Le donne che hanno fatto la storia con la voglia, l’intelligenza e la capacità, affinché i pregiudizi fossero, superati, una lotta che ai giorni nostri, invece viene dimenticata e lascia spazio alle ingiustizie….
MARY
MCLEOD BETHUNE
Mary McLeod Bethune, nata nel 1875 a
Mayesville nella Carolina del Sud, è stata prima di tutto,
ininterrottamente, una delle donne innovatrici per la storia della
democrazia degli Stati Uniti d’America.
Ha
lottato instancabilmente per ottenere i diritti civili degli
afroamericani e delle donne, le libertà dei popoli colonizzati, ha
instaurato le relazioni tra i rappresentanti della società civile
fino a raggiungere le delegazioni ufficiali sia a livello nazionale
che internazionale….Nel
1989 una delle riviste più importanti afroamericana Ebony Magasine
la inseriva tra le cinquanta figure importanti della storia degli
Stati Uniti, mentre per la rivista Time era tra le cento donne più
importanti del XX secolo.
Nata in un ambiente povero da genitori
ex schiavi,
quindicesima di diciassette fratelli costantemente
impegnati nei campi di cotone, fu l’unica della famiglia a
frequentare la scuola e a laurearsi
Da bambina, studiò presso una scuola missionaria presbiteriana per bambini afroamericani che avrebbe dovuto portarla a concludere gli studi presso la Scotia seminary for girls in Nord Carolina avrebbe dovuto partire come missionaria in Africa.
Ma la vita le aveva riservato un futuro diverso.
Per l’Africa non partì mai e, tornata nella Carolina del Sud, iniziò a lavorare come insegnante.
Realizzò subito quanto anche gli africani in America avessero il disperato bisogno di un'educazione scolastica, come gli africani in Africa, e decise che la sua passione per lo studio e l’aiuto verso gli altri si sarebbe concretizzata in America.
Sposò Albert Bethune, inizialmente si trasferirono in Florida nacque il figlio Albert,
il marito lavorava come facchino mentre lei insegnava in una scuola domenicale per i prigionieri.
Nel 1904, a soli 24 anni, si trasferì a Daytona, in Florida, Con $ 1,50 fondò una scuola, laDaytona Normal and Industrial Institute for Negro Girls, per soli studenti di colore, con sei studenti iniziali (cinque iscritti più suo figlio). Le casse divennero banchi e scrivanie improvvisate, il carbone sostituiva le matite, gli armadi venivano recuperati nelle discariche. Mary era l'insegnante, l'amministratore e la custode, con l'aiuto degli studenti organizzava raccolte fondi, molte furono le donazione degli attivisti di colore ma anche da alcuni uomini bianchi facoltosi. La retta era fissata a 50 centesimi a settimana, ma nessun bambino che non avesse le possibilità economiche è mai stato respinto. Era una scuola quasi esclusivamente per alunne afroamericane, alle quali veniva impartita un’educazione cristiana che veniva alternata con lo studio di materie teoriche, quali la matematica o le lingue straniere, oltre alle competenze industriali quali la sartoria, la cucina o altre abilità che premettessero loro di essere autosufficienti
Il successo della scuola fu talmente importante, da permetterne l’unione con il Methodist-run Cookman Institute for Men.
Nacque così il Bethune-Cookman College, di cui Mary era la preside.
Una delle poche presidi donne della nazione, in uno dei rari istituti americani, in cui un veniva data la possibilità agli afroamericani di conseguire il diploma.
Contemporaneamente al ruolo di imprenditrice, preside ed insegnante, riuscì a far si che si dibattessero attraverso le istituzioni, i diritti delle donne nere, il dibattito istituzionale, per le esigenze delle donne nere, le quali chiedevano i propri diritti che erano violati doppiamente perché donne, e di colore.
