Appunti e fotografie delle mie gite. le fotografie sono in parte mie, e in parte tratte dal web. http://i.creativecommons.org/l/by-nc-nd/2.5/it/88x31.png
il filo dei ricordi-racconti
domenica 23 agosto 2015
il filo dei ricordi-racconti: Sargent
il filo dei ricordi-racconti: Sargent: Jonn SingerSargent Ho visitato due mostre, la prima a Vicenza, a Verona la seconda . D urante le v...
venerdì 14 agosto 2015
EMILE
MUNIER
Il
padre di Emile Murnier, faceva il tappezziere, fece frequentare
inizialmente le scuole pubbliche ai propri figli, che come Emile,
avevano il dono di saper disegnare. Insieme, i fratelli vennero
iscritti a corsi di pittura, anatomia, prospettiva, chimica (per la
tintura della lana), il fine ultimo era, per la famiglia, quello di
diventare artista tappezziere, e contribuire così all'attività
famigliare.
Nel
1854, realizzò a pastello uno splendido autoritratto, seppure fosse
solamente un adolescente.
Proprio
durante un corso di disegno, con il maestro Abel Lucas. Emile si
innamorò della figlia, Henriette.
Emile,
e la ragazza, si sposarono nel 1861 ed ebbero due figli,
continuò
a lavorare nella bottega del suocero, migliorando le proprie
capacità, studiando pittura accademica, per raggiungere competenze
specifiche. Traeva
ispirazione, proprio osservando i propri
figli, trasmettendo sulla tela,
il mondo dei bambini, che
non
è facile rappresentare i
movimenti rapidi ed imprevedibili, le espressioni di raccapriccio,
di felicità e anche di malizia, gli atteggiamenti particolari di cui
molto spesso i bambini, sono autori e soggetto.
Emile Munier, li
rappresenta in modo preciso, la spontaneità dei bambini, viene
rappresentata con bravura impeccabile.
Si riesce a notare la
differenza tra il suo stile e quello del rinascimento, dove i
bambini sembravano piccole statue messe in posa.
Riusciva con eleganza e
abilità a trasmettere la vitalità e la delicatezza degli
atteggiamenti dei bambini, mantenendo vivo lo spirito che ogni bambino
trasmette a tutti noi.
Ha rifiutato la pittura in "plein air", che gli impressionisti cominciavano a divulgare, per
rimanere ancorato allo studio della pittura accademico, con una
grandissima sapienza compositiva e tecnica,tanto da creare opere
splendide.
Munier,
era un appassionato
estimatore e studiava
le opere di Boucher, e
di William
Bouguereau. L'assidua frequentazione di Munier con Bouguereau nel
tempo, divenne amicizia, il maestro ne
divenne il mentore,
tanto che.....nel 1860,
al giovane Munier,
vennero riconosciuti meriti artistici e venne premiato con tre
medaglie mentre nel 1869, ottenne un successo di pubblico e di
critica esponendo le proprie opere al Salon de Beaux-Arts, ma nel
1871 decise di dedicarsi alla pittura e all'insegnamento della
pittura
La
frequentazione fra Munier e Bouguereau, continuò assiduamente, il
loro rapporto divenne confidenziale e di fiducia , Bouguereau,
chiamava l'amico con un soprannome .."Le Sage Munier" ( il
saggio Munier), canzonandolo bonariamente in quanto era notoriamente
una persona molto seria.
Rimane
vedovo molto presto, si risposa poco dopo con Sargine Augrand,
conosciuta presso l'atelier di pittura del suocero.
Inizia
per Emile Munier un periodo particolarmente felice, trasferitosi al
n° 8 di Rue des Beaux Arts, in un palazzo abitato esclusivamente da
pittori, fra cui Corot, e Fantin-Latour
.
Nel
1874 nasce la terza figlia, a cui dedica la sua opera migliore:
Gattini
Con
la famiglia trascorrevano le vacanze estive sulla costa della
Normandia, qui Emile fu molto prolifico, molti sono i disegni e gli
acquerelli, raffiguranti scene marine, di barche e pescatori.
Scoprì
nel 1879, l'Ecole de Nancy, in occasione di un viaggio estivo alle
Ardenne, conobbe Emile Gallé, iniziò una prolifica collaborazione.
La
fonte principale di ispirazione furono i figli, fin dalla loro
nascita, continuò a dipingere quadri di genere, fino alla fine della
propria vita, mettendo sulla tela l'eleganza e il sentimento
Nel
1882, dipinse la bimba
e la bambola,
mentre nel 1885, al Salon de Beaux Arts, espose tre
amici, il dipinto rappresenta una bambina mentre gioca sul letto con
due cuccioli.
