il filo dei ricordi-racconti

martedì 17 giugno 2014

CHICCO E SAN MARINO

Ho portato il mio nipotino al mare a Riccione, per lui è proprio vacanza, ha fatto degli amichetti in spiaggia, che sono anche nel nostro albergo, si diverte, gioca, salta e scappa in mare.La paura, che gli succeda qualcosa quando è in acqua, mi attanaglia, anche perchè io non so nuotare.



 Ho letto parecchi libri in questi giorni, cercando l'ombra come un assetato cerca l'acqua.Questa vita va bene per il bambino, ma io, di spiaggia, sabbia, costume e odore di creme abbrozzanti non ne posso più.



Prenoto due posti su un pullman, e la meta è ....San Marino.

Chicco, non è entusiasta dell'idea, ma una volta arrivati a destinazione, si è vendicato facendomi girare tutti i musei per ragazzi.

Appena giunti abbiamo preso il trenino azzurro, voleva salire anche sulla funivia ma non ho acconsentito.



 Siamo entrati al museo della tortura,



 il museo delle armi antiche, il museo delle armi moderne, museo degli aerei, dopo tanto, ma tanto camminare ha trovato il museo delle curiosità,


 dove trabuzzava gli occhi: Tanto piaceva a lui, tanto sembrava assurdo a me, per lui divertente, per farsi due risate e rimanere davvero incuriositi.San Marino è il terzo stato più piccolo del mondo, il centro storico e il Monte Titano sono stati riconosciuti come Patrimonio dell'Umanità.
All'ingresso, della Serenissima Repubblica non si può fare a meno di notare la grande scritta:

Benvenuti nella antica terra della libertà.Una libertà antica che sa di leggende e storie a lieto fine, come quella del vecchio tagliapietre che si chiamava Santo Marino.




I negozi e i cartelli hanno scritte in Italiano, la guida è a destra, ma siamo all'estero. Se guardiamo attentamente le differenze diventano evidenti, ai margini della strada, ci sono pattuglie della Gendarmeria, sulle targhe delle auto compare il Monte Titano incorniciato da un cuore sormontato da una corona d'argento,




 e le cassette della posta dove abbiamo imbucato le cartoline sono di colore bianco.




Sulla cima del monte, San Marino, sembra appeso al cielo, limpido, è una giornata calda, salendo sembra che le Tre torri ci attendano e salita dopo salita, il paesaggio incanta e lo sguardo corre sui dettagli,sui profili delle torri, sulle scritte delle porte,




 che ci riportano a quello che è stato nel passato.




La "Rocca Guaita" (prima torre) eretta nell'XI secolo ospita una Cappella eretta in onore di Santa Barbara;




 La "Rocca Cesta (seconda torre)"





 costruita nel XIII secolo sul punto più alto della montagna precede la terza e la più piccola delle tre torri il "Montale".




Sarà, lo Stato più piccolo del Mondo, ma a San Marino si deve viaggiare con scarpe comode, perchè si sale e si scende, e si cammina parecchio.
San Marino, panorami, tradizioni difficili da dimenticare, simboli, visioni e leggende, che sembrano accompagnare mentre si visita il centro storico. Non so come, ne perchè, ma ci siamo trovati davanti al San Marino Adventures,




 dove Chicco si è cimentato in percorsi di esplorazioni tra gli alberi con altri bimbi.
Il mio signorino non era ancora soddisfatto, ci siamo recati al rettilario, se c'è una cosa che mi fa senso sono proprio questi animali, ma lui non ha ceduto, ha toccato sotto la supervisione di un addetto, una serpente albino molto lungo non ricordo che tipo di serpente fosse, io avevo i brividi.
Mentre ci avviavamo alla fermata del bus, finalmente sono entrata nel palazzo dell S.U.M.S. Dove avevano allestito una mostra di pittori americani “da Hopper a Warhol”: vi figurano opere – quasi tutte di grande formato – di 15 autori celebri.
Un' antologia di protagonisti dove alcune delle vicende hanno imposto nel Novecento l’arte degli Stai Uniti nel mondo.



Sul pullman tornando verso Riccione, Chicco si è addormentato
arrivati quasi a destinazione l'ho svegliato e mi ha detto:Nonna, secondo te, a un bambino di nove anni, interessa un borgo medioevale?.....io voglio andare con i miei amici......



Io invece saluto San Marino



e un amico virtuale che in questo bellissimo borgo vive, 
tanti saluti Conte Mascetti.  






