Paul
Gauguin
Fino
al 21 febbraio, a Milano in via Tortona, presso il Mudec, è
possibile visitare la mostra dedicata a Paul Gauguin, in
collaborazione con la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen che
possiede una delle principali collezioni di opere dell'artista.
Ho
visitato questa esposizione una domenica pomeriggio, dove l'affluenza
di visitatori era molto sostenuta. La nostra guida è stata molto
brava ed esaustiva, ma la disposizione delle opere esposte è
risultata un tantino caotica, perché non segue un ordine di
presentazione. Sono convinta che, potendo avere del tempo a
disposizione, è consigliabile vederla in un giorno feriale, dove
forse, e dico forse, si dovrebbe avere un poco di tranquillità in
più per dedicare il giusto tempo, sia ai quadri che alle sculture.
Gauguin è un personaggio inquieto, è con una sorta di malessere che
vive la propria vita e di pari passo la trasmette nelle sue opere.
Nato a Parigi, trascorse l' infanzia a Lima in Perù, terra natia
della madre, a 17 anni ritornò a Parigi, divenne agente di cambio,
si sposò con una ragazza danese ed ebbe cinque figli, fu l'unico
periodo della sua vita dove ebbe una vita regolare, con una buona
posizione economica, tanto che divenne collezionista, acquistando
opere di Pissarro, Monet , Sisley e altri, qui conosce e frequenta,
ne segue i consigli, di Camille Pissarro, per quanto riguarda la
pittura, di Bouillot per quanto riguarda le sculture. Ne apprende
velocemente le tecniche, dipingendo, frequentando dei corsi
all'accademia Colarossi, ammira Cesanne e Degas.
Espone
anche delle sue opere, partecipando alla quarta Mostra
dell'Impressionismo con una scultura, e di seguito fino al 1886,
sempre alle mostre successive dell'Impressionismo, con diverse
opere di pittura e alcune sculture.
Gli
esiti della sua fase impressionista, furono altissimi, sfruttando la
tecnica della luce, tipica dell'impressionismo, iniziava a dare alle
sue opere un tocco di modernità.
Perse
il lavoro nel 1883, la moglie con i figli si trasferirono in
Danimarca, li raggiunse l'anno successivo, portando con se tutte le
opere invendute, questo è il motivo per cui il museo di Copenhagen,
vanta una collezione di opere tanto vasta. Aveva ottenuto un lavoro
di rappresentante, ma la vocazione artistica prese il sopravvento su
tutto, lasciò la Danimarca portando con se il figlio Clovis.
Diverse
vicissitudini, lo costrinsero a cambiare parecchi alloggi, non ha
la possibilità di pagare l'affitto, si trasferisce in Inghilterra
poi, in Bretagna, dove conosce il pittore Charles Naval, ritorna di
nuovo a Parigi, decide di rispedire il figlio in Danimarca dalla
moglie, e insieme a Naval parte per l'America.
Inizia qui un percorso
da nomade che alterna tra Panama, dove Naval si ammala di malaria,
sono ridotti in condizioni deludenti,
senza soldi e con pochissime
aspettative, raggiungono la Martinica, ma pochi mesi dopo malgrado
Gauguin sia convinto di aver trovato il suo luogo ideale,
viene
colpito dalla malaria, torna in Francia, per curarsi, dove ha la
fortuna di conoscere Teo Van Gogh, fratello di Vincent, che gestisce
una galleria d'arte, dopo avergli venduto diverse tele, riparte per
la Bretagna,
poi convinto da Teo, soggiorna ad Arles con Vincent Van
Gogh per circa un mese ma la loro convivenza risulta un percorso
alquanto negativo.
Il
cambiamento interiore influisce sulla sua arte, lascia le radici
impressioniste, avvicinandosi allo stile del simbolismo.
Nel
1891 parte per la volta di Tahiti, cerca qualcosa di più puro, una
ricerca contro il male oscuro del progresso, che stava prendendo
piede nella fine dell'ottocento.
Lotta contro l'invasione europea in
queste colonie, attacca i missionari, che cercano di colonizzare
attraverso la religione, la popolazione indigena.
I suoi quadri del
periodo rispecchiano la cultura indigena, con le proprie usanze e
tradizioni,
inizia delle relazioni con delle donne, che non ritiene
puramente indigene, la colpa è di essere diventate troppo
colonizzate ,si sposta anche sull'isola e si unisce in matrimonio con
una ragazza di 13 anni che diventerà l'ispiratrice delle sue opere.
