il filo dei ricordi-racconti

domenica 30 agosto 2015

Il Parco botanico litorale del Veneto

IL PARCO BOTANICO LITORALE DEL VENETO


E' situato a porto Caleri,  il Giardino botanico, si snoda per circa due ore di cammino,
dalla terra ferma, si passa in mezzo alla vegetazione, attraverso camminamenti e ponti rialzati in una delle zone umide di acqua dolce e salmastra uniche in Europa.
Si possono seguire tre percorsi, il più breve interessa la pineta, la flora e la fauna, il secondo intermedio che porta a visitare quasi tutte le zone tranne quella umida salmastra e il terzo percorso che include tutto il giro....



 Naturalmente abbiamo fatto tutto il percorso, interessanti sono le indicazioni tramite cartelloni, che ci raccontano la flora e la fauna anche in Braille. L'attenzione rivolta ai diversamente abili, ci fa capire l'impegno, nel voler rendere partecipe, chiunque riesca a raggiungere questo luogo, per certi versi selvaggio, ma reso accessibile a chiunque voglia provare l'emozione e la sensazione di naturalità.




Ci informano, che nel giardino, non sono stati effettuati interventi di modifica strutturale dell'habitat presente, ma si è cercato di valorizzare e tutelare le specie presenti e spontanee, considerando la   notevole estensione...
Nella pineta, tante piante di pino marittimo e di pino domestico, che tra gli anni 40 e 50 sono stati piantati dall'uomo, per difendere dalla salsedine le colture interne, molti alberi, sono storti perchè sono stati piantati troppi vicini e non hanno avuto modo di espandere i loro rami, altri sono caduti perchè il vento in questa zona soffia molto forte. 


Nel sottobosco stanno però crescendo piante di Leccio spontanee, destinate a sostituire i pini piantati dall'uomo. In un fascia ad ovest si trovano piante di Olmo tanto da definire questa zona "bosco mediterraneo". E ancora nel sottobosco, sono cresciute spontaneamente rare orchidee del genere: Orchis Cephalantera, e Ophris.




I nostri passi vengono scanditi da cartelli che ci indicano con nomi latini, ma anche in Italiano, la diversa vegetazione che incontriamo....o i diversi rettili, uccelli e anfibi che stazionano in questa zona.


I ponti o le passatoie che noi calpestiamo, sono abbastanza ampi, tanto da permettere percorsi di visita guidati, prenotati naturalmente con un certo anticipo, qui arrivano gruppi di bambini, chissà se rimarranno stupiti come lo siamo noi.



In alcune zone si è formata una macchia di tipo mediterraneo con piante di ginepro




 e ilatro e asparago selvatico.



Passiamo poi, per le zone umide di acqua dolce, intanto fa capolino il sole, dopo le piogge dei giorni scorsi, un velo di umidità sale verso l'alto e sembra svegliare, 

il falasco




 che con le lische e la cannuccia,



 si muovono leggeri alla brezza, immagino che salutino il nostro passaggio.
Giungiamo così ad un grande spiazzo, dove la piena fioritura del
Limonium sertinum, sembra un grandissimo cuscino colorato di lilla,




 siamo  nella zona umida salmastra, qui le piante resistono alla salinità dell'acqua del mare, e si sviluppano su degli isolotti,
 che sono appena emergenti dall'acqua, intorno a questi isolotti si aprono degli specchi d'acqua,




 abbiamo visto piccoli pesci, e diversi uccelli che si mimetizzavano nella vegetazione, il percorso su delle palafitte ci porta fino alla laguna. Dall'alto vediamo il mare con tanti tantissimi pali, dove vengono allevate cozze e vongole.





