il filo dei ricordi-racconti

lunedì 3 febbraio 2014

ISTAMBUL NEI MIEI RICORDI


Ore 21.42, ho bisogno di qualcosa di caldo, la tosse mi disturba. Mi torna alla mente una miscela che avevo portato dalla Turchia alle mele.
Una tisana alle mele mi riporta indietro, era la primavera del 2012, Istambul mi aspettava. Dopo essere sbarcati dall'aereo, espletato le pratiche, la nostra guida locale ci attendeva con un autobus , fatte le presentazioni di rito, mentre il pullman si muoveva in un traffico, molto sostenuto ma educato, nessuno suonava clacson, o urlava, si apriva la città davanti ai nostri occhi, anche se iniziava scendere la sera, cominciavamo già a comprendere che bella città fosse.


La città si estende sulle due sponde del Bosforo, il canale che unisce il Mar NERO al Mar di Marmara, la città vecchia si era sviluppata sulle alture intorno ad un'insenatura naturale, detta anche mare interno, chiamato in turco Haliç, mentre per gli europei era il Corno d'Oro.
 Ai tempi dei sultani, era la meta preferita per fare passeggiate a filo d'acqua o piccole crociere, oggi, non è più così, la città moderna a "rubato" lo spazio a vigne e campi, non rispettando i grandi tesori custoditi su queste colline come in tutta la città.
Dopo esserci ristorate, una visita alla città notturna, ci riempiva gli occhi di luci, ma onestamente mi aveva anche confuso le idee.
Non è una città qualunque , è un continente dove convivono da sempre, cristiani, musulmani, ebrei, e armeni.
La città della storia, anzi le storie delle culture, delle invasioni asiatiche e balcaniche, la storia dei popoli mediterranei, hanno reso Instambul una città colta, e caotica, con moschee grandiose, e chiese che risalgono alle prime origini del Cristianesimo, con case di legno della Belle Epoche, ora trasformate in alberghi e caffè, le strade degli artigiani, due corsi di acqua il Bosforo e il Corno d'Oro, e tanti giardini meravigliosi.

 Instambul vista dal Corno d'Oro








Per fare un riassunto spicciolo, in questa città dalle mille sfaccettature, possiamo dire che tutte le culture che si sono susseguite:
dagli Ittiti, nel secondo millennio avanti cristo, ai Persiani, fino al dominio dell' Impero Romano, durato più di un secolo, che ha reso ricco, questo territorio di ponti, strade, acquedotti,città, terme e teatri, per finire con gli Ottomani, che lo hanno completato e impreziosito con monumenti e arti islamiche, hanno reso Istambul un insieme di cose belle.


L'Unesco, ha dichiarato le mura della città, (mura di Teodosio) patrimonio mondiale dell'umanità, mentre le percorriamo,  ci rendiamo conto dell'imponenza, alcune sono i buono stato, altre sono proprio distrutte, mentre si alternano le torri, alcune erette dai romani, altre dagli ottomani. 
 Il nostro giro, continua nel cuore della città vecchia, vediamo l'Ippodromo, usato per le corse dei carri in epoca bizantina.


Ci dirigiamo al Palazzo del TopKapi, un labirinto di costruzioni e centro del potere dell'Impero Ottomano, diviso in 4 cortili, con mura di cinta, 28 torri di guardia.


Prima di arrivare, al Palazzo dobbiamo varcare la Porta Imperiale, la fontana che si trova all'ingresso dicono sia la più bella della città, quattro vasche con una nicchia in ogni angolo, attraverso le grate veniva offerta l'acqua fresca ai passanti.


La porta imperiale è monumentale in marmo bianco e nero con torri possenti che terminano con guglie appuntite, dove venivano esposte le teste dei notabili uccisi, per ordine del sultano o per i capricci dei giannizzeri, il corpo di guardia militare con immenso potere non solo militare, erano ragazzi cristiani, portati da bambini a corte e convertiti all'islam, e addestrati ad essere soldati a tempo pieno.


Continuando si entra nel primo cortile, la posizione strategica controlla tutta la città, il corso del Corno d'Oro e l'ingresso delle acque nel Bosforo.
 Il Topkapi è aperto dalle 9,30 alle 17 ma per vedere l'Harem si deve pagare un supplememto alla biglietteria
Proprio vicino alla biglietteria si può visitare la chiesa di 
Sant' Irene, una delle più antiche chiese di Bisanzio, costruita dall'imperatore romano Giustiniano, passata poi di mano al Patriarca di Costantinopoli, e infine divenne l'arsenale dei Giannizzeri, ora viene utilizzata come sala concerti.


Nel secondo cortile, detta porta centrale o del saluto, nessuna persona poteva oltrepassarla a cavallo, solo il Sultano...gli altri tutti a piedi, in questa corte si trovava la sala del Consiglio Imperiale, qui si riuniva il Gran visir, con altri Visir di rango inferiore, i Giudici dell'Alta corte, il capo dei giannizzeri, degli eunuchi, l'Ammiraglio della marina e altri dignitari.