E' un periodo molto felice, le sue opere sono un' anticipazione
sullo stile, una figurazione colorata dove il colore puro diventa il
soggetto, i colori forti, la rappresentazione, poi si ammala,
continua a mantenere con la prima moglie in Danimarca un rapporto
epistolare, le parla della malattia che lo ha colpito, le promette
amore incondizionato, e le chiede soldi in prestito, si lamenta
della solitudine è profondamente infelice.
Nel
giugno 1893 lascia Tahiti per far ritorno in Francia. Riesce
ad esporre
quarantuno opere realizzate durante il soggiorno tahitiano, tre tele
dipinte in Bretagna e alcune sculture presso la Galleria d'arte
francese di Paul Durand-Ruel.
Ottiene
una
buonissima critica, ma i giudizi
positivi
non
bastano
a convincere il pubblico ad acquistare le sue opere.
Vuol
vendere, attirando l'attenzione, adottando comportamenti eccentrici,
deludendo molto anche chi lo sosteneva , in realtà è intellettuale
deluso, un nomade del pensiero, voleva cercare uno stato primitivo
adducendo che le logiche del profitto non gli appartenessero, ma
non disperde mai i contatti con la Francia, andava e tornava, si
fermava per alcuni periodi, e poi ripartiva, è grazie a questi
contatti che gli consentono di avere dei compensi economici.
Per
quanto volesse criticare i meccanismi moderni ed esaltare la
fantasia sovrana, non poteva permettersi il lusso di vivere di sola
arte.
Libertino,
infedele, amante forse solo dell'arte, soffriva per un'amicizia, ma
era indifferente all'amore, cambiò ancora avanguardia avvicinandosi
allo stile pre- espressionista.
Nell'ultimo
periodo seppur malato e in controversia con le autorità
riesce
comunque a dipingere e a scolpire molti dei suoi capolavori.
I
suoi lunghi viaggi, la vita dissoluta, lo portarono ad avere
diversi figli, da diverse donne, senza mai legarsi veramente ad un
affetto. Morì di sifilide, in una capanna, gli unici ad essergli
rimasti vicini furono uno stregone Mahori, e un pastore protestante,
a dimostrare la duplicità di un artista fuori dal comune tutte le
opere che si trovavano nella sua capanna furono distrutte.
Quello
che possiamo avvertire oggi di Gauguin, oltre ad una personalità
irrequieta e autodistruttiva, è la forza della sua ricerca continua
di una purezza intellettuale, rimanendo sempre deluso per la
mancanza di riconoscimenti ed una profonda insoddisfazione per la
civiltà evoluta .
Visitare
una mostra di Gauguin , è un'evoluzione personale delle proprie
convinzioni, era un genio, sicuramente difficile da comprendere,
poteva dipingere con grazia o presentare disegni elementari senza
alcuna teoria pittorica, colori tenui e macchie di colori forti, per
rappresentare quello che sentiva dentro, ringrazio Margherita di Culturaintour che ha accompagnato me ed altre persone, ad un nuovo incontro con l'arte
un quadro non si guarda si contempla ti coinvolge e non vorresti mai togliere lo sguardo grazie enrica
RispondiEliminaBravissima come sempre piacere di rileggerti <3 Lucia.
RispondiEliminaBel post Enrica. Sì, Gauguin ha avuto una vita travagliata e a vedere i suoi dipinti con colori sgargianti proprio non si crederebbe.
RispondiEliminaAlla prossima.
Grazie.
Margherita, Culturaintour di Cadorago
Enrica ,come sempre sei meticolosa nella descrizione perche' tu guardi con gli occhi del cuore ,,grazie ciao elisabetta,,,,
RispondiEliminagrazie a tutti
RispondiEliminaE' giusto dire che si rimane senza fiato contemplando le opere di Gauguin. Ed è istruttivo conoscere o ricordare la sua vita, come tu fai, Enrica. Insomma, come sempre, un bellissimo servizio. Da conservare.
RispondiEliminaLa conoscenza di questi artisti,da parte mia,è approssimativa,ma dopo aver letto i tuo post,si impara veramente a conoscere in modo completo l'artista e le sue opere,che dirti Enrica?,Brava,Packy.
RispondiEliminagrazie pachi
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