il filo dei ricordi-racconti

domenica 20 aprile 2014

PADOVA E LA BASILICA DEL SANTO III parte

Recarsi a Padova vuol dire per tutti, andare alla Basilica di S. Antonio, che contiene le reliquie del Santo Patrono, considerata il centro religioso e artistico della città.


In questa Basilica, giungono tutto l'anno migliaia di pellegrini da ogni continente, per i credenti il giorno più importante è il 13 giugno, in cui si festeggia il Santo.


Costruita dopo la morte del Santo i lavori iniziarono nel 1232, per custodire le sue spoglie, ma già nel 1310, svettavano le cupole , i minareti, e le cappelle radiali, in seguito arricchite da splendide opere d'arte realizzate tra il XIII secolo e ancora ai giorni nostri.


Il frate conosceva la "fede sincera" e riuscì ad arrivare al cuore, alla fede e la pietà dei Padovani credenti, e non credenti , era infatti,un abilissimo predicatore, più di 30.000 persone lo ascoltarono e moltissimi si convertirono, nella sua predica quaresimale dell'anno 1231.

Incaricato dal vescovo compose, i Sermoni, che contenevano la profonda dottrina, punto di riferimento per i predicatori francescani, e spunto di riflessione per i fedeli.


In quello stesso anno, a soli quarant'anni il frate, morì nella cella del convento delle Clarisse dell'Arcella, ora chiesa dell'Arcella dove una Cappella è a lui dedicata.
Tra le suore dell' Arcella e i frati Francescani ci fu una contesa per avere il corpo ma il 17 giugno i francescani riportarono il Santo nella chiesa di Maria Mater Domini, che poi negli ottant'anni successivi dove sono continuati i lavori venne inglobata nella Basilica del Santo.
La fabbrica del Santo, così viene definita, per circa ottantanni ha costruito e i lavori si sono susseguiti e contraddistinti da tre fasi di costruzioni, che sono documentate e visibili nelle strutture esterne.


Ma è l'interno che mi lascia veramente senza parole, per saper apprezzare al meglio, per comprendere, avrei dovuto prenotare un visita guidata. La mia mancanza di preparazione, mi fa sentire inadeguata, ciò nonostante rimango stupita dall' Arca del Santo, (tomba), colpita dai nove altorilievi, che corrispondono all'esecuzione dei miracoli del Santo.



Moltissimi fedeli sul lato posteriore toccano la tomba, la baciano, sui gradini anteriori diverse persone pregano, alcune piangono.



Tante sono le Cappelle, ma la più importante, forse, sia per l'aspetto religioso che artistico è la "Cappella del Tesoro o delle Reliquie", dove si trova il reliquiario della lingua di S. Antonio.


E' grande la Basilica del Santo, i chiostri sono quattro  con delle belle piante di magnolie,





uscendo mi sono chiesta, se io non fossi una nota stonata, in mezzo a tanta bellezza, e a tanta fede, o forse, tanta bellezza è solo un modo per adorare un frate che predicava e scriveva nei suoi sermoni:

Il primato degli ultimi
Antonio è, ancora oggi, forse, la voce più acuta, la lingua più tagliente a difesa di milioni di emarginati, umili e umiliati. Li protegge da circa otto secoli, senza flessione di numeri. La società al tempo di Antonio era oppressa da «oligarchie» politiche, economiche e sociali che favorivano lo strapotere di alcuni, con conseguenti episodi di corruzione, vendetta e lotta di classe. Una situazione che portava alcune famiglie in stato di schiavitù. I capifamiglia venivano imprigionati, strozzati dagli usurai. Questi ultimi erano aguzzini spietati, sfruttatori del popolo, avare sanguisughe che ingoiavano il poco degli orfani e delle vedove.


