il filo dei ricordi-racconti

domenica 10 maggio 2020

Mercadante Biagio




Mercadante Biagio, un pittore che non conoscevo, m un suo quadro mi ha incuriosito ed ho iniziato a fare delle ricerche 



Nato a Torracca in provincia di Salerno il 12 maggio 1892 cresce con l’amore della terra che vede coltivare dai suoi paesani, dai pescatori che dall’ alto vedeva uscire per mare 



e tornare la mattina dopo, infatti per raggiungere il mare,si devono percorrere circa 10 km da Torracca a Sapri, nella stupenda fascia del Golfo di Policastro.



Biagio Mercadante, questo è il suo nome, fin da ragazzo aveva la dote di disegnare benissimo tanto che anche il maestro della scuola elementare prevedeva per il bambino un futuro da pittore. Sono poche le notizie che ci parlano della vita di Biagio, ma all’età di 10 anni, fece una tela che rappresentava il Re d’Italia.
In seguito venne prelevato dalle forze dell’ordine, portato a Palazzo Reale di Napoli, e sapete perché?
A Palazzo Reale ricevette i complimenti ed un premio, proprio dalle mani del Re Vittorio Emanuele III
In seguito frequenterà le scuole Tecnico Statali, l’impegno era però scarso, molto spesso marinava la scuola per recarsi a visitare musei e mostre, in seguito fu iscritto all’ Istituto di Belle Arti, dove vinse varie borse di studio, ha avuto maestri illustri della scuola dell’ottocento, ma nei primi anni del 900 subentrarono nuovi insegnanti, Biagio Mercadante e altri giovani artisti impararono dal maestro Michele Cammarano, a costruire la figura umana, e sopratutto acquisirono la pratica della modellazione, e della anatomia della natura in genere..

Da buon alunno, il Mercadante realizza opere con paesaggi luminosi e cogliendo attimi nella quotidianità che lo circondava.

Opere ben modellate con pennellate ampie e decise 

Torraca 

Il Mercadante, viene riconosciuto nel 1920 come un 
 brillante esponente  dell’arte italiana, partecipa all’esposizione d’arte giovanile napoletana nella galleria Principe di Napoli.
Espone le opere “ Angolo di Napoli, Barche, e il “Ritratto dello scultore Ferrara, un ritratto naturale, senza esagerazioni di colore, una rappresentazione del soggetto veritiera, tanto che viene riconosciuta in lui la stoffa del pittore.

Capri


Biagio Mercadante, divenne pian piano un esponente della pittura nei primi decenni del 900, ottenne riconoscimenti, la sua notorietà crebbe notevolmente, era però una persona sobria e modesta.


autoritratto

Fece mostre a Roma, Firenze, Milano, Santiago del Cile, Tokyo, Stoccolma, Hannover e arrivarono anche numerosi riconoscimenti,e tanti premi.
Durante la prima guerra mondiale la sua casa di Napoli venne distrutta dai bombardamenti, si trasferì nel Cilento abitando tra Sapri e Torracca,vritornando alle origini, ai luoghi che più amava.


Strada di Torraca 


Gli viene riconosciuta dalla critica, l’ispirazione e il riconoscimento del lavoro dei contadini, 


dei pastori, un riconoscimento alla terra



 e ai lavori più umili


 

 e alla vita domestica.






Pur essendo diventato famoso non aveva dimenticato i luoghi dove era cresciuto, non snobbava la tradizione, anzi la manteneva viva.







 Le sue opere presenti al Museo di Roma al Ministero della Pubblica Istruzione, alla Casa Reale, nel 1935 ricevette la visita del principe Umberto di Savoia ad una sua collezione tante sono le opere che oggi fanno parte di collezioni private, ma il tema è visto da più angolazioni, i tramonti sul Bulgheria, le stradine di Torraca,





la meravigliosa costa i paesi di Villammare, Capitello e Maratea,



i volti della sua gente,



 le ombre tenere dei Cordici,le vendemmiatrici del Castellaro, le reti di Scario, il lido di Sapri che si specchiava nel Tirreno.