UNA PRIMAVERA A PRAGA (prima parte)

UNA PRIMAVERA A PRAGA

La biblioteca alla quale mi appoggio molto spesso mi ha inviato una email dove c'erano i dettagli di un viaggio a Praga. Parlandone con mia sorella e la nostra comune amica decidiamo di iscriverci.


Era ancora notte e siamo partiti ed il nostro pullman questa volta non era il massimo della comodità.
Per la prima parte del viaggio abbiamo dormito,mentre l'autista viaggiava in direzione nord attraversando il passo del San Bernardino, e nella mattinata raggiungevamo la Baviera.
Le soste durante il viaggio per ristoro,  sono di pochi minuti mentre giungiamo a Kelheim, per visitare il monastero benedettino di Wettemburg che  descriverò in un'altra occasione, pranziamo presso il ristorante -birreria del monastero poi visita guidata del borgo e del monastero.


Nel pomeriggio, il tempo ci assiste, ci attende la navigazione sul Danubio.
Pernottamento e cena per poi riprendere il viaggio alla volta di Praga .
Il giorno successivo, raggiunta Praga, abbiamo incontrato la guida che ci ha accompagnato nella capitale della Repubblica Ceca.
Dopo Parigi e Londra, è la capitale europea più visitata dai turisti italiani.
E' impossibile, non rimanere affascinati dalle bellezze di questa città, che è uscita quasi indenne dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. 
Inoltre durante il governo del regime comunista, le regioni come Boemia e Moravia non vennero valorizzate, e hanno così mantenuto un vasto lascito architettonico di palazzi e chiese di varie epoche, in particolare dello stile barocco, in effetti Praga vanta il pregio di essere la città barocca meglio conservata in Europa. In occasione del film " Amadeus", sulla vita di Mozart, il regista decise di filmare gli esterni a Praga, non a Vienna dove è ambientata gran parte della storia.


Eppure la Repubblica Ceca, e uno dei paesi più industrializzati d'Europa, dove i forti contrasti, industria da un lato, e un ampio bagaglio di storia, architettura e cultura su perimetri urbani ridotti come quello di Praga.


Quasi ogni città grande o piccola, può offrire bellezze al turista e consapevoli del loro lascito culturale, le numerose fortezze, castelli, palazzi signorili, musei, sono aperti al pubblico.
Gran parte delle città sono disposte su uno schema urbanistico comune, una grande piazza centrale, di solito usata come mercato a cui si affaccia la chiesa principale , il palazzo del municipio, riccamente decorato, dalla piazza partono le diramazioni che raggiungono altre chiese e il castello.
Praga, rimane un posto speciale, essenzialmente intoccato dal consumismo moderno, seppur nelle periferie sono stati costruiti centri commerciali per rispondere alle nuove esigenze che ci sono state con la caduta del regime comunista e con la riguadagnata indipendenza nel 1989.
Il nome Praga , in ceco "prah" significa soglia, per conoscerla il turista deve varcare quella soglia, e chi si immagina una Praga "magica" non rimane deluso, è un gioiello architettonico appoggiato sulle sponde del fiume Moldava.


Le leggende che richiamano all' esoterismo e all'alchimia risalgono al regno di Rodolfo II , 


 dove si raggiunge il più alto periodo in cui la pittura,doveva rappresentare attraverso allegorie la maestosità imperiale e soddisfare attraverso tutti i geni pittorici le passioni dell'imperatore, dove la natura si mescolava all'arte,  tanto che diventava difficile stabilire se fosse un naturale artificio della natura o un'artificiosa rappresentazione della natura.
Rodolfo II aveva anche la passione del collezionismo,  ha accumulato un tesoro di rarità e di anticaglie definito" il gabinetto delle meraviglie".

LA CITTA' VECCHIA,
 (Stare mesto) è il centro storico di Praga ha mantenuto la planimetria medioevale,con al centro la Piazza della città vecchia (Staroměstské náměstí ).
Tutto intorno e lungo le strade che collegano la piazza alla sponda della Moldava, troviamo le vecchie case, che risalgono al XI e al XII secolo.
Ora è il quartiere del distretto amministrativo, con il vecchio municipio che è una delle principali attrazioni:
L'orologio astronomico, costruito 600 anni fa e che da allora continua , in modo regolare e impeccabile a segnare le ore, la data precisa, la posizione del sole, le fasi della luna, i cicli astronomici, con le ricorrenze del calendario cristiano.