«La verità genera odio; per questo alcuni, per non incorrere nell'odio degli ascoltatori, velano la bocca con il manto del silenzio. Se predicassero la verità, come verità stessa esige e la divina Scrittura apertamente impone, essi incorrerebbero nell'odio delle persone mondane, che finirebbero per estrometterli dai loro ambienti. Ma siccome camminano secondo la mentalità dei mondani, temono di scandalizzarli, mentre non si deve mai venir meno alla verità, neppure a costo di scandalo»

Non ho la certezza di nulla, ma so che non sono entrata in questo santuario mentendo, non nascondo la mia scetticità, ma rispetto e apprezzo profondamente quanto è stato fatto in onore della fede.
Ora passo però al profano per rendere più leggero questo mio scritto


Una cosa che forse non tutti sanno, sopratutto, chi come me, viene da altre provincie o da altri Stati, è che Padova è la città
"dei tre senza"
Si dice Basilica del Santo........... non dicono il nome poi chè S. Antonio è definito in tutto il mondo il Santo.
Il prato della Valle .................... è un prato senza erba, in realtà una delle piazze più grandi d'Europa.
E del caffè senza porte....................riferendosi agli orari di apertura del Caffè Pedrocchi....




Ora devo salutare i miei amici e Padova, ma ci tornerò ho ancora tantissimo da vedere


 

sabato 19 aprile 2014

PADOVA: SECONDA PARTE


In tutti i luoghi di fede, dalla Basilica del Santo, alla Basilica di Santa Giustina, alla Cattedrale di S. Maria Assunta, o Duomo di Padova  dove nel battistero si trovano un ciclo di affreschi di Giusto de' Menabuoi.


La cupola è dipinta con un grandioso Paradiso, amici che lo hanno visto mi hanno parlato di un impatto stupendo.


Vicino al Prato della Valle troviamo il Santuario di S Leopoldo Mandic, proprio vicino al mio albergo , c'è il santuario antoniano dell'Arcella dove morì S. Antonio.
Io dal canto mio, avevo prenotato la visita alla Cappella degli Scrovegni, un capolavoro assoluto di Giotto, il maestro toscano riesce a coniugare la storia sacra nella realtà.


Figlio di un banchiere e usuraio, Enrico Scrovegni, chiedeva il perdono alla madonna,  facendo costruire una cappella e dedicandola alla Madonna della Carità, chiamò Giotto, che aveva già decorato parte della Basilica del Santo, e del Palazzo della Ragione.
 Il maestro fiorentino ha decorato questa cappella con scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento



Pur essendo io non credente, non nascondo l'emozione, che ho provato guardando queste immagini, dove la salvezza dell'umanità si ripercorre attraverso la la vita di Maria, che già dalla nascita veniva posta dalle mani della madre, fino alle nozze con Giuseppe,  al cospetto di Dio.


La Verginità, la Nascita di Cristo, la Passione e la Resurrezione, fino al grandioso affresco del Giudizio Universale dove una croce veniva sorretta da una persona senza volto, ma per i credenti anche due angeli, aiutano a sostenere la croce e più in alto Dio che accoglie i Risorti tra le cui immagini era raffigurato lo stesso Giotto ed Enrico Scrovegni che donava la cappella alla carità, 









Enrico Scrovegni al cospetto della Madonna



giudizio universale

mentre sull'altro lato, i dannati scendono trascinati nelle tenebre del male.


prudenza

Sulle pareti laterali si fronteggiano da un lato i sette vizi (parete sinistra) , dall'altro lato le sette virtù. 


carità

Sono precise le corrispondenze che collegano le scene opposte nelle pareti e in generale simboleggiano, per chi entra nella cappella, il percorso nella vita reale verso le beatitudini, aiutati dalle Virtù contro i pericoli dei vizi.


invidia


Il soffitto completamente dipinto di blu, è una volta stellata con immagini di Cristo e di Profeti.
E' di una bellezza sublime, così particolareggiata e comunque attuale perchè le virtù e i vizi, sono ancora validi ai tempi nostri, non solo per i religiosi, che cercano la redenzione, anche per i non credenti onesti, che ritengono le virtù dei principi saldi e validi.
Il bene e il male rappresentati attraverso affreschi che riempiono gli occhi, il cuore e la mente.