Molto spesso nei suoi tanti lavori si ritrovano solo in parte le influenze della tradizione paesaggistica di Jean.-Baptiste Camille Corot, Francois Millet e Giovanni Fattori, ma anche delle opere di Mario Sironi, per la durezza geometrica delle figure e delle pose quasi monumentali addirittura da sembrare quasi solenni. Voleva rappresentare l’uomo onesto e soddisfatto in una terra ancora primitiva per certi aspetti,



ma in altre opere sembra prendere influenze anche dagli impressionisti come Paul Cecanne, e Claude Monet



Nel rapporto con gli amici aveva un raffinato rispetto, con i conoscenti e con tutti era cordiale. Amava le passeggiare , giocare a ramino, a scala quaranta. Frequentava il bar di Paolo Caggiano dove giocava a biliardo, gli amici che lo ricordano dicono che studiava intensamente la posizione delle biglie come se ne facesse un fermo immagine prima di decidere con esagerata calma quale colpo sferrare.

Biagio Mercadante non si è mai dedicato alla vendita delle sue opere in modo costante alla vendita delle sue tele, e non si è mai fatto pubblicità come artista. Non appartenne a nessuna avanguardia storica; Biagio Mercadante era un artista solitario e schivo, morì all’età di 78 anni.
Viene descritto da un amico lo scrittore Schettini:

L’ultimo incontro con Biagio Mercadante avvenne qualche anno fa, in occasione di una delle mostre d’arte contemporanea al Circolo Artistico Politecnico, ov’egli espose un’opera recente. La sua volontà e la sua tenacia avevano largamente agito sullo svolgimento della sua tendenza originaria e la sua pittura, di costituzione campana, rivelava come una seconda giovinezza, riflettendo quella dote rara, e al giorno d’oggi spregiata, che in etica si chiama « modestia » e in este­tica « sincerità ».Ci appartammo in una sala, comodamente seduti su un divano, a rievocare tante cose dei nostri anni passati: sembrava un secolo!Indossava, come sempre, un vestito grigio chiaro fatto su mi­sura, una cravatta intonata, i capelli ingrigiti tagliati a spazzola, e per la prima volta aveva inforcato gli occhiali sul viso segaligno sbarbato di fresco; fumava ora una sigaretta con filtro.- Vieni a trovarmi a Sapri, vedrai che incanto dal mio bal­cone che domina il golfo! ... Vieni, ti farò il ritratto che ti avevo tante volte promesso al  «Quartiere Latino». E, fissandomi, si sorprese che mancava qualcosa di integrante della mia fisionomia: - Ma come, non fumi più la pipa?... Sai, Felice D’Angelo mi ha invogliato a fare una personale delle mie opere... Ho insistito per non farla: a che serve? Mi costerebbe una fatica enorme per selezionare il meglio... E io non so giudicare me stesso...

ALFREDO SCHETTINI 


martedì 31 marzo 2020

il balcone nell'arte

Ieri, 29 marzo 2020.
Io, abito in una casetta, con un po' di giardino, non ho balconi,  i miei vicini abitano in case  a più piani, o in un piccolo condominio. E' domenica , solitamente in tempi diversi, la zona è molto silenziosa a casa  non c'è quasi mai nessuno, oggi invece complice anche la bella giornata, vedo i miei vicini di casa  che sono come me, nei confini della loro casa. Siamo comunque dei privilegiati, abbiamo  un po' di spazio intorno, chi  con un po' di verde, chi con un bel piazzale. Le famiglie che hanno bambini  nel piccolo condominio, fanno  scendere i figli nel cortile,  in momenti credo programmati, giusto per farli sfogare un po, tirare qualche calcio al pallone, un giro con la bicicletta, e allora si sentono le bimbe dell'altra famiglia che piangono vorrebbero scendere a giocare con gli amichetti, ma non si può.  Si cerca spiegare ai bimbi più adulti, mentre chi ha figli più piccoli deve intervenire con severità:
 " Non si può, non puoi scendere,  o giochi sul balcone o ti porto dentro, non si può"....


Biagio Mercadante 


E' dura far capire ai bambini la privazione della quotidiana libertà e della normale voglia di un bambino di stare in compagnia....
Dall'altro lato della strada  c'è un papà che gira nel grande piazzale con una bimba nel seggiolino della sua bicicletta, mentre l'altra un po' più grande gira con una biciclettina a rotelle, la mamma li guarda e parla con loro dal balcone, al piano superiore la zia li guarda e fa i complimenti alla bimba che va in bicicletta, al piano superiore ancora c'è la nonna ad un balcone  e dall'altro lato su un'altro balcone  un'altra nipote .
In questi giorni stare al balcone,   è come  affacciarsi sul mondo, per parlare con persone con le quali hai sempre coabitato e invece ora si mantiene  la distanza.
La frase più gettonata è questa ci dobbiamo parlare così, non possiamo bere nemmeno un caffè insieme. Insomma possiamo scambiare solo poche parole.
Poi ci sono quelli come me che non hanno balconi,che si affacciano alla finestra, magari  per scrutare l'orizzonte in silenzio, quindi  oggi il balcone è un luogo di evasione, tra l’ambiente domestico e l’esterno.


