Ore 21.42, ho
bisogno di qualcosa di caldo, la tosse mi disturba. Mi torna alla
mente una miscela che avevo portato dalla Turchia alle mele.
Una tisana alle
mele mi riporta indietro, era la primavera del 2012, Istambul mi
aspettava. Dopo essere sbarcati dall'aereo, espletato le pratiche, la
nostra guida locale ci attendeva con un autobus , fatte le
presentazioni di rito, mentre il pullman si muoveva in un traffico, molto sostenuto ma educato, nessuno suonava clacson, o urlava, si
apriva la città davanti ai nostri occhi, anche se iniziava scendere
la sera, cominciavamo già a comprendere che bella città fosse.
La città si estende sulle due sponde del Bosforo, il canale che unisce il Mar NERO al Mar di Marmara, la città vecchia si era sviluppata sulle alture intorno ad un'insenatura naturale, detta anche mare interno, chiamato in turco Haliç, mentre per gli europei era il Corno d'Oro.
Ai tempi dei sultani, era la meta preferita per fare passeggiate a filo d'acqua o piccole crociere, oggi, non è più così, la città moderna a "rubato" lo spazio a vigne e campi, non rispettando i grandi tesori custoditi su queste colline come in tutta la città.
La città si estende sulle due sponde del Bosforo, il canale che unisce il Mar NERO al Mar di Marmara, la città vecchia si era sviluppata sulle alture intorno ad un'insenatura naturale, detta anche mare interno, chiamato in turco Haliç, mentre per gli europei era il Corno d'Oro.
Ai tempi dei sultani, era la meta preferita per fare passeggiate a filo d'acqua o piccole crociere, oggi, non è più così, la città moderna a "rubato" lo spazio a vigne e campi, non rispettando i grandi tesori custoditi su queste colline come in tutta la città.
Dopo esserci
ristorate, una visita alla città notturna, ci riempiva gli occhi di
luci, ma onestamente mi aveva anche confuso le idee.
Non è una
città qualunque , è un continente dove convivono da sempre,
cristiani, musulmani, ebrei, e armeni.
La città della
storia, anzi le storie delle culture, delle invasioni asiatiche e
balcaniche, la storia dei popoli mediterranei, hanno reso Instambul
una città colta, e caotica, con moschee grandiose, e chiese che
risalgono alle prime origini del Cristianesimo, con case di legno
della Belle Epoche, ora trasformate in alberghi e caffè, le strade
degli artigiani, due corsi di acqua il Bosforo e il Corno d'Oro, e
tanti giardini meravigliosi.
Per fare un riassunto spicciolo, in questa città dalle mille sfaccettature, possiamo dire che tutte le culture che si sono susseguite:
dagli Ittiti,
nel secondo millennio avanti cristo, ai Persiani, fino
al dominio dell' Impero Romano, durato più di un
secolo, che ha reso ricco, questo territorio di ponti, strade,
acquedotti,città, terme e teatri, per finire con gli Ottomani,
che lo hanno completato e impreziosito con monumenti e arti
islamiche, hanno reso Istambul un insieme di cose belle.
L'Unesco, ha
dichiarato le mura della città, (mura di Teodosio) patrimonio
mondiale dell'umanità, mentre le percorriamo, ci rendiamo conto
dell'imponenza, alcune sono i buono stato, altre sono proprio
distrutte, mentre si alternano le torri, alcune erette dai romani,
altre dagli ottomani.
Il nostro giro, continua nel cuore della città vecchia, vediamo l'Ippodromo, usato per le corse dei carri in epoca bizantina.
Il nostro giro, continua nel cuore della città vecchia, vediamo l'Ippodromo, usato per le corse dei carri in epoca bizantina.
Ci dirigiamo al
Palazzo del TopKapi, un labirinto di costruzioni e
centro del potere dell'Impero Ottomano, diviso in 4 cortili, con
mura di cinta, 28 torri di guardia.
Prima di
arrivare, al Palazzo dobbiamo varcare la Porta Imperiale,
la fontana che si trova all'ingresso dicono sia la più bella della città, quattro vasche con una nicchia in ogni angolo,
attraverso le grate veniva offerta l'acqua fresca ai passanti.
La porta
imperiale è monumentale in marmo bianco e nero con torri possenti
che terminano con guglie appuntite, dove venivano esposte le teste
dei notabili uccisi, per ordine del sultano o per i capricci dei
giannizzeri, il corpo di guardia militare con immenso potere non solo
militare, erano ragazzi cristiani, portati da bambini a corte e
convertiti all'islam, e addestrati ad essere soldati a tempo pieno.
Continuando si
entra nel primo cortile, la posizione strategica controlla tutta la
città, il corso del Corno d'Oro e l'ingresso delle acque nel
Bosforo.
Il Topkapi è aperto dalle 9,30 alle 17 ma per vedere
l'Harem si deve pagare un supplememto alla biglietteria
Proprio vicino
alla biglietteria si può visitare la chiesa di
Sant' Irene, una delle più antiche chiese di Bisanzio, costruita dall'imperatore romano Giustiniano, passata poi di mano al Patriarca di Costantinopoli, e infine divenne l'arsenale dei Giannizzeri, ora viene utilizzata come sala concerti.
Sant' Irene, una delle più antiche chiese di Bisanzio, costruita dall'imperatore romano Giustiniano, passata poi di mano al Patriarca di Costantinopoli, e infine divenne l'arsenale dei Giannizzeri, ora viene utilizzata come sala concerti.
