PADOVA E LA
BASILICA DEL SANTO III parte
Recarsi a
Padova vuol dire per tutti, andare alla Basilica di S. Antonio, che
contiene le reliquie del Santo Patrono, considerata il centro
religioso e artistico della città.
In questa
Basilica, giungono tutto l'anno migliaia di pellegrini da ogni
continente, per i credenti il giorno più importante è il 13 giugno,
in cui si festeggia il Santo.
Costruita dopo
la morte del Santo i lavori iniziarono nel 1232, per custodire le
sue spoglie, ma già nel 1310, svettavano le cupole , i minareti, e
le cappelle radiali, in seguito arricchite da splendide opere d'arte
realizzate tra il XIII secolo e ancora ai giorni nostri.
Il frate
conosceva la "fede sincera" e riuscì ad arrivare al
cuore, alla fede e la pietà dei Padovani credenti, e non credenti ,
era infatti,un abilissimo predicatore, più di 30.000 persone lo
ascoltarono e moltissimi si convertirono, nella sua predica
quaresimale dell'anno 1231.
Incaricato dal
vescovo compose, i Sermoni, che contenevano la profonda dottrina,
punto di riferimento per i predicatori francescani, e spunto di
riflessione per i fedeli.
In quello
stesso anno, a soli quarant'anni il frate, morì nella cella del
convento delle Clarisse dell'Arcella, ora chiesa dell'Arcella dove
una Cappella è a lui dedicata.
Tra le suore
dell' Arcella e i frati Francescani ci fu una contesa per avere il
corpo ma il 17 giugno i francescani riportarono il Santo nella chiesa
di Maria Mater Domini, che poi negli ottant'anni successivi dove sono
continuati i lavori venne inglobata nella Basilica del Santo.
La fabbrica del
Santo, così viene definita, per circa ottantanni ha costruito e i
lavori si sono susseguiti e contraddistinti da tre fasi di
costruzioni, che sono documentate e visibili nelle strutture esterne.
Ma è l'interno
che mi lascia veramente senza parole, per saper apprezzare al meglio,
per comprendere, avrei dovuto prenotare un visita guidata. La mia
mancanza di preparazione, mi fa sentire inadeguata, ciò nonostante
rimango stupita dall' Arca del Santo, (tomba), colpita dai nove
altorilievi, che corrispondono all'esecuzione dei miracoli del Santo.
Moltissimi
fedeli sul lato posteriore toccano la tomba, la baciano, sui gradini
anteriori diverse persone pregano, alcune piangono.
Tante sono le
Cappelle, ma la più importante, forse, sia per l'aspetto religioso
che artistico è la "Cappella del Tesoro o delle Reliquie",
dove si trova il reliquiario della lingua di S. Antonio.
E' grande la
Basilica del Santo, i chiostri sono quattro con delle belle piante di magnolie,
uscendo mi sono chiesta, se io non fossi una
nota stonata, in mezzo a tanta bellezza, e a tanta fede, o forse,
tanta bellezza è solo un modo per adorare un frate che predicava e
scriveva nei suoi sermoni:
Il primato degli ultimi
Antonio è, ancora oggi, forse, la voce più acuta, la lingua più tagliente a difesa di milioni di emarginati, umili e umiliati. Li protegge da circa otto secoli, senza flessione di numeri. La società al tempo di Antonio era oppressa da «oligarchie» politiche, economiche e sociali che favorivano lo strapotere di alcuni, con conseguenti episodi di corruzione, vendetta e lotta di classe. Una situazione che portava alcune famiglie in stato di schiavitù. I capifamiglia venivano imprigionati, strozzati dagli usurai. Questi ultimi erano aguzzini spietati, sfruttatori del popolo, avare sanguisughe che ingoiavano il poco degli orfani e delle vedove.
«La verità genera odio; per questo alcuni, per non incorrere nell'odio degli ascoltatori, velano la bocca con il manto del silenzio. Se predicassero la verità, come verità stessa esige e la divina Scrittura apertamente impone, essi incorrerebbero nell'odio delle persone mondane, che finirebbero per estrometterli dai loro ambienti. Ma siccome camminano secondo la mentalità dei mondani, temono di scandalizzarli, mentre non si deve mai venir meno alla verità, neppure a costo di scandalo»
Non ho la certezza di nulla, ma so che non sono entrata in questo santuario mentendo, non nascondo la mia scetticità, ma rispetto e apprezzo profondamente quanto è stato fatto in onore della fede.
Ora passo però
al profano per rendere più leggero questo mio scritto
Una cosa che
forse non tutti sanno, sopratutto, chi come me, viene da altre
provincie o da altri Stati, è che Padova è la città
"dei tre
senza"
Si dice
Basilica del Santo........... non dicono il nome poi chè S. Antonio
è definito in tutto il mondo il Santo.
Il prato della
Valle .................... è un prato senza erba, in realtà una
delle piazze più grandi d'Europa.
E del caffè
senza porte....................riferendosi agli orari di apertura del
Caffè Pedrocchi....