Dalì

Hopper

dove siamo  protetti perché è parte della nostra casa, ma allo stesso tempo ci offre  un minimo di partecipazione  con l’ambiente che ci circonda.
 Anche l'arte ci offre l'immagine di chi si affaccia al balcone,  il balcone è stato il  particolare di  molte scene rappresentate : donne o uomini soli, mogli e mariti insieme, madri e figli  sui  balconi di ogni città del mondo nel corso dei secoli.

Francisco de Goyay y Lucientes  dipingeva nel 1808 le majas rappresenta due fanciulle le majas, due ragazze spesso ritenute due popolane o forse prostitute ben vestite e appoggiate al balcone con due uomini alle spalle in netto contrasto vestiti entrambi di nero.



Sempre Goya rappresenta una Maja  sorvegliata da una donna anziana Celestina




Majas al balcone, fu fonte di ispirazione anche per Manet  nel 1868 ritrae in un contesto sociale molto diverso, una scena di vita borghese,  il balcone diventa il simbolo dell'agiatezza, in un quartiere benestante di Parigi. Berthè Morisot insieme alla violinista  Fanny Claus, il pittore Jean Baptiste Antoine Guillemet,  Leon Leenhoff, considerato il figlio di Manet  ma anche il cagnolino bianco e nero, la differenza  di Manet è che raffigura un gruppo di amici in un ambiente colorato, simbolo di vivacità. Sappiamo benissimo quanto fosse spietati i critici  del Salon, che nel  1869,  dissero che Manet faceva concorrenza agli imbianchini.
Il quadro poi,  venne acquistato, dal pittore  da Gustave Caillebotte, e   rimase nella sua collezione per ben dieci anni, fino al 1894, quando divenne proprietà dello Stato,   venne  in seguito esposto  al Musée du Luxembourg di Parigi. Solo dal 1986 è conservato al Musée d’Orsay.

Anche Berthe Morisot ha dipinto "Donna e bambina sul balcone" nel 1872
ora di proprietà privata,  mentre osservano il paesaggio, la bambina ha  un vestitino bianco azzurro  con un fiocco tra i capelli la signora ha un austero abito nero con il tocco di colore dato dall'ombrellino rosa  mentre da lontano si intravede la cupola dorata di un grande edificio




Caillebotte  da parte sua dipinse nel 1877,  uomini al balcone ma l'immagine è diversa mentre Goya e Manet dipingevano dall'esterno e di fronte al balcone, Caillebotte li riprende dall ' interno verso l'esterno ,sullo stesso piano e quasi sempre di spalle o da una certa distanza
Boulevard Haussmann  è un quadro che ci racconta come Parigi si stava rinnovando i grandi edifici, le grandi ampie strade ricche di alberi, su questo balcone elegante  due uomini abbigliati di tutto punto, osservano l'evolversi del sottostante boulevard quasi  mantenendo fra loro una distanza  come dire di ....sicurezza


Boulevard Haussamann di Caillebotte
nel secondo quadro  lo scenario è simile l'uomo osserva il boulevard  ma chi lo ritrae si trova dentro la casa   il particolare  si nota perchè sull’anta della finestra  destra, il vetro  riflette l’immagine dell’uomo, e la tenda parasole  con le balze a righe.




Mentre la Società di belle arti di Viareggio è la proprietaria di un olio su tela che ha la firma di Federico Zandomeneghi una " Donna al balcone "


ritratta sempre dall'interno e anche in questo caso il riflesso della donna nel vetro della finestra destra, una bella signora con un viso delicato è leggermente di profilo mentre osserva qualcosa in  un giardino particolarmente rigoglioso, è un dipinto raffinato nel toni dei colori  pastello e nella rappresentazione.

