Mia figlia
Amsterdam e noi
Avevano già
prenotato da tempo, e dovevano partire per Amsterdam, mia figlia e
suo marito, il tempo da noi inclemente, non ha mai smesso di piovere.
Proprio nella loro nuova e bella casa, l'acqua è diventata un
problema, con tre pompe che andavano giorno e notte siamo riusciti ad
evitare danni, ma eravamo veramente preoccupati, tanto che non
volevano più partire.
Li abbiamo
convinti ad andare, contando sull'impegno di Riccardo che ha
monitorato, controllato costantemente la situazione.
Poi il giorno
della loro partenza e arrivo ad Amsterdam, verso le ore 22 arriva un
messaggio sul mio cellulare, prima ancora di guardare cosa mi avesse
scritto, ho pensato che si volesse informare sulla situazione
maltempo, invece il testo diceva così:
"Mammaaaaaa,
siamo usciti ora dal museo di Van Gogh, bellissimo, domani visitiamo
la Casa di Anna Frank, avresti dovuto venire con noi, la prossima
volta ti portiamo, buona notte TVB.
Leggere quel
messaggio, per me ha voluto dire tante cose:
una di queste è
che se pur non ho studiato, rispettano le mie passioni, e le hanno
fatte diventare un pochettino anche loro....
la seconda è
che pur avendo modi e pensieri diversi, non siamo così distanti, e
si fidano del nostro operato tanto che non mi ha nemmeno chiesto
della situazione pioggia.
La terza cosa è
che se pur non lo dicono mai, mi vogliono bene.
Anche mio
genero, quando è tornato, mi ha detto:
"Bello il
museo di Van Gogh, non è il mio genere, ma bello veramente".
A volte ci sono
delle incomprensioni, dei modi diversi di vedere le cose, che poi
certamente passano, sono momenti di tensione, causati da stanchezza,
da voglia di autonomia, forse un po' di ribellione, ma non siamo
distanti col pensiero, e col sentimento e questo credo che sia quel
che più conta.
Mi ha portato
cartoline ed opuscoli, mi ha parlato della casa di Anna Frank, di
quanto l'abbia colpita. Io e Chicco l'ascoltavamo e attraverso il
libro e gli opuscoli, ascoltavamo le sue spiegazioni, tre
generazioni, davanti alle atrocità dell'olocausto...in mezzo alla
tristezza di quegli eventi, noi eravamo vicine.
Grazie, Enrica e grazie a Riccardo per la collaborazione. Stavolta, malgrado il tempo inclemente, la visita ad Amsterdam della tua figliuola.. Ma che ci fai con la penna, Enrica? Sei una maga. La partecipazione, con te, è un fatto scontato. Stavolta, poi, hai descritto a distanza. Bravissima e grazie ancora.
RispondiEliminaEnrica,da ogni tuo scritto traspare,la tua anima,grazie diesistere,,,ely,,,,,,,
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