Un meccanismo geniale che allo scoccare di ogni ora, avvia uno spettacolo affascinante , all'improvviso si vedono animarsi le figure dell'orologio, che fermano la folla, che con il naso all'insù, vedonosfilare, prima il viandante, poi il turco, la vanità, mentre lo scheletro gira la clessidra e i 12 apostoli si inchinano, un gallo canta l'ora.


tutto termina col suono della campana in cima alla torre, la leggenda dice che per impedire all'orologiaio di creare un altro gioiello simile altrove, venne accecato.


In questa piazza, durante lo scoccare dell'ora per il turista il tempo si ferma.
Poi lo sguardo si posa sugli edifici di stile e colore diverso, e le diverse chiese , dicono che la più bella sia la chiesa di Santa Maria di Tyn
 e allora la guida ci chiede di alzare di nuovo gli occhi mentre nel cielo svettano e troneggiano tutt'intorno le sue guglie gotiche , che sono visibili da ogni angolo della città, al suo interno c'è l'altare più alto di Praga e la tomba del famoso astronomo Tycho Brahe, è il secondo santuario di Praga.


Poco più a nord si trova l'ex quartiere ebraico con il vecchio cimitero e la sinagoga, e mentre la guida ci faceva entrare, agli uomini veniva data la Kippah, il tradizionale copricapo utilizzato per poter entrare in un luogo di culto.


Nelle pareti della sinagoga sono scritti i nomi di tutti gli ebrei deportati uccisi e di quelli dispersi.


Ancora una volta mi sono resa conto di quanto poco ci rispettiamo, in virtù di un credo o da una visione di dominio scaturita solo da menti folli
dal web:
L’edificio è opera della famiglia Horowitz. Lo fece costruire nel 1535 Aaron Meshullam Horowitz sull’appezzamento incuneato tra la sua casa „U Erbù“ (Agli Stemmi) ed il terreno del Vecchio Cimitero Ebraico. Nel dopoguerra la sinagoga è diventata Monumento agli Ebrei Boemi e Moravi, vittime delle persecuzioni naziste. Sui muri sono stati scritti i nomi e le generalità degli Ebrei annientati con le relative località di provenienza. Nel 1968, però, il Monumento è stato chiuso a causa di una falda acquifera che minacciava la stabilità dell’edificio.
Durante i lavori di isolamento in profondità sono venuti alla luce locali sotterranei con un antico pozzo e un bagno rituale. Il regime comunista ritardava intenzionalmente il termine dei lavori, lasciando progressivamente rimuovere le scritte dai muri. Soltanto nel 1990 è stato possibile portare a termine i lavori edili. Tra il 1992 e il 1996 sono stati riscritti a mano sulle pareti della sinagoga gli 80 000 nomi degli Ebrei boemi e moravi, sterminati dai nazisti.



Al primo piano della sinagoga Pinkasova si trova l’esposizioneDisegni dei bambini di Terezín 1942–44. Tra i prigionieri di Terezín si trovavano circa 10 000 bambini che, all’epoca del loro internamento, non raggiungevano i 15 anni di età. Degli 8 000 deportati ad Est i sopravvissuti alle atroci sofferenze di guerra erano soltanto 242.


 Il Museo Ebraico custodisce nei propri archivi più di 4 000 disegni originali di questi bambini. Sono una testimonianza immensamente commovente del loro destino crudele e, nella maggior parte dei casi, anche l’unico ricordo di chi non è sopravvissuto.


La visita al vecchio cimitero ebraico uno dei più importanti cimiteri ebraici d'europa, fin dal XV secolo e per circa 300 anni, gli ebrei praghesi dovettero sopperire alla mancanza di spazio, (non veniva dato loro un'altro luogo dove seppellire i propri cari)sovrapponendo le tombe.
Vi sono punti in cui sono stati sovrapposti 9 strati di diverse sepolture, le lapidi venivano staccate dal suolo, veniva aggiunta nuova terra per la nuova sepoltura e poi veniva messa la vecchia lapide con a fianco quella nuova diverse lapidi sono state disperse


Questo cimitero è stato risparmiato dalla distruzione, perchè per le autorità naziste doveva essere la testimonianza di un popolo estinto.
La poca illuminazione e l'ombra dei sambuchi che ornano il cimitero, da veramente un senso di tristezza infinita, vedere queste tombe quasi ammassate l'una contro l'altra come se nemmeno da defunti avessimo lo spazio per poter riposare.