Nell'opera di Giovanni Segantini 1893, viene rappresentata tutta la semplicità della vita contadina, una giovane donna in abiti tipici raccolti in una cuffia bianca, il balcone è di legno una caratteristica delle case di montagna mentre nello sfondo si nota un campanile che svetta verso il cielo, il panorama avvolge la giovane donna mentre la luce una luce che si riflette in tutta 'opera. un opera custodita ora nel museo Kunsthaus di Coira in Svizzera




Arriviamo in Italia,  a Umberto  Boccioni che ritrae la sorella Amelia nel 1909  la quale sembra  veramente immersa nel paesaggio circostante, Amelia è seduta di accanto alla ringhiera del balcone, e tutto intorno la campagna e in lontananza alcuni edifici, ritratta di profilo con espressione  trasognata,  sul viso un sorriso appena accennato, ha nelle mani un foglio, probabilmente una lettera foriera di belle notizie, Ciò  che colpisce il nostro sguardo sono  i colori del vestito riflessi di  blu  viola e verde  e sfumature di luce.




Nel  1920  Piero Marussig ritrae  una scena  quotidiana,  l'uomo  è seduto su una piccola sdraio di legno appoggia  il braccio sulla ringhiera del balcone, e osserva l'orizzonte  mentre la donna  è in piedi e appoggiata sui gomiti,  guarda  il paesaggio. Intorno non si vedono né prati né alberi, ma alti palazzi: è il ritratto della realtà  di un qualsiasi  quartiere residenziale, che  rappresenta un qualsiasi balcone in una qualunque città.




Per molti il balcone e il modo per stare all’aria aperta, riflettere o scambiare qualche parola. nell'arte a parte quelli citati nella parte sopra molti sono stati i pittori che  hanno rappresentato la pittura al balcone 





sabato 28 marzo 2020

il corona virus il Papa e Sergio Mattarella

Oggi Papa Francesco e il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella  dall'alto dei loro ruoli  hanno dato un segnale alla popolazione.
E' proprio vero che questo virus ci sta cambiando, oggi mi sono resa conto dell'effetto che ha avuto su di me



In giornate come queste ci si impegna a fare tante cose,  si rimane comunque incollati alla radio o alla televisione per avere le notizie sull'evolversi dei dati, che questo maledetto virus, modifica ora per ora.
 I dati che ci arrivano dalla protezione civile, dalle regioni, dal governo sono freddi numeri di morti,  di contagi, di strumenti che mancano, e poi il numero delle guarigioni 
La solidarietà, l'abnegazione di chi sta lottando contro il virus in prima linea,  non sono numeri, ma elementi di valore e di orgoglio,non ci sono più limiti e confini, ne di stati, ne di colori, finalmente.
Le raccomandazioni per noi, che buona parte degli italiani segue, e tanti tanti altri numeri, di sforamento del deficit  di miliardi,  che dovranno essere divisi tra di noi perchè l'Italia è ferma .... 


La cosa positiva che mentre lavoro il tempo passa, e la televisione mi annuncia che ci sarà la diretta dal Vaticano.
Chi mi conosce sa che io, tutto sono, fuorchè  una credente, posso dire di aver visto tantissime chiese, perchè con tante visite guidate, o anche da sola, ho visitato  chiese che contengono al loro interno opere di grandissimo pregio, ma non prego mai.
Oggi mi colpisce vedere piazza San Pietro vuota, sotto una pioggia battente,  vedere il Santo Padre......





Non sono impazzita, non ero seduta davanti al televisore, mentre lavoravo  l'ho ascoltato, semplicemente.
Dice il Santo Padre:
“Da settimane sembra che la sera sia calata. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’ aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi”.
Ci parla di fragilità dice che siamo tutti senza orizzonte,  che tutto quello che abbiamo pensato e fatto, in fondo ora non è più tanto importante, parla di priorità che avevamo, segnate sulle agende che scandivano il nostro tempo e il nostro modo di essere, i progetti che facevamo solo per arricchirci economicamente, o solo per aver un modo in più per apparire.
Sua Santità è la più alta autorità religiosa riconosciuta nella Chiesa cattolica, e ci parla  di  un passo del vangelo di Marco.

Marco 4:35-41 racconta la storia di Gesù che calma la tempesta. Curiosamente, troviamo il Signore addormentato mentre intorno a lui infuria il caos:
Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva. Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. Essi lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che noi moriamo?» Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!» Il vento cessò e si fece gran bonaccia. (Marco 4:37-39).