 Seguendo il percorso siamo arriviamo sulle dune,



 così vicini al mare, una spiaggia libera dagli ombrelloni e dalla massa dei turisti,



 solo qualche persona passeggiava nel bagnasciuga, la spiaggia, lasciata alla natura che la custodisce, è davvero bella nella sua selvaticità,


continuiamo il viaggio sulle dune dove lo sparto pungente, sfida la bora quando soffia dal mare 


e tornando troviamo ancora una zona umida di acqua dolce. Qui gli studiosi, in uno stagno, tengono sotto controllo la riproduzione di una specie di rospi in via di estinzione, il pelobate fosco.



La zona di Porto Caleri è un habitat quasi perfetto per la riproduzione di tale specie, qui non si trovano elementi di inquinamento chimico o meccanico, che possa modificare e danneggiare lo stato riproduttivo, l'unica minaccia possibile, può essere causata dall'acqua salata del mare, si deve evitare che riesca ad entrare all'interno delle pozze di acqua dolce, dove la specie si riproduce, per questo motivo le guardie forestali, tutelano controllano e monitorizzano tutte le attività di manutenzione   considerando l'ecosistema.


Abbiamo visitato un ambiente naturale, unico, costa davvero poco ammettere la bellezza del paesaggio, della spiaggia libera, dove i tronchi portati dal mare sono l'unico elemento, tutto il percorso è davvero uno spettacolo notevole e interessante 







domenica 23 agosto 2015

IL DELTA DEL PO' AGRICOLO

In un'estate dove il caldo soffocante l'ha fatta da padrone, non vedevamo l'ora di andare pochi giorni al mare, per staccare un po' la spina, convinti che ci saremmo crogiolati al sole e rinfrescati con delle belle nuotate, per chi sa nuotare, per me passeggiate in acqua che fanno tanto bene.....
Ho la netta sensazione di essere un po' come il mitico Fantozzi che viene raffigurato con una nuvola sopra la testa.



Il primo giorno poco sole e poco mare, decidiamo di recarci a Chioggia, prendiamo accordi telefonici con una amica che ci fa da guida in questa splendida cittadina, rientriamo in serata. Il giorno successivo lo passiamo in spiaggia, sole e mare, ma come sempre accade la sera stessa riprendono le perturbazioni, un temporale abbastanza sostenuto, il mare in burrasca.
Non possiamo davvero recarci al mare in questa giornata, così ci facciamo un giro, dovevamo andare al parco botanico di Porto Caleri, ma abbiamo sbagliato strada ci siamo trovati nel delta del Po, in mezzo a tanti campi coltivati, i miei ricordi scolastici affiorano, mi torna alla mente che questa zona, fino alla Romagna era definita uno dei granai di Italia.




La pianura padano – veneta è un territorio costruito nei secoli tramite un incessante lavoro di bonifica idraulica. Lo dimostrano le testimonianze di un lavoro che nei secoli si sono tramandati i centurioni romani, i frati benedettini con le prime bonifiche, ele opere di sistemazione idraulica operate dalla Repubblica di Venezia per regolare il deflusso delle acque verso il mare
I detriti trasportati dai fiumi deviavano i corsi di acqua, ostacolavano il deflusso delle acque nel territorio causando frequentemente allagamenti e ristagni delle acque nelle campagne.


L'acqua si imputridiva arrecando gravi danni alla salute degli abitanti. Verso la metà del 1800, si iniziarono a prosciugare e bonificare ampie zone, ampliando i campi di intervento, la bonifica che vuol dire "Fare del buono" non è più una situazione straordinaria ma è ordinaria manutenzione.
I fondi agrari, che noi abbiamo visto, non sono di antica concezione, sono stati infatti concepiti tra la fine del 1800 e il 1900, utilizzando interramenti in parte naturali, creati dai detriti dei fiumi, bonificando sacche paludose innalzando poderosi argini per proteggere il territorio con opere di bonifica meccanica.




Dal Web:
Le grandi estensioni di pascoli umidi sono stati così sostituiti, negli ultimi due secoli, da aree agricole. L'agricoltura, è oggi la principale attività produttiva condotta nelle aree circostanti le zone umide.





