il filo dei ricordi-racconti

domenica 19 aprile 2015

TORINO

La storia ci racconta che:
la dinastia dei Savoia ha origine antiche, si hanno notizie, già dal X secolo, dove aveva già prestigio nel Regno di Borgogna, che poi divenne Contea di Savoia, e, nel XV secolo divenne Ducato.
Nel XVI secolo, spostò i propri interessi, dalla Francia verso la penisola italiana, da questo periodo storico, inizia la storia dei Savoia in Italia.

La famiglia Savoia, nei secoli, ha sempre lottato per avere prestigio, ha sempre ambito alla corona reale,
Attraverso matrimoni combinati, e di potere, la famiglia Savoia ereditò il titolo reale dalla potente famiglia Lusignano. L'ultima erede legittima, Carlotta Lusignano, non avendo avuto figli dal marito Luigi I di Savoia, lasciò in eredità i suoi domini, in favore di Carlo I di Savoia, nipote del marito, che divenne Re di Cipro, Armenia e Gerusalemme.


Le lotte interne, ed esterne per proteggere e ampliare i propri possedimenti, hanno continuato a segnare la vita della famiglia Savoia, che si sono susseguite nei secoli, a volte ampliando i territori a volte perdendo, subendo il dominio di Bonaparte, lottando contro i moti rivoluzionari, mantenendo il potere attraverso i matrimoni tra le famiglie reali...
Con Vittorio Amedeo Francesco di Savoia, il destino dei Savoia e la politica ebbero una grande trasformazione. 


Definito nella storia come la "Volpe Savoiarda", riuscì a rivendicare l'indipendenza dello stato Sabaudo dall'oppressione della Spagna e della Francia divenne il primo re di Sicilia e di Sardegna.


Aveva la capacità di sapersi muovere trarre d'impaccio, nelle vicende politiche, con cambiamenti inaspettati, tanto che il re di Francia Luigi XIV disse:
" I Savoia non terminano mai una guerra, sotto la stessa bandiera con cui l'hanno cominciata".
Fu proprio grazie a questo Re, che venne riformata l'università, dando veramente lustro alla città di Torino, che in quegli anni era il maggior centro del territorio alpino, affidò agli architetti Bertola e Juvarra, la costruzione di nuove chiese e monumenti .
Sul piano politico veniva avviato il processo per l'unificazione d'Italia.
Nel 1861 si fece l'unificazione d'Italia e la monarchia regnò fino al 1946....

Quando nel 1563, il Duca Emanuele Filiberto, trasferisce la capitale da Chambéry a Torino, inizia un progetto urbanisitico che venne realizzato nei secoli successivi
Il progetto è notevole e significativo, si tratta di 23 Residenze Sabaude, di cui 12 poste nel centro di Torino.
Disposte e organizzate affinché intorno alla capitale sorgesse "la  zona di comando" , per l'esercizio del potere politico, culturale, e  amministrativo.
 Intorno alla capitale sorgevano, formando una corona delle nuove case, dette " maison de plaisance" residenze preesistenti oppure nuove costruzioni da adibire alla caccia o allo svago...
Nel complesso definito "zona di comando", il Sovrano e la corte esercitavano il potere assoluto.
Tutto ruota intorno al Palazzo Reale, 


 fino a formare un unicum con il Palazzo Chiablese a ovest,


 mentre ad est con la Biblioteca reale,


 le segreterie del Re, gli archivi di Corte




 e il Teatro regio..



Si narra che i sovrani attraverso dei corridoi interni, raggiungessero il Teatro Regio, senza esser visti da alcuno, scongiurando così qualsiasi attacco esterno, il percorso continua con l' Accademia militare, la Cavallerizza Reale, la Regia Zecca, che completano così una città dentro la città. Sempre in Piazza Castello, troviamo:
Palazzo Madama, patrimonio per l'umanità come parecchie delle Residenze Sabaude, testimonia la storia di Torino, lungo un arco di duemila anni.
Di origine romana la porta di accesso,


che venne fortificata nel medioevo, mentre nel quattrocento diventa un castello, sede di corte dei principi d'Acacia,

(ramo cadetto dei Savoia). Il periodo di maggior splendore del palazzo è durante la residenza di due madame Reali, Cristina di Francia, e ancora una volta Giovanna Battista di Savoia Nemour, al piano nobile troviamo la sala del Senato decorata nel periodo del passaggio da Ducato a Regno.



Attorno al salone ruota l'appartamento di rappresentanza, dove le volte sono riccamente decorate da diversi artisti.



La facciata ha un effetto scenografico, con lo scalone d'onore a doppia rampa simmetrica,



 sono il frutto del magnifico progetto di un palazzo barocco in pietra bianca, dell'architetto Filippo Juvarra, che non è stato completato, ne possiamo ammirare solo la splendida facciata.