Per me  che  penso a questo disastro, la metafora della barca in tempesta è veramente un esempio  calzante, per chi non è credente,  non c'è  chi fa i miracoli, il miracolo siamo noi stessi, noi che per stare bene dobbiamo mantenere una distanza di sicurezza, che dobbiamo paradossalmente essere uniti, mantenendo  tutti quanti lo stesso stile di vita, non uscire da casa non affollarci, vivere di più con noi stessi.


Siamo cambiati si è vero, in tempi non molto lontani quando vedevo il Papa o una messa in televisione cercavo un'altro canale, ora non vuol dire che ho trovato la fede, ma ieri ho ascoltato...
Siamo davvero una barca in mezzo alla tempesta, per chi è credente c'è il Signore che fa i miracoli, ed è un bene, perchè credere in qualcosa sicuramente aiuta,  per chi come me, non crede, c'è solo la speranza che l'uomo con l'accortezza e la scienza possa cambiare il corso delle cose,  continueranno a studiare per darci un'altra volta, un rimedio, se  non si  troverà  una soluzione definitiva...




Le parole del  Santo Padre,  come è giusto che siano, sono un messaggio attraverso il Vangelo





 il Presidente della Repubblica Mattarella, in modo diverso, istituzionale, ci  parlano  però delle stesse cose, elogiando gli stessi uomini che cercano di fare più del possibile ..  


La sostanza per vincere  questa guerra contro l'invisibile meschino, la facciamo noi con il rispetto delle regole, oggi non conta, chi ha di più,  chi ci mostra le proprie ricchezze, davanti al virus siamo tutti uguali, siamo tutti soli, e possiamo solo guardarci dentro...il ricco avrà più stanze,  alcuni in pochi locali faranno più fatica, ma la livella è arrivata e malgrado tutto siamo soli, forti consapevoli che dipende ancora una volta da noi, dobbiamo scegliere cosa conta, dobbiamo riscattare ciò che siamo, la nostra identità di persone oneste e sincere, sapere che possiamo sbagliare, e che possiamo migliorare....
A chi semina il panico, a chi parla di picchiare i pugni, che infonde nella popolazione sentimenti di odio e di rancore, diciamo tutti insieme basta....


I Papa ha detto queste parole:
Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro.
Noi da questo dovremo capire cosa conta e cosa no!
“Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su tutti, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori”.
Per tutti i credenti ha poi impartito la benedizione Urbi et Orbi con indulgenza plenaria a tutti coloro che la desideravano, un evento eccezionale che viene impartita solo nei giorni di Natale e di Pasqua, il Papa ieri ha conceso a tutti la cancellazione dei peccati, e della pena temporale che dovrà essere scontata, è  la prima volta in assoluto che una benedizione venga data attraverso la televisione, attraverso un mezzo che paradossalmente era considerato  spesso contraddittorio, e invece ora, anche in questo siamo cambiati, ora mette in contatto tutti, credenti e non, e mentre benediva  si sentivano le sirene delle ambulanze, tutto è così paradossale .
In questa giornata anche  il nostro Presidente della Repubblica Mattarella  fa una diretta televisiva,

dice che ne sentiva la necessità, ha parole di gratitudine nei confronti di chi lotta contro il virus, elogia il volontariato ed evoca le immagini che non scorderemo di tante persone mancate, parla di solidarietà dell'anima nei confronti delle famiglie che hanno subito le perdite, ci esorta a pensare positivo malgrado le tante difficoltà non da ultima  la crisi economica che avrà ripercussioni sul lavoro, invita i nostri politici al senso di responsabilità e coesione.
 Elogia i tanti italiani che seguono con rigore le  direttive imposte dal governo, queste le sue parole:
"Il senso di responsabilità dei cittadini è la risorsa più importante su cui può contare uno stato democratico in momenti come quello che stiamo vivendo."


Assume un tono di rimprovero autorevole, dato proprio dal ruolo che assume, richiamando non l'Europa tutta ma alcuni stati membri che la compongono:

Nell’Unione Europea la Banca Centrale e la Commissione, nei giorni scorsi, hanno assunto importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento Europeo.

Non lo ha ancora fatto il Consiglio dei capi dei governi nazionali. Ci si attende che questo avvenga concretamente nei prossimi giorni.

Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa.
La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell’Unione ma è anche nel comune interesse.

Ecco ancora una volta, coloro che con arroganza e superiorità, vogliono imporre a chi è in difficoltà regole che non aiutano....per dirla in parole povere, nessuna solidarietà, nessuna umanità, i grandi dell'Europa ancora non hanno capito che  niente può essere dato per scontato.

Che dire siamo Italiani,  religiosi o no,  certamente ringraziamo,  chi ci rappresenta, con  serietà, e autorevolezza, e fede, con umanità perchè  forse più di ogni altra cosa abbiamo bisogno di umanità.


domenica 22 marzo 2020

State a casa (corona virus )


                     STATE A CASA


In giorni come questi, sembra che stare a casa sia una condanna, forse per chi ha una casa piccola, senza giardino può diventare difficile, per chi lavora e si incontra col compagno o il marito solo la sera, la convivenza forzata può diventare un problema, ma l'arte ci insegna come scoprire il nostro mondo privato e tutto quello che possiamo fare all'interno delle nostre mura.
Lasciamo  quindi spazio all'arte, nell'ottocento  la pittura si è soffermata sulle scene domestiche, e sulle attività individuali. 
In questi quadri, vengono mostrate, per lo più  donne, intente nella lettura,  










perché restavano tanto tempo in casa, leggevano molto spesso vicino alle finestre,  ma  leggono anche i bambini,



 e le bambine,






 e anche gli uomini,








Ecco  che l'arte ci da dei suggerimenti, chissà quanti libri abbiamo nei nostri scaffali, in attesa di tempo per poterli leggere,  adesso possiamo farlo. 
Non potremo però passare tutto il tempo a leggere, potremmo però scrivere per esempio, un diario, immaginare di non usare il cellulare, e scrivere vere lettere, anche in questo l'arte ci aiuta.








 Ma ci sono anche altre attività come suonare uno strumento, e fare musica









Per chi ha un  balcone  per esempio,  alcune piante vanno rinvasate,  o ripulite da foglie morte,   anche  questo,  ci viene  raccontato dalla pittura 







Nella vita frenetica di sempre, molto spesso, dobbiamo lasciare qualche faccenda domestica in sospeso,  come il cucito o le passioni come il ricamo,  o fare la maglia












 questo periodo di chiusura in casa forzato,  tanto male non ci può fare, possiamo  iniziare con delle pulizie di fino, ormai siamo in primavera si avvicina la  Pasqua e quindi  l'arte ci ricorda cosa dobbiamo fare,  anche i signori mariti o i single possono prendere spunto dall'arte, 


                      





 




 


 


 


possiamo  fare del bucato, ora noi abbiamo la lavatrice, ma nell'arte ci viene raccontato  il bucato in altro modo,





poi il bucato va steso,




 e una volta asciugato va stirato.





Se siamo stanche,  possiamo  prendere una boccata d'aria alla finestra, e così il mondo entrerà verso di noi. 









Se lo riteniamo possiamo farci anche una merenda, un buon caffè  







 

 un tè caldo, dei biscotti rilassarci un attimo   e guarda caso l'arte ci aiuta con quadri splendidi,  di vasi di fiori,








 dopo esserci rifocillati un po',  per   chi è creativo,    può   fare un bel  il disegno,   magari anche un po' di  pittura, che ultimamente si è trascurata.






  
Ancora una volta l'arte, ci racconta in fondo, una quotidianità dentro le nostre mura,  che oggi come allora non è tanto diversa, l'arte può  diventare fonte di ispirazione, o rammentarci un piatto che ci eravamo dimenticati, che da anni non cucinavamo più, e dato che oramai è l'ora di preparare la cena, la cucina è creatività.



 





Possiamo fare  dei giochi coi nostri bambini,
l'unica differenza è che in queste opere non  dovevano  mantenere un metro di distanza  



 o qual che coccola con i nostri animali, che ricordiamolo non ci portano i virus





 Riusciremo a gestire bene queste giornate,  ci potremo  anche ritagliare uno spazio di tempo, dove riposare un poco,  non dover pensare alla sveglia, fare qualche riposino per recuperare energie,






 Non sarà la fine del mondo questo periodo purchè si rispettino le regole, che ci vengono raccomandate e  poi abbiamo la televisione, internet, non lasciamo  che l'ansia  prenda il sopravvento.