L'autunno
e nonna Licia
Per
San Martino, ogni mosto diventa vino....
Ricominciano
i proverbi della mia nonnina, per ogni stagione, per ogni Santo ha un
proverbio da ricordare.
Stiamo
già facendo diversi lavori in casa in previsione del Natale, mi
parla di castagne, di
vendemmia :
C’è
un frutto rotondetto,
di farina ne ha un sacchetto,
se lo mangi non si lagna:
questo frutto è la castagna.
di farina ne ha un sacchetto,
se lo mangi non si lagna:
questo frutto è la castagna.
La
castagna
è
proprio buona,
è lucente, un po’ birbona:
giù dal riccio schizza via:
se ti coglie, mamma mia!
è lucente, un po’ birbona:
giù dal riccio schizza via:
se ti coglie, mamma mia!
Lacastagna
in
acqua cotta
prende il nome di ballotta;
arrostita e profumata
prende il nome di bruciata.
prende il nome di ballotta;
arrostita e profumata
prende il nome di bruciata.
Mentre
io le pulisco la casa, mi segue, si siede, su di una poltrona o di
una sedia e mi racconta i suoi tanti ricordi.
Con
le castagne la sua famiglia, si sfamava e ci guadagnava qualche
soldo.
I
boschi di castagni, (selva) venivano tenuti puliti come un orto,
liberi da erbacce e ben concimati, se le piante erano in prossimità
di terreni ripidi, sul terreno scosceso, venivano messe fascine di
legna, che non consentivano alle castagne di rotolare lontano,
evitando sopratutto che entrassero nella selva di qualche altro
proprietario...
Non
c'erano confini, che delimitassero le proprietà, fin da piccoli,
Licia, le sue sorelle, e i suoi cugini, sapevano molto bene che non
potevano entrare nelle selve altrui, se mai fosse successo, e
fossero stati scoperti, sarebbero stati allontanati anche in
malo modo.
La
regola era che, ogni proprietario di selva, aveva diritto al proprio
raccolto, tutta la famiglia partecipava, chi le raccoglieva da terra,
chi con un' attrezzo apriva i ricci ancora ben serrati.
Le
donne avevano un sacco che legavano alla vita,
quando era pieno
veniva deposto in ceste di vimini, poi per il trasporto, si
trasferivano in panieri più grandi
o in gerli di vimini intrecciati,
che si portavano sulle spalle.
Nel
periodo in cui la caduta delle castagne, era veramente sostenuta,
nella selva ci si recava più volte al giorno, i bambini come Licia,
prima di recarsi a scuola, aiutavano al raccolto e dopo le 16,
terminata la scuola, non rientravano a casa, mettevano i quaderni
sotto un albero e iniziavano la raccolta finché ci fosse stata
luce......
Si
doveva raccogliere tutto il possibile, prima dell'11 di novembre,
perché in quel giorno la tradizione diceva essere di buon auspicio
aprire le selve a tutti, animali compresi. Quindi per chi avesse
avuto tante selve, era fondamentale avere un buon raccolto, veniva
aiutato da altri contadini dietro un piccolo compenso.
Le
castagne venivano lavorate, si essiccavano per evitare insorgere
delle muffe.
Il
procedimento si svolgeva in una baita, a volte di un solo locale,
su delle impalcature di legno,venivano posizionati rami di nocciolo
sufficientemente vicini da evitare la caduta del frutto, ma
abbastanza distanti da consentire il passaggio dell'aria calda, che
giungeva da un fuoco acceso a terra, non era una fiamma viva, ma un
fuoco coperto dalle bucce secche delle castagne dell'anno precedente,
il fumo avrebbe dato al nuovo raccolto il giusto aroma e non si
correva il rischio di bruciarlo.
Era
un lavoro che richiedeva un' attenzione costante, perché si doveva
tenere girati i frutti frequentemente, per evitare che si seccassero
troppo.
Molto spesso parte della famiglia si trasferiva nelle
vicinanze
dell' essicatoio, portando poche cose, una pentola per fare
le caldarroste,
un paiolo dove far bollire le castagne, l'acqua.
Per
circa 25 giorni mangiavano solamente castagne...
Essendo
una famiglia molto numerosa, la procedura di essicazione la facevano
anche in casa, nella grande cappa del camino venivano appese a dei
ganci le ceste con le castagne, oppure facevano i filet, collane di
castagne che venivano anch'esse appese alle cappa del camino
La
battitura serviva per separare il frutto, dalla buccia secca, le
castagne messe nei sacchi di iuta venivano battute con gli attrezzi o
battute contro dei gradini.
Si passava alla vagliatura in una specie
di setaccio venivano messe le castagne i movimenti esperti, le donne
facevano scendere le bucce e mantenendo il frutto all'interno
dell'attrezzo, procedura che consentiva alla castagna di esser libera
dalle pellicine.
Prima
che giungesse Natale, si procedeva alla cernita dividendo le castagne
in base alle dimensioni, controllando che fossero integre, scartando
quelle marce e con il verme che diventavano poi cibo per i maiali, o
le mucche
Venivano
ripassate con i setacci a maglie più strette dove gli ultimi residui
venivano eliminati.
Sono
state per anni fonte di sostentamento per i contadini in termini
economici se venivano vendute, o di mantenimento in quanto
utilizzate come cibo, erano il rimedio per le popolazioni contadine,
dalla fame e alla povertà
Un
frutto e un ciclo naturale, dove tutto veniva utilizzato:
dall'albero:
Le
foglie diventavano la lettiera degli animali nelle stalle
ll
legname del castagno, veniva utilizzato per costruire gli attrezzi,
veniva estratto il tannino che consentiva di conciare le pelli degli
animali, conigli agnelli , che diventavano pellicce per foderare
giacche, e cappottini dei bambini,
per
riscaldare i casolari
Dal
frutto:
I
ricci diventavano concime per i terreni nella primavera successiva
Le
castagne più belle venivano vendute, diventando fonte di reddito
Le
meno belle erano il nutrimento della famiglia.
Quelle
marce venivano utilizzate cotte per alimentare il bestiame, maiali e
mucche.
Le
scorze erano l'aroma per il raccolto successivo.
Io
non conoscevo tutto questo, grazie nonna Licia per tutto quello che
mi insegni, con il tuo modo di raccontare , mi parli di un mondo
che non ho conosciuto, ma che non dobbiamo dimenticare