Ho visitato i musei, poi mi sono avviata all'albergo, Riccardo tornato a Padova mi attendeva con ansia, anche perchè io avevo scordato il telefonino e non poteva comunicare con me.
Mi aspettava fuori dall'albergo, quando mi ha visto ero strafelice, contenta di aver visto tante cose tutte insieme.
Consiglio a tutti di visitare questa meraviglia....






Padova




PADOVA -----



 i sono fermata a Padova per un giorno, due carissimi amici mi aspettavano alla stazione, e insieme a loro ho girato per la città.
E' una bella città, io la credevo più raccolta, invece è vasta, è una delle citta d'arte più importanti del Veneto, conosciuta in tutto il mondo.
Diversi miei amici hanno fatto studiare i loro figli a Padova, infatti, qui si trova una delle università più antiche del mondo, e una delle più note in Italia, le sue origini risalgono a prima del 1222, è stata la prima università al mondo a dare un titolo accademico ad una donna, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, conseguì la laurea in filosofia il 25 giugno 1678.
Viene definita "Il Bo" perche proprio nel cuore dell'università si trova il palazzo Bo, un antico ristorante che nell'insegna aveva un bue, all'interno del Bo è conservato intatto il più antico teatro anatomico stabile del mondo


 e la trecentesca Aula di Medicina, la Cattedra di Galileo Galilei,


 l' Aula Magna, antica Scuola Grande dei Legisti e il doppio chiostro Morognano.

Tanti personaggi conosciuti, nel susseguirsi della storia, anche stranieri che raggiungevano questo luogo per confrontarsi, Leon Battista Alberti, Galileo Galilei, Niccolò Copernico, Melchiorre Cesarotti e Pietro Martire Vermigli.
Interessante, è l'Orto Botanico, fondato nel 1545 per lo studio delle piante medicinali, definito lo studio dei Semplici, è il più antico orto botanico al mondo, e mantiene la sua sede originaria, l'Unesco lo ha dichiarato Patrimonio mondiale dell'Umanità, vi si conservano 6000 piante esostiche e medicinali, una palma di S: Pietro, ancora vivente, è detta Palma di Goethe, che la fece piantare nel 1585 e ne studiò le evoluzioni.


Come tante città della nostra bella Italia, Padova e come un libro che sfogliato pagina per pagina, ti illustra tanta storia e cultura, ripercorrendo il cammino dell'uomo attraverso lo studio della scienza.
"La Specola "è l'osservatorio astronomico, situato sulla torre del sistema fortificato del castello, detta "Torlonga", poi numerosi musei scientifici.


Padova è una citta vitale, moderna e dinamica, ma ha tradizioni radicate, mischia il fascino dell'antico con la modernità. Nella città ci sono due o tre cittadelle, una cittadella è rappresentata dalle viuzze strette e porticate dell'antico Ghetto, dove si possono trovare negozietti d'antiquariato, i ristoranti importanti, e le vecchie osterie, poi c'è la Padova delle grandi piazze, Piazza delle Erbe,


Piazza della Frutta , e Piazza dei Signori, 


in queste piazze da ottocento anni tutte le mattine si svolge il mercato quotidiano, mentre le sere d'estate, si affollano di tavolini dei caffè all'aperto
Prato della Valle è l'altro simbolo di Padova, oltre ad essere una delle più grandi piazze d'Europa, in tempi antichi era un vasto teatro, posto in una zona paludosa e malsana, nel 700 subì una radicale bonifica e divenne proprietà pubblica, è ora una piazza dalla forma originale e unica è il cuore pulsante di funzioni economiche e ricreative







A cavallo tra Piazza delle Erbe e Piazza della frutta, troviamo il Palazzo della Ragione, che domina il centro storico, il primo piano del Palazzo, denominato il "il Salone" è una delle più grandi sale pensili affrescate al mondo, contiene oltre 300 scene di decorazioni a fresco.


