Io, abito in una casetta, con un po' di giardino, non ho balconi, i miei vicini abitano in case a più piani, o in un piccolo condominio. E' domenica , solitamente in tempi diversi, la zona è molto silenziosa a casa non c'è quasi mai nessuno, oggi invece complice anche la bella giornata, vedo i miei vicini di casa che sono come me, nei confini della loro casa. Siamo comunque dei privilegiati, abbiamo un po' di spazio intorno, chi con un po' di verde, chi con un bel piazzale. Le famiglie che hanno bambini nel piccolo condominio, fanno scendere i figli nel cortile, in momenti credo programmati, giusto per farli sfogare un po, tirare qualche calcio al pallone, un giro con la bicicletta, e allora si sentono le bimbe dell'altra famiglia che piangono vorrebbero scendere a giocare con gli amichetti, ma non si può. Si cerca spiegare ai bimbi più adulti, mentre chi ha figli più piccoli deve intervenire con severità:
" Non si può, non puoi scendere, o giochi sul balcone o ti porto dentro, non si può"....
Biagio Mercadante
E' dura far capire ai bambini la privazione della quotidiana libertà e della normale voglia di un bambino di stare in compagnia....
Dall'altro lato della strada c'è un papà che gira nel grande piazzale con una bimba nel seggiolino della sua bicicletta, mentre l'altra un po' più grande gira con una biciclettina a rotelle, la mamma li guarda e parla con loro dal balcone, al piano superiore la zia li guarda e fa i complimenti alla bimba che va in bicicletta, al piano superiore ancora c'è la nonna ad un balcone e dall'altro lato su un'altro balcone un'altra nipote .
In questi giorni stare al balcone, è come affacciarsi sul mondo, per parlare con persone con le quali hai sempre coabitato e invece ora si mantiene la distanza.
La frase più gettonata è questa ci dobbiamo parlare così, non possiamo bere nemmeno un caffè insieme. Insomma possiamo scambiare solo poche parole.
Poi ci sono quelli come me che non hanno balconi,che si affacciano alla finestra, magari per scrutare l'orizzonte in silenzio, quindi oggi il balcone è un luogo di evasione, tra l’ambiente domestico e l’esterno.
Dalì
Hopper
Anche l'arte ci offre l'immagine di chi si affaccia al balcone, il balcone è stato il particolare di molte scene rappresentate : donne o uomini soli, mogli e mariti insieme, madri e figli sui balconi di ogni città del mondo nel corso dei secoli.
Francisco de Goyay y Lucientes dipingeva nel 1808 le majas rappresenta due fanciulle le majas, due ragazze spesso ritenute due popolane o forse prostitute ben vestite e appoggiate al balcone con due uomini alle spalle in netto contrasto vestiti entrambi di nero.
Sempre Goya rappresenta una Maja sorvegliata da una donna anziana Celestina
Majas al balcone, fu fonte di ispirazione anche per Manet nel 1868 ritrae in un contesto sociale molto diverso, una scena di vita borghese, il balcone diventa il simbolo dell'agiatezza, in un quartiere benestante di Parigi. Berthè Morisot insieme alla violinista Fanny Claus, il pittore Jean Baptiste Antoine Guillemet, Leon Leenhoff, considerato il figlio di Manet ma anche il cagnolino bianco e nero, la differenza di Manet è che raffigura un gruppo di amici in un ambiente colorato, simbolo di vivacità. Sappiamo benissimo quanto fosse spietati i critici del Salon, che nel 1869, dissero che Manet faceva concorrenza agli imbianchini.
Il quadro poi, venne acquistato, dal pittore da Gustave Caillebotte, e rimase nella sua collezione per ben dieci anni, fino al 1894, quando divenne proprietà dello Stato, venne in seguito esposto al Musée du Luxembourg di Parigi. Solo dal 1986 è conservato al Musée d’Orsay.
Anche Berthe Morisot ha dipinto "Donna e bambina sul balcone" nel 1872
ora di proprietà privata, mentre osservano il paesaggio, la bambina ha un vestitino bianco azzurro con un fiocco tra i capelli la signora ha un austero abito nero con il tocco di colore dato dall'ombrellino rosa mentre da lontano si intravede la cupola dorata di un grande edificio
Caillebotte da parte sua dipinse nel 1877, uomini al balcone ma l'immagine è diversa mentre Goya e Manet dipingevano dall'esterno e di fronte al balcone, Caillebotte li riprende dall ' interno verso l'esterno ,sullo stesso piano e quasi sempre di spalle o da una certa distanza
Boulevard Haussmann è un quadro che ci racconta come Parigi si stava rinnovando i grandi edifici, le grandi ampie strade ricche di alberi, su questo balcone elegante due uomini abbigliati di tutto punto, osservano l'evolversi del sottostante boulevard quasi mantenendo fra loro una distanza come dire di ....sicurezza
Boulevard Haussamann di Caillebotte
nel secondo quadro lo scenario è simile l'uomo osserva il boulevard ma chi lo ritrae si trova dentro la casa il particolare si nota perchè sull’anta della finestra destra, il vetro riflette l’immagine dell’uomo, e la tenda parasole con le balze a righe.
Nell'opera di Giovanni Segantini 1893, viene rappresentata tutta la semplicità della vita contadina, una giovane donna in abiti tipici raccolti in una cuffia bianca, il balcone è di legno una caratteristica delle case di montagna mentre nello sfondo si nota un campanile che svetta verso il cielo, il panorama avvolge la giovane donna mentre la luce una luce che si riflette in tutta 'opera. un opera custodita ora nel museo Kunsthaus di Coira in Svizzera
Nel 1920 Piero Marussig ritrae una scena quotidiana, l'uomo è seduto su una piccola sdraio di legno appoggia il braccio sulla ringhiera del balcone, e osserva l'orizzonte mentre la donna è in piedi e appoggiata sui gomiti, guarda il paesaggio. Intorno non si vedono né prati né alberi, ma alti palazzi: è il ritratto della realtà di un qualsiasi quartiere residenziale, che rappresenta un qualsiasi balcone in una qualunque città.
Inesauribile Enrica, hai colto l'occasione della clausura in casa della gente, causa pandemia Covid-19, per parlare ancora d'arte e lo hai fatto benissimo. Mi piace e ho gustato tutte queste opere che non conoscevo e non avrei mai avuto occasione per ammirare. Grazie Enrica, conservo il post con i tuoi precedenti. Un saluto in piena sincerità, ciao.
RispondiEliminaUno spaccato di riflessioni sul momento drammatico che stiamo attraversando. La metafora del balcone come viatico per guardare il mondo e per connettettersi ad esso, è molto azzeccata. E poi c'è l'arte che Enrica ci suggerisce per espletare al meglio il suo pensiero. Come sempre tutto in armonia e grazia. G
RispondiEliminaIn queste città spettrali, silenziose, in questi giorni ho salutato dal balcone vicini che nemmeno conoscevo, ecco il mondo cambia siamo noi che dobbiamo cambiare con o senza virus
RispondiEliminaCiao Enrica, belle le foto bella l'idea, bello il tuo modo di impegnare il tempo grazie ancora ciao
RispondiEliminaSpero tu stia bene.Ho cambiato indirizzo al blog,mi farebbe piacere se tu ti iscrivessi.Ti abbraccio,Olga.
RispondiEliminahttps://benecija-tanto-altro.blogspot.com/
Piero Marussig è un pittore nato a Trieste,quindi nella mia regione.Ciao
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