BRERA
E'
domenica mattina, di buon'
ora prendiamo il treno, direzione Pinacoteca di Brera, in
quel di Milano, raggiungiamo la Pinacoteca a piedi, sono esattamente
le 8.25 del mattino.
Palazzo
Brera
è un edificio che ospita anche l’Orto Botanico, la Biblioteca
Nazionale Braidense, l’Osservatorio di Brera, l’Istituto Lombardo
di Scienze e Lettere, e infine l’Accademia di Belle Arti.
Il
palazzo si apre su un cortile circondato da un porticato su due piani,
al centro vi è situato il Monumento a Napoleone, di Antonio Canova.
E'
la prima volta per me, ed entrare in questo cortile, salire le
scale, camminare su questi ampi porticati per poi accedere alla
galleria d'arte...è
davvero un'emozione ......
Nel
medioevo, era un antico convento dell'ordine degli Umiliati, ricchi e
potenti fabbricanti di lana, passò poi di mano ai Gesuiti, che ne
fecero un grande centro di studi, tanto che necessitarono lavori di
ampliamento dello stabile, i lavori si susseguirono, per parecchi
anni, furono diversi gli architetti che operarono, i periodi di
lavoro si alternavano a periodi di stasi, causati molto spesso da
mancanza di fondi o da pestilenze.
Con
Maria Teresa d'Austria, l'opera venne completata dall'architetto
Giuseppe Piermarini, venne
mantenuta la scuola istituita dai Gesuiti, a cui si aggiunse la sede
delle scuole Palatine, una biblioteca, ampliò l'orto botanico, e
istituì l'accademia dotandola di un contributo di 10.000 lire annue.
Con
l'arrivo di Napoleone e la soppressione di molte chiese e monasteri,
le opere venivano requisite, in parte spedite in Francia, precisamente
a Parigi,ma molte altre rimasero nel territorio.
Napoleone volle che in ogni città del regno venissero istituite delle pinacoteche, si fondarono così le gallerie d'Arte di Venezia, Bologna e Milano.
Napoleone volle che in ogni città del regno venissero istituite delle pinacoteche, si fondarono così le gallerie d'Arte di Venezia, Bologna e Milano.
Brera
aveva il compito di mantenere, il sommario delle opere del Regno
D'Italia.
Ci
siamo trovate, io e la Signora che ultimamente mi accompagna,
catapultate in un mondo di opere. Trentotto
sale, di cui quattro Napoleoniche,
un mondo dove alcuni artisti ci erano noti,
e tanti altri ci erano sconosciuti, ma
non per questo meno affascinanti....
Bernardino
Luini, molto presente nel territorio lombardo ci apre il percorso
.....
Il
Cristo alla Colonna del Bramante, mi lascia stupefatta, ammirare
un'opera così bella è una meraviglia.
L'oratorio
di
Mocchirolo,
della famiglia Porro, ci riporta un po' alle maniere pittoriche di
Giotto, l' audioguida, gratifica le nostre intuizioni, confermando, che
era stata commissionata ed eseguita da allievi della scuola di
Giotto, che in quel periodo lavorava a Milano.
Avanziamo
di pochi passi, con l'audioguida che ci da delucidazioni, oltre a
delle
informazioni scritte, presenti in ogni sala....
Giungiamo
così davanti a delle opere, grandi, grandissime non solo come valore
pittorico, ma di grandi di dimensioni:
Predica
di San Marco in una piazza di Alessandria di Egitto, iniziata da
Gentile Bellini, che lasciò l'opera incompiuta alla sua morte, ma
che venne terminata da suo fratello minore, Giovanni Bellini , uno
dei più grandi teleri realizzati.
Giovanni
Bellini, è presente con un'altro capolavoro....
la Pietà.
E
' un susseguirsi di opere superbe, peccato non avere la giusta
preparazione, ma i nostri occhi e la nostra mente sono affascinati da
tanta bellezza e la visita continua ....
La
vergine col Bambino, angeli e Santi, (Pala Montefeltro) di Piero
della Francesca,
In
una sala, dedicata ai capisaldi dell'arte rinascimentale italiana,
sono stati messe a confronto due opere che rappresentano un'unico
tema " Lo sposalizio della vergine ".
L'opera
del Perugino, giunta
a Brera dalla Francia, rimarrà fino a giugno 2016, venne
presa
a modello da Raffaello Sanzio, allievo
del Perugino,
la ripropose, discostandosi in molti particolari rispetto all'opera del suo maestro, ora sono una di fronte all'altra quasi a completarsi.
la ripropose, discostandosi in molti particolari rispetto all'opera del suo maestro, ora sono una di fronte all'altra quasi a completarsi.
Nel percorso troviamo i laboratori di restauro.
Attraverso
delle vetrate, del laboratorio del restauro, dove gli
operatori riportano a nuova vita i tanti capolavori.
Mentre
noi percorriamo le tante sale, un gruppo di persone ammira, il Cristo
morto del Mantegna,
arriviamo alla sala del Caravaggio,
con la "Cena di Emmanus".
Non
avevo idea di che ora avessimo fatto, ho solo capito che ero stanca,
chiedo alla mia compagna che mi dice sono le 12 che siamo qui dentro
da tre ore e mezza.
Mancano
ancora tante
sale, ma non ce la facciamo, è veramente tanto, troppo da vedere,
torneremo un'altra volta, mentre usciamo l'occhio ammira alcuni
arredi, e la sala dedicata ad Hayez,
con Gerolamo
Induno,
raggiungiamo
l'uscita e sono quasi le 12,30.
La
luce del giorno, ci fa quasi male agli occhi, la fila per entrare in
Pinacoteca è molto sostenuta, riprendiamo il cammino nei vicoli
dell'arte, sembra di essere, in un'altra Milano.... e ci ritorneremo....