Tanti sono i pittori che sviluppando la tecnica di Giotto, decorarono i principali edifici religiosi dell'epoca medioevale.
Troviamo nel Battistero del Duomo, affreschi di Giusto de' Menabuoi,
nella Scuola del Santo " il marito geloso pugnala la moglie" di Tiziano, nella Basilica di Sant'Antonio affreschi di Altichiero da Zevio, e di Giusto de Menabuoi.
Purtroppo per visitare bene la città ci vorrebbero più giorni, tanti monumenti devono essere visti, i mei amici mi parlano dell'Oratorio di San Giorgio, dell'oratorio di San Michele, della cappella Carrarese, ora chiamata Accademia Galileiana, del Palazzo Vescovile, delle opere della Scuola della Carità.
Questa è la prima parte del mio resoconto di gita 









martedì 15 aprile 2014

LE CASCATE DI ACQUA FRAGGIA.

Ormai la domenica è diventata per noi, il modo per stare un po' insieme, Così io, Marisa, ed Emanuela, oggi non abbiamo una meta precisa.
E' una bellissima giornata, dopo una colazione, si parte, il nostro lago è molto bello, e sulla strada ci sono già tanti turisti e sopratutto motociclisti.
Il lago ci accompagna per un buon tratto di strada, e poi dopo il ponte del passo svoltiamo a sinistra, e ci dirigiamo verso il Lago di Mezzola o Pian di spagna un'oasi naturale dove la flora e la fauna, e il pesce di lago sono protette, è anche una zona particolare per le tante specie di uccelli che vengono a nidificare:


Emanuela da provetta autista, continua a guidare e giungiamo nei pressi della stazione di Chiavenna, qui posteggiamo l'auto e giriamo unpo' il paese, ma il parco botanico sta chiudendo, riaprirà dopo le 15 e allora ritorniamo alla nostra auto e via .... in direzione delle cascate di Acqua Fraggia.



Sono uno spettacolo naturale, ma non le conoscevo, non sapevo nemmeno della loro esistenza, Marisa me le aveva accennate sommariamente, sono bellissime da vedere e dal web ho preso queste notizie:

Le cascate dell´Acquafraggia si trovano a Borgonuovo e le parti visibili anche dalla strada sono solamente le più suggestive, ma non le uniche.
Il bacino dell´Acqua Fraggia è situato all´imbocco ovest della Val Bregaglia.
Il torrente omonimo nasce dal pizzo di Lago a 3050 msm, in un punto di spartiacque alpino dal quale scendono fiumi che sfociano nel mare del Nord, nel mar Nero e nel Mediterraneo. Scendendo verso il Fondovalle percorre due valli sospese, ambedue di origine glaciale, l´una sui duemila e l´altra sui mille metri di altitudine. L´Acqua Fraggia forma quindi una serie di cascate, di cui quelle più in basso, con il loro doppio salto sono solo le più suggestive. Si capisce così l´origine del nome Acqua Fraggia, da "acqua fracta", cioè torrente continuamente interrotto da cascate.

Le cascate, con il loro maestoso spettacolo, impressionarono pure Leonardo da Vinci che "trovandosi a passare per Valle di Ciavenna" ne ammirò la bellezza selvaggia e le menzionò nel suo "Codice Atlantico": "Su per detto fiume (la Mera) si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere...".
Dalla sommità delle cascate si percorre un sentiero attrezzato tra castagni, ginestre e rocce; di qui è possibile ammirare da vicino questo stupendo spettacolo naturale, unico nel suo genere per bellezza e imponenza. Una breve deviazione sulla destra porta ad un ampio terrazzo, a pochi metri dal fragoroso turbinio delle acque.

Si ha qui la sensazione di essere "dentro" la cascata stessa, di farne parte, tanto
sono forti il rombo e i forti spruzzi di acqua e di luce.
L'affascinante spettacolo di questo angolo di natura ancora selvaggia nel cuore della Bregaglia italiana.
Un percorso attrezzato all´interno del parco permette di conoscere da vicino l´ambiente che circonda le cascate con rigogliosa vegetazione e rocce scure, ammirando, dalle terrazze panoramiche lungo il sentiero, la vista sull´intera vallata fin verso la piana di Chiavenna.
Diversi itinerari escursionistici hanno come punto di partenza le Cascate dell´Acquafraggia.