Fu la sede del Senato Cisalpino, 



 dopo un recupero e restauro, 


è stata nuovamente inaugurata la "Sala del Senato Cisalpino"nel marzo del 2011.

Tante sono Palazzi, le chiese  e i musei di Torino che meritano un'adeguata visita. 

martedì 7 aprile 2015

L'isola Comacina

L'ISOLA COMACINA

Il Lago di Como è riconosciuto in tutto il mondo come una perla di rara bellezza. Percorrendo la statale Regina, che conduce in alto lago, nei pressi di Ossuccio, si può visitare la chiesa di Santa Maria Maddalena, che era legata con l'antico ospizio medioevale per pellegrini, orgoglio e simbolo del lago è il campanile datato tra il XIV e il XV secolo.


Nel vecchio ospizio ora è possibile visitare il museo antiquarium,



 che raccoglie reperti archeologici del lago e dell'isola Comacina, una striscia di terra in mezzo al nostro lago, incorniciata dai monti che sembrano vogliano proteggerla. Proprio all'interno del museo è possibile acquistare il biglietto per visitare l'isola, che si raggiunge imbarcandosi proprio ad Ossuccio.



L'isola Comacina, ricca di arte e di storia, ha un passato glorioso, dal periodo romano al medioevo. Il perimetro totale dell'isola, corrisponde a circa due chilometri, la vegetazione è florida, nella bella stagione quando la fioritura è in atto, l'isola è un gioiello, seguendo il viale del poeta, attraverso tantissimi  scalini, si sale verso il punto più alto dell'isola.
Tra i dislivelli del terreno troviamo tantissimi ruderi, è un museo a cielo aperto, una raccolta di storia, dagli esperti è definita come  una delle zone archeologiche più interessanti dell'Italia settentrionale.



Ebbe un ruolo primario nella storia, fu uno dei nuclei religiosi più importanti della diocesi di Como, oggi si possono vedere i resti della chiesa di Santa Eufemia, 


resti della basilica di S: Eufemia 

anche se furono molte le chiese che si trovavano sull'isola.



 Grazie ai suoi sistemi di fortificazioni, (ancora oggi dagli abitanti della zona viene definita il forte) ebbe un ruolo strategico, nella guerra decennale che si instaurò tra Como e Milano, con la quale si alleò, nel 1169, alcuni comaschi alleati con Federico Barbarossa, appiccarono un incendio che la fece radere al suolo.
Ci fu la scomunica del vescovo di Como Vitulfo:
"Non suoneranno più le campane, non metteranno più pietra su pietra, nessuno vi farà mai più l'oste, pena morte violenta".
Per moltissimi anni nessuno costruì più sull'isola, nel 1600 venne costruita una chiesa proprio nella sommità più alta dell'isola è possibile vederla anche dal lontano, dedicata a San Giovanni Battista, costruita sui ruderi di una chiesa romana, riaperta e riconsacrata nel 1990.





pavimentazione romana posta sotto l'altare della chiesa di San giovanni



 chiesa di San Giovanni  altare in scaiola 


L'isola venne ceduta per testamento al Re del Belgio nel 1919, che la donò allo stato Italiano nel 1920, affidandone la responsabilità all'accademia di Brera, il paesaggio e l'interesse archeologico dovevano esserne tutelati, ma anche valorizzati creando case per artisti, che chiudono il percorso artistico visitabile sull'isola.



 
Ogni anno per San Giovanni battista, la sera della vigilia, il 24 giugno,  il lago viene illuminato, una volta con lampade ad olio dentro i gusci delle lumache lacustri, oggi con ceri illuminati sulle barche, nei balconi delle case, e nelle vie del paese, si rievoca l'incendio all'isola  con uno spettacolo pirotecnico  che illumina le acque del nostro meraviglioso lago.








domenica 5 aprile 2015

IL MONASTERO DI TORBA



Non molto distante da dove abito io, in provincia di Varese, e precisamente nel paese di Gornate Olona, frazione Torba, si trova una delle più antiche fortezze, dichiarato patrimonio dell'umanità nel 2011.
Sono ritornata, con due cari amici che sono venuti in visita qualche giorno dalle mie parti, volevo far vedere loro quanta storia ci sia tra queste mura.
E' una bellissima giornata d'autunno, le piante stanno cambiando i loro colori, il cielo è di un bell'azzurro e la temperatura è mite. Giungiamo in questo luogo, dove sembra che si assapori la tranquillità, ci invita ad essere percorso un viale ben tenuto.


La storia di questo luogo si perde nel tempo, 
Rappresenta un esempio unico, di monastero fortificato, precedente all'anno mille. Il tempo sembra sospeso, e si ritrovano i segni del passaggio di antiche civiltà.


