Mercadante Biagio, un pittore che non conoscevo, m un suo quadro mi ha incuriosito ed ho iniziato a fare delle ricerche
Nato a Torracca in provincia di Salerno il 12 maggio 1892 cresce con l’amore della terra che vede coltivare dai suoi paesani, dai pescatori che dall’ alto vedeva uscire per mare
e tornare la mattina dopo, infatti per raggiungere il mare,si devono percorrere circa 10 km da Torracca a Sapri, nella stupenda fascia del Golfo di Policastro.
Biagio Mercadante, questo è il suo nome, fin da ragazzo aveva la dote di disegnare benissimo tanto che anche il maestro della scuola elementare prevedeva per il bambino un futuro da pittore. Sono poche le notizie che ci parlano della vita di Biagio, ma all’età di 10 anni, fece una tela che rappresentava il Re d’Italia.
In seguito venne prelevato dalle forze dell’ordine, portato a Palazzo Reale di Napoli, e sapete perché?
A Palazzo Reale ricevette i complimenti ed un premio, proprio dalle mani del Re Vittorio Emanuele III
In seguito frequenterà le scuole Tecnico Statali, l’impegno era però scarso, molto spesso marinava la scuola per recarsi a visitare musei e mostre, in seguito fu iscritto all’ Istituto di Belle Arti, dove vinse varie borse di studio, ha avuto maestri illustri della scuola dell’ottocento, ma nei primi anni del 900 subentrarono nuovi insegnanti, Biagio Mercadante e altri giovani artisti impararono dal maestro Michele Cammarano, a costruire la figura umana, e sopratutto acquisirono la pratica della modellazione, e della anatomia della natura in genere..
Da buon alunno, il Mercadante realizza opere con paesaggi luminosi e cogliendo attimi nella quotidianità che lo circondava.
Opere ben modellate con pennellate ampie e decise
Torraca
Il Mercadante, viene riconosciuto nel 1920 come un
brillante esponente dell’arte italiana, partecipa all’esposizione d’arte giovanile napoletana nella galleria Principe di Napoli.
Espone le opere “ Angolo di Napoli, Barche, e il “Ritratto dello scultore Ferrara, un ritratto naturale, senza esagerazioni di colore, una rappresentazione del soggetto veritiera, tanto che viene riconosciuta in lui la stoffa del pittore.
Biagio Mercadante, divenne pian piano un esponente della pittura nei primi decenni del 900, ottenne riconoscimenti, la sua notorietà crebbe notevolmente, era però una persona sobria e modesta.
Fece mostre a Roma, Firenze, Milano, Santiago del Cile, Tokyo, Stoccolma, Hannover e arrivarono anche numerosi riconoscimenti,e tanti premi.
Durante la prima guerra mondiale la sua casa di Napoli venne distrutta dai bombardamenti, si trasferì nel Cilento abitando tra Sapri e Torracca,vritornando alle origini, ai luoghi che più amava.
Gli viene riconosciuta dalla critica, l’ispirazione e il riconoscimento del lavoro dei contadini,
dei pastori, un riconoscimento alla terra
e ai lavori più umili
e alla vita domestica.
Pur essendo diventato famoso non aveva dimenticato i luoghi dove era cresciuto, non snobbava la tradizione, anzi la manteneva viva.
Le sue opere presenti al Museo di Roma al Ministero della Pubblica Istruzione, alla Casa Reale, nel 1935 ricevette la visita del principe Umberto di Savoia ad una sua collezione tante sono le opere che oggi fanno parte di collezioni private, ma il tema è visto da più angolazioni, i tramonti sul Bulgheria, le stradine di Torraca,
la meravigliosa costa i paesi di Villammare, Capitello e Maratea,
i volti della sua gente,
le ombre tenere dei Cordici,le vendemmiatrici del Castellaro, le reti di Scario, il lido di Sapri che si specchiava nel Tirreno.
Molto spesso nei suoi tanti lavori si ritrovano solo in parte le influenze della tradizione paesaggistica di Jean.-Baptiste Camille Corot, Francois Millet e Giovanni Fattori, ma anche delle opere di Mario Sironi, per la durezza geometrica delle figure e delle pose quasi monumentali addirittura da sembrare quasi solenni. Voleva rappresentare l’uomo onesto e soddisfatto in una terra ancora primitiva per certi aspetti,
ma in altre opere sembra prendere influenze anche dagli impressionisti come Paul Cecanne, e Claude Monet
Nel rapporto con gli amici aveva un raffinato rispetto, con i conoscenti e con tutti era cordiale. Amava le passeggiare , giocare a ramino, a scala quaranta. Frequentava il bar di Paolo Caggiano dove giocava a biliardo, gli amici che lo ricordano dicono che studiava intensamente la posizione delle biglie come se ne facesse un fermo immagine prima di decidere con esagerata calma quale colpo sferrare.