il filo dei ricordi-racconti

mercoledì 27 gennaio 2016

Un ebreo italiano rifugiato in Svizzera

UN EBREO ITALIANO RIFUGIATO IN SVIZZERA


Domani è il giorno della memoria, c'è un uomo di novant'anni che è divenuto uno dei simboli contro l'orrore della Shoah .
Un uomo che ha fatto un suo scopo di vita, il voler rinnovare nella memoria comune, quante sofferenze sono state subite, affinché non si ripetano più.
Il suo nome è Gianfranco Moscati. nato nel 1920, in via Certosa a Milano, ultimo di cinque figli, è uno degli ebrei scampati al genocidio.



Con l' emanazione delle leggi razziali del 1938, gli ebrei italiani subirono oltre alla persecuzione fascista, anche quella nazista.
Già dagli inizi degli anni 30 i fascisti italiani, colpivano gli ebrei ma verso la fine di quegli anni, il clima di tensione era diventato talmente alto, da rendere la vita invivibile. Poi sono iniziati i rastrellamenti e le deportazioni. 
Nel settembre del 1943 a Milano, dove era nato e cresciuto, ormai avevano dichiarato morte agli Ebrei sarebbe sicuramente finito ad Auschwitz.


Decise con fratello Alessandro di fuggire in Svizzera,
dice di avere ancora il biglietto del treno che avevano preso a Malnate, alla dogana del Gaggiolo, incontrarono due soldati italiani, che volevano tornarsene a casa liberi, così si scambiarono gli abiti, e con gli abiti da militare entrarono in Svizzera. Aveva solo una moneta da cento lire che ancora conserva, che non aveva valore in territorio elvetico.





Dopo qualche settimana dichiararono il loro stato e vennero accolti come rifugiati civili, insieme a tante altre persone di diversa nazionalità, furono portati in campi di internamento, erano 150 circa i campi sparsi sul territorio nazionale, ha lavorato la terra, in un campo della Svizzera interna, faceva il pelatore di patate, poi fu portato in Ticino.
Pur avendo un sentimento di gratitudine grandissimo, nei confronti della Confederazione Elvetica, essendo consapevole di esser stato salvato da morte certa, voleva stare più vicino possibile all'Italia.
Tornato in Italia, dopo la liberazione nel 1945, trova solo distruzione, disperazione per tutte le persone mancate, per chi era tornato dai lager traumatizzato...
Nel 1951 col fratello Alessandro, per motivi di lavoro si trasferisce a Napoli, si innamora della città e ci vive per cinquant'anni.
In questi anni il suo pensiero non si è mai allontanato da quel che aveva visto e che tanti ebrei come lui avevano subito.


E' diventato uno dei più grandi collezionisti di storia postale legata all'Olocausto, considerata una delle più importanti collezioni del mondo e da lui donata all' Imperial War Museum di Londra, e una parte l'ha donata al museo dell'ebraismo a Ferrara.




Ha raccolto documenti, lettere, cartoline,francobolli, tutto ciò che parla di antisemitismo e delle persecuzioni non solo in Italia ma in Europa.


La sua vita è stata ferita, e segnata dai disastri della guerra, non racconta solo la propria storia, anche le storie vere di altri ebrei.
Dona a chi ancora lo ascolta, 

 legge i suoi libri, 


 o si presenta alle sue mostre,



 una raccolta precisa, non solo oggetti rarissimi, ma tante tante informazioni, contenuti ricchi di descrizioni minuziose perché la giornata della memoria è un giorno importantissimo:

E IL MONDO NON PUO' PERMETTERSI DI DIMENTICARE QUELL ' ORRORE





8 commenti:

  1. Sapevo che non saresti mancata all'appuntamento con la giornata della memoria, grazie Enrica, grazie anche dalla mia mamma .....
    Marisa di Olgiate

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  2. Grazie, Enrica. Non possiamo davvero dimenticare quegli orrori, ed è chiaro, o dovrebbe esser chiaro, l'impegno a non ripeterli o farli ripetere mai più. Un abbraccio forte forte a Gianfranco Moscati.

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  3. Queste sono le storie che ti fanno capire quanto successe allora,storie raccontate da chi le ha vissute veramente,cose che nn dovranno mai più ripetersi,grazie Enrica per questa testimonianza,Paki.

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  4. Grazie Chicca, grazie perchè ci informi, ti impegni nella ricerca di personaggi, che noi non avremmo modo di conoscere, grazie grazie ciao

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  5. grazie, sempre attenta al momento, buona giornata

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  6. ciao enrica certamente se uno x caso è scampato al massacro come non può essere uscito traumatizzato a rileggere la storia va sempre venire la pelle d'oca grazie enrica

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  7. Grazie monella, mi si stringe il cuore ogni volta ma tu non dimentichi mai il giorno della memoria conte si va sempre sul sicuro, elisabetta,,,,,

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