Le coltivazioni più importanti sono grano, mais, barbabietole da zucchero, 



girasole,




 soia,


 erba medica, 


sorgo



 e riso



Nei terreni sabbiosi si ritrovano, poi, colture specializzate come pioppeti, frutteti e vigneti.











L’orticoltura è un altro settore molto attivo che si è sviluppato principalmente nella zona di Rosolina, dove circa il 75% delle aziende si dedica alla produzione di colture orticole. Queste zone risultano infatti particolarmente fertili grazie alla forte componente di sabbia dei loro terreni, dovuta ai depositi del fiume Adige, che impedisce al suolo di impregnarsi di salsedine. Non a caso proprio a Rosolina è stato creato nel 1965 il Mercato Ortofrutticolo, un importante punto di riferimento per le aziende del settore per la commercializzazione dei loro prodotti.





Una delle coltivazioni più diffuse nella zona è quella delradicchio rosso, tanto che ogni anno il primo di maggio si tiene la Fiera di San Giuseppe con una mostra-concorso per la miglior qualità di radicchio rosso. Altri prodotti di qualità sono: l’aglio bianco polesano, 



le carote, le cipolle bianche, le patate, i pomodori da conserva e i meloni
.


Il delta del Po è interessantissimo dal punto di vista naturalistico, un triangolo che comprende due Regioni d'Italia, e tre provincie. In Veneto la provincia di Rovigo, definito "delta attivo" per la maggiore portata di acqua che sfocia nel mare, mentre le provincie di Ferrara e Ravenna sono definite "delta storico", perchè prima che il fiume cambiasse il proprio corso, sorgevano su due grandi rami del Po. Sospeso tra terra, acqua, e cielo, è l'unico delta nazionale italiano, un delta enorme considerato una delle zone umide più importanti d'Europa, tanto che, i ministri dei 5 continenti, hanno firmato un trattato dovesi impegnavano a tutelare le zone, gli uccelli migratori, che sono un patrimonio sopranazionale, salvaguardando la fauna di tutti.
Qui la terra si incontra con l'acqua di fiume, di canale, di valle, di mare, acqua che rimane, e acqua che se ne va, portata via da un lavoro instancabile, di uomini e donne che con ostinazione hanno tanto lavorato per poter vivere in salute, ed avere i frutti della terra.


Con il clima estivo , la temperatura nel Delta del Po, è molto alta, sono sorti così molti centri attrezzati sulle spiagge di Rosolina mare, dove noi siamo, Boccasette e Porto barricata.



il filo dei ricordi-racconti: Sargent

il filo dei ricordi-racconti: Sargent:                          Jonn SingerSargent Ho visitato due mostre, la prima a Vicenza, a Verona la seconda . D urante le v...

venerdì 14 agosto 2015

EMILE MUNIER

Il padre di Emile Murnier, faceva il tappezziere, fece frequentare inizialmente le scuole pubbliche ai propri figli, che come Emile, avevano il dono di saper disegnare. Insieme, i fratelli vennero iscritti a corsi di pittura, anatomia, prospettiva, chimica (per la tintura della lana), il fine ultimo era, per la famiglia, quello di diventare artista tappezziere, e contribuire così all'attività famigliare.


Nel 1854, realizzò a pastello uno splendido autoritratto, seppure fosse solamente un adolescente.
Proprio durante un corso di disegno, con il maestro Abel Lucas. Emile si innamorò della figlia, Henriette.
Emile, e la ragazza, si sposarono nel 1861 ed ebbero due figli,


 continuò a lavorare nella bottega del suocero, migliorando le proprie capacità, studiando pittura accademica, per raggiungere competenze specifiche. Traeva ispirazione, proprio osservando i propri figli, trasmettendo sulla tela, il mondo dei bambini, che non è facile rappresentare i movimenti rapidi ed imprevedibili, le espressioni di raccapriccio, di felicità e anche di malizia, gli atteggiamenti particolari di cui molto spesso i bambini, sono autori e soggetto. 