La strada che costeggia il fiume Olona, è sempre la stessa che conduceva al nord, ora terra del Canton Ticino, a quei tempi chiamata Terra dei Leponzi.
Questo luogo, è stato prima di tutto una fortezza, la torre romana, imponente, che se pur dimostra in tutto, la propria età, non ha mai smesso di vigilare sul territorio, circondato da boschi che da sempre sono l'habitat naturale della zona.



Attraverso le sue feritoie, sembra controllare ancora oggi, in attesa di una banda di barbari o di viandanti in cerca di ospitalità.
Le strutture semplici, raccolte, insieme a delle pietre raggruppate e sormontate fino a formare muri, dimostrano che i romani nell'ultimo periodo del loro impero, difendevano la zona, creando ostacoli, un luogo di protezione, contro la valanga di invasori che proveniva dal Nord.


Un avamposto sul fiume Olona, per controllare persone e merci che venivano trasportate attraverso il fiume. Nei secoli successivi si sono succeduti Goti, Bizantini, e sopratutto Longobardi che continuarono a rinforzare e fortificare Torba.


Con la Pax Longobarda, il complesso perse lo scopo militare, divenne una stazione commerciale. Raggiunto un periodo di pace ed ordine, Torba divenne un monastero religioso, grazie all'insediamento di alcune suore benedettine, che ampliarono gli edifici, aggiungendo i locali che ospitavano le celle, il refettorio, la sala di preghiera, e un portico a tre arcate, oltre alla piccola chiesa dedicata alla Vergine. La torre di guardia divenne oratorio ai piani alti, sepolcreto e cripta ai piani bassi. Rimasero i muri di protezione, perchè i pericoli non erano scongiurati. 


Fra le mura di Torba, non si muovevano più guerrieri, ma monache che avevano scelto la preghiera e la solitudine.
Molte famiglie nobili Milanesi e Varesotte, si alternarono per incaricare come badessa una rappresentante del proprio casato.
Nel 1453 la famiglia Pusterla fece trasferite a Tradate, le suore benedettine, mentre i terreni erano curati da alcuni massari.
Furono queste suore a preservare Torba, durante dieci secoli in cui si susseguirono, altri eserciti e altre lotte di potere. Nel 1799 Napoleone sconvolse definitivamente il monastero, sopprimendo gli ordini religiosi e confiscando i loro beni destinando poi il complesso a ruolo agricolo. 
L'intera costruzione, venne di nuovo adattata alle mansioni agricole, fino ad un totale abbandono.
Nel 1970 Torba era l'emblema del degrado.


Nel 1977 venne acquistato da Giulia Maria Mozzoni Crespi, che lo donò al Fai (Fondo Ambiente Italiano) undici anni di restauro, contro i danni causati dal tempo e sopratutto dall'uomo, un miracolo che ci consente di visitare e di immaginare le suore che abitarono Torba, eredi longobarde, alte e bionde, mentre negli affreschi il viso non compare,


 alcune sembrano salutare, oppure  ci consente di osservare il territorio dall'alto della torre come facevano i soldati romani.









domenica 29 marzo 2015

da Canova a Boccioni




DA CANOVA A BOCCIONI  ALLE GALLERI D' ITALIA



Milan, l'è un gran Milan....


E' proprio vero, Milano, la grande Milano, che da sempre, sia sotto il dominio Austriaco, o il dominio francese di Bonaparte, ha sempre avuto un ruolo importante, strategico, economico, di cultura, con innovazioni liberali, sia politiche, che economiche, sempre pronta scattare, nel futuro prossimo, accogliendo tutto quello che in apparenza può sembrare esagerato, rischiando per realizzare un prodotto, portando avanti delle idee che spesso sono sembrate un'azzardo, valorizzando l'impegno, l'ingegno, e la fantasia, senza dimenticare, quanta storia ha alle proprie spalle.
Piazza della Scala è da sempre speciale, La Scala, Palazzo Marino con le sue bandiere, e il Palazzo Beltrami, con la sua facciata austera, simbolo della serietà e del prestigio.


Il percorso che abbiamo seguito ci ha consentito di scoprire due dimore storiche, adiacenti: Palazzo Anguissola Antona Traversi, e Palazzo Beltrami.
Sotto il dominio di Maria Teresa d'Austria, e di suo figlio Giuseppe II, vennero intrapresi diversi interventi urbanistici ed architettonici, per consentire a Milano, di poter competere con tutte le altre capitali d'Europa.