Nel 1924 divenne presidente dell’associazione nazionale delle donne nere, che coordinava le varie associazioni a livello regionale e locale. Continuò a portare avanti la politica per l’integrazione, attaccando duramente la discriminazione e la segregazione razziale
Nel 1935 si ritirò per fondare Consiglio nazionale delle donne nere, riunendo 28 organizzazioni differenti per formare una sola associazione allo scopo di migliorare la qualità della vita delle donne nere e delle loro comunità a livello nazionale e internazionale, tramite un dialogo con il governo americano.Riuscì ad organizzare la conferenza, presso la Casa Bianca, parlò di cooperazione a livello governativo, relazionò sui problemi relativi alle donne nere e ai bambini.
In
seguito gli incontri presso la Casa Bianca, divennero regolari, lo
scopo era richiedere un aumento del numero di donne nere all’ interno
di posizioni importanti e decisionali dell’apparato governativo.
A
Mary Bethune, venne riconosciuto dalle associazioni civili e dal
governo, l’impegno e la grande conoscenza delle condizioni degli
afroamericani.
Il presidente Franklin D. Roosevelt nel 1935, la nominò sua consigliera speciale sugli affari delle minoranze. Instaurò un amicizia profonda con la moglie del presidente, Eleanor
continuò ad insegnare ai giovani, ma diventò anche la prima afro-americana a capo di un dipartimento federale.
Fino alla sua morte, rimase fedele consigliera del presidente Roosevelt e di sua moglie Eleanor.
Mary Bethune è stata una parte attiva per la storia dei diritti civili delle minoranze, il suo metodo di insegnamento è stato il seme per far si che attraverso l’istruzione e l’autosufficienza il popolo nero dimenticasse l’umiliazione di essere stato schiavo….
Chiedeva solo di prendere in considerazione la democrazia,
considerando la dedizione verso gli altri, indipendente dal sesso e
dal colore della pelle, uno dei suoi ultimi discorsi fu proprio
questo:
(Dal Web)
«Non ci può essere democrazia divisa,
nessun governo di classe, nessuna contea libera solo a metà, secondo
la costituzione. Pertanto, non ci può essere discriminazione,
segregazione, nessuna separazione di una parte dei cittadini da
diritti che appartengono a tutti. Siamo sulla nostra strada. Ma
queste sono le frontiere che dobbiamo conquistare- Dobbiamo
acquisire piena uguaglianza in materia di istruzione - nel diritto
di voto - nelle opportunità economiche, e nella piena parità
nella ricchezza della vita.» è stata l’unica donna nera a
partecipare, alla fondazione delle Nazioni Unite del 1948.
Morì’ d’infarto l’8 maggio 1955.
Molto interessante il tuo racconto scritto come sempre molto bene.... brava Enrica ciao..... Maurizio G.
RispondiEliminaFantastica Enrica, ho iniziato a leggere e con crescente interesse sono arrivato d’un soffio alla fine. La tua è un’arringa in difesa dei diritti di eguaglianza tra tutti gli esseri umani senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Grazie per questi tuoi scritti, utili per risvegliare le coscienze dell'Uomo non sempre orientato al bene di sé stesso e dei propri simili in ogni angolo del Mondo. Un saluto, ciao.
RispondiEliminadavvero interessante Enrica. Grazie. Margherita Caruso
RispondiEliminaTi penso bene, cara Enrica, con l' affetto di sempre! Complimenti per la sensibilità con cui affronti argomenti come questo
RispondiEliminaUn esempio da seguire,la tenacia innanzitutto. Brava Enrica Anna B.
RispondiEliminaDiritti acquisiti con difficolta' e sofferenze delle quali oggi tendiamo a dimenticarci perche' tutto e' dovuto e scontato. Grazie Enrica per avercelo ricordato.
RispondiEliminae un racconto emozionante bellissimo Anna Fo
RispondiEliminagrazie Enrica, veramente Stefano
RispondiEliminaCara Enrica come sempre un post ricco ed esaustivo-Buon Natale.
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