Il principale è la caratteristica mulattiera che sale all´antico borgo di Savogno con lenti tornanti. Il percorso è interessante dal punto di vista storico-culturale, perché fa rivivere momenti di storia delle genti di montagna.

Troviamo posto vicino al fiume e mangiamo, poi Marisa ha preso il sole, io, che avevo come sempre, mal di piedi li ho messi dentro l'acqua fredda, un antinfiammatorio naturale, (almeno spero), l'acqua era freddissima e corrente per un po ho potuto lasciare i miei piedi a bagno e poi, ho dovuto suonare la ritirata e ritirarli


Che strano, abbiamo tutto nelle nostre case super tecnologiche, ma si sta davvero bene sulla riva di un fiume con i piedi nell'acqua e la voglia di fare battute e di scherzare in compagnia.


La semplicità della natura rende tutto, sempre molto speciale.
Decidiamo di girare intorno e di vedere le cascate da un'altra visuale,



 gli schizzi dell'acqua giungono sul viso, mentre camminiamo sulla riva di fronte a noi il sole batte e il prato, di un colore verde, vivace sembra un cuscino.



Marisa non vorrebbe scendere ma dobbiamo tornare.
Ci fermiamo di nuovo Chiavenna, troviamo la piazza del castello


  prendiamo il biglietto per visitare il giardino botanico, che non ha nulla di speciale, se non un bellissimo panorama sulla cittadina, 


ma è servito sicuramente a farci smaltire il panino mangiato, visto che si devono salire parecchi scalini, ci sono aree
dove si possono notare i segni lasciati dalla glaciazione, e le cave di pietra ollare, fonte di sostentamento in tempi passati.


Visitiamo la Collegiata di San Lorenzo importante e imponente complesso nel centro della cittadina , adiacente alla chiesa, c'è un museo dove è custodito il tesoro di San Lorenzo.




Siamo ritornate a casa, con qualcosa in più anche questa volta, senza andare tanto lontano, senza affrontare grosse spese, quante belle cose abbiamo visto.


Con lo zaino in spalla, un panino e tanta voglia di vedere, e di stare insieme.


martedì 1 aprile 2014

IL MINIGOLF LE TRASFERTE E IL SANTUARIO DI CARAVAGGIO

IL MINIGOLF E LE TRASFERTE

Questo week end il tempo sarà bello, così dicono le previsioni e Riccardo,
i suoi programmi sono di partecipare ad un allenamento, per decidere chi parteciperà alle nuove gare, ma anche perchè comunque vada, a lui piace giocare e stare in compagnia.
Mi elenca un sacco di fattori positivi, siamo in compagnia, all'aria aperta, qualcuno del gruppo ha chiesto se ci sei, ci sono vicino delle zone da visitare, mi parla del Santuario di Caravaggio.
La mia risposta, alle sue esternazioni, sono di carattere ironico- veritiere.
In questo ultimo periodo ho visitato più chiese e santuari, che case, ma la curiosità mi spinge ad accettare.
Proprio il sabato notte entra in vigore l'ora legale per cui domenica 30 marzo si dorme un'ora in meno e dobbiamo alzarci presto.


Ci alziamo e andiamo a prendere Alessandra e Andrea, Fratto&Ale per gli amici,e ci rechiamo verso Casirate d'Adda in provincia di Bergamo, Alessandra ha dormito per tutto il viaggio, Andrea e Riccardo hanno parlato e io volevo un caffè, ma Riccardo non si è fermato finchè non ha trovato il centro sportivo, mi aveva detto che era bello, onestamente il primo impatto non è stato, almeno per me, molto soddisfacente.


