane ed europee,
Erano donne patrizie, duchesse, governatrici e regine, che  a loro spese, allestivano  presso le loro abitazioni,  tali eventi.



La nascita di una figlia femmina nelle famiglie era considerata una sventura. Una femmina, non  tramandava  il nome della famiglia, doveva essere allevata e mantenuta al riparo da qualsiasi tentazione, e nel caso di un matrimonio, per la famiglia sarebbe stato un carico gravoso  economicamente. Mentre la nascita di un  figlio maschio, prevedeva il condono dei debiti, veniva concessa la grazia ai condannati prigionieri, era una festa. 



Un viaggio tra il medioevo e il rinascimento dove il ruolo della donna era incatenato in ruoli stabiliti madre o figlia,  vedova o moglie,  santa o strega, vergine o prostituta.
I modelli erano Maria per la vergine  e la monaca,



 a Eva, per la moglie e madre che doveva assicurare la continuazione della famiglia, 



la donna amazzone serviva come modello per l’anziana fidata e silenziosa.Tutte le altre donne che non rientravano in queste categorie erano viste con sospetto,  costrette a vivere ai margini della società. 
Vivere ai margini di una società maschile, dove gli  uomini avevano potere assoluto, e proprio dagli esponenti del clero, che vennero i pregiudizi più evidenti, la donna è considerata debole , ma nella necessità, può reggere il mondo, infatti Dio si serviva della donna, che non aveva virtù dalla nascita,  per evitare che l'uomo (maschio) non peccasse di superbia, insomma per le grandi imprese la donna serviva e non doveva fallire perchè  avrebbe ostacolato la gloria di Dio.
Secondo Platone  nel Timeo, il padre fornisce la forma, mentre la madre la materia a quei tempi era  scontato che   l'aspetto più nobile della riproduzione venisse attribuito al padre, mentre l'aspetto materno era  considerato meno importante,  anche se  essenziale, quindi la donna doveva essere " custodita", senza la tutela del maschio la donna richiava di perdere la purezza. Aveva solo due alternative, sposarsi e sottomettersi alle volontà dell'uomo vivendo una vita appartata, nelle case signorili, le veniva riservata una camera delle signore  che divideva con le sorelle, le nutrici  e i figli, per le case meno ricche erano delle vere e proprie prigioni dove solo l'uomo aveva accesso e che diventavano luogo di concepimento.



L'altra alternativa era diventare monaca, un'altra forma di sottomissione. 


Verso il 1100 si fecero avanti le idee dell'aristocrazia cavalleresca, queste idee davano alle  donne il potere per  intercedere sia nel bene, che nel male, ora la passione e il desiderio fisico non erano più condannati, tuttavia il piacere assoluto era  riservato solo all'uomo, le donne purtroppo rimanevano  nel silenzio e nell'anonimato, e completamente dipendenti dall'uomo a livello esistenziale..


Il passaggio successivo, porta a descrivere la donna, come un essere amante della lussuria, un' avida ingannatrice che per raggiungere gli obbiettivi preposti diventava maliziosa  e traditrice. 
Nel 1350 col Decamerone,  Boccaccio si rivolge alle donne, che non potevano trovare  distrazioni ai dolori inferti dall'amore, a causa delle usanze del tempo, per le donne non esistevano svaghi mentre gli uomini potevano dedicarsi alla caccia, al gioco, o a fare del commercio; tutte attività che potevano occupare l'esistenza dell'uomo. Quindi nelle novelle del Decamerone, le donne poterono  trovare piacere  e le soluzioni per alleviare  le proprie sofferenze.
Boccaccio, successivamente  nel Corbaccio, un' operetta satirica riprende a parlare dell' insaziabilità femminile, si accanì  sugli aspetti disgustosi del corpo della donna e di come viene velatamente celato, anche la letteratura ritornava al giudizio della tradizione  misogina.