giovedì 12 giugno 2014

Il Sacro Monte di Varese

Il Sacro monte di Varese

Tanto tempo fa, in alto al monte, vi era una cappella, fatta costruire intorno al 389, la leggenda dice che fu S. Ambrogio a volerla, come ringraziamento a Dio per aver cacciato dalla terra Lombarda l'eresia Ariana.
Nel medioevo però la piccola cappella fu ampliata e negli anni divenne un Santuario, dedicato a Maria e all'interno veniva collocata l'immagine della Madonna Nera, venerata da tutti gli abitanti della zona e dai pellegrini che giungevano dalle province confinanti e dalla vicina Svizzera.
E' il Santuario del Monte Orona, o meglio ancora Santa Maria del Monte: Il "Sacro Monte" di Varese, posto a 800 mt. con le Prealpi che gli fanno da corona e, sullo sfondo, le maestose cime delle Alpi, è uno dei più interessanti Santuari della Cristianità.




Era il santuario della gente semplice, poveri contadini, o montanari che non avrebbero mai avuto le possibilità, per recarsi in luoghi più importanti, come Roma o addirittura Gerusalemme, per questo affidavano alla Madonna Nera del Monte Orona le proprie preghiere.
I pellegrinaggi duravano due o tre giorni e poi ritornavano ai loro campi o ai loro boschi, e allevamenti. Vicino al Santuario vi era un convento che dava ospitalità ai viandanti e ai pellegrini, e proprio una suora del convento, Maria Tecla Cid, che da Milano raggiunse a piedi Santa Maria del Monte, per pronunciare i voti solenni, con i quali veniva accolta nel monastero, propose la costruzione di una cappella a metà salita, per il riposo dei pellegrini.


In quel tempo, un frate cappuccino di Monza, Gian Battista Aguggiari,si recava spesso al monastero partendo dal convento dei Francescani, che sorgeva in Casbeno. Dopo una sua predica nella chiesa di Malnate nel novembre del 1604 ottenne il consenso della popolazione e il progetto della suora si trasformò in un'altro, molto più ambizioso, quello di far erigere quindici cappelle raffiguranti ciascuna un "mistero" e dedicate alla Madonna. Alla realizzazione di questo Santuario e delle quattordici Cappelle, contribuirono tanto la popolazione della zona quanto le famiglie più nobili della Lombardia.


Dal Web:
Il fraticello a Malnate, dopo aver esposto i propri argomenti, "gittò dal pergamo un fazzoletto che, poco avanti, gli era stato dato in elemosina e, parendogli poco, gittò abbasso anche il mantello per principio e fondamento dell'opera e di tutte le oblazioni e raccolte di essa". Fu una gara per tutti, dopo il gesto del frate cappuccino, ad offrire frumento, anelli d'oro, veli e tante altre cose, come tra l'altro, un paio di scarpe bianche, comperate per ballare, offerte da una giovane contadina.
Le 15 cappelle furono costruite a grano, a vino, a risparmi.
Il popolo di Varese offrì 1000 scudi nelle mani del Cardinale Federico Borromeo, che si trovava allora a Santa maria del Monte, in visita.


Il percorso comincia dalle pendici del monte, la via acciottolata , avanza in salita con gradualità, progettata per adagiarsi e al tempo stesso far parte del monte, le pietre tonde che la compongono, hanno il colore delle selci e delle pietre, tutto il materiale è stato recuperato nella zona, ed è talmente bene inserito che si confonde con la natura che lo circonda.



Varese è sotto, distante otto km, eppure sembra lontana. Mentre si sale, un silenzio composto circonda le cappelle, si avanza senza fretta, l'occhio spazia sul panorama, la sensazione di quiete, la luce che si distende sulla pianura sottostante, un percorso che ricorda la via Sacra, l'ascesa di Cristo al Monte Calvario e la sua Passione, mentre ai credenti si da la possibilità di meditare e di recitare il Rosario ad ogni Cappella.


 Questi ciottoli levigati dai passi, di circa sei milioni di visitatori, che giungono qui, da tutto il mondo.
In località Prima Cappella, dove la chiesetta dell’Immacolata Concezione 


precede l’arco d’ingresso e la sinuosa strada selciata – anche questa disegnata dal Bernasconi – che porta alla cappella dell’Annunciazione. 


Giunti alla Quinta cappella, la Disputa con i Dottori del Tempio, termina la prima parte del percorso dedicata ai Misteri Gaudiosi.


Un secondo arco introduce ai misteri dolorosi, che si conclude con la Decima Cappella, dove una scenografica crocifissione con quaranta statue coinvolge ed emoziona visitatori e pellegrini.