L'opera ottenne un grande successo divenne il simbolodi
manifesti pubblicitari per il sapone Soap Pears.
Con
questo lavoro Munier, ottenne riconoscimenti come miglior pittore
contemporaneo dell'infanzia e degli animali domestici.
Un
collezionista americano acquistò l'opera e Munier divenne famoso
anche oltreoceano.
Tanto che i cogniugi Chapman ne divennero grandi
collezionisti delle sue opere che ora si trovano per lo più esposte
al museo dell' arte di New Orleans. Non ritrasse solamente bambini,
ma anche giovani donne, soggetti religiosi, e mitologici
Nel
1893 espose al al salone di Parigi "Lo Spirito della Cascata,
una ninfa nuda (che è molto simile alla Nascita di Venere di
Bouguereau), partecipando e ottenendo una medaglia d'oro
all'esposizione internazionale di Chicago.
Morì
due anni dopo nel 1895, lasciando come eredità, il fascino
dell'innocenza dei bambini, trasmessa su di una tela, rimandando
immagini senza tempo dove molti di noi si sono identificati
domenica 9 agosto 2015
Sofonisba Anguissola
Guardare un quadro, è una cosa normale lo si fa quotidianamente, perdersi nell'immagine è una cosa ben diversa.. e quello che mi capita, non avendo io una preparazione specifica.
Andar per mostre, molto spesso a tema, dove mi è capitato di trovarmi davanti ad un quadro che non avevo mai visto, del quale non conoscevo l'autore, eppure mi rapisce, mi perdo col pensiero.
SOFONISBA ANGUISSOLA
Sofonisba Anguissola è una delle più mature e prolifiche esponenti della pittura europea del 500.
La pittura rinascimentale, veniva riservata per lo più ad artisti maschili, i pregiudizi morali del periodo, non consentivano per esempio, ad una donna di assistere a lezioni di nudo, per questo motivo, poche sono state le presenze femminili, che sono riuscite a superare diverse limitazioni e ad imporsi nel panorama artistico dell'epoca, raggiungendo una discreta notorietà anche all'estero.
Una delle più importanti fu certamente Sofonisba Anguissola, primogenita di una importante famiglia dell'aristocrazia lombarda.
Grazie alla posizione benestante della sua famiglia, rivevette una educazione di stile umanistico. Il padre, amante dell'arte concesse a Sofonisba, e alle altre figlie, anch'esse ricche di talento, la possibilità di studiare, letteraura, pittura e musica, non furono però contemplati lo studio della matematica, della prospettiva e della tecnica dell'affresco che rimanevano ancora prerogativa di pittori di sesso maschile....
Nata a Cremona nel 1532, la data non è certa, fu inviata dal padre, come apprendista presso il celebre pittore della città Bernardino Ciampi, Sofonisba continuò poi i propri studi, con Bernardino Gatti detto il Sojaro, la prima opera della ragazza fu infatti un ritratto del maestro che era intento a dipingerla nel suo studio, un gioco di specchi tra soggetti, dipinti ed esecutori
Il padre fece molto di più, per consentire alle figlie di ricevere la notorietà che meritavano, contattò i più conosciuti esponenti della pittura di quel tempo, lo testimoniano le lettere indirizzate al grande Michelangelo che sono conservate nella Biblioteca Laurenziana di Firenze.
Tanto che nel 1554 , Sofonisba, fece un viaggio a Roma, conobbe Michelangelo, il quale si mostrò veramente disponibile nei confronti della giovane apprendista, tanto da consentirgli di studiare i suoi lavori più importanti, e dispensò validissimi consigli sulle tecniche pittoriche.
Sofonisba lo ringraziò regalandogli un piccolo disegno raffigurante un bambino morso da un granchio.
L'occhio esperto del grande maestro fu favorevolmente impressionato.
Sofonisba si specializza per lo più nei ritratti della propria famiglia,
introducendo delle novità, elementi che trasformavano il ritratto, in pittura di genere, ritrae con naturalità le sorelle, con i colori vivi, con volti straordinariamente somiglianti, dipingendo con minuzia i particolari alcuni oggetti, un libro aperto,un guanto un gioiello, che raccontano anche la storia del soggetto raffigurato.
Nel ritratto "La partita a Scacchi" ritrae le sorelle Lucia , Europa e Minerva, intente ad un amichevole gioco in giardino, fa trasparire la tenerezza e la vitalità della sua famiglia.
Le prime due, Europa e Lucia, esercitarono la professione artistica per qualche tempo, mentre Minerva divenne un’apprezzata latinista, un ulteriore apprezzamento della mentalità aperta del padre Amilcare.