Milano, non doveva più essere capoluogo di Provincia, ma diventare a tutti gli effetti una capitale.
Tutta la buona borghesia di quegli anni; intorno al 1770, per dare lustro ai propri casati, iniziò importanti ristrutturazioni.
Il conte Antonio Carlo Anguissola, in previsione del suo matrimonio con la contessa Bianca Arconati Visconti.
Incaricò dei lavori l'architetto, Carlo Felice Soave da Lugano, che trasformò una residenza comune, in una sontuosa dimora di stile neoclassico. Il palazzo era molto apprezzato per le originali decorazioni interne, tanto da divenire la residenza più ammirata di Milano. Ogni camera ha un tema diverso, sono tutte ornate con decorazioni, dove l'effetto delle dorature si completa con le finiture in lacca, o con l'inserzione di altri materiali, finti marmi, bronzi, o spazi colorati in modo uniforme che fanno risaltare il candore dello stucco.



Il Palazzo, venne poi venduto ad un borghese molto facoltoso, l'avvovato Giovanni Battista Antona Traversi, che, nel 1841, incaricò l'architetto Luigi Canonica, di apportare nuove modifiche. Nello stesso anno Luigi Canonica, ristrutturò l'edificio adiacente Palazzo Brentani, per conto del conte Greppi..


Palazzo Beltrami, è la sede storica della Banca Commerciale Italiana milanese. I due palazzi, diventano polo espositivo e condividono con il pubblico, le collezioni d'arte, appartenenti a due gruppi bancari, promuovendo mostre temporanee, e iniziative culturali e proposte musicali.
Sono 197 le opere, che la Fondazione Cariplo e Intesa San Paolo, hanno messo a disposizione del pubblico. Aprono il percorso 13 bassorilievi del Canova, raccontano la storia di Socrate, il grande filosofo condannato ingiustamente, sono eleganti, e rimandano all'osservatore un senso di pulizia.


La seconda sala da merito alla storia antica, riproponendo vicende del medioevo e del rinascimento, tutto questo attraverso le tele di Hayez, conosciuto per lo più per il quadro del bacio, mentre in questa sala, vengono riproposte delle tele veramente ricche di particolari, e forse di qualche significato (politico) nascosto.


Attraverso le tele di Giovanni Migliara, precise e ricche di particolari, possiamo vedere, come fossero gli interni dei monumenti, in quei periodi storici, ad esempio l' interno di un convento.


Vengono però affiancate in questa sala, anche le opere di alcuni pittori che rappresentavano la realtà quotidiana, mettendo in evidenza i particolari degli abiti e delle azioni:
"La confessione" di Giuseppe Molteni",


"Filanda nel Bergamasco" di Petro Ronzoni,
 il filo conduttore che unisce queste opere, sono i particolari ripresi con altissima precisione.


Gerolamo Induno e Domenico Induno rappresentano il risorgimento.




Con i dipinti di Luigi Bisi, Giuseppe Canella, Angelo Inganni, vengono rappresentati il Duomo di Milano,

Canella

la veduta di Piazza Fontarena di Udine,  di Fausto Antonioli


                                                                                                   
o la processione all'interno del colosseo  di Luigi Querena


Questi artisti, sfruttando la prospettiva, e gli effetti della luce, ci rimandano i particolari della piazza del Duomo di Milano.
Era di dimensioni molto ridotte, rispetto ad oggi, e in lontananza si vedeva l'orizzonte libero, dandoci l'effettiva visione di come fosse il panorama intorno alla cattedrale, dell'eleganza delle vie cittadine che si contrappongono alle vedute della periferia, con i navigli operosi, che tanto hanno dato alla città


Giungiamo nella sala della suggestione poetica, e della ricerca del vero. Manzoni con i Promessi Sposi, ha sicuramente influenzato anche la pittura, il paesaggio viene visto e rappresentato tra la fine del settecento e i primi decenni dell'ottocento, in modo diverso, le rappresentazioni di Pescarenico,


 attraverso il passare del tempo come la pittura si tempo avvicini allo stile dell'impressionismo.
In un'altra sala le rappresentazioni ci riportano al fasto della borghesia settecentesca, dove il lusso, l'eleganza di particolari,
 vengono rappresentati come gioia di vivere,


 mentre nella seconda metà dell'ottocento, riflettono le scene di vita del popolo.


 Le scene di vita milanesi parlano di fatiche, e tensioni, di una società che deve fare i conti con lo sviluppo industriale, mentre le rappresentazioni napoletane, parlano di una vita solare.


Ancora una volta, la pittura cambia modo di esprimersi, i contenuti passano in secondo piano, sperimentando la luce e il colore per rappresentare la realtà,

Segantini

Segantini


il percorso continua, così come nella vita di tutti i giorni, fino a giungere allo smarrimento dell'uomo, che per ritrovare se stesso, e allontanare la realtà dipinge paesaggi alpini in alta quota.


Le opere di Milesi, Gaetano Previati, Luigi Rossi ci raccontano di un contatto con gli eventi, con il sentimento.




Mentre Umberto Boccioni, con una la tela "Tre donne" è il maggior rappresentante del futurismo