Nel Luglio del
1969 diventavo zia, mio fratello era diventato papà, malgrado ci
dividesse un buon numero di anni, era comunque un papà
giovanissimo, e di conseguenza divenni anche io una zia molto
giovane. La zia di una bella bambina, nell'anno successivo, è nato
un bel maschietto, e nell'anno dopo ancora un maschietto biondo, che
il destino si è portato via a 20 anni a causa di un incidente
stradale...
Quando erano
piccoli, durante le vacanze scolastiche, spesso, molto spesso, stavo
delle settimane intere a casa di mio fratello e mia cognata, davo una
mano dove potevo, anche se ero anch'io una bambinetta.
Mia cognata,
aveva incontrato mio fratello a Como, era la tata dei bimbi di una
famiglia di facoltosi setaioli.
Di origine
valtellinese, venuta a Como per cercare lavoro, ha conosciuto mio
fratello, si sono fidanzati e sposati.
Un 'estate mi
ha portato con se, forse per più di un mese, a casa dei suoi
genitori, per mia cognata un ritorno a casa, per i bambini e per me
un cambio d'aria, un'occasione di nuovi incontri.
In quelle
vacanze ho conosciuto una bambina di nome Milva.
Eravamo a
Chempo, frazione del comune di Civo.
Ricordo molto
bene, la stradina che conduceva alla casa di mia cognata, era
stretta, non credo ci passasse un'auto, invece a piedi facevamo il
sentiero che scendeva dall'alto, era una collinetta verde, che girava
attorno alla grande corte di pietra dei genitori di mia cognata.
Ricordo, che
prima di arrivare alla casa, sulla sinistra del sentiero c'era una
fontana di sasso dove, l'acqua scorreva sempre, non aveva il
rubinetto, alla destra invece c'era un'altra casa, dove abitavano
altri due ragazzini che arrivavano da Roma a trovare i parenti tutti
gli anni.
I genitori di
mia cognata venivano chiamati dai vicini, Carlino e Peppa, per i miei
nipoti, nonno Carlo e nonna Peppa.
Nei miei
ricordi Carlo, era un uomo alto e imponente, aveva sempre il
cappello in testa , quando entrava in casa portava degli zoccoli
tipici valtellinesi, con le calze di lana fatte a mano, le ricordo
melange grigie
Peppa una donna dal viso dolce, che lavorava tantissimo, ho un'immagine di lei che, proprio in quella collina dietro casa, taglia l'erba con una falce, ( nel nostro dialetto ranza), con le gonne ampie, ai piedi gli scarponi con il carrarmato per non scivolare sulla pendenza.
Peppa una donna dal viso dolce, che lavorava tantissimo, ho un'immagine di lei che, proprio in quella collina dietro casa, taglia l'erba con una falce, ( nel nostro dialetto ranza), con le gonne ampie, ai piedi gli scarponi con il carrarmato per non scivolare sulla pendenza.
Penso che da
giovane, doveva essere una donna bellissima, anche mia cognata è
molto bella, l'altra immagine che ho e di quando sedeva su uno
sgabellino di paglia, e mungeva la mucca,
aveva i capelli raccolti
in trecce arrotolate dietro la nuca, e almeno per quel che io
ricordo, doveva essere una donna molto buona.
Mia cognata e i
suoi fratelli si rivolgevano ai genitori dando loro del Voi.....
Ho visto un
fratello di mia cognata, portare le mucche all'alpe, per la
trasumanza estiva, l'altro fratello gestiva la vigna con il quale
facevano il vino, ricordo anche il formaggio, naturalmente fatto da
loro.
Uno dei
fratelli di mia cognata era molto, molto carino si preparava il
sabato sera e usciva con la moto, molte ragazzine facevano sogni su
di lui, naturalmente anche io lo guardavo..
Sento il
profumo dei pomodori con le uova, che faceva nonna Peppa, buonissimi, vedo le scale strette che conducevano alle camere, la cucina al pian
terreno, aveva un grande camino, mi sembra che avesse delle panchine
interne, per sedersi proprio vicino al fuoco, ma non ne sono sicura,
un tavolone grande, con delle panche per far posto a tutti i sei
figli, ricordo la preghiera prima di mangiare. Quanto tempo è
passato!
Minimo 40
anni....
Guardando
casualmente delle foto, su un social network le ho commentate e,
quando si dice il destino, la signora che ha risposto ai miei
commenti mi ha detto che si ricordava di me, ho così iniziato una
conversazione con Milva, ricordo bene il nome, ma il resto è un po'
confuso.
Dice che abbiamo riso tantissimo, e giocato, mi ricorda con
capelli corti e gambe magre, i pantaloncini corti rossi, devo essere
proprio io, visto che il rosso è il mio colore preferito.
Milva, dice che
dovevamo scambiarci le cartoline, ma che per chissà quale motivo non
lo abbiamo fatto, è strano ho sempre amato scrivere cartoline, forse
avevo perso l'indirizzo, chissà!!!
Ricordo la
cugina di mia cognata, una signora alta e magra, nel mio immaginario
la vedevo come Olivia di Popeye, con la sigaretta in bocca e con una
casa superpulita, la figlia Antonella e un bambino di cui non ricordo
il nome.
La domenica
mattina, si andava alla messa a piedi, con il Signor Carlo vestito
della festa, tutti i suoi figli dietro di lui, e in quell'occasione
c'ero anche io, mi ricordo una salita per arrivare alla chiesa,
forse la chiesa di Roncalia, un'altra frazione di Civo. In qualche
occasione con il fratello di mia cognata, Gianni, andavamo a fare
poca spesa a Caspano, almeno penso si chiamasse così, anche in
quell'occasione ricordo una strada che saliva.
Per qualche
sera , tutte insieme, noi ragazzine, siamo andate dove iniziava la
strada, mi sembra ci fosse un muretto, ci trovavano per scherzare,
passare la serata prima che facesse buio, ricordo le lucciole, le rincorrevamo.
Una domenica
siamo scesi a Dazio, mio fratello con la sua famiglia con la loro
automobile, mentre io e una bambina che penso proprio si trattasse
di Milva, eravamo sull'auto del fratello di mia cognata, con noi la
sua fidanzata, siamo andati alle giostre, sull'autoscontro io e Milva
ci scontravamo, poi con mio fratello che è rimasto per molto tempo
un ragazzino malgrado avesse una bella famiglia, siamo andati sui
seggiolini volanti ( volgarmente detti Calcio in culo)
ero talmente
magra e leggera che con ogni spinta prendevo il codino, abbiamo fatto
parecchi giri gratis, poi come premio per tutti, zucchero
filato....una Slinzega da portare a casa insieme alla Bisciola....in
questa fiera, la musica era alta suonava una canzone di Umberto
tozzi: dal titolo "Dimentica Dimentica" che mi è rimasta
impressa nella mente.
I miei ricordi,
sono decisamente confusi per quel che riguarda chiese e paesi, non
ricordo i nomi delle ragazzine o la fisionomia, ma ricordo di essere
stata ben accolta.
Un mese è
lungo, dopo un po' ho sentito la mancanza dei miei genitori, delle
mie cose, in fondo ero ancora una bambina.
.