I meriti sui lavori di Sofonisba son documentati:
Annibal Caro in una lettera del 14 luglio 1556 scrisse
«le cose sue son da principi» .
Nel 1566 il Vasari in persona, (il miglio critico del periodo) , dopo aver visto i ritratti della famiglia in casa Anguissola decretò che fossero:
«tanto ben fatti che pare che spirino e siano vivissimi»
fonte web
Dopo aver acquisito notorietà nel Cremonese, si trasferisce a Milano, grazie alle raccomandazioni del padre, e alle sue capacità,
viene riconosciuta e apprezzata dalle più grandi corte europee.
Riuscì ad entrare nel prestigioso circolo artistico, del Duca d'Alba, il quale la raccomandò al re spagnolo Filippo II, che la invitò alla sua corte come dama di compagnia della moglie, Elisabetta di Valois.
Tra le due donne si instaurò un rapporto talmente buono, che la regina, anch'essa pittrice dilettante, decise di farsi impartire delle lezioni.
Sofonisba, oltre a dama di corte, divenne anche la ritrattista di corte, realizzando moltissimi ritratti per la corte spagnola, inclusi quelli della principessa Juana e dell'infante Don Carlos,
aveva il dono di catturare, e mettere sulla tela le caratteristiche fisiche e psicologiche di ogni personaggio, con vivacità, raggiungendo livelli di tecnica altissimi, gli sfarzosi guardaroba regali, venivano riprodotti con dettami elaborati e finissimi.
I ritratti che eseguì della regina Isabella di Valois prima e dell’imperatore Filippo II poi, oggi sono entrambi al Prado di Madrid;
Il sovrano fu così impressionato, dalla somiglianza di entrambi i ritratti, da premiare la pittrice con una rendita annua di 200 scudi. Col tempo però Sofonisba seppe farsi apprezzare non solo per il talento artistico, ma anche per le doti umane, quelle doti che la spinsero a restare alla corte, anche dopo la morte della regina Isabella, per prendersi cura delle due figlie di lei.
Lavorò a stretto contatto con Alonzo Sanchez Coello, esponente importante del Rinascimento Spagnolo, tanto che generare alcune confusioni, sull'attribuzione di alcune opere, Un caso su tutti, il ritratto di Filippo II esposto al museo del Prado era stato considerato un'opera del Coello, mentre gli studi recenti hanno smontato questa tesi attribuendo l'opera ad Sofonisba Anguissola.
Con il benestare della corte, contrasse matrimonio con il nobile Francisco de Moncada, figlio del principe di Paternò, e vicerè di Sicilia , la coppia visse felicemente tra la Spagna e la Sicilia , frequentando anche il movimentato ambiente culturale siciliano, il matrimonio durò solo cinque anni, a causa della tragica ed improvvisa morte di Fabrizio, in onore del marito, Sofonisba dipinse, come attesta un atto notarile del 1579, una pala d’altare per la chiesa dell’Annunziata di Paternò, raffigurante la Madonna dell’Itria, cui il casato dei Moncada era molto devoto, con la Vergine col Bambino sopra una grande bara.
Rimasta vedova si trasferisce di nuovo a Cremona, durante il viaggio conosce Orazio Lomellino, e contro il parere dei suoi famigliari, si sposò a Pisa, nel 1580, si trasferirono nella città natale del marito, Genova, dove creò una scuola di pittura continuò la sua opera di ritrattistica per le famiglie più facoltose e conosciute ricevendo i numerosi artisti da tutta Europa.
Ritornò a Palermo intorno al 1620, pur avendo un'età avanzata, la lucidità mentale le ha consentito di continuare a dipingere, fino a che i problemi alla vista la resero cieca.
Antony Van Dick, la andò a trovare, il fiammingo la ritrasse in parecchi ritratti personali
oltre ad una numerosa serie di schizzi, di lei disse:
«ho ricevuto maggiori lumi da una donna cieca che dallo studiare le opere dei più insigni maestri».
Fonte web
Morì pochi anni dopo e nel centenario della sua nascita il marito appose sulla lapide della tomba una iscrizione lodandone la personalità brillante e i meriti artistici.
Fu sepolta a Palermo nella chiesa di S. Giorgio.
