il filo dei ricordi-racconti

domenica 28 dicembre 2014

La Villa Reale di Monza

La Villa reale di Monza



Avere i biglietti prenotati per la mostra di De Chirico, che non avevano una scadenza, ma vista la bella giornata e le previsioni che danno neve nei prossimi giorni, ci ha spinto a prendere la decisione, e ci siamo recati in quel di Monza...
Sapevo che stavano restaurando, la Villa Reale di Monza, ma per essere onesta, non pensavo fosse così bella.
Abbiamo visto, la mostra di De Chirico, il polo espositivo è sviluppato nel Serrone della Villa, era la serra degli agrumeti, veniva definito orangerie, citroneria o cedraia, oltre a contenere piante esotiche, l'architetto Piermarini aveva sviluppato con l'aiuto di meccanismi di ingenieria meccanica giochi d'acqua, interni ed esterni, per allietare gli ospiti nobili, che si sono susseguiti nella Villa durante i secoli.



Non mi ha entusiasmato la mostra, non è il genere di pittura che preferisco. anche se, attraverso le spiegazioni, sono riuscita a comprendere un po' di più, il disegno metafisico, le motivazioni, la ricerca continua, che hanno permesso a De Chirico di essere conosciuto, e di vedere riconosciute le sue opere in tutto il mondo.


Ma come tutti sappiamo, la pittura deve trasmettere qualcosa e io ho faticato a comprendere...
Siamo usciti da una porticina, che ci ha condotto nel roseto che pur essendo al 26 di dicembre, ha ancora dei boccioli,




 dimostrando così quanto sia stata anomala la stagione quest'anno, proprio alla nostra sinistra si apre la stupenda Villa Reale...


Tutto cominciò con gli Asburgo, nel 1771, l'arciduca Ferdinando d'Asburgo, penultimo figlio di Mariateresa d'Austria, raggiungeva Milano, che doveva diventare, una sorta di capitale decentrata dall'impero.



La villa Reale di Monza, nacque in un clima di slancio e rinnovamento,
doveva essere una residenza estiva di campagna, dove l'arciduca, governatore generale di Lombardia, si riposava, e riceveva i nobili lombardi, che si recavano in vacanza in Brianza, data la salubrità della zona, e la piacevolezza del paese....
Lo stanziamento di oltre 100.000 zecchini però modificò il progetto iniziale, Ferdinando, incaricò Giuseppe Piermarini, il maggior architetto operante in quel periodo a Milano, che progetta un edificio in stile neoclassico, ispirandosi alla maestosità della reggia di Caserta, con tre corpi principali disposti ad U, il corpo centrale di rappresentanza e due ali laterali per le stanze padronali e degli ospiti, altre due sezioni destinate ai servizi per un totale di 700 stanze. 



In soli tre anni l'opera venne conclusa, il complesso della villa si presenta con esemplare semplicità, i tre corpi disposti ad U, delimitano un'ampia corte d'onore, proprio dalla corte prende il via un viale lungo due chilometri, che collega idealmente Monza con il centro del potere, cioè Vienna. Monza infatti, venne scelta perchè si trovava sull'itinerario ideale, che collegava Milano con la capitale asburgica.
La corte austriaca, decise inoltre di bandire, ogni eccesso e ogni orpello, le facciate risultano prive di timpani, colonnati, e riquadri a rilievo , un desiderio di sobrietà, scelto per non urtare la popolazione e scatenare malcontento nel territorio occupato.
Ferdinando d'Asburgo, in questa villa, intrecciava anche rapporti politici, al fine di avvicinare la nobiltà e la borghesia all'impero austro-ungarico, tanto che ai suoi ricevimenti, organizzati con la moglie Beatrice d'Este, i patrizi lombardi, potevano sentirsi parte del gotha europeo.





La villa, ha però subito, nel corso dei secoli, rimaneggiamenti, si potrebbero definire degli attacchi allo stile razionale e lineare che la distinguevano, prima con l'avvento del dominio napoleonico, poi di nuovo con gli Asburgo e infine con i Savoia.
Con Napoleone Bonaparte, che fu incoronato a Milano come Re d'Italia nel 1805, il figlio della moglie Giuseppina, Eugenio di Beauharnais, fu nominato viceré del nuovo regno, e fissò la sua residenza proprio nella villa, che divenne Villa Reale.

Nel 1806 proprio per volere di Eugenio, oltre al complesso della villa e dei giardini, fu affiancato e recintato il parco che divenne una tenuta agricola e anche riserva di caccia, un parco che ancora oggi è uno dei più grandi d'Europa. Dopo la caduta dell'impero di Napoleone, fecero ritorno alla villa gli austriaci, per poi giungere nelle mani dei Savoia, che nel 1861 divennero i sovrani d'Italia, proprio i Savoia hanno lasciato impronte significative nella villa.
Portarono l'energia elettrica, i lampadari che sono nella sala da ballo sono originali dell'epoca.
Umberto I°, amava risiedere a Monza, passeggiare per i giardini all'inglese, cacciare nel grande parco, e ricevere le sue numerose amanti negli edifici di servizio.

Per più di un ventennio, frequentò Monza e i monzesi, ristrutturò ambienti della villa, secondo il gusto sfarzoso della fine ottocento, si nota il cambio di gusto, proprio negli appartamenti destinati agli ospiti di sangue reale, nelle sale di rappresentanza, e nelle camere del sovrano e della moglie Regina Margherita.


Avendo visitato il salone, gli appartamenti reali, anche se alcuni ambienti non avevano più i mobili originali, devo dire di esserne rimasta affascinata, i bagni tutti in marmo, le tappezzerie alcune originarie e restaurate,altre rifatte seguendo stile e colori. I pavimenti in parquet, e i mobili  eseguiti dal Maggiolini, riconosciuto come il migliore ebanista d'Italia, che ha lavorato sia per gli Asburgo che per i Savoia, sono pregiatissimi.