Nel secondo
cortile, detta porta centrale o del saluto, nessuna persona poteva
oltrepassarla a cavallo, solo il Sultano...gli altri tutti a piedi,
in questa corte si trovava la sala del Consiglio Imperiale, qui si
riuniva il Gran visir, con altri Visir di rango inferiore, i Giudici
dell'Alta corte, il capo dei giannizzeri, degli eunuchi, l'Ammiraglio
della marina e altri dignitari.
Il Gran Visir
riferiva al Sultano, che era già stato informato dalle donne
fidatissime del suo harem, le quali ascoltavano attraverso una grata
posta sopra la sala delle udienze, in seguito ad un incendio la sala
originaria non c'è più è stato ricostruito un edificio a due
cupole.
Molti sono gli angoli da vedere, la scuderia imperiale, sul
lato destro le immense cucine del palazzo, dove ogni giorno si
preparavano pasti per 5000 persone,
ora le cucine ospitano
collezioni di preziosi vasellami cinesi,porcellane e cristalli
europei e ottomani e nella pasticceria del palazzo si ammirano
pentole e utensili in rame immaginando le prelibatezze preparate da
questi cuochi di corte.
Ma proprio a
fianco al edificio con la sala delle udienze si trova l'ingresso
dell'Harem
Noi entriamo
attraverso quello che una volta era l'ingresso per i fornitori degli
eunuchi, si passa attraverso un corridoio molto stretto, in
prossimità di un camino bellissimo rivestito di maioliche turchesi
si aprono le stanze delle guardie del corpo, distribuite su quattro
piani a seconda del grado gerarchico degli eunuchi (Corpo di guardia
, formato da uomini evirati negli anni delle pubertà, considerati
migliori proprio perchè non potevano procreare e non avevano vincoli
famigliari, servivano al meglio il sultano e la loro carriera
ricoprendo ruoli importanti all'interno dello Stato.
Per il Sultano, erano scelti eunuchi di pelle chiara, per vigilare sull'harem
venivano scelti eunuchi di pelle scura .
Dopo il primo
cortile, in fondo ad uno stretto atrio una porta conduce agli
appartamenti femminili
LA VALIDE era
la madre del sultano, la camera da letto, che gli spettava era
decorata con soffitti affrescati e pareti ricoperte di piastrelle
della fabbrica di Iznik, il letto in legno scolpito e dorato con
baldacchino.
Una cupola
affrescata con foglie e tralci di vite, domina la sfarzosa sala da
pranzo della madre del sultano, le piastrelle vengono interrotte da
nicchie di marmo, la parte superiore delle finestre è affrescata
con paesaggi, anche le colonne a fianco delle finestre sono di gusto
europeo.
Sono le sale da bagno, quelle che davvero colpiscono: le
vasche e le fontanelle, sono tutte di marmo, quasi monumentali, sono in
realtà una sala doppia, con l'ala destinata al Sultano e la sala
destinata alla valide, solo loro due, e le kadin, concubine che
avevano dato un figlio maschio al sultano, diventando favorite,
avevano diritto ad ambienti privati, le altre donne, avevano un bagno
comune composto da spogliatoio e bagno turco.
La sala imperiale dell'harem, è immensa ha seguito tantissimi rimaneggiamenti così convivono sofà ottomani con divani di stile francese le boiserie occidentali insieme ai versetti di corano scritti su fondo blu, proprio dietro a dei balconcini dorati dove gli eunuchi musici allietavano gli incontri del Sultano con la madre e i suoi famigliari
Nel 1700 il
sultano Ahmet III si ammalò di anoressia e proprio per stimolare in
lui la voglia di mangiare, la camera venne completamente rivestita
dal pavimento al soffitto di pannelli di legno dipinto, I vari
soggetti oltre a vasie ghirlande di fiori sono cesti di frutta,
melegrane, pere grappoli d'uva.
la visita
termina nel cortile delle favorite dove si aprivano le stanze dei
principi
La valide era
la più alta carica dell'harem, la Kadin che aveva partorito l'erede
al trono, tutte le donne che vivevano nell'harem, il serraglio
dipendevano da lei, la conservazione dei corredi, la preparazione dei
bagni,la custodia dei bagni, di magazzini dei gioielli, la lettrice
del corano, l'informatrice del Sultano.
Era la Valide
che decideva con quale donna avesse dovuto giacere il Sultano, in
realtà queste donne erano schiave, noi abbiamo visitato solamente le
camere delle preferite, ma nelle altre stanze dove vivevano le
servitrici la situazione era molto diversa. La prigionia dorata delle preferite era fatta di sfarzo, potevano uscire, solo per
concessione del sultano, nei giardini 4 volte l'anno ma coperte
da drappi e veli affinchè nessun'altro le potesse vedere qualche
crociera sul Borneo, ma anche in questo caso veniva studiato ogni
espediente, pur di nascondere le donne del sultano ad altri occhi
virili, in questo carcere dorato nessun uomo poteva entrare, il
medico doveva essere un uomo anziano visitare le pazienti senza
guardarle, la visita era solamente manuale.
Il Sultano
quando entrava nell'harem, indossava scarpe con suole d'argento, questo per far rumore e avvertire della sua presenza.
Si viveva tra
lusso, inedia, imbrogli, invidie e cattiverie, venivano uccisi molto
spesso i figli maschi delle rivali per permettere al proprio figlio
di diventare erede al trono, per fortuna nel 1927 con una legge venne
abolita la pratica dell'harem durata quasi 4 secoli