Sofonisba non fu mai pagata in contanti, a differenza dei suoi colleghi maschi, ma solo con doni o rendite, mentre sono documentati i pagamenti che per lei ricevettero prima il padre Amilcare e poi il fratello Asdrubale.
dal Prado di Madrid, agli Uffizi di Firenze, con il suo stile, ha influenzato parecchi esponenti del mondo dell'arte, le sue opere furono studiate attentamente, anche da Peter Paul Rubens , che ne copiò le particolarità cromatiche e formali. Ebbe un ruolo di rompighiaccio, per le donne in un ambiente difficile come quello delle arti figurative, il suo impegno è importante e fu rilevante, per portare alla ribalta in periodi diversi, eccellenti pittrici come Lavinia Fontana, Fede Galizia, e Barbara Longhi, spianando la strada ad un’ulteriore partecipazione femminile nel mondo dell’arte.
giovedì 6 agosto 2015
UVA PASSA O SULTANINA ?
Spesso
confondiamo l'uva passa e l'uva Sultanina
Sono
due ingredienti uguali, ma diversi..
Uva
passa, è un ingrediente da tenere sempre in dispensa, per ricette di
dolci, o di spuntini veloci è molto utilizzata per secondi di carne
o pesce.
Le
caratteristiche sono uguali per tutti e due i prodotti cambiano
solamente le tipologie di vitigni.
E'
una varietà specifica di vite, coltivata
per lo più in Sicilia la
caratteristica
di questo tipo di uva è quella di essere molto ricca di zucchero e
di non contenere semi, così
gli acini vengono
sottoposti ad essicazione
Sono
tre i tipi di uva passa principali che variano a seconda dell'uso in
cui sono impiegati in cucina:
Dal
web :
– la
passolina che è l’uvetta di
Corinto, assomigliante ad un grano di pepe nero, dal gusto lievemente
acidulo-dolciastro e senza semi. In prevalenza viene coltivata in
Sicilia, in particolare a Lipari, e in Grecia. Ed è questa qualità
che viene adoperata in cucina, in special modo nei cibi salati;
– l’uva
passa di Pantelleria che viene ricavata dall’uva zibibbo o moscato
di Alessandria di quei luoghi. Questa qualità è di colore bionda, è
caratterizzata da una grana più grossa (dell’uvetta di Corinto) e
dal suo gusto dolcissimo. Questa viene utilizzata esclusivamente in
pasticceria;
–
l’uva
passa, che in Sicilia chiamano
passùla, ricavata da altri tipi di uva e che, anch' essa è
sprovvista di semi, è di color chiaro e di grana più grossa delle
altre. Il suo gusto dolce meno intenso permette di utilizzarla in
pasticceria ma anche per pietanze salate.
Per
ottenere un chilo di uva passa occorrono quattro o cinque chili di uva fresca, il risultato è che i contenuti di
zucchero sono molto concentrati, tanto che nel passato sostituiva le
odierne caramelle.
Se
la conservazione si protrae per lunghi periodi, lo zucchero contenuto
negli acini si cristallizza, e risulta sabbioso, ma è sufficiente
mettere gli acini in acqua tiepida, affinchè questi acquisiscano le
caratteristiche di
reidratazione e quindi di
normalità.
L'
UVA SULTANINA
L'uva
sultanina è una coltivazione che ha molta storia, viene nominata in
testi molto antichi.
Sembra
sia originaria della Grecia e della Turchia, la
cernita per seminare e accudire questa specifica tipologia, nel
corso di tanti secoli è il frutto di una cernita meticolosa, tanto
che la Sultanina è una varietà antica della specie Vitis Vinifera.
Una
fitta produzione di ceramiche e di monete antiche raffiguranti
grappoli d'uva che per la loro forma riportano a uve di tipo Corinto
o Sultanina.
L'uva
sultanina venne importata in Europa per la prima volta dagli inglesi,
quando ne appresero l'esistenza durante i rapporti commerciali con
l'Impero Ottomano. Il nome "sultanina" deriva infatti da
"sultano".
La leggenda
narra che il un Sultano
abbandonò un grappolo d'uva per sfuggire ad una tigre, quando tornò
a riprenderlo era asciugato al sole, diventando color oro e molto più
buono.
Si
presta molto bene all' essicamento, ha
un colore giallo-dorato, si trova più comunemente ed è coltivata
anche in Italia;
Con
l'uva appassita al sole, sulla pianta, vengono prodotti diversi vini
dolci, definiti vini passiti.
Tutte
due le uve, si abbinano alle spezie mediorientali come cannella e
vaniglia, ma anche alla carne di maiale, e al pesce, crostacei in
particolare e tanti dolci
Bulgur uva sultanina e mandorle con gelato al torroncino ai pistacchi
torta all'uva sultanina
lunedì 3 agosto 2015
IL
CORREGGIO
Sono
rimasta a bocca aperta, con il naso all'insù, mentre una gentile
signorina, che ci faceva da guida, ci stava spiegando i particolari
della volta e delle
pareti della
camera della Badessa nel monastero
di San Paolo di Parma.
