il filo dei ricordi-racconti

venerdì 5 febbraio 2016

Paul Gauguin


Paul Gauguin

Fino al 21 febbraio, a Milano in via Tortona, presso il Mudec, è possibile visitare la mostra dedicata a Paul Gauguin, in collaborazione con la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen che possiede una delle principali collezioni di opere dell'artista.


Ho visitato questa esposizione una domenica pomeriggio, dove l'affluenza di visitatori era molto sostenuta. La nostra guida è stata molto brava ed esaustiva, ma la disposizione delle opere esposte è risultata un tantino caotica, perché non segue un ordine di presentazione. Sono convinta che, potendo avere del tempo a disposizione, è consigliabile vederla in un giorno feriale, dove forse, e dico forse, si dovrebbe avere un poco di tranquillità in più per dedicare il giusto tempo, sia ai quadri che alle sculture.






 Gauguin è un personaggio inquieto, è con una sorta di malessere che vive la propria vita e di pari passo la trasmette nelle sue opere. Nato a Parigi, trascorse l' infanzia a Lima in Perù, terra natia della madre, a 17 anni ritornò a Parigi, divenne agente di cambio, si sposò con una ragazza danese ed ebbe cinque figli, fu l'unico periodo della sua vita dove ebbe una vita regolare, con una buona posizione economica, tanto che divenne collezionista, acquistando opere di Pissarro, Monet , Sisley e altri, qui conosce e frequenta, ne segue i consigli, di Camille Pissarro, per quanto riguarda la pittura, di Bouillot per quanto riguarda le sculture. Ne apprende velocemente le tecniche, dipingendo, frequentando dei corsi all'accademia Colarossi, ammira Cesanne e Degas.
Espone anche delle sue opere, partecipando alla quarta Mostra dell'Impressionismo con una scultura, e di seguito fino al 1886, sempre alle mostre successive dell'Impressionismo, con diverse opere di pittura e alcune sculture.


Gli esiti della sua fase impressionista, furono altissimi, sfruttando la tecnica della luce, tipica dell'impressionismo, iniziava a dare alle sue opere un tocco di modernità.


Perse il lavoro nel 1883, la moglie con i figli si trasferirono in Danimarca, li raggiunse l'anno successivo, portando con se tutte le opere invendute, questo è il motivo per cui il museo di Copenhagen, vanta una collezione di opere tanto vasta. Aveva ottenuto un lavoro di rappresentante, ma la vocazione artistica prese il sopravvento su tutto, lasciò la Danimarca portando con se il figlio Clovis.



Diverse vicissitudini, lo costrinsero a cambiare parecchi alloggi, non ha la possibilità di pagare l'affitto, si trasferisce in Inghilterra poi, in Bretagna, dove conosce il pittore Charles Naval, ritorna di nuovo a Parigi, decide di rispedire il figlio in Danimarca dalla moglie, e insieme a Naval parte per l'America.
Inizia qui un percorso da nomade che alterna tra Panama, dove Naval si ammala di malaria, sono ridotti in condizioni deludenti, 

i miserabili


senza soldi e con pochissime aspettative, raggiungono la Martinica, ma pochi mesi dopo malgrado Gauguin sia convinto di aver trovato il suo luogo ideale,


 viene colpito dalla malaria, torna in Francia, per curarsi, dove ha la fortuna di conoscere Teo Van Gogh, fratello di Vincent, che gestisce una galleria d'arte, dopo avergli venduto diverse tele, riparte per la Bretagna,


 poi convinto da Teo, soggiorna ad Arles con Vincent Van Gogh per circa un mese ma la loro convivenza risulta un percorso alquanto negativo.
Il cambiamento interiore influisce sulla sua arte, lascia le radici impressioniste, avvicinandosi allo stile del simbolismo.
Nel 1891 parte per la volta di Tahiti, cerca qualcosa di più puro, una ricerca contro il male oscuro del progresso, che stava prendendo piede nella fine dell'ottocento.



Lotta contro l'invasione europea in queste colonie, attacca i missionari, che cercano di colonizzare attraverso la religione, la popolazione indigena. 
I suoi quadri del periodo rispecchiano la cultura indigena, con le proprie usanze e tradizioni,




 inizia delle relazioni con delle donne, che non ritiene puramente indigene, la colpa è di essere diventate troppo colonizzate ,si sposta anche sull'isola e si unisce in matrimonio con una ragazza di 13 anni che diventerà l'ispiratrice delle sue opere.