Il Gran Visir riferiva al Sultano, che era già stato informato dalle donne fidatissime del suo harem, le quali ascoltavano attraverso una grata posta sopra la sala delle udienze, in seguito ad un incendio la sala originaria non c'è più è stato ricostruito un edificio a due cupole.
Molti sono gli angoli da vedere, la scuderia imperiale, sul lato destro le immense cucine del palazzo, dove ogni giorno si preparavano pasti per 5000 persone,


le cucine e i giardini esterni


ora le cucine ospitano collezioni di preziosi vasellami cinesi,porcellane e cristalli europei e ottomani e nella pasticceria del palazzo si ammirano pentole e utensili in rame immaginando le prelibatezze preparate da questi cuochi di corte.
Ma proprio a fianco al edificio con la sala delle udienze si trova l'ingresso dell'Harem


Noi entriamo attraverso quello che una volta era l'ingresso per i fornitori degli eunuchi, si passa attraverso un corridoio molto stretto, in prossimità di un camino bellissimo rivestito di maioliche turchesi si aprono le stanze delle guardie del corpo, distribuite su quattro piani a seconda del grado gerarchico degli eunuchi (Corpo di guardia , formato da uomini evirati negli anni delle pubertà, considerati migliori proprio perchè non potevano procreare e non avevano vincoli famigliari, servivano al meglio il sultano e la loro carriera ricoprendo ruoli importanti all'interno dello Stato.



Per il Sultano, erano scelti eunuchi di pelle chiara, per vigilare sull'harem venivano scelti eunuchi di pelle scura .
Dopo il primo cortile, in fondo ad uno stretto atrio una porta conduce agli appartamenti femminili



LA VALIDE era la madre del sultano, la camera da letto, che gli spettava era decorata con soffitti affrescati e pareti ricoperte di piastrelle della fabbrica di Iznik, il letto in legno scolpito e dorato con baldacchino.
Una cupola affrescata con foglie e tralci di vite, domina la sfarzosa sala da pranzo della madre del sultano, le piastrelle vengono interrotte da nicchie di marmo, la parte superiore delle finestre è affrescata con paesaggi, anche le colonne a fianco delle finestre sono di gusto europeo.


Sono le sale da bagno, quelle che davvero colpiscono: le vasche e le fontanelle, sono tutte di marmo, quasi monumentali, sono in realtà una sala doppia,  con l'ala destinata al Sultano e la sala destinata alla valide, solo loro due, e le kadin, concubine che avevano dato un figlio maschio al sultano, diventando favorite, avevano diritto ad ambienti privati, le altre donne,  avevano un bagno comune composto da spogliatoio e bagno turco.



La sala imperiale dell'harem,  è immensa ha seguito tantissimi rimaneggiamenti così convivono sofà ottomani con divani di stile francese le boiserie occidentali insieme ai versetti di corano scritti su fondo blu, proprio dietro a dei balconcini dorati dove gli eunuchi musici allietavano gli incontri del Sultano con la madre e i suoi famigliari
Nel 1700 il sultano Ahmet III si ammalò di anoressia e proprio per stimolare in lui la voglia di mangiare, la camera venne completamente rivestita dal pavimento al soffitto di pannelli di legno dipinto, I vari soggetti oltre a vasie ghirlande di fiori sono cesti di frutta, melegrane, pere grappoli d'uva.
la visita termina nel cortile delle favorite dove si aprivano le stanze dei principi

La valide era la più alta carica dell'harem, la Kadin che aveva partorito l'erede al trono, tutte le donne che vivevano nell'harem, il serraglio dipendevano da lei, la conservazione dei corredi, la preparazione dei bagni,la custodia dei bagni, di magazzini dei gioielli, la lettrice del corano, l'informatrice del Sultano.
Era la Valide che decideva con quale donna avesse dovuto giacere il Sultano, in realtà queste donne erano schiave, noi abbiamo visitato solamente le camere delle preferite, ma nelle altre stanze dove vivevano le servitrici la situazione era molto diversa. La prigionia dorata delle preferite era fatta di sfarzo, potevano uscire, solo per concessione del sultano, nei giardini  4 volte l'anno ma coperte da drappi e veli affinchè nessun'altro le potesse vedere qualche crociera sul Borneo, ma anche in questo caso veniva studiato ogni espediente, pur di nascondere le donne del sultano ad altri occhi virili, in questo carcere dorato nessun uomo poteva entrare, il medico doveva essere un uomo anziano visitare le pazienti senza guardarle, la visita era solamente manuale.
Il Sultano quando entrava nell'harem, indossava scarpe con suole d'argento, questo per far rumore e avvertire della sua presenza.
Si viveva tra lusso, inedia, imbrogli, invidie e cattiverie, venivano uccisi molto spesso i figli maschi delle rivali per permettere al proprio figlio di diventare erede al trono, per fortuna nel 1927 con una legge venne abolita la pratica dell'harem durata quasi 4 secoli








2 commenti:

  1. Enrica mi hai trasportato virtualmente e piacevolmente ad Instambul ,complimenti ,come sempre ben fatto e ricco di notizie interessanti .Angelica

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  2. Veramente bello, ricco di particolari , come ha detto Angelica mi hai trasportato virtualmente a Istambul. Grazie Enrica:
    Anna B.

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