La Reggia di
Venaria reale
La storia del
Piemonte è legata alla storia dei Savoia, che dopo aver trasferito
la capitale da Chambéry a Torino, oltre a dare un'impronta barocca,
regale, culturale alla città, nei secoli spostano i i loro
interessi su un territorio più vasto.
Costruendo un
insieme di Residenze Sabaude, una ricchezza architettonica e
monumentale che ci illustra in modo eccezionale e tangibile il
potere dominante della monarchia, un patrimonio che un dinastia
durata 1000 anni, ci ha lasciato, pianificando lo spazio urbano,
mantenendo la cultura e il rispetto per la natura.
La Corona di
Delizie, definisce le residenze esterne alla città,
disposte a
raggiera, che cingono la città da tutti i lati, ogni residenza si
collegava alla capitale, tramite un complesso sistema viario, per
mantenere un sistema organizzativo, urbanistico, ed economico del
territorio.
A formare la
corona sono:
Il Castello del
Valentino, è una villa sul fiume Po,
Villa alla
Regina
Castello di
Moncalieri
Castello di
Rivoli,
La Reggia di
Venaria,
Nel 1700 con la
costruzione della palazzina di Stupinigi si chiude la Corona delle
Delizie .
La Reggia di
Venaria è la più grandiosa delle residenze,
Carlo Emanuele II,
voleva donare alla moglie, una residenza dedicata al tempo libero,
dove svolgere attività di piacere, la scelta cadde su due borghi che
acquistò dalla famiglia Birago, Altessano Superiore e inferiore, la
zona circostante ricca di acque, di boschi, e di selvaggina era il
luogo adatto per edificare una residenza adibita a svago e sopratutto
alla caccia, ecco perché venne chiamata Venaria Reale, e se gli
impegni di corte avessero preteso un rientro al centro del potere ,la
distanza da Torino era relativamente breve.
Ispirandosi al
castello di Mirafiori, incaricò della realizzazione dei lavori,
Amedeo di Castellamonte, il progetto rappresentava il Collare
dell'Annunziata, la massima onoreficenza di casa Savoia, venne
realizzato quasi completamente tra il 1658 e il 1680, Carlo Emanuele
II, non fece erigere solo la Reggia, e i giardini, riprogettò anche
il borgo, un insieme di edifici che si sviluppava su un asse lungo
due km.
Era il
progetto di una residenza che potesse ospitare la corte, durante le
battute reali di caccia, ma che doveva essere grandiosa, doveva avere
un primato in ampiezza e stile che conferisse prestigio politico a se
e alla propria consorte.
Apportò
cambiamenti anche nell'aspetto sociale e lavorativo, dando avvio alla
lavorazione della seta, e sviluppando diverse fabbriche adibite a
tale lavorazione.
Nel cuore di
Venaria si trova piazza dell'Annunziata una piazza creata apposta
per consentire alla popolazione di interagire consentendo
l'apertura di parecchie botteghe artigiane sotto i portici.
Gli
abitanti del borgo erano sudditi del re, dovevano supportare le
battute di caccia Reali o gli svaghi che si svolgevano nei giardini
Reali. Mentre le giornate venivano allietate da spettacoli teatrali,
banchetti sontuosi che concludevano le attività, tutta la
popolazione del borgo doveva attivarsi per rendere la vita a Venaria
un continuo e costante piacere.
Il progetto di
Castellamonte comprendeva due corti e aveva nel nucleo centrale la sala di Diana,
a sud c'erano le scuderie e i canili,
ad ovest il
parco alto dei cervi,
di fronte al borgo la cappella di San Rocco.
In seguito alla distruzione di alcune parti dell'edificio, operata
dalle truppe francesi, intervenne Michelangelo Garove che apportò
altre modifiche.
Nel 1716 i lavori vennero affidati a Filippo
Juvarra, che fece diventare Venaria una vera e propria Reggia,
con
la Galleria Grande,la Cappella di Sant'Uberto, la Citroneria,
e la
Scuderia. Alla Morte di Juvarra, subentrò Bendetto Alfieri che
prosegui e continuò con nuovi ampliamenti.
L'avvento
napoleonico, non fu certamente tenero la Reggia di Venaria,
distruggendo gli splendidi giardini, per farne una piazza d'armi,
il declino ebbe inizio, divenne poi la sede della Cavalleria Sabauda,
dove si distinse una scuola di equitazione militare di prestigio
europeo, che non riuscì a fermare il degrado.
Oggi la Reggia
di Venaria fa parte del Patrimonio dell'Umanità dell' 'Unesco,
spoglia di arredi, che furono in parte trafugati da Napoleone,in
parte abbandonati all'incuria, e al degrado.
Dopo uno dei restauri
più grandi d'Europa possiamo ammirare la Sala di Diana , che si
affaccia sulla Corte d'onore,
i giardini e verso gli appartamenti
Reali, Le Sala di Parata del Palazzo del Re, dove i giochi di
prospettiva mi fanno rimanere a bocca aperta,
non avrei mai voluto uscire
dalla Galleria Grande, non ho visto Versailles ma dicono che la
ricordi molto, vorrei fotografare con gli occhi, per non perdere la
luce che gioca sugli stucchi e gli affreschi.
La Cappella di
Sant' Uberto, è il capolavoro di Juvarra, il pavimento della
cappella è spettacolare mentre anche in questo caso la luce gioca su
pitture e sculture, un gioco voluto da chi l'ha progettata.
I giardini sono stati restaurati, ma un po deludenti le aiuole non avevano fiori, dando un senso di tristezza, il roseto non è ancora fiorito.