 E' un periodo molto felice, le sue opere sono un' anticipazione sullo stile, una figurazione colorata dove il colore puro diventa il soggetto, i colori forti, la rappresentazione, poi si ammala, continua a mantenere con la prima moglie in Danimarca un rapporto epistolare, le parla della malattia che lo ha colpito, le promette amore incondizionato, e le chiede soldi in prestito, si lamenta della solitudine è profondamente infelice.



Nel giugno 1893 lascia Tahiti per far ritorno in Francia. Riesce ad esporre quarantuno opere realizzate durante il soggiorno tahitiano, tre tele dipinte in Bretagna e alcune sculture presso la Galleria d'arte francese di Paul Durand-Ruel. Ottiene una buonissima critica, ma i giudizi positivi non bastano a convincere il pubblico ad acquistare le sue opere.


Vuol vendere, attirando l'attenzione, adottando comportamenti eccentrici, deludendo molto anche chi lo sosteneva , in realtà è intellettuale deluso, un nomade del pensiero, voleva cercare uno stato primitivo adducendo che le logiche del profitto non gli appartenessero, ma non disperde mai i contatti con la Francia, andava e tornava, si fermava per alcuni periodi, e poi ripartiva, è grazie a questi contatti che gli consentono di avere dei compensi economici.
Per quanto volesse criticare i meccanismi moderni ed esaltare la fantasia sovrana, non poteva permettersi il lusso di vivere di sola arte.
Libertino, infedele, amante forse solo dell'arte, soffriva per un'amicizia, ma era indifferente all'amore, cambiò ancora avanguardia avvicinandosi allo stile pre- espressionista.





Nell'ultimo periodo seppur malato e in controversia con le autorità
riesce comunque a dipingere e a scolpire molti dei suoi capolavori.
I suoi lunghi viaggi, la vita dissoluta, lo portarono ad avere diversi figli, da diverse donne, senza mai legarsi veramente ad un affetto. Morì di sifilide, in una capanna, gli unici ad essergli rimasti vicini furono uno stregone Mahori, e un pastore protestante, a dimostrare la duplicità di un artista fuori dal comune tutte le opere che si trovavano nella sua capanna furono distrutte.




Quello che possiamo avvertire oggi di Gauguin, oltre ad una personalità irrequieta e autodistruttiva, è la forza della sua ricerca continua di una purezza intellettuale, rimanendo sempre deluso per la mancanza di riconoscimenti ed una profonda insoddisfazione per la civiltà evoluta .
Visitare una mostra di Gauguin , è un'evoluzione personale delle proprie convinzioni, era un genio, sicuramente difficile da comprendere, poteva dipingere con grazia o presentare disegni elementari senza alcuna teoria pittorica, colori tenui e macchie di colori forti, per rappresentare quello che sentiva dentro, ringrazio Margherita di Culturaintour che ha accompagnato me ed altre persone, ad un nuovo incontro con l'arte 

8 commenti:

  1. un quadro non si guarda si contempla ti coinvolge e non vorresti mai togliere lo sguardo grazie enrica

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  2. Bravissima come sempre piacere di rileggerti <3 Lucia.

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  3. Bel post Enrica. Sì, Gauguin ha avuto una vita travagliata e a vedere i suoi dipinti con colori sgargianti proprio non si crederebbe.
    Alla prossima.
    Grazie.
    Margherita, Culturaintour di Cadorago

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  4. Enrica ,come sempre sei meticolosa nella descrizione perche' tu guardi con gli occhi del cuore ,,grazie ciao elisabetta,,,,

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  5. E' giusto dire che si rimane senza fiato contemplando le opere di Gauguin. Ed è istruttivo conoscere o ricordare la sua vita, come tu fai, Enrica. Insomma, come sempre, un bellissimo servizio. Da conservare.

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  6. La conoscenza di questi artisti,da parte mia,è approssimativa,ma dopo aver letto i tuo post,si impara veramente a conoscere in modo completo l'artista e le sue opere,che dirti Enrica?,Brava,Packy.

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