Dal Corbaccio

“La femina è animale imperfetto, passionato da mille passioni spiacevoli e abominevoli pure a ricordarsene, non che a ragionare: il che se gli uomini guardassero come dovessono, non altrimenti andrebbono a loro, né con altro diletto o appetito, che all’altre naturali e inevitabili opportunità vadano; i luoghi delle quali, posto giù il superfluo peso, come con istudioso passo fuggono, così il loro fuggirebbono, quello avendo fatto che per la deficiente umana prole si ristora; sì come ancora tutti gli altri animali, in ciò molto più che gli uomini savi, fanno. Niuno altro animale è meno netto di lei: non il porco, qualora è più nel loto convolto, aggiugne alla bruttezza di loro”. Giovanni Boccaccio.


Christine de Pizan, una scrittrice francese che si ribellò ai pregiudizi maschili, in contrasto con  con il "De mulieribus claris di Boccaccio" che altro non era che una raccolta di donne illustri, la scrittrice  francese scrisse: "Le livre de la citè des dames". un libro in cui la donna è una Donna  a prescindere dalla nobiltà di nascita, è nobile nello spirito.  Nel libro Christine de Pizan pone l' esempio di come le donne possano condurre una vita di nobiltà, ma al tempo stesso essere un contributo  alla società. Il progetto della città delle donne è  un 'utopia, un pensiero di speranza che un giorno in futuro le donne potessero  raggiungere  un autonomia..



 Un pensiero scaturito dall'impegno della Ragione, dal comportamento della  Rettitudine e della  Giustizia, donne degne di stima, che rimarranno emarginate dalla società, perché godono di possibilità esigue di studio o di esperienza,  non esistono differenze di valore fra maschi e femmine, né nell'anima né nel corpo.

La maggior parte delle ragazze, non ricevette un'istruzione, ma, le giovani donne provenienti da famiglie ricche, si avvicinarono allo studio.
Nel 1500, i primi salotti, furono aperti dalle donne aristocratiche e  dell'alta borghesia, per mantenere questo ruolo dovevano essere educate, con un comportamento adeguato al sostenere  delle conversazioni, dovevano saper suonare e cantare e danzare con eleganza


.L'istruzione spaziava in vari campi, ma non era approfondita  seguiva solamente la moda del tempo.  
Le donne  che si sono schierate su molti fronti, erano determinate, anche  le regine  diedero un  apporto alla storia e alla cultura dei loro paesi, altre donne per miseria, paura, convinzione o ignoranza combatterono senza risparmiarsi,  diventando il bersaglio di accuse e persecuzioni del loro tempo lasciandoci una storia molto poco edificante....




Nel cinquecento la donna divenne donna di palazzo, non doveva più seguire modelli, La dama doveva avere le medesime caratteristiche del cortigiano, doveva avere   “grazia” nelle maniere, nei portamento nei gesti, e doveva essere tenera e delicata.
Venne iniziato il processo giuridico,che consentiva di formare l'istituzione famigliare, le donne vennero divise in due gruppi:
 Le oneste, che vivevano nelle famiglie o nei chiostri dei conventi, e le cortigiane, che esercitavano la prostituzione.




La prostituta raccoglieva in se il dare, per avere il piacere e  la ricerca per la rispettabilità, lo scambio è chiaro, il denaro significa  potere, il potere  significa autonomia. Le cortigiane, erano libere dagli obblighi familiari, potevano suonare, comporre musica, scrivere, dipingere, cantare, danzare, giocare con tutte le forme dell’arte, esprimevano  una loro socialità.
Nel corso dei secoli, l'emancipazione della donna, ha incontrato diversi ostacoli, sopratutto quando si è trattato di superare pregiudizi morali.

4 commenti:

  1. Ecco un altro documento sulla storia della situazione femminile nei secoli. Oggi le cose sono cambiate ma non dappertutto, in molti paesi la sottomissione della donna al volere del maschio continua e c'è ancora molta strada da fare ma le conquiste femminili continuano e sono inarrestabili. Grazie Enrica, un'altra bella pagina alla tua maniera: Brava!

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  2. Bellissimo, davvero molto molto bello Anna B

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  3. grazie, non o dove trovi il tempo per scrivere, ma è un piacere leggerti. Marisa

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