La
volta dipinta
dal Correggio è il
primo capolavoro ad affresco che il pittore realizza, che servì da
trampolino per la creazione di altri capolavori nel decennio che ne
seguì....
IL
Correggio, Antonio
Allegri, è
considerato uno dei migliori artisti del 500, nasce a Correggio, in
provincia di Reggio Emilia, da
cui prende il nome, nel
1489, (la
data non è certa),
da una famiglia che apparteneva alla media borghesia. E' l'artista meno documentato, di quel periodo, le leggende popolari
sulla vita di questo personaggio, si sono susseguite e arricchite di
particolari, (spesso non veritieri) nel corso dei secoli. Ha
vissuto quasi esclusivamente nel paese natale, e a Parma.
Le
difficoltà, nel ricostruire la vita dell'artista, e i suoi percorsi
di formazione artistica, sono molte, tanto che molto spesso i
più illustri studiosi di arte, danno
teorie in netto contrasto tra loro.
Correggio
nel 1512, aveva rapporti economici con Francesco Mantegna,
figlio di Andrea Mantegna, il maestro,
dal quale il
Correggio aveva assorbito
i caratteri della pittura e della prospettiva.
In
un ipotetico viaggio a Roma, che
dovrebbe essere stato fatto intorno al 1510,(anche
in questo caso le versioni sono contrastanti),
avrebbe assimilato le tecniche, le
novità di illustri artisti.
Era
dunque un uomo, che
sapeva scegliere i propri maestri,
a
Mantova il Mantegna, a Milano Leonardo da Vinci, a Ferrara il Dosso,
e a Piacenza studiò l'opera di Raffaello, la Madonna Sistina che
ora è a Dresda.
Nel
primo periodo della sua carriera, i
lavori del Correggio, sono per lo più ordinazioni di piccoli quadri
destinati alle devozioni private.
incoronazione della vergine
annunciazione
madonna della scodella
incoronazione della vergine
annunciazione
Chiude
il primo periodo la pala "Riposo durante la fuga in Egitto con
S. Francesco".
a Modena la Madonna Campori,
la Zingarella di Capodimonte,
e la pala Arbinea ormai andata perduta.
Dal
1518 al 1519, la
badessa Giovanna da Piacenza, donna di cultura e proveniente da una
famiglia ricca, incarica il Correggio di affrescare la propria
Camera all'interno del monastero di San Paolo a
Parma.
Lo
stile architettonico della volta, fatto
ad ombrello, viene
coperto da
una pittura illusionistica.
Al
centro del soffitto viene dipinto
lo stemma araldico della famiglia della badessa, la
scenografia si evolve, lo spazio viene
diviso in
sedici spicchi con
festoni di frutta sostenuti da nastri annodati,
negli spicchi sono dipinti sedici ovali,
dai quali si affacciano
putti semplicemente splendidi, che giocosamente si dedicano ad azioni
di caccia,
Anche la cappa del camino è affrescata con l'immagine di Diana sul
carro, Diana rappresenta la dea della caccia ma anche della purezza,
come riferimento alla badessa che ha commissionato l'opera.
La
decorazione del Correggio da slancio ed eleganza, una sensazione di
elevazione verso l'alto, che è quello che colpisce l'occhio di chi
visita questo gioiello del Rinascimento.
Si
trasferì nel 1524, a Parma, sfruttando gli studi sulla prospettiva
realizzò la cupola della chiesa di San Giovanni Evangelista,
con la nuova tecnica, l 'illusione creata dalla composizione libera degli scorci del paesaggio o di cielo, si alterna con il modo movimento a volte vorticoso delle figure, diventa una novità, con questi affreschi, iniziò la fama e il successo ad Antonio Allegri, ebbero inizio importanti commissioni.
con la nuova tecnica, l 'illusione creata dalla composizione libera degli scorci del paesaggio o di cielo, si alterna con il modo movimento a volte vorticoso delle figure, diventa una novità, con questi affreschi, iniziò la fama e il successo ad Antonio Allegri, ebbero inizio importanti commissioni.
Raggiunse
una perfetta armonia di movimento e di colori negli affreschi della
cupola del Duomo di Parma.
Per
coloro che si apprestano ad ammirare
l'Assunzione della vergine,
non è possibile
descrivere in poche parole quanto
sia bella, la
sensazione che si prova alzando lo sguardo su quest'opera davvero
magnifica è
di stupore, un tripudio
di Santi, angeli , Adamo ed Eva e la vergine che si eleva fino al cielo
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