Dalla sala di rappresentanza, dove gli intarsi del soffitto sembrano specchiarsi nel pavimento, fino agli appartamenti privati dei reali.
Il Salotto della Regina, nella camera da letto, nel bagno fino alle stanze private di Umberto I, tutto è un trionfo di intarsi, caratterizzati da un solo ed unico tipo di parquet, fino a completare la biblioteca privata dei coniugi Savoia, dove l'arredo e il pavimento si fondono, la biblioteca era il luogo dove Margherita amava ritrovarsi, era un'intellettuale che oltre alla letteratura, apprezzava Fogazzaro. Carducci pur essendo un repubblicano convinto, non sfuggì al fascino della regina e le dedicò una ode, amava anche il canto, i balli e il cinema, nella villa di Monza, furono ospiti e fratelli Lumieré, inoltre prendeva lezioni di canto, di latino.
È stata la prima first lady e forse l'unica, che l'Italia abbia avuto aveva ricevuto consensi in tutti i luoghi in cui si avvicinava.
 Recando prestigio alla casa Savoia, presso qualunque ceto sociale,dalla nobiltà al popolo. Nelle bellissime vetrine della biblioteca, ora si trovano, dei piatti che facevano parte di un servizio che superava i 400 coperti, i libri della biblioteca, si trovano presso il Quirinale.
I reali, dormivano in camere separate, il loro matrimonio era di ragion di Stato, da cui nacque come erede al trono Vittorio Emanuele III, la regina Margherita, dopo aver trovato il proprio sposo a letto con l'amante, la duchessa Litta, aveva reso i rapporti fra i due coniugi solo di rappresentanza, conduceva una vita sobria, amante della cultura e del proprio ruolo di sovrana.

Dietro un guardaroba negli appartamenti del Re, c'è una scala, che consentiva al nostro sovrano, di recarsi dalla propria amante, nel paese vicino di Vedano al Lambro. Si dice, che la prima strada ad essere illuminata dalla luce elettrica, fosse proprio quella che conduceva alla villa padronale della donna, che confinava col parco di Villa Reale. E' stata la storia più duratura, che Umberto I° abbia avuto, iniziata prima del matrimonio, che ha continuato, durante e dopo il matrimonio del Re.
Eugenia Attendolo Bolognini, è il nome della donna, già sposata con il Duca Litta Visconti. 
Dotata di bellezza, sensualità,  cultura e finezza, instaurando un rapporto duraturo per tutta la vita, superando le altre relazioni sentimentali, che il sovrano aveva con altre nobildonne e ballerine, fino alla fine..
Un altro aneddoto raccontato, è che, la regina Margherita, persona di grande intelligenza e modernità, abbia consentito all'amante del marito di stargli accanto per una ventina di minuti....dopo la morte del re.
L'unica stanza a doppia altezza, è la sala da ballo, dove da una balconata i musicisti suonavano i loro strumenti, la guida ci invita a immaginare gli invitati, mentre ballano, in questo salone, dove sulle pareti e sulle volte, le decorazioni hanno una caratteristica particolare.
Umberto I di Savoia, fu soprannominato, per la disponibilità verso il popolo in difficoltà, il "Re Buono", per altri motivi venne soprannominato "Re mitraglia".
Venne ucciso da un anarchico di nome Bresci, nel luglio del 1900, stava presenziando ad una attività sportiva proprio a Monza, non ascoltando i consigli delle guardie, della sua sicurezza, non indossò la maglia protettiva in ferro, visto la grande calura, alla chiusura dei festeggiamenti mentre si recava alla propria carrozza, ricevette dei colpi di pistola nelle zone vitali, quando raggiunse la villa era già spirato.
Venne mantenuto nella vasca da bagno, con ghiaccio e formalina fino al rientro di suo figlio Vittorio Emanuele III, che si trovava in crociera sul mediterraneo con la moglie Elena.




Il nuovo re, non volle più aver nulla a che fare con questa splendida villa, fece trasferire buona parte degli arredi, a Roma al Quirinale, lasciando questo gioiello dimenticato e trascurato per più di un secolo.
Sono due anni che si sta restaurando per restituire al complesso della villa, alla corte, e al suo giardino, l'antico splendore.




5 commenti:

  1. Credimi, Enrica, si rimane avvinti fino al termine della lettura e, alla fine, il gusto rimane. Con tante grazie a te.

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  2. Come sempre sei stata bravissima Enrica ,hai descritto la villa Reale di Monza in modo stupendo .Sono luoghi che io conosco benissimo Laura ha fatto il classico a MONZA.AQ me piaceva venire per la fioriture delle rose,nel serrone ho visto una stupenda mostra di Monet.E' veramente un piacere vederla pian piano ritornare agli antichi splendori.Come sempre complimenti

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  3. Enrica leggerlo è stato piacevolissimo ,una descrizione molto bella di una delle bellezze del nostro Paerse .Grazie da Angelica

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  4. ENrica cara avevo messo il commento ed ero convinta fosse rimasto ,nn l'avevo firmato.Mi e' piaciuta molto la tua descrizione ,sei stata veramente esauriente e precisa come sempre .Conosco il palazzo .il serrone ;era la mia zona ,ecco xche' ieri sera nn ti seguivo molto pensavo tu aveesi letto il commento/,Sei stata bravissima ,e' stato bello rivedere le sale con te grazie 'Sandra/

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  5. Ben documentato e piacevolissimo, com'è nel tuo stile. Brava Enrica, pur conoscendoti, non finirai mai di stupirci. Ad maiora!
    Pino

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