il filo dei ricordi-racconti

mercoledì 6 aprile 2016

Mucha Alphonse a Palazzo Reale


MUCHA A PALAZZO REALE E... IL MUSEO DEL 900



E' la prima domenica del mese di marzo, oggi molti musei convenzionati, consentono l'entrata senza far pagare il biglietto.

Palazzo Reale,  non  è convenzionato, ma la visita alla mostra di Mucha, sta per terminare e non volevo perderla.
Non è la prima volta che vengo , in questo splendido palazzo, come spero e credo, non sarà l'ultima, la mostra si snoda in sale, che vengono di rado utilizzate, perché sono di piccole dimensioni, ma sono molto, molto belle, basta semplicemente alzare lo sguardo per ammirare dei soffitti spettacolari.


Il percorso della mostra di Mucha, si divide in 8 tematiche se non si tiene conto della nota introduttiva, e del fatto che la sezione di cui l'argomento riguarda delle donne in realtà è divisa in due parti.

Alphons Mucha, nasce a Ivancice, nell'Impero AustroUngarico, che oggi è la Repubblica Ceca, da una famiglia borghese e numerosa. Fin da bambino dimostra il suo talento per il disegno, facendo le caricature dei propri compagni di scuola.


Con il talento di cantante, riesce a mantenersi gli studi fino al liceo, e dopo il liceo diventa violinista, nella cattedrale di Brno.

Attraverso le conoscenze del padre, trova impiego come calligrafo e disegnatore nel tribunale della sua città, ma non è la vita a cui aspira.

A Vienna trova lavoro come disegnatore presso una ditta specializzata in decori teatrali, la ditta chiude e dopo un po' di peripezie si sposta a Mikulov, dove dipinge paesaggi, ritratti e lapidi tombali, ottiene però un lavoro di tutto rispetto, dal signore del Borgo, decora le pareti del castello e si fa conoscere dalla nobiltà del luogo. 
Nel 1878 cerca di candidarsi all'Accademia di Belle Arti di Praga, viene liquidato con la frase ormai celebre:

" Cercate un'altra professione, dove sarete più utile".

Dal 1885 al 1887, frequenta l' Accademia delle Arti di Monaco, si trasferisce a Parigi, dove incontra anni duri, si interessa alla fotografia e inizia a preparare cartelloni per la stampa.



Nel 1894, incontra per la prima volta, la musa ispiratrice della sua fortuna, Sarah Bernanrdt, che dopo anni di mancanza dal palcoscenico riprendeva a recitare, realizza per lei, il primo cartellone pubblicitario, "Gismonda ",



che piace a tutti, all'attrice, ai produttori, al pubblico, un successo che gli consentirà di lavorare per parecchi anni con l'attrice.




La fama internazionale dell'attrice, consente a Mucha, una grande notorietà, tanto che i produttori di profumi,
di Champagne,


vogliono far rappresentare, i loro prodotti, dallo stile elegante e moderno del pittore, spaziando e interessando tutti i ceti sociali, della società di quel periodo.


Dalla fine dell'800, fino a i primi anni del 900 lo stile, la sensualità l'eleganza, l'accostamento dei colori, accomunava la pubblicità dei biscotti, delle biciclette,


ed esaltava le doti di attrici.




Le opere di Mucha, nel percorso, vengono completate da complementi d'arredo in stile liberty, vasi, gioielli, sculture,



piatti decorati, sedie con spalliere e sedute ricamate seguendo lo stile di Mucha..

Gli argomenti spaziano dal teatro, alla donna, alla vita di tutti i giorni, l'arte giapponese, i gioielli e gli animali.
L'unico neo del percorso, è che alcune opere erano poste in corridoi piuttosto stretti e non si potevano gustare a pieno, vista l'affluenza e la disposizione.
L'eleganza dei disegni, i colori molto ben accostati, gli abiti velati, e delicati, lo sguardo diretto di queste donne sensuali, rivolto proprio all'osservatore, come dire,




" vedi sono qui, fidati, usa questo profumo, vieni a teatro, o sali su questa bicicletta, quando avrai finito mangerai dei buoni biscotti."

Credo sia stato l'inizio di quella che oggi si chiama pubblicità.

Un inizio elegante, e sobrio, ma anche velato, senza mai scendere nella volgarità, le tonalità dai colori tenui e delicati, tanto da affascinare il pubblico in tutta Europa.  



Nel 1896 e 1897 la galleria Bodiniére organizza una mostra per l'artista il catalogo delle sue opere ha la prefazione di Sarah Bernard, negli anni a seguire saranno molte altre le esposizioni, che ottennero un notevole successo.




Negli anni seguenti creò manifesti pubblicitari e teatrali, pannelli decorativi, copertine di riviste, calendari, cartoline, immagini di gioielli, posate, tessuti





Partecipando all'esposizione Universale del 1900, la sua fama raggiunse anche l'America. Nel 1902 pubblicava un " manuale per gli artigiani", intitolato Documents décoratifs, completo di tutti i modelli necessari per creare lo stile Liberty, a cui seguì un'altra pubblicazione, un insieme di 40 tavole con modelli di donne , di giovani soli, o in gruppo inseriti in forme geometriche intitolato Figures décoratives.


Fu accolto con toni entusiastici alla fine del 1905, nella città di New York, si stabilì in America dal 1906 al 1910, al suo ritorno si stabilì a Praga, dove curò parecchi lavori.
La Cecoslovacchia, ottiene l'indipendenza dopo la prima guerra mondiale, per la nuova nazione Mucha disegna a titolo gratuito, banconote, francobolli, e documenti del governo.





Nel 1919, le prime sette tele dell'Epopea slava, vengono esposte a Praga, ottenendo un grande riscontro, in quello stesso anno si trasferisce in America, portandosi le grandi tele alle quali si dedica in modo totale, convinto patriota, riesce ad ottennere, da un miliardario americano, un finanziamento per completare l'Epopea Slava.




Una serie di 20 opere di grandi dimensioni che lo impegnarono per circa 18 anni, che rappresentano un’epopea simbolica del popolo slavo fin dall’antichità, che viene completata e presentata a Praga il 14 luglio 1928.



Nel 1921, ritorna in Europa dove si stabilisce definitivamente.




Con l'avvento della II° guerra mondiale, le opere furono nascoste per evitare che giungessero nelle mani dei nazisti, nel 1939 Mucha venne arrestato dalla Gestapo, fu rilasciato dopo l'invasione della Germania sulla Cecoslovacchia, ma il 14 luglio moriva in circostanze misteriose.

Mucha, era un sostenitore dell'arte a beneficio di tutti, sosteneva che l'arte doveva essere ammirata da tutti goduta, per questo motivo rappresentava oggetti e alimenti di uso comune, molto spesso i suoi pannelli venivano riprodotti in serie per consentire anche alle persone comuni, con minori possibilità, di poterli acquistare.








3 commenti:

  1. Una visita mozzafiato, come sempre. Bellissima. Ti ringrazio e ti abbraccio con affetto.

    RispondiElimina
  2. La Tua passione per l'arte,viene fuori ,in ogni Tuo racconto,sei riuscita a trasmettermi la Tua euforia per questo artista sconosciuto ma dalla pennellata delicata che si intravede in ogni dove,,,Grazie Enrica ,che come sempre sei una forza,,,un abbraccione,,,,elisabetta,,,,,,

    RispondiElimina
    Risposte
    1. adesso a casa con calma me lo sono letto tutto grazie

      Elimina