Abbiamo posteggiato l'auto davanti ad un muro tutto scritto e l'asfalto era in brutte condizioni, con l'erba che spuntava da ogni pertugio, mi sembrava l'entrata di un brutto centro sociale.
Poi avviandoci a piedi, abbiamo visto un campo da tennis, un parco giochi per bambini, un campo di calcio e finalmente il campo da minigolf, abbiamo bevuto il caffè, quasi subito dopo di noi, arrivavano Luciano e Pinuccia, Ivano , Luciano, Luisa, Marzia e Gabriele, con fervore iniziavano a prendere mazze e palline e io con Pinuccia decidevamo di andare a Caravaggio.


Ho approfittato un po del gestore del minigolf, che mi ha dato le indicazioni per raggiungere Caravaggio, ho sbagliato ad una rotonda, sono ritornata indietro, poi ho superato il santuario e sono ritornata sui i miei passi per la seconda volta. Non amo guidare e non ho il senso dell'orientamento ma ci sono arrivata, e questo è quel che conta, posteggiamo l'auto e ci avviamo a piedi.



Dall'esterno la costruzione è imponente, ma non mi aspettavo fosse così grande, dal web:

L'esterno della chiesa è grandioso: l'edificio misura 93 metri per 33, e raggiunge un'altezza di 22 metri che, con la cupola, arriva a 64 metri. L'edificio non è rivolto verso il viale di collegamento con la città, che venne costruito in seguito, ma, come dettato dalle consuetudini liturgiche, è disposto in maniera tale che il celebrante sia rivolto verso oriente .

Mentre l' interno il tempio mariano, sembra avere una sola navata, in realtà si propone con due corpi che sono separati dal maestoso e ricco che altare maggiore che sta sotto la cupola centrale, un imponente opera di marmo che svetta verso l'alto arricchito da colonne di marmo che alla sommità hanno di angeli che portano una corona di stelle,









tutta la chiesa è riccamente decorata da pittori originari della zona  di Caravaggio, Giovanni Moriggia e Luigi Cavenaghi questa parte comprende l'ingresso principale , le cantorie e ha per ogni lato quattro cappelle anch'esse decorate interamente

La guida che ho acquistato parla della sacrestia che in tempi antichi, era la cappella della famiglia Secco, che ha fatto decorare la volta della cappella con stupendi affreschi, ma noi non abbiamo la possibilità di vederla.


La parte più piccola permettere di scendere nella cripta, (il sacro speco) ma è chiusa da cancelletti in ferro battuto.



La statua della madonna con Giannetta, dove tutto intorno i fedeli pregano e accendono le candele, nella parte sottostante si trova la Sacra Fonte, il luogo dove Giannetta ebbe in visione la Madonna, una fonte dove molti ammalati venivano a bagnarsi e alcuni vennero miracolati, un corridoio che attraversa orizzontalmente la chiesa tutto rivestito di mosaici , dove si trovano cinque rientranze dove vengono ricordati la madonna e i suoi miracoli e poi una fonte da cui si può bagnarsi o prendere l'acqua.


I porticati all'esterno sembrano abbracciare il santuario, un percorso coperto lungo circa 800 mt, ombreggiati da un largo viale alberato da quattro filari di ippocastani.


 Squilla il mio telefonino con mia sorpresa è venuto a trovarmi proprio qui Gianluigi con sua moglie Teresa, mi aspetta nel piazzale vicino all'obelisco dove c'è la fontana nella quale i fedeli fanno le bagnature
Mi fa piacere incontrarli, faccio le presentazioni di rito, e parliamo un poco, ci salutiamo e poi con Pinuccia ritorniamo all'interno, ha acquistato le candele, le accende e giriamo ancora il santuario, le funzioni sono perpetue e si ha l'impressione di disturbare, molti i ringraziamenti per i voti fatti.


Ora ho voglia di un caffè e uscendo ci rechiamo al bar, poi ritorniamo verso il minigolf.

Dopo aver pranzato, sempre con Pinuccia, giriamo intorno al centro sportivo, un bel percorso vita, una bella pista ciclabile, camminiamo per circa un chilometro, forse anche di più, poi ritorniamo sui nostri passi attendiamo che questi sportivi finiscano di allenarsi, Pinuccia conviene con me che in questo posto non c'è molto, ma per la prossima volta abbiamo un'altra meta da visitare.