Varcato un terzo arco si Comincia a percorrere il cammino dei Misteri Gloriosi, che culmina con la solenne bellezza del Santuario, dove si rappresenta l’ultimo Mistero, l’Incoronazione di Maria, attraverso la pregevole statua lignea trecentesca, incoronata solennemente il 5 luglio 1739.
Da turisti, vengono trasformati in pellegrini, che in cima al Sacro Monte troveranno pace, serenità, semplice riposo, e alcuni magari Dio.
Stendhal, scrisse: Ho trovato un po' di consolazione nella chiesa di Santa Maria del monte.


Il Santuario poi e' un gioiello d'arte: il "pallio" sotto l'altare e' in argento ed è opera preziosa, raffigurante episodi della vita di Sant'Ambrogio, dello scultore Lodovico Pogliaghi, scomparso da qualche anno, il quale ha scolpito alcune scene delle meravigliose porte del Duomo di Milano.





martedì 10 giugno 2014

Le fontane
Solo da pochissimi giorni è arrivato il caldo, e nei telegiornali si vedono persone sedute sulle gradinate delle fontane, altre che si bagnano le mani agli schizzi d'acqua che fuoriescono, ho cominciato a pensare, non al caldo, ma alle fontane.


In tutte le piazze delle nostre maggiori città c'è almeno una fontana, su quelle pietre, levigate, lavorate, che sono dei capolavori di arte e cultura sono scivolati secoli, intemperie, acqua, neve,


 grandine, sole, e incuria da parte degli uomini, spesso violentate da personaggi che non sapendo come sfogare la propria difficoltà hanno volutamente e stupidamente danneggiato dei capolavori.



Le fontane, che hanno sentito le parole d'amore degli innamorati, che spesso sono state con le loro statue nude motivo di scandalo,hanno fatto da  cornice  agli  stornelli cantati alle amate e ora assistono al degrado di quello che siamo diventati.


Sono gli spettatori silenti di una buona parte della nostra vita, presenti prima ancora che l'acqua corrente raggiungesse le case che si affacciano sulla piazza, erano un tempo abbeveratoi per animali e cani randagi, erano il luogo dove con brocche ci si recava a prendere l'acqua, create come funzione pratica, divennero anche elementi decorativi delle città.


Le fontane, come i campanili, sono il simbolo dello scorrere della nostra vita, cosa sarebbe una città, un paese, senza campanile, , molto spesso, in una piazza, importante o meno, troviamo una fontana.


Mi tornano alla mente le fontane di montagna, semplici di pietra,
sembra che siano li ad aspettare te che arrivi con la gola arsa,
 Dal piccolo tubo, che sporge dal bordo del campo, dove pascolano tranquillamente le mucche, con la testa inclinata ci allungavamo sotto il flusso di quell'acqua fresca e trasparente,


 e mentre si saliva se ne trovavano delle altre, quante volte ci siamo bagnati il viso, altre volte, toglievamo scarpe e calze e infilavamo i piedi in quest'acqua gelida, riempivamo le borracce, a volte l'anguria veniva messa all'interno a rinfrescare per poi essere mangiata, erano e sono sentinelle in attesa di persone assetate.



 Semplici e modeste comparivano a sorpresa durante le nostre camminate, come non essere lieti di quanta frescura ci davano e ancora ci danno.


Mentre nelle città importanti, alcune fontane rappresentavano la ricchezza e il fregio famigliare dei committenti, ora sono capolavori, mete di turisti, con alcune leggende che vengono rispettate ancora oggi. Gettare una moneta in una fontana è un rito che viene praticato da turisti di tutto il mondo.
In realtà, si gettano monete nelle fontane perchè nel passato gli uomini credevano che nell'acqua ci fossero delle divinità, fare un'offerta voleva quindi garantirsi la fortuna e la loro assistenza. Vi è un'altro motivo, le monete erano composte per lo più da argento e rame che a contatto con l'acqua ne impedivano l'acidimento, per cui aveva una funzione igienica.


Recentemente sono stata a Bologna, era una giornata calda, e vedere la fontana del Nettuno senz'acqua mi ha dato tristezza, mancava lo zampillo, che da il senso della vita, mancava la musica che l'acqua fa nel suo scorrere, una fontana senz'acqua, asciutta, rappresenta l'aridità mentre il loro unico messaggio dovrebbe essere di vita, perchè l'acqua è vita.