Quante cose non so, quante ancora cercherò di scoprirne, finché la testa e gli occhi mi permetteranno di curiosare, di leggere e approfondire....
La pubblicità ci bombarda con slogan che ci circondano, dai giornali alle televisioni, ai volantini dei vari supermercati....
Possiamo dire addio a macchie, di unto, di pomodoro, grazie ai detersivi, possiamo dimenticare le incrostazioni, ma sopratutto possiamo dire di avere dei prodotti innovativi per la nostra igiene personale, e dei nostri capi di abbigliamento....
Il prodotto dal quale non ci siamo mai separati e che da circa 3000 anni è sempre con noi è .....il sapone
Il sapone è stato inventato 3000 anni fa in Siria.
Lo sviluppo del sapone ebbe origine nella zona di Aleppo, gli arabi producevano sapone partendo dall’ olio d’oliva e dalle foglie alloro o di timo
Riuscirono ad ottenere un sapone, molto fine, profumato e colorato, che in breve tempo si diffuse su tutto il territorio arabo prima e in Europa poi.
Gli arabi producevano sia saponi solidi che liquidi.
Con l'espansione araba in Europa, questi prodotti furono conosciuti in tutto il bacino del mar Mediterraneo, raggiungendo la Spagna e la Sicilia.
I primi saponifici d’Europa furono impiantati nel XII secolo in Castiglia (Spagna) e in Italia a Savona, a Venezia, poi in Francia dove nacque il sapone di Marsiglia, che deriva direttamente da quello di Aleppo.
Si trattava di produzioni a carattere artigianale, che avevano una buonissima e considerevole produzione, e si commerciavano in tutta Europa.
Se nell'antica Grecia, il bagno era considerato un completamento delle attività fisiche, in particolare dell'atletica, ci si doveva immergere in acqua fredda, in modo rapido al fine di ottenere energia, per tonificare i muscoli.
I romani si lavavano tutte le mattine e braccia e gambe, e ogni nove giorni, tutto il resto del corpo, sempre in occasione del giorno di mercato, ma non utilizzavano il sapone, usavano attrezzi ricurvi (gli strigili) insieme ad oli profumati per raschiare e rimuovere lo sporco dalla pelle.
Una leggenda narra che sul colle Sapo, dove gli antichi romani sacrificavano animali e ne bruciavano le ossa. Cenere e grassi colavano poi verso la riva del Tevere creando una sorta di saponificazione naturale. La zona era nota dalle lavandaie romane, che si recavano a lavare in quella zona del Tevere per ottenere un bucato migliore.
Il sapone era comunque conosciuto Plinio il vecchio, nella sua Historia Naturalis descrive un procedimento che con l'uso della cenere e dei grassi produceva un detergente per la pulizia dei capelli, Plinio il vecchio però non approvava l'uso del sapone e ne criticava l'uso abbondante che ne facevano le popolazione dei galli e dei Germani.
Nel tardo impero romano, il bagno a vapore e la sauna avevano raggiunto un ruolo importante, lo scopo era rilassare il corpo, per poter ottenere un benessere fisico.
Fu il medioevo che, con il degrado degli acquedotti, rese difficile utilizzare gli impianti termali, tutti dalla campania si recavano in città in cerca di lavoro o fortuna, le norme igieniche basilari, non venivano rispettate, nelle case si viveva insieme al pollame, ai maiali, alle pecore, con condizioni igieniche inesistenti, nelle acque dei fiumi si lavavano panni, si scaricavano rifiuti, i liquami delle concerie, le carogne degli animali ammalati, le mura delle città costringevano la popolazione a vivere in spazi sempre più stretti, le strade non lastricate erano invase di fango, rifiuti, e fognature a cielo aperto.
Con le invasioni barbariche, l'impero romano venne sconvolto, successivamente arrivò il cristianesimo che convinceva la popolazione, ad allontanare, quasi condannando, il concetto della cura del corpo. Per i cristiani il corpo doveva sopportare i dolori, le avversità, le malattie curandosi solo con la preghiera.
Solo per le persone di rango alto-borghese, o i nobili il bagno non è mai venuto a mancare, lo facevano in grandi tinozze e quasi sempre in compagnia.
Verso la fine del XII secolo e l'inizio del XIII secolo il bagno e la cura del corpo ritornano, e ritorna anche il sapone.
Una delle prime ricette ritrovate, è una raccolta di formule segrete degli artigiani che risale intorno all' anno 1100, il procedimento chimico, non varia di molto nella produzione dei giorni nostri, allora come oggi, la qualità del sapone dipendeva dai materiali utilizzati.
IL sapone raggiunse il Nord America, alcuni coloni utilizzavano cenere di legno e grassi animali, era un sapone gelatinoso marrone, l'uso era quotidiano, con il grasso animale venivano prodotte anche le candele, per cui molto spesso chi produceva candele produceva anche sapone, aggiungendo del sale a fine bollitura si ottenevano dei panetti solidi, aromatizzati alla lavanda o al cumino dei prati, così era molto più semplice da trasportare.
Vennero studiate delle formule per le lavandaie miscelando acqua e ceneri di legna, che mischiata ad una argilla bianca, sbiancava i panni che venivano lavati.
Nel 1688 il ministro francese Colbertin stabiliva con un decreto le caratteristiche, per il famoso sapone di Marsiglia, superando in qualità i saponi prodotti a Genova e Savona.
La storia del sapone prodotto artigianalmente finisce con la rivoluzione industriale.
Alla fine del 17° secolo il chimico francese Nicolas Leblanc inventò una procedura per ottenere dal sale comune la soda, una sostanza alcalina.Questo processo però, immetteva nell’ambiente circostante, sostanze inquinanti.
Successivamente il belga Ernest Solvay,
La strada della produzione del sapone a livello industriale era aperta.
In Inghilterra la vendita del sapone veniva promossa da campagne pubblicitarie che insegnavano l'uso del sapone per l’igiene personale come promotore di salute.
Nel 1894 in Nuova Zelanda comparvero slogan che reclamizzavano il sapone sul retro dei francobolli.
Il sapone è nato liquido, raggiunge lo stato solido, e poi ridiviene liquido.
I successivi progressi della chimica nel corso del 19° secolo hanno posto le basi scientifiche per la fabbricazione del sapone. Però ancora oggi, è possibile acquistare, spendendo magari un po’ di più, pregiate saponette artigianali, realizzate con le antiche tecniche e di qualità di gran lunga superiore rispetto ai prodotti commerciali, un mercato di nicchia, un po’ come lo era, quello degli esordi del sapone in Europa.