 Emile Munier, li rappresenta in modo preciso, la spontaneità dei bambini, viene rappresentata con bravura impeccabile.


Si riesce a notare la differenza tra il suo stile e quello del rinascimento, dove i bambini sembravano piccole statue messe in posa.




Riusciva con eleganza e abilità a trasmettere la vitalità e la delicatezza degli atteggiamenti dei bambini, mantenendo vivo lo spirito che ogni bambino trasmette a tutti noi.


Ha rifiutato la pittura in "plein air", che gli impressionisti cominciavano a divulgare, per rimanere ancorato allo studio della pittura accademico, con una grandissima sapienza compositiva e tecnica,tanto da creare opere splendide.


Munier, era un appassionato estimatore e studiava le opere di Boucher, e di William Bouguereau. L'assidua frequentazione di Munier con Bouguereau nel tempo, divenne amicizia, il maestro ne divenne il mentore, tanto che.....nel 1860, al giovane Munier, vennero riconosciuti meriti artistici e venne premiato con tre medaglie mentre nel 1869, ottenne un successo di pubblico e di critica esponendo le proprie opere al Salon de Beaux-Arts, ma nel 1871 decise di dedicarsi alla pittura e all'insegnamento della pittura
La frequentazione fra Munier e Bouguereau, continuò assiduamente, il loro rapporto divenne confidenziale e di fiducia , Bouguereau, chiamava l'amico con un soprannome .."Le Sage Munier" ( il saggio Munier), canzonandolo bonariamente in quanto era notoriamente una persona molto seria.


Rimane vedovo molto presto, si risposa poco dopo con Sargine Augrand, conosciuta presso l'atelier di pittura del suocero.
Inizia per Emile Munier un periodo particolarmente felice, trasferitosi al n° 8 di Rue des Beaux Arts, in un palazzo abitato esclusivamente da pittori, fra cui Corot, e Fantin-Latour .
Nel 1874 nasce la terza figlia, a cui dedica la sua opera migliore:
Gattini


Con la famiglia trascorrevano le vacanze estive sulla costa della Normandia,  qui Emile fu molto prolifico, molti sono i disegni e gli acquerelli, raffiguranti scene marine, di barche e pescatori.



 Scoprì nel 1879, l'Ecole de Nancy, in occasione di un viaggio estivo alle Ardenne, conobbe Emile Gallé, iniziò una prolifica collaborazione.



La fonte principale di ispirazione furono i figli, fin dalla loro nascita, continuò a dipingere quadri di genere, fino alla fine della propria vita, mettendo sulla tela l'eleganza e il sentimento
Nel 1882, dipinse la bimba e la bambola,


mentre nel 1885, al Salon de Beaux Arts, espose tre amici, il dipinto rappresenta una bambina mentre gioca sul letto con due cuccioli.





 L'opera ottenne un grande successo divenne il simbolodi manifesti pubblicitari per il sapone Soap Pears.
Con questo lavoro Munier, ottenne riconoscimenti come miglior pittore contemporaneo dell'infanzia e degli animali domestici.
Un collezionista americano acquistò l'opera e Munier divenne famoso anche oltreoceano. 


Tanto che i cogniugi Chapman ne divennero grandi collezionisti delle sue opere che ora si trovano per lo più esposte al museo dell' arte di New Orleans. Non ritrasse solamente bambini, ma anche giovani donne, soggetti religiosi, e mitologici



Nel 1893 espose al al salone di Parigi "Lo Spirito della Cascata, una ninfa nuda (che è molto simile alla Nascita di Venere di Bouguereau), partecipando e ottenendo una medaglia d'oro all'esposizione internazionale di Chicago.
Morì due anni dopo nel 1895, lasciando come eredità, il fascino dell'innocenza dei bambini, trasmessa su di una tela, rimandando immagini senza tempo dove molti di noi si sono identificati