il filo dei ricordi-racconti

sabato 9 novembre 2019

Roma e Michelangelo

Roma e Michelangelo



Nel 1305, viene eletto Papa  Clemente V, francese di nascita e legato da amicizia al Re di Francia;  come altri Papi, non si trasferisce subito a Roma, dove le lotte interne, non avevano mai fine.
Il Papa decise di  portare lontano da Roma la sede pontificia, escelse di trasferirsi dapprima a Lione, poi a  Vienne, poi  Poitiers, e poi ad Avignone
Avrebbe dovuto essere un trasferimento temporaneo, ma c'era un’altra ragione che determinò tale scelta, il collegio dei Cardinali era costituito in maggioranza di Francesi, e la Francia era in quel periodo la potenza principale d’Europa.  I Papi che si sono succeduti hanno subito  il potere dei Re di Francia, Avignone diventerà la sede permanente del Papato, dal 1309 al 1377,
La scelta di  allontanarsi da Roma per sfuggire ad un male, ha spinto però il papato ad un male peggiore, perchè per oltre settanta anni, i cardinali ed i  Papi  erano prigionieri dei Re di Francia.
Molti  scrittori, poeti,  fedeli, filosofi, invocavano il Papa di tornare a Roma che nel frattempo sprofondava  nella povertà e nel degrado.
Il ritorno del papa diede nuovo slancio allo sviluppo della città:  il papato  ebbe  un ruolo sempre più importante  nell'Europa politica  e Roma divenne il crocevia di interessi internazionali, ebbe un ruolo importante estendendo i propri interessi e importando modi e costumi da ogni parte del mondo.
Roma si rinnova, diventa il luogo dove architetti e artisti si ritrovano, e non a caso si incontravano tutte le maggiori personalità del tempo, divenne il laboratorio del rinascimento, la rinascita di Roma che diviene la capitale dell'arte.
Fin dalla metà del Quattrocento, grazie  gli interventi urbanistici voluti da Sisto IV, con la realizzazione della via Sistina, poi con Alessandro VI Borgia, che favorì la nascita della via Alessandrina. Nel primo decennio del Cinquecento, con il pontificato di Giulio II,  Roma diverrà un centro di avanguardia artistica. con un  programma di rinnovamento politico religioso, coinvolgendo l' economia,  la politica, e l' arte inserita in un contesto urbanistico.
È stato detto che Roma non sarebbe la stessa se Michelangelo non fosse mai esistito. Quello tra la città e l’artista è un rapporto che comincia presto, nel 1497, quando Michelangelo è poco più che ventenne, e finisce con sua morte, il 18 febbraio 1564, nella sua casa romana presso il Foro Traiano.
 A Roma Michelangelo, unisce la sua arte incontra i suoi amori  e le sue amicizie intellettuali. Roma è stata teatro di incontri e scontri dell’artista con alcuni pontefici:  senza i quali alcune delle sue opere più belle, non avremmo mai potuto ammirare oggi.
 dal web:

Biografia di Michelangelo Buonarroti
Michelangelo Buonarroti, figlio di Ludovico Buonarroti Simoni e di Francesca di Neri, nasce a Caprese, presso Arezzo, nel 1475. Ancora bambino viene portato dalla famiglia a Firenze per essere avviato agli studi umanistici, ma ben presto dimostra una forte inclinazione al disegno che lo porta nel 1488 a frequentare la bottega di Domenico Ghirlandaio e poco dopo il circolo artistico del giardino di San Marco, patrocinato da Lorenzo il Magnifico. Intorno al 1490 si stabilì nel palazzo dei Medici a Firenze e a quest’epoca risalgono le prime opere, la Centauromachia e la Madonna della Scala, scolpiti tra il 1490 e il 1492 (oggi si trovano a Firenze presso la Casa Buonarroti). Nel 1494, a seguito delle voci di una prossima caduta dei Medici, Michelangelo si trasferisce a Bologna dove scolpisce le figure di San Petronio, San Procolo e un Angelo per l’Arca di San Domenico. Tornato a Firenze nel 1495 realizza il Bacco Ubriaco (museo del Bargello). Si dirige quindi a Roma ove scolpisce per il cardinale francese Lagranlos la "Pietà" Vaticana, oggi in San Pietro. Fra il 1501 ed il 1505 è di nuovo a Firenze e produce una serie di capolavori: il "Tondo Doni" (Uffizi), il "Tondo Pitti" (Museo del Bargello), il Tondo Taddei (Londra, Royal Academy), la Madonna con il Bambino per la chiesa di Notre-Dame a Bruges, il perduto cartone per l'affresco della "Battaglia di Cascina" e il David per piazza della Signoria. Nel marzo del 1505 papa Giulio II chiama l'artista a Roma per commissionargli il monumento sepolcrale, dando così l'avvio ad una vicenda di contrasti con il pontefice e i suoi eredi, che si concluderà soltanto nel 1545 con la realizzazione del complesso oggi in San Pietro in Vincoli. Dopo un passaggio a Firenze e poi a Bologna, nel maggio del 1508, dopo una clamorosa rottura e riappacificazione con papa Giulio II, sottoscrive il contratto per la decorazione del soffitto della Cappella Sistina che lo impegnerà ininterrottamente fino al 1512.
Dal 1516 a Firenze si occupa del progetto della mai realizzata facciata di San Lorenzo, e dal 1521 al 1534,  delle Tombe medicee della Sagrestia Nuova e della Biblioteca Medicea-Laurenziana. A Roma tra il 1519 e il 1520 aveva lavorato al Cristo Portacroce per Santa Maria sopra Minerva, ma è proprio a Roma che nel 1534 Michelangelo si stabilisce definitivamente. In quello stesso anno inizia i lavori per il Giudizio Universale nella Cappella Sistina che verrà terminato nel 1541. Tra il 1542 e il 1550 si dedica agli affreschi per la cappella Paolina, e ai progetti architettonici, come il compimento di Palazzo Farnese, la sistemazione del Campidoglio, e soprattutto i lavori per San Pietro, alla cui fabbrica viene preposto da Paolo III nel 1547.
Nell’ultimo periodo realizzò sculture ispirate al sacrificio di Cristo: la Pietà da Palestrina (Firenze, Galleria dell’Accademia), la Pietà del Duomo di Firenze (ora nel Museo dell’Opera del Duomo) e la Pietà Rondanini (Milano, Castello Sforzesco).Michelangelo, ammirato senza riserve da alcuni, odiato da altri, onorato dai papi, imperatori, principi e poeti, già dai contemporanei acclamato come il maggiore artista di tutti i tempi muore all’età di 90 anni, il 18 febbraio 1564 nella sua casa presso il Foro di Traiano. Inizialmente sepolto nella basilica dei Ss. XII Apostoli, le sue spoglie vengono reclamate dalla città di Firenze dove vengono deposte definitivamente nella